Predare tutto l'anno forse solo per conigli o laddove ci sia un sovrannumero, per es. corvidi, piccioni. Ma sino a che ci sono di moda gli animalisti sarebbe una battaglia persa solo a pensarci!
Perdonate l'intrusione, ma mi pare che manchino, in questa discussione, un pochino di esperienza di caccia con il falco sul campo e gli agganci alla storia della legislazione venatoria italiana per come è stata impostata da 40 anni a questa parte.
Innanzi tutto vorrei farvi riflettere sul concetto di "volo tutto l'anno".
Come sapete i nostri falchi per "volare" hanno bisogno di un abbassamento di peso che li porta a non avere riserve di grasso eccessive (usando un eufemismo). Il periodo della "muta" (aprile-settembre quando è veloce) è DA SEMPRE stato utilizzato come "ricostituente" per il metabolismo dei falchi (che si rifanno "la gobba" come i dromedari..), non solo per farli buttare penne forti e belle, ma anche per rimettere a posto il loro sistema metabolico e immunitario.
Inoltre, poiché con il caldo i falchi sentono meno lo stimolo della fame e molto il condizionamento ormonale del periodo riproduttivo (a parte i giovani dell'anno che hanno sempre fame e non vanno in calore), la loro gestione in volo è sempre più complicata e se ci mettiamo anche il fatto che le piante crescono e gli alberi buttano le foglie, la loro gestione nel volo libero diventa molto problematica.
Attenzione, sto parlando di "Falconeria", non lavoro con i falchi, o di voletti al pugno o al logoro, o di passeggiate con l'Harris in pianta.
Un altro aspetto non da poco è quello che le potenziali prede sono tutte in fase riproduttiva e quindi non è eticamente corretto (e neppure tanto furbo...) predarle (i nostri falchi non sono selvatici e quindi non fanno parte del ciclo naturale delle cose...).
Gli animali cosiddetti "in sovra numero" (conigli, corvidi etc) sono comunque tutelati dalla nostra legge durante il periodo riproduttivo e meno male. Una volta si sparava alle cornacchie mentre covavano. Si andava sotto il nido e con una bella fucilata con pallini grossi si tirava giù tutto, uova, pulli e genitore se c'era. Sapete quanti piccoli rapaci che utilizzavano nidi di corvidi (tipo il lodolaio) venivano a terra? Anche gli astori venivano "controllati" a fucilate nel nido... per non parlare delle tagliole sui pali o dei bocconi avvelenati...
Fortunatamente queste "usanze" sono finite (almeno legalmente e sul terreno libero, in riserva talvolta purtroppo non del tutto...).
Per cui la domanda che pongo è questa: perché fare una battaglia per far passare una legge (il volo tutto l'anno) che porterebbe ad una situazione scomoda per i falchi (difficili da gestire e in periodo di muta), per le prede (periodo riproduttivo in corso) e per i Falconieri stessi (diventerebbero una categoria di "favoriti" agli occhi tutti gli altri cacciatori, con conseguente distacco anziché cooperazione)?
Quale sarebbe il così grande risultato? far giocare il "Falconiere" durante le ferie?
Non ditemi che i falchi patiscono a star in voliera 5 mesi l'anno e che vanno volati tutti giorni per essere felici, perché altrimenti dovremmo anche parlare di tutti quegli appassionati che volano un falco e ne hanno altri 5 a casa fermi... tutto l'anno.
E sapete quanti ce ne sono? il 90%...
I giovani dell'anno fanno eccezione, perché vanno addestrati per forza a caccia chiusa, ma si può benissimo addestrarli al rientro al logoro e introdurli alla selvaggina di rilascio, nelle aziende faunistico venatorie, aspettando l'apertura della caccia per poi introdurli, legalmente, ai selvatici veri.
Lo abbiamo sempre fatto e non è mai morto nessuno...
Ultima cosa... se si parte dal presupposto che l'uomo sia onesto non servirebbero le leggi, ma purtroppo sappiamo che spesso non è così. La balestra e i piccoli calibri a canna rigata (tipo il .22) sono mezzi di caccia proibiti esplicitamente dalla legge. Il motivo è che potrebbero facilmente essere utilizzati per il bracconaggio, grazie alla loro facilità di utilizzo e la loro silenziosità...
Lo so che in pratica è un "processo alle intenzioni", ma la legge non è sprovveduta e poiché la storia del bracconaggio si è fondata su queste due armi, alla fine sono state proibite.
Partendo da questa premessa, pensate che un onestissimo falconiere che gira per i campi, a giugno, con un falco in ala, quando tutti sanno che magari c'è una giovane nidiata di fagiani che razzola nei dintorni... sarebbe ben visto dal resto del Mondo?
Molti di voi sono appassionati di falchi, ma non di caccia... per cui vedono soltanto il lato "falconeria", ma la caccia sul territorio è per il 99% caccia con il fucile e la legge deve per forza tener conto di questo e anche i falconieri, purtroppo.
In Inghilterra la selvaggina è del proprietario del terreno, non è "patrimonio indisponibile dello stato" come da noi (art.1 della 157/92), per cui i latifondisti hanno tutto l'interesse a favorirne la riproduzione sui loro terreni perché così poi la gente ci va a caccia e li paga (l'etica si, ma anche le sterline fanno la loro parte...). Per cui rinunciano ai 20 piedi di terreno incolto fra un campo e l'altro senza problemi. Chi vola tutto l'anno riceve il benestare dei proprietari soltanto su terreni a vocazione faunistica nulla o infestati da conigli e corvidi, altrimenti anche i falchi inglesi stanno chiusi in muta.
Da noi il contadino non becca una lira, si ritrova gente con il fucile sul proprio terreno coltivato e magari deve anche litigare... Mi pare una bella differenza, no?
Quello che deve cambiare è la gestione faunistico venatoria del territorio, sia dal punto di vista dei cacciatori che da quello dei proprietari dei terreni. Se la selvaggina diventasse fonte di reddito per i proprietari (come in molti paesi europei) sarebbero loro i primi a gestirne la riproduzione e a invitare i cacciatori sui loro terreni, con fucile o con i falchi, senza competizione.
Saluti.