Oggi giornata da tenere ben stretta in memoria, cerchero di raccontarla meglio possibile affinché possa rivederla e riesaminarla con calma e quindi che mi sia di aiuto in futuro; è bene che sia letta con attenzione anche da chi intende avvicinarsi all’alto volo.
Esco di casa verso le 9,00 e vado a fare rifornimento di quaglie, qualche obbligo familiare e poi esco con moglie e gheppia verso il campo di volo vicino a migliarino dove porto per la prima volta aisha. Verso le 11 siamo sul campo di volo, il tempo di montare trasmittente e di preparare tutto il necessario che sono nel bel mezzo di un grande campo di erba medica, leggerissima brezza da sud ovest.
In cielo poiane che volteggiano e gheppi che rivendicano il loro territorio. A terra cornacchie, aironi, garzette… insomma grandissimi spazi aperti e pochi alberi.
Aisha come al solito fa il bagno di sole e poi un po’ di toilette, ogni tanto lancia l’occhio lontano a filo terreno e poi subito in aria a scrutare i nemici. Il peso è buono, sono sceso di qualche grammo proprio in  ragione del fatto che siamo su un campo di volo nuovo e che ho portato il vivo.
Ancora pochi attimi e parte, all’inizio il battito è fiacco ma dura un attimo e poi inizia a spingere con le ali… il vento e poco ma prende bene quota e rientra a 20-25 m da terra. La lascio andare ancora un po’ perché vedo che batte bene e continua a prendere quota. Sopra di lei un gheppio selvatico, sarà almeno a 70-80 m mentre aisha non sarà oltre 30 m.
La chiamo a voce perché prenda posizione e servo… nulla nemmeno un accenno di attacco. Continua a salire con il selvatico che la controlla da sopra, la faccio rientrare e vado con preda ancora piö facile….. niente ancora e allora prendo il logoro, pochi giri e qualche fischio e scende a goccia… spettacolare.
Tolgo una coscia di pulcino dalla tasca, recupero aisha sul pugno e tolgo il logoro. Mah, il vivo l’ha ignorato ma per il resto è stato un gran bel volo; decido di riprovare e di rendere ancora piö agevole la cattura. Lascio aisha sul pugno di Antonella e torno in auto a prendere l’occorrente. Questa volta mi sposto sul campo vicino a sud che è piö pulito in modo che l’eventuale rimessa sia meno protetta dall’erba medica. Dal primo volo saranno passati 10 min ed ecco che riparte, questa volta direttamente dal pugno di Antonella. La brezza adesso è piö sostenuta e adesso spira da nord, fa pochi metri controvento e poi gira e viene verso di me, penso che la fame e la coscia di pulcino abbiano stimolato l’interesse, e invece allunga decisa e tira dritto per 150-200 m con il vento in coda; finalmente vira e si rimette controvento ma non rientra e invece comincia a salire. La richiamo ma mi ignora pochi attimi e capisco la mal parata. Tiro fuori il logoro e inizio a fischiare.
Nulla, continua a scivolare sempre piö lontana e a salire in cielo. Inizio a correre, urlo richiamando l’attenzione di Antonella, il tempo di rigirarmi verso aisha e questa è ancora piö lontana. Ed è altissima. Apro la ricevente e l’aggancio subito ma non sono per niente sereno. Torno indietro, corro verso Antonella e le lancio le chiavi dell’auto mentre io riparto con affanno verso il segnale. Non la vedo piö, il segnale ce l’ho ma non riesco a vederla; arriva Antonella mi dice: “eccola è lassöâ€�. Mer**, inizio ad agitarmi, se è lei in pochi minuti ha raggiunto la vetta di una collina (Monti Pisani). Sarà ad almeno 1 km in linea d’aria ad una altezza di almeno 200 m … ma forse è molto piö alta. Faccio un rapido controllo con la radio e la direzione è proprio quella, non ho altri segnali. Salgo in auto e vado veloce verso la collina, Antonella la segue a vista fino quando non sparisce oltre il crinale. Qualche lunghissimo minuto in auto e arrivo dall’altra parte della collina, la cerco con la radio e la trovo… segnale forte con direzione la vetta.
