I pellegrini in natura cominciano a svolazzare in falesia intorno ai 50 giorni. Poi cominciano a fare voli di prova in cui talvolta sembra vogliano precipitare, per poi riprendersi a pochi metri da terra. Fino a 70-80 giorni svolazzano piö che altro per capire cosa riescono a fare volando e quando vedono arrivare all'orizzonte un genitore con la preda, gli volano incontro (facendo un casino che si sente da trondiddio). Il genitore, appena si vede accerchiato dai figli assatanati, lascia la preda (morta e spesso completamente spiumata, non come dicono alcuni testi che sostengono che gliela rilascino "ferita") che cade e i giovani cercano di accapparrarsela prendendola in aria. A volte non ci riescono e la preda cade a terra e se cade nell'erba alta o nei cespugli, viene lasciata lì.
Questo "gioco", insieme alla "cattura" di oggetti portati da vento (foglie secche, sacchetti di plastica, pezzi di carta etc) è quello che insegna ai giovani ad usare i piedi e le ali.
Questo processo in voliera non esiste ed è il motivo per cui i nostri giovani hanno bisogno di un po' piö di tempo, dopo i primi voli, per imparare a gestire il vento (vedi post di reartu) e a usare i piedi.
Bruciare le tappe secondo me puo essere addirittura negativo e controproducente.
I nostri giovani falconi impararano a prendere il logoro a terra (all'inizio dell'addestramento) e poi al volo, ma in modo molto semplice, ma poco stimolante e sempre in "frenata" poichè il logoro per ben che vada è a pochi metri da terra. In natura invece, anche quando giocano con le foglie, o meglio quando prendono le prede dei genitori in caduta, hanno sempre molto spazio fra loro ed il terreno e prendono sempre in picchiata... aumentando la loro fiducia verso la presa in caduta dall'alto al basso, anzichè quasi a terra.
Per cui il nostro addestramento è praticamente al contrario di cio che avviene in natura e rallenta il loro entusiasmo sia verso la picchiata che verso la presa con le zampe.
Le passate sono un sistema per stimolare l'utilizzo delle zampe, ma si svolgono a un metro da terra... e questo frena molto il giovane pellegrino.
In pratica bisognerebbe utilizzare un pallone o un aquilone e quando il giovane pelle arriva alla quota avere un telecomando che sganci il logoro e lo faccia cadere...
... allora riprodurremmo quello che succede in natura... :wink:
Morale: binocoli e scarponi... e la natura ci spiega tutto... anche meglio dei libri..
Salutoni.