Bellissimo documentario incentrato sull’astore in natura. Documentario che, fin da bambino, mi segnò indelebilmente…. Da vedere!
El Pirata de la Espesura- Azor – Astore
El Valle de las Águilas
Tecniche di falconeria per reintrodurre le aquile in natura. Imping, geti, cappuccio, limare becco.
Il ritorno del falco pellegrino
Intorno al 1955 molte popolazioni di falco pellegrino hanno conosciuto un’importante decrescita: si osservavano con frequenza esemplari morti ma, soprattutto, si trovavano le uova, rotte nei nidi abbandonati.
Molti ricercatori, da entrambi i lati dell’Atlantico, cominciarono a intuire che la causa potesse essere l’inquinamento da insetticidi clorurati (DDT e, in particolare, DDE). Ma fu Ratcliffe (studiando uova di collezioni museali) a dimostrare che, fra il 1945 e il 1947, contemporaneamente all’introduzione massiccia di questi prodotti in agricoltura, i gusci delle uova di falco pellegrino, improvvisamente, avevano cominciato a perdere spessore. I biologi, in particolare D. S. Miller poterono successivamente dimostrare che gli insetticidi in questione provocano un’alterazione enzimatica dell’anidrasi carbonica e del calcio ATPasi, che trasportano il calcio dalla circolazione sanguigna della femmina al guscio in formazione dell’uovo. Le stesse alterazioni, e la stessa catastrofe, si riscontravano in altri falconiformi, in particolare in quelli che si nutrono principalmente di uccelli, per esempio nello sparviero. Le modalità di avvelenamento erano da individuare nella catena alimentare: insetto-uccello insettivoro-falco. La discrepanza fra gli anni dei primi massicci avvelenamenti e quelli degli effettivi collassi delle popolazioni è spiegata con la sopravvivenza degli adulti, più resistenti all’avvelenamento, la cui mancata riproduzione portò a effetti visibili solo alcuni anni più tardi.
In considerazione del valore sentimentale che lega l’uomo a questa mitica specie, fin dai tempi degli antichi Egizi e per la falconeria, in pochi anni ci si convinse a bandire, l’uso di DDT e DDE, almeno in Europa e America settentrionale. Contemporaneamente furono rinforzate le tutele nei confronti delle predazioni tradizionali da parte dell’uomo: falconeria, difesa della selvaggina e dei piccioni viaggiatori. Prelievi che erano tollerabili in epoche di popolazioni abbondanti, non lo erano certo più quando la specie sembrava sull’orlo dell’estinzione. In Europa e in particolare nelle Isole britanniche le popolazioni residue di falchi si dimostrarono sufficienti a una ripresa spontanea. Vi furono piccoli nuclei di esemplari riprodotti e rilasciati (in Francia, a Pavia, in Inghilterra), ma solo a scopo di studio. Negli Stati Uniti e in Canada, invece, la specie era praticamente scomparsa. Un gruppo di studiosi facenti capo alla Cornell University, sotto la guida di Tom J. Cade fondò il Peregrine Fund, con lo scopo di riprodurre in cattività e successivamente liberare i falchi pellegrini. L’operazione ebbe un successo completo, tanto che nel 2003 si potevano contare complessivamente 2.000 coppie nidificanti, che occupavano quasi gli stessi ambienti di prima del tracollo, e in più molto numerosi, le aree urbane.
Questo video, in inglese, mostra le tecniche di incubazione artificiale delle uova di falco pellegrino, l’allevamento dei piccoli e la loro successiva reintroduzione in Natura.
I Ladri di aquile
Un reportage di Giuseppe Festa e Massimo Piccioli sul traffico di rapaci in Sicilia: la lotta senza sosta tra chi si batte per difendere i nidi e gli spregiudicati bracconieri che mettono in pericolo uno dei rapaci più rari al mondo: l’aquila del Bonelli. www.giuseppefesta.com
Cetreria Del puño a la liebre
Interessantissimo documentario realizzato dal canale TV Caccia e Pesca sulle tecniche di caccia alla lepre Iberica. Nella foto: Manuel Digo Pareja Obregon, falconiere e autore di diversi libri sui rapaci e Falconeria ci presenta l’aquila Mora o aquila Cilena.
El Cazador de Sueños
Reportaje acerca del mundo de la cetrería con Manuel Diego Pareja-Obregón.
Documentario in lingua spagnola sulla Falconeria a cura di Manuel Diego Pareja-Obregón.
La falconeria è una Passione anzi, una Necessità…
Cetreria Aliados Del Aire. El Sueño De Cazar Con Un Ave De Presa
In Spagnolo. Come è nata la falconeria? Probabilmente dalle osservazioni di qualche pastore….. Interessante ricostruzione. Con Nick Fox
Storia, Salvaguardia, tradizione, IAF
Goshawks Manning In Pakistan a film by Pakistan Falconry Association
Goshawks Manning In Pakistan a film by Pakistan Falconry Association
Goshawks Manning In Pakistan a film by Pakistan Falconry Association from Falconeria org on Vimeo.
Alcune domande da porsi PRIMA di acquistare un Rapace
Concetto di base:
Non ci stancheremo mai di dirlo:
Falconeria=Caccia col Falco
Il primario scopo del falconiere è di addestrare il falco così bene, da portarlo ad una efficienza fisica così alta da poter catturare prede selvatiche.