Qualche parola ad Antonella, e inizio l’arrampicata. Il sentiero mi porta velocemente in quota ma dopo poco non ho scelta e devo entrare nel bosco e andare a sentimento. Perdo il segnale, lo riaggancio ancora, attraverso roveti, cado piö volte nella foga della salita.
Ogni tanto mi fermo e tiro il fiato, ho il cuore che scoppia. Quando mi fermo faccio le triangolazioni e ricerco la nuova posizione, nelle piccole radure fischio e giro il logoro. Niente, solo la radio mi da segnale.
Continuo a salire e ritrovo un viottolo, chiamo Antonella e le dico di trovare la via e di venire su con l’auto. Naso all’insö ma non vedo niente, solo una poiana si invola dal bosco. Il segnale c’è e non mollo, salgo con i nervi perché il fisico mi ha già abbandonato mezz’ora fa.
Il crinale è ancora lontano, tiro il fiato, questa volta per piö tempo. Richiamo Antonella che nel frattempo si è persa non so dove e le dico di fermarsi in un punto facilmente raggiungibile. Inutile salire con l’auto su quella strada dissestata.
Penso cosa fare, il segnale c’è ma l’intensità non sale e quindi non ho la convinzione che mi sto avvicinando. Il viottolo adesso costeggia il versante e devo nuovamente abbandonarlo per arrivare in vetta… decido che la salita da quel versante è troppo difficoltosa e decido di tornare a valle e ritornare sul versante opposto che appariva piö pulito.
Inizio a scendere, fradicio di sudore, sangue e graffi sulle braccia; la radio la tengo accesa per leggere subito eventuali spostamenti da una collina all’altra. Non smetto di fischiare e di ruotare il logoro ma oramai non ci credo piö, almeno su quel versante. Scendo per alcuni minuti quando sento il suono del campanello… all’inizio non ci credo, mi sembrava di averlo sentito già altre volte. E invece questa volta la vedo…. Lassö in alto che gira sopra le cime degli alberi. àˆ molto lontana, almeno 300 m da me ma la qualità dei campanelli (grazie Giovanni) e la direzione del vento mi aiuta. Logoro e fischio, non scende, continua ad ignorarmi. Ma sono solo pochi attimi, poi si gira e punta verso di me…. Striscio il logoro a terra (memore delle difficoltà nel recupero durante il primo volo) e lei chiude in una picchiata obliqua da paura. Arriva, trattengo il respiro… poi finalmente aggancia il logoro a terra e allora prendo l’altra coscia di pulcino che avevo in tasca, la recupero sulla mano (il guanto nella frenesia era rimasto in auto) e serro con forza i geti nella destra.
Mi siedo, la lascio mangiare, chiamo Antonella e riprendo la discesa.
Ho scritto molto ma l’ho fatto volontariamente. Le emozioni, le ansie, le certezze e le paure di una mezza mattinata passata nella speranza di recuperarla sono talmente forti che volevo renderle pubbliche.
Per gli esperti affinché mi facciano capire dove ho sbagliato.
Per chi si è avvicinato da poco per fargli capire che dovrà essere sempre pronto ad affrontare una fuga non attesa e che volare senza telemetria è un atto di incoscienza.
Analizzando la giornata e ricordando situazioni passate, mi rendo conto che questa femmina mostra calma in tutti i luoghi nuovi ma il primo volo su un campo nuovo mi ha sempre creato problemi: il primo volo in assoluta è fuggita; il primo volo in puglia è stato pessimo e l’ho subito recuperata con il logoro; il volo di oggi è stato quello che è stato.
Altro aspetto critico è l’introduzione al vivo, qua ho commesso e sto ancora commettendo errori. Tra vivo mal dato e logoro sto creando confusione e oggi ho avuto a dimostrazione che un peso basso non basta in un ambiente nuovo.
Di positivo c’è innanzitutto il recupero, poi l’uso della telemetria (tracker+LF3 merlin), infine l’esercizio atletico fatto (mio e della gheppia)!!
Â
Bon, adesso non vi vergognate ad evidenziare i miei errori :wink: .
ale