Blocchi pertiche logoro filagna borsa telemetria

I Blocchi e le Pertiche

I posatoi per i nostri amici devono essere quanto mai sicuri e comodi.

Tradizionalmente, si usano le pertiche curve per il basso volo: (Astore, Sparviero , Cooper,Harris ecc) e i blocchi per l’alto volo: (pellegrino, gheppio, lanario ecc).

Per garantire la sicurezza bisogna dimensionare bene la lunghezza della lunga in modo che non succedano inconvenienti come questi:

Una pertica troppo curva non permette che l’anello scorra.

Per evitare tale incidente utilizzare pertiche che abbiano i lati inclinati a 45° con anello proporzionato al diametro della pertica.

 Dei geti troppo lunghi possono provocare questo!

Una lunga troppo lunga provoca questo!

Per evitare che la lunga si arrotoli, potete anche utilizzare un cuoio o una corda un po’ rigida.

 

Il Logoro

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Il logoro è uno strumento fondamentale per il controllo ed il recupero del proprio falco.

E’ in pratica una finta preda che ha diversi scopi:

 

– Muscolare –

Con le “passate al logoro” si muscola il rapace.

-Richiamo-

Ad esempio su una finta ferma del cane o in caso di imminente pericolo, si richiama il falco con il logoro.

-Aggancio-

Lanciando il logoro in aria i falchi imparano anche a usare le zampe su un oggetto in movimento proprio come se fosse un uccello in volo.

 

I rapaci amano molto il logoro anche perchè i falconieri li abituano a nutrirsi su di esso. Con l’esperienza imparerete a scegliere il tipo di carne da metterci sopra in modo che sia sempre allettante al massimo.

Questo strumento deve essere ovviamente proporzionato alla taglia dell’animale e del peso giusto.

Con il mio Astore utilizzo un logoro che posso riempire di sabbia in modo da variarne il peso. Il mio scopo è che una volta afferrato in aria il falco possa carreggiarlo di peso per qualche decina di metri in modo che si muscoli. A fine stagione riuscirà a compiere lo stesso tragitto con il logoro appesantito di 70 gr; questo denota che ha aumentato la muscolatura.

La filagna

Non è altro che una cordicella lunghissima e anch’essa proporzionata alla taglia del rapace. Al giorno d’oggi si trovano delle corde sottilissime di nylon alla quale ci potete attaccare anche un pastore tedesco.

La filagna viene usata all’inizio dell’addestramento in modo da provare gli esercizi da impartire al falco in tutta sicurezza senza la possibilità che il falco non ancora totalmente addestrato possa scappare. Vi consiglio di utilizzare un bel ciocco di legno di circa un kg al quale legherete un capo della la vostra filagna. Questo avrà il duplice scopo di consentirvi di riavvolgere la filagna una volta utilizzata e di zavorrare un capo della filagna in modo che non dia uno strappo troppo violento al rapace che tenta la fuga.

La Borsa

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La borsa del falconiere dovrà contenere tutte le attrezzature da campo necessarie per la caccia:

-Il logoro

-Cappuccio, geti, girella di emergenza

-Cordicella

-Carne per fare “cortesia” al falco

Dovrà essere abbastanza grande da contenere le prede cacciate…..;-)

Ma non così grande da intralciare i nostri movimenti.

La Bilancia

Questo strumento è prezioso per valutare il peso del falco. Poichè il rapace è per noi come un atleta, dobbiamo ogni giorno pesare il falco poco prima del suo volo e annotare i risultati delle sue performance su un registro dei pesi di volo.

L’obiettivo è di avere un rapace in salute, ubbidiente, desideroso di cacciare, in piena forza fisica e  al suo massimo peso di volo per poter dare il massimo sul campo. Vi consiglio di utilizzare bilance da cucina elettroniche con uno scarto di 1 gr fino a due kg. Basterà montare un piccolo trespolo su di essa per renderla efficiente.

Il trasportino

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Mai come in questi anni si ha avuto bisogno dei trasportini per rapaci per andare a caccia, raduni o per piccoli e lunghi spostamenti. Sono studiati in modo da consentire al rapace il massimo comfort. Sono pratici anche se un po’ ingombranti e vi dureranno per anni interi. Il mio Astore ha capito che la scatola è sinonimo di caccia e non vede l’ora di fiondarcisi dentro!

La Radio

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Per poter praticare la Falconeria in modo sereno e sicuro è indispensabile avere tra la propria attrezzatura un buon sistema telemetrico. Essa è costituita da una ricevente e da una trasmittente: la trasmittente si pone con diversi sistmi al tarso del rapace o sulla sua timoniera centrale mentre la ricevente rimane con il falconiere. In caso di allontanamento del rapace, il falconiere riesce a rintracciare la fonte del segnale emanato dal trasmettitore e a recuperare il falco.

Anche quì mi permetto di darvi un consiglio:

Non aspettate di provare la vostra attrezzatura il giorno in cui perdete il falco……

Provatela Prima! Fatevi nascondere da un amico il trasmettitore e andatelo a cercare! Fate la prova anche di notte ed imparerete a fidarvi più del vostro udito che della vostra vista.

Controllate all’inizio della stagione che il trasmettitore abbia batterie sempre cariche e che le batterie della ricevente siano efficienti.

 Per caratteristiche tecniche, tipologie ed altro vi rimando ai siti delle case costruttrici presenti sui link di falconeria.org

Conclusioni:

Controllate ad inizio stagione TUTTA la Vostra Attrezzatura!

Tenetela efficiente ed eviterete tanti disastri inutili che si verificano ogni anno a molti falconieri!

Se anche Voi avete qualcosa da scrivere a riguardo, non esitate a mandarmi i vostri articoli!

Buoni voli, Federico (admin)

Guanto geti girella lunga cappuccio

Il Guanto:

Guanto del FalconiereIl guanto ha la funzione di proteggere la vostra mano sinistra (perchè è li che tradizionalmente e per comodità si porta il falco)  dagli artigli e dalla pressione che questi esercitano sul vostro pugno. Ve ne sono di diverse forme e taglie ma l’importante è che sia di spessore giusto per il tipo di rapace che dovete maneggiare. Il falco va “sentito”, quindi scegliere un guanto da astore per uno sparviero è ridicolo e assurdo. La sensazione è un po’ come essere tutt’uno con l’animale, sentire quando stringe, quando ha perso l’equilibrio o quando è totalmente rilassato. Non deve essere troppo rigido da ostacolare la chiusura del pugno ma non troppo morbide da slabbrarsi, tagliarsi o peggio forarsi. Non deve essere ne troppo largo ne troppo stretto ma deve aderire bene alla mano.

Tutti i guanti da Falconeria sono dotati di un robusto anello all’altezza del polso.

GUANTO FALCONIERESu di esso viene fissata una lunghina di cuoio con alla fine un moschettone per assicurare  la girella del falco quando lo si trasporta sul pugno.

Alla base del guanto troviamo il fiocco o pon-pon che oltre ad avere un effetto estetico ha anche la funzione di impugnatura quando non indossiamo il guanto.

Molti falconieri, quando hanno il falco in volo che siè decentrato troppo, ruotano sopra la propria testa il guanto afferrandolo proprio dal pon-pon.

I Geti :

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geti.JPG (45783 byte)I geti sono delle strisce di pelle che rimangono permanentemente legate con un apposito nodo ai tarsi dei rapaci in addestramento.
Tramite i geti è possibile assicurare il falco al blocco o alla pertica o è possibile trattenerlo sul guanto.
Sono fondamentali come le redini per il cavallo e devono sempre essere controllati perchè siano sempre in ottimo stato: morbidi e ingrassati. I geti vecchi sono rigidi e secchi e

tendono a rompersi facilmente.

Nel Medioevo venivano fatti con la pelle di cane, al giorno d’oggi per fortuna si trovano di bufalo, di capra, di vitello o di canguro. Si avete capito bene, di canguro! E’ da qualche anno infatti che questo animale viene allevato per le qualità della sua carne e per tutti i pregiatissimi derivati che se ne possono derivare, tra cui la pelle: sottilissima e resistentissima allo stesso tempo.

schemageti.JPG (65488 byte)E’ logico che i geti devono essere proporzionati alle dimensioni degli animali. Le strisce possono

 

essere larghe 1,03- 1,05 cm.

Per astori e pellegrini vanno bene geti lunghi 20-22 cm e per gli stessi animali si può calcolare come distanza tra i due tagli del geto di 5-6 cm.

Fate attenzione che non siano troppo stretti da ledere il tarso dell’animale ma neanche troppo larghi da permettere la fuoriuscita della zampa…!

Nel dopo guerra sono stati inventati dei geti fantastici chiamati aylmeri: sono composti da un braccialetto chiuso con un occhiello  e un geto a bottone che passa all’interno dell’occhiello.

  Questo tipo di geto è una genialata perchè permette al  geto a bottone di ruotare su se stesso all’interno dell’occhiello, rendendo impossibile l’attorciliamento del geto su se stesso.

Grazie a questa invenzione si sono scampati innumerevoli incidenti.

Un’altra possibilità che da questa invenzione è di poter volare il falco senza geti ma solo con i braccialetti. Nelle figure sono illustrati i modi per legare i geti ai tarsi e la foto dei geti aylmeri nonchè della pinza per mettere gli occhielli.

La girella :

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La girella ha il compito fondamentale di evitare pericolosi attorciliamenti tra i geti e la lunga, infatti viene interposta tra di esse.

Originariamente era di bronzo, ora è supertecnologica: inossidabile, provvista al suo interno di cuscinetti a sfera che diminuiscono tantissimo l’attrito che si forma durante la rotazione degli anelli posti alle sue estremità. Questa rimane sempre attaccata ai geti tranne che durante il volo del rapace. Controllatene sempre l’usura e la funzionalità; ne va della vita del falco!

La lunga :

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nodo.JPG (43777 byte)La lunga è una robusta striscia di cuoio o corda alle cui estremità troviamo: il nodo e la punta.

La punta la infiliamo lell’anello libero della girella fino a quando incontra il nodo, l’altra estremità viene annodata con il caratteristico nodo del Falconiere alla pertica o al blocco.

E’ importante stabilire il materiale per la preparazione delle lunghe a seconda dei rapaci. Anche questo articolo deve eseere dimensionata per spessore e sezione al peso del falco.

Ci sono falchi che tendono a beccare costantemente la lunga fino a tagliarla di netto (generalmente alcuni falchi di alto volo) con i quali bisogna usare lunghe di cuoio mentre con il basso volo si possono usare indifferentemente qualsiasi tipo di materiale.

Una buona caratteristica che ogni lunga dovrebbe avere è un po’ di rigidità che consente al falco che gira intorno alla base del blocco di far seguire con questo movimento l’anello alla base del blocco a cui è legata la lunga evitando l’attorciliamento.

Possiamo avere per nostra comodità lunghe fisse cioè costantemente legate alla pertica da un lato e provviste di moschettone dall’altra o le classiche lunghe “sfilabili” da annodare ogni volta. In ogni caso, e lo ripeto controllate l’usura delle vostre lunghe e non aspettate “domani” perchè potrebbe essere troppo tardi!

Il cappuccio :

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cappdelafuente.gif (175552 byte)Credo che l’invenzione del cappuccio abbia veramente dato una grande svolta al mondo Falconeria. Grazie al cappuccio si può trasportare il proprio falco ovunque: lo mantiene tranquillo, come se riposasse anche se intorno a voi c’è l’inferno. Il trasporto in macchina ad esempio è fattibile esclusivamente grazie all’uso del cappuccio ameno che non parliamo di animali così abituati a tutto e di razze particolarmente mansuete come falchi di harris, red-tail, gheppi che del cappuccio non hanno bisogno.

Anche molti astorieri non usano il cappuccio ma usano la scatola da trasporto di cui parlerò più avanti.

In commercio, si possono trovare di diversi tipi di cappucci confezionati con diverse qualità di pelli e di diverse colorazioni taglie e modelli.

cappkazak.JPG (40205 byte)A proposito dei modelli, esistono i tipi:

-Angloindiani

-Arabi

-Olandesi

Le differenze sono nel design e nel tipo di chiusura sul retro.

Il cappuccio deve:

1) calzare perfettamente alla testa del falco in modo che non gli dia fastidio.

2) Non deve toccare assolutamente gli occhi, quando succede trovate nell’interno, in corrispondenza degli occhi le lacrime.

3) deve avere il taglio del becco ben fatto in modo che gli permetta di nutrirsi e di espellere la borra anche se il miglior cappuccio può risultare pericoloso in questo delicato istante perchè può provocare il soffocamento.cappucbn.jpg (108279 byte)

Voliera e Bagno rapaci

Prima di comprare un rapace bisogna essere certissimi di avere a disposizione tutto ciò che servirà a rendere la vita del nostro nuovo amico il più confortevole e felice possibile. Sarà infatti la principale premura del Falconiere avere il proprio rapace in Perfetta Forma Psico-Fisica. Per ottenere questo, sarà indispensabile un’efficente attrezzatura per non lasciare nulla al caso.

I temi trattati in questo spazio saranno:

 

Gli Alloggiamenti:

-La Falconiera

-Il Bagno

 

Equipaggiamento:

Guanto

Geti

Girella

Lunga

Cappuccio

Pertica Curva

Pertica Alta

Blocco

Logoro

Bilancia

Filagna

Scatola di trasporto

La Radio

Conclusioni

 

Alloggiamenti: La voliera

Questa struttura se costruita con buoni materiali vi durerà molti anni, pertanto rappresenta un sicuro investimento essenziale per poter alloggiare il nostro falco in modo sicuro e voi potrete dormire sonni tranquilli.

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 Il disegno rappresenta una voliera per falchi in addestramento ed abituati ad essere legati al blocco o alla pertica, non è assolutamente idonea per falchi tenuti completamente liberi.

Le voliere per tenere i rapaci liberi devono essere totalmente schermate con ombreggianti o con fogli di vetroresina in modo che il falco non possa mai toccare direttamente la rete di ferro. Le pareti dovranno essere lisce e prive di chiodi o viti o quant’altro possa ledere il rapace. Le finestre per la luce dovranno essere schermate con rete di nylon grossa o tubi di plastica verticali ed affiancati tra di loro.

Costruite la voliera ad Est in modo che il falco si goda il sole del mattino ma che sia riparato dal sole che va dalle 12 alle 15. Fornite sempre vicino al posatoio una vasca preferibilmente circolare con dell’acqua pulita. La profondità sarà di 10cm.

Per la costruzione della voliera, si possono utilizzare i materiali più disparati, ma io la preferisco in legno: economico, di facile lavorazione, duraturo e naturale; inoltre non trattiene calore.

Si possono usare con successo le mezze misure in legno di pino che si possono trovare in qualunque segheria. Generalmente le vendono in metri cubi e sono quasi tutte più lunghe di 2,5 mt e sono poco costose. Per la struttura portante è meglio usare pali in castagno affogati nel cemento a livello del terreno. La rete deve essere robusta (a prova di cani e volpi) ed elettrosaldata con una maglia che non permetta l’accesso anche a donnole e faine. Questa va inoltre interrata per almeno 25 cm sotto terra per evitare che i carnivori scavino gallerie fino a dentro la voliera. La rete ha anche la funzione di trattenere il rapace in addestramento qualora si sganciasse dal blocco.

Dal disegno si capisce la semplicità di costruzione.

La tettoia deve essere a spiovente e  provvista di gronda con scarico delle acque piovane all’esterno della voliera. Sul fondo è consigliabile spargere uno strato di 4-5 cm di ghiaione di fiume: igienico e facilmente lavabile . Sui lati si può piantare anche una siepe che oltre ad abbellire la struttura proteggerà ulteriormente il falco dai venti e dagli spaventi.

Ricapitolando: 4mt x 2,5 x 2,5 ;Struttura portante in castagno, tre lati costruiti con sottomisure affiancate, tetto a spiovente in sottomisure o ondulina, il resto in rete zincata elettrosaldata. Ricordatevi di interrare la rete anche sotto la porta….!!!!

Date le dimensioni della Voliera, con una certa esperienza, si potrà montare un altro posatoio più in avanti del precedente. Tra i due posatoi si metterà una sbarra di ferro o meglio di Inox, parallela al terreno longitudinalmente tra i due blocchi con le due estremità interrate per almeno 25 cm su cui scorre un grosso anello con attaccata la lunga del falco che scorrerà liberamente sulla sbarra.  Ciò consentirà al rapace di svolazzare agevolmente tra un posatoio e l’altro senza rischi. Spesso una lunga troppo lunga (scusate il gioco di parole) può risultare pericolosissima in quanto il falco, girando intorno alla base del blocco più volte può alla fine spaccarsi tutte le piume o peggio, morire. Sarà meglio montare sull’anello anche una girella per evitare che questa si attorcigli su se stessa. Il mio motto è “meglio una girella in più che in meno” e non ho mai trovato un falco attorcigliato.

Le misure di questa voliera manterranno anche i curiosi e i cani ad una distanza tale che il falco rimarrà tranquillo e il vostro rapace passerà una vita al sicuro e in armonia con il suo nuovo mondo.

Nonostante tutte le cure poste, vi capiterà una mattina di trovare il falco libero all’interno della voliera e allora ringrazierete il cielo e sarete contenti della fatica fatta per la costruzione di questa struttura!!!

Il Bagno

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La cosa che non deve mai mancare ad un falco giardinato o in voliera è il bagno.

Andrà benissimo un sotto vaso o comunque un qualsiasi recipiente di forma proporzionata alla taglia dell’animale che si ospita. All’interno porrete ogni giorno acqua potabile e avrete cura ogni sette giorni di eliminare le alghe che si saranno formate.

E’ molto divertente vedere un falco che si fa il bagno ed è un indice di salute psico-fisica.

Grazie alle abduzioni il falco si disseterà e manterrà il suo pimaggio sempre efficiente e in perfetta forma.

Il Falconiere

Falconiere marocchino a cavallo  La Falconeria non è cosa per tutti; la Falconeria non è per i bambini.

Se il vostro interesse nella Falconeria è principalmente quello di prendere della selvaggina, allora NON cimentatevi nella Falconeria.

 

Se il vostro interesse è solo mosso dal fatto che i rapaci sono spettacolari e lo sport insolito, allora NON cimentatevi nella Falconeria.

 

Se pensate che portare un falco sul pugno sia un bel modo per attirare l’attenzione, avete ragione; ma questa non è Falconeria.

 

Falconiere dall' Alaska

Se amate gli uccelli e pensate che un falcone o un astore sarebbero insoliti animali domestici, fareste meglio a riconsiderare tutto, perchè non sono certo animali domestici!

 

 

 

falconiere pakistanoSe volete cacciare nella stagione di caccia, pescare nella stagione di pesca, andare in vacanza d’estate e frequentare le località sciistiche di inverno e dimenticare l’unico divertimento finchè non torna di nuovo la giusta occasione, allora NON provate a tenere dei falconi.

 

Soprattutto, se siete una persona indaffarata, con incarichi in molti clubs, società e attività sociali, allora NON tentate di far entrare a forza da qualche parte anche la Falconeria, perchè semplicemente non avete tempo.

 

Falconiere canadeseSe siete sensibili alle critiche, o vi preoccupate di “quello che dirà la gente”, allora decisamente evitate qualunque cosa abbia a che fare con queso sport.

 

Ma, se avete un profondo interesse per il mondo esterno; se amate la vita e gli esseri viventi con sufficiente profondità e ampiezza da essere più che sentimentali; se cogliete le occasioni e vi aspettate l’inaspettato, se riuscite a vedere nei predatori l’incarnazione di tutte quelle alte qualità che noi soprattutto ammiriamo, qualità di forza, coraggio, energia, coordinazione e perfezione fisica che li pongono al di fuori e sopra altre forme di vita; se riuscite ad afferrare Falconieri tunisininel loro modo di vivere qualcosa di spettacolare e drammatico che vi piacerebbe condividere, se tutto questo è la vostra ragione base per un tale interesse, allora la Falconeria è per voi e voi potrete, col tempo e la pratica, diventare un Falconiere.

 

Un’alta qualità desiderabile è un profondo senso di responsabilità nei confronti degli uccelli che tenete.

 

Falconiere KazakistanoSe le vostre condizioni di lavoro nel posto in cui vivete sono tali per cui è impossibile far volare i vostri uccelli più di una volta a settimana, quasi sicuramente non otterrete molto dai vostri sforzi.

 

Se invece anteponendo a tutto la salute dei vostri falconi e sacrificando altre attività, vi è possibile mettere gli uccelli in volo da quindici minuti fino a un’ora al giorno, o anche un giorno si e uno no, e se potete far ciò in una tabella di tempo regolare, allora sarete praticamente sicuri di ottenere dei successi.(Harold Webster)

Storia della Falconeria

Un po’ di Storia non guasta mai…

 

Falconeria antichità

 

(Foto 1) “Un piacere da gran signori”; la caccia col Falcone

falconiere a cavallo

 

(Foto 2) Falconiere a cavallo

 

Le origini della falconeria si perdono nella preistoria, ma è verosimile che le tecniche per addestrare uccelli da caccia siano state “inventate” indipendentemente in due o più luoghi diversi, probabilmente nell’Estremo Oriente (in Cina o in Mongolia) e nel Medio Oriente.

 

Diversi storici hanno suggerito l’ipotesi che i falchi venissero addestrati in Cina fin dal 2000 a.C. circa, ma la testimonianza più antica che possa essere considerata certa è un bassorilievo che illustra un falconiere col suo falco trovato nelle rovine di Khorsabad e che risale al regno del re assiro Sargon, vissuto intorno al 750 a.C.

 

Forse i primi ad addestrare falchi da caccia sono stati i cavalieri mongoli, ma è possibile che le tribù arabe abbiano tradizioni di falconeria altrettanto antiche.

 

falconerIn Europa fu introdotta probabilmente dalle popolazioni che la invasero nell’alto Medioevo da est, forse dagli Sciti o dai Sarmati che cavalcarono in Europa dalle steppe della Russia, e certamente veniva praticata dagli Unni di Attila.In seguito la falconeria raggiunse il culmine come istituzione della società feudale medievale sia nell’Europa cristiana sia nell’Islam, per tutto il periodo che va dal VI al XVII secolo.Durante questo periodo i falconi, o falchi nobili come allora venivano chiamati, furono tra i beni più preziosi degli aristocratici, e rigide leggi e norme complesse ne regolavano il possesso. Severe punizioni venivano inflitte a coloro che disturbavano o comunque danneggiavano i falchi selvatici, prelevavano giovani dai nidi senza la debita autorizzazione o rubavano falchi altrui. Viene da pensare che ci sarebbero pochi bracconieri di falchi al mondo se, come allora, si mozzassero le mani o si cavassero gli occhi per colpe di questo genere.

 

quadretto falconeriaOgni gradino della scala sociale aveva un falcone o un altro falco come simbolo del proprio rango: l’aquila reale era riservata all’imperatore; il girifalco al re; il falcone gentile ossia una particolare femmina di pellegrino al principe; il tipico pellegrino al conte; il bastardo o pellegrino
terzuolo(maschio) al barone; il falco sacro al cavaliere; il lanario al nobile di campagna; lo smeriglio alla dama; il lodolaio ai paggi; mentre i falchi “ignobili” erano destinati alle classi sociali inferiori; così l’astore femmina ai piccoli proprietari terrieri, l’astore maschio ai poveri, la femmina di sparviero ai preti e il maschio di sparviero, il cosìdetto moschetto, ai chierici di rango inferiore.In quegli anni ogni maniero aveva la sua falconiera e la carica di falconiere dava grande prestigio. I vassalli si presentavano sempre alle funzioni di corte coi falchi sul pugno, ma soprattutto la falconeria era parte integrante della vita dei guerrieri. I falchi figuravano spesso come offerte di pace e oggetti di scambio nei trattati tra cristiani e saraceni nel periodo delle crociate. Per mille e più anni i falconi godettero di una popolarità e di un grado di protezione da ogni molestia da parte dell’uomo, raramente accordati ad altri animali nel corso della storia umana.

 

L’uso del fucile per la caccia e la gestione intensiva delle riserve, oltre a sconvolgimenti sociali come la rivoluzione industriale in Inghilterra e la rivoluzione francese sul continente, portarono a partire dal diciassettesimo secolo a cambiamenti che nell’arco di un centinaio di anni condussero al declino della falconeria.

 

All’inizio del ventesimo secolo l’atteggiamento dell’uomo verso i falconi appare ormai comletamente ribaltato, e per lungo tempo il nobile pellegrino e tutti i suoi parenti – lo smeriglio, il lodolaio e perfino il gheppio oltre che gli astori, aquile-vennero considerati animali nocivi dai guardiacaccia e dai loro padroni e dai cacciatori di anatre e di selvaggina pregiata.I falchi venivano abbattuti senza pietà, avvelenati, catturati con le trappole, le loro uova e i loro piccoli distrutti nei nidi.Quando venivano catturati nelle reti dagli uccellai venivano accecati, spiumati vivi o crocefissi. Nella parte estrema della Calabria ogni anno falchi pecchiaioli, poiane, capovaccai, sparvieri, astori e altri venivano impallinati dai cacciatori per puro diletto.

 

Come se queste carneficine non fossero state sufficienti, all’inizio del diciannovesimo secolo si diffuse tra i naturalisti una nuova moda: collezionare uova di uccelli; e naturalmente le uova dei falconi erano particolarmente ricercate, a causa della loro grande bellezza, della relativa rarità e della difficoltà nel procurarsele.

 

Durante questo periodo un pugno di falconieri continuò a praticare il proprio sport in Europa. E’ vero che questi falconieri catturavano un certo numero di falchi adulti e immaturi di passo e prelevavano giovani dai nidi – o pagavano i guardiacaccia per farsi cosegnare i giovani che essi altrimenti avrebbero ucciso; ma gli effetti delle loro azioni sulle popolazioni selvatiche possono essere considerate irrilevanti in confronto alle distruzioni effettuate dai guardiacaccia, contadini, cacciatori e di allevatori di piccioni viaggiatori.

 

falconiere e dama

(Foto 3) Un cavaliere scrisse: “di tre cose mi dilettai enormemente; le armi, le donne e la caccia col falcone”.

 

Dal 1700 al 1930 i falconieri furono praticamente i soli a difendere i falconi dalle distruzioni a tappeto e a sostenere la loro bellezza e la loro utilià nella trama della natura. Nel complesso si può dire apertamente che i falconieri sono stati e continuano ad essere fra i più attivi protezionisti delle specie selvatiche di falchi.

Quando si scoperse il ruolo del DDT nella distruzione dei falchi pellegrini e di alcuni altri uccelli da preda, se ne parlò con un interesse e una preoccupazione che non erano mai stati suscitati dalle antiche statistiche sulle distruzioni dei secoli passati.Ora nella maggior parte dei paesi i falchi sono considerati specie protette e ne sono proibite l’uccisione e la cattura.

 

Il trattato internazionale sul commercio delle specie di fauna e flora in pericolo di estinzione ha incluso il falco pellegrino, il falcone di Barberia, il gheppio delle Mauritius, il gheppio delle Seychelles e la razza di Aldabra del newtoni nell’appendice 1, quella che riguarda le specie sottoposte a protezione più rigida; tutte le altrespeci del genere Falco sono incluse nell’appendice 2, il successivo grado di restrizione.

Contemporaneamente nacquero centri di recupero rapaci, società di appassionati di falchi e organizzazioni per la riproduzione in cattività in tutte le parti del mondo. In nessun momento della storia i falconi e i loro parenti pennuti sono stati tanto amati dal pubblico e così ben studiati come lo sono oggi.

 

Anche la falconeria non è mai stata popolare come oggi.

Tom Cade asserisce che ci sono più falconieri ora che in qualsiasi momento del passato e viene praticata ormai in ogni parte del mondo.

 

Alcuni si oppongono alla falconeria sostenendo che è inumano e crudele tenere una creatura selvatica in cattività; ma io credo che siano molto più numerosi quelli che ammettono che fintanto che siano ben accuditi gli animali possono essere tenuti in cattività per ragioni scientifiche, di educazione, negli allevamenti per la riproduzione.

 

La falconeria inoltre ha molti meriti particolari. Essa è generalmente considerata come la forma di caccia più completa e più difficile mai concepita, e richiede da parte del falconiere un alto grado di attenzione, sensibilità e devozione. Spinge il cacciatore ad un profondo attaccamento alla natura, a studi pratici di storia naturale e spesso a vere e proprie ricerche di carattere scientifico sugli uccelli da preda.

 

La falconeria è un tipo di caccia completamente sicura. Nessun falconiere ha mai ucciso un’altra persona o ha fatto danni con i suoi falchi. Oggi si potrebbe cacciare con un falco in luoghi dove è pericoloso o addirittura illegale farlo con il fucile, e quando la sovrappopolazione avrà finito per rendere la caccia col fucile un’attività impraticabile e socialmente inaccettabile, sarà ancora possibile andare a caccia con i falchi addestrati.

Federico Lavanche

federico LavancheMi chiamo Federico, vivo in Piemonte, sono sposato e ho 2 bellissime bambine. 

Federico1Da sempre i miei interessi sono gli animali, la natura, la pesca , le moto, la subacquea, il bricolage ma soprattutto la Falconeria. Ironia della sorte ho il piacere e l’onore di portare il nome dell’Imperatore scienziato, etologo, e falconiere che ha scritto il famoso trattato di falconeria “De arte venandi cum avibus“. Mi interesso alla falconeria fin da bambino e la pratico dal 1992. Dal 1997 mi occupo della gestione di questo sito con impegno e grande attenzione. Credo che questo sito rappresenti in maniera adeguata la grande passione che si cela dietro un Falconiere. Senza passione, non si fa nulla, impossibile trattare con gli animali, impossibile mettere il falco in ala e ottenere le prime soddisfazioni di caccia! Quello che mi interessava di più era di fornire più informazioni possibile su quest’Arte e descriverla per quello che è: “una forma di caccia ecologica, leale, avvincente, a zero impatto ambientale, sicura, nel pieno rispetto della Natura“. Per me la Falconeria è tutto, non una semplice passione, non un sofisticato sport ma uno stato d’essere. E’ un totale coinvolgimento con il mio rapace libero nella natura che interagisce continuamente con me e con il mio cane. E’ un lavoro di squadra, è una passeggiata con un compagno di volo inseparabile è una emozione quotidiana, è adrenalina pura! Mi considero uno spettatore privilegiato che assiste in prima persona alla magia del volo e della caccia.Volare il mio falco mi gratifica, mi rende felice, mi emoziona ed è un piacere vedere che il mio astore sta bene e che ha sempre voglia di affrontare una nuova sfida, un nuovo volo.E’ l’unica attività che mi fa star bene in pace con me stesso, con i miei rapaci immersi nel verde all’aria aperta.Ho sempre preso delle decisioni nella vita in funzione ad essa. Ogni lavoro fatto “doveva avere il requisito principale” di permettermi di volare i miei rapaci almeno 2 volte a settimana. Non ho mai accettato un trasferimento senza che ci fosse la possibilità di avere nella nuova abitazione una struttura per i miei animali. Penso che la falconeria sia davvero una scelta di vita, una “Grande Malattia incurabile“.

1Per praticare questo sport si deve avere: passione per gli animali, sensibilità per capirli, tenacia, determinazione e coerenza per addestrarli, coraggio e sangue freddo per volarli e aggiungo.. un po’ di stomaco perchè non ci dimentichiamo che non abbiamo a che fare con canarini ma con uccelli da preda che mangiano carne cruda….
Serve tempo perchè senza di esso non si riescono ad ottenere risultati ed è impossibile riuscire a cacciare col falco.
Per me Falconeria=Caccia col falco cioè che lo scopo puro è quello di addestrare i falchi per farli cacciare come farebbero in natura per catturare prede selvatiche.
C’è chi li tiene solo sul pugno, c’è chi li tiene solo sul blocco o in voliera (a volte sanza farli neanche riprodurre) c’è chi li tiene come animaletti da compagnia…ma loro non lo sono! Questi non sono falconieri… sono “falcofili” come direbbe Paolo Caprioglio!

2Quello che mi rammarica veramente è che ci manca la possibilità di far volare i nostri falchi tutto l’anno.
Perchè dobbiamo seguire tutte le leggi che regolamentano la caccia col fucile?
Perchè non devo aver la possibilità di far volare il mio falco quando ne ha bisogno?
In alcune regioni come l’ Emilia Romagna, si può accedere tutto l’anno alle zone addestramento falchi appositamente dedicate per allenare i rapaci in cui si possono rilasciare prede allevate a tale scopo e marchiate con anello o fascetta. I comuni, addirittura, catturano con trappole i piccioni che infestano le nostre città imbrattando gli edifici e li cedono a titolo gratuito ai falconieri iscritti nelle liste dei comuni stessi.
Spero vivamente che anche in altre regioni si potranno attuare regolamenti simili, segno di apertura mentale e rispetto per un’arte riconosciuta dall’ UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Federico Lavanche 12 anniFin da bambino rimasi affascinato dai bellissimi documentari di Rodriguez De La Fuente su questa meravigliosa arte: l’addestramento di rapaci per la caccia di selvaggina.
Ne rimasi