Questo concetto è per noi molto importante perchè sempre più spesso questo termine è utilizzato impropriamente o confuso con altre attività. Gli spettacoli con falchi addestrati, utilizzano le tecniche di falconeria così come il volo libero, il volo al pallone o all’aquilone ma mancando la finalità del volo rappresentata dalla predazione,e quindi non si può parlare di Falconeria se non vi è predazione.
La falconeria nasce migliaia di anni fa con l’unico scopo di addestrare rapaci per catturare le stesse prede che i rapaci catturavano da soli in natura. L’uomo addestrava il falco o l’aquila non per gioire delle loro capacità di volo ma per catturare animali da mangiare o da pelliccia come volpi e lupi che rappresentavano una merce di scambio con altre popolazioni nomadi. Con il passare del tempo, da una necessità ne divenne uno “Status” e i ricchi Signori che la praticavano iniziarono a privilegiare una specie piuttosto che un’ altra in base alla bellezza del volo, all’ eleganza, alla tenacia e alla tecnica di caccia acquisita dal falco ma lo scopo era sempre la predazione! Anche quando la Falconeria venne riscoperta in Europa e successivamente in Italia nella prima metà del ‘900, veniva praticata con l’unico intento di addestrare il falco per la caccia ricercando successivamente l’estetica del volo.
Sempre più spesso riceviamo mail o messaggi sul forum di www.falconeria.org di persone che hanno assistito a dimostrazioni di volo e vogliono diventare falconieri non per praticare la caccia col falco ma semplicemente per poter volare il proprio falco libero in natura, senza farlo predare. Altre persone ci esprimono il loro grande amore per il volo e vorrebbero avere la possibilità di condividere la loro passione con un compagno alato. Un utente mi ha persino scritto che era stufo di combattere con le batterie dei suoi aeromodelli…Altri ancora cercano un rapace come compagno di casa alla stregua di un animale domestico, altri ancora vorrebbero avere un rapace semplicemente per averlo in giardino, giusto per guardarlo altri ancora vorrebbero far diventare falconiere un bimbo di 10 anni….altri ancora vogliono diventare falconieri per farlo come lavoro non avendo nessuna cognizione di causa!
A tutte queste persone vogliamo dire che la predazione per un rapace è la sua essenza di vita, è quello per cui è stato selezionato da Madre Natura per milioni di anni e lo ha fatto sopravvivere in cima alla catena alimentare. Privare un rapace di questo importante aspetto significa voler castrare questi favolosi animali da un loro primario istinto. Chi si avvicina alla falconeria dovrebbe in primis avere un profondo amore per la Natura e per gli Animali con delle conoscenze di base sui rapaci dovute ad approfondimenti e ricerche personali. Dovrebbe avere una sensibilità e uno spirito d’osservazione tali da comprendere quando c’è qualcosa che non va e il falco mostra segni di malattia. Dovrebbe riconoscere che i rapaci sono animali carnivori che hanno bisogno di mangiare a secondo della loro specie, topi, pulcini, quaglie, piccioni, ratti e altri animali, spesso vivi e che prima o poi dovranno avere a che fare con sangue sulle mani, interiora di animali e carcasse in frigorifero. Serve spazio, è impensabile di poter tenere un rapace in casa, per la vostra salute e per quella del pennuto.
Domande da porvi Prima di acquistare un rapace:
- Avete preso in considerazione quanto tempo al giorno avete da dedicare tutti i giorni al vostro rapace?
- Sapete che se vi assenterete da casa, qualcun altro dovrà badare al rapace?
- Chi se ne occuperà durante le vostre vacanze o durante le vostre trasferte di lavoro?
- Siete a conoscenza che un falco può strillare continuativamente per ore arrecando potenzialmente disturbo ai vostri vicini di casa?
- Visto che il falco ha bisogno di cacciare e per far ciò dovrete recarvi in un terreno idoneo, sapete che avete bisogno del porto d’armi e della licenza di caccia che va rinnovata ogni anno per 400-450 euro?
- Avete almeno 2-3 pomeriggi o mattinate libere alla settimana per far cacciare il falco e dargli opportunità di cattura?
Se siete consapevoli di tutti questi aspetti, siete già sulla buona strada.
Troppo spesso, molte persone, si avvicinano a quest’ Arte poco convinti o inconsapevoli dei punti espressi sopra ed ecco apparire sui siti di annunci animali inserzioni di rapaci in vendita….passati di mano in mano, non addestrati, snaturati e incapaci di cacciare, spesso tenuti in sistemazioni non idonee. Vorremmo davvero farvi comprendere che la falconeria non è per tutti, non per fare gli snob ma perchè è davvero così! Per avere soddisfazioni e successi con i rapaci serve davvero tanta Passione, Tempo, Denaro. Se prima di comprare un falco, valuterete i punti sopra esposti e li rapporterete al vostro stile di vita, alle vostre abitudini, forse vi accorgerete che la falconeria non fa per voi o semplicemente non avete abbastanza tempo per questa attività.
Se lo farete, ve ne saremo davvero grati!
Copyright 2013 Federico Lavanche www.falconeria.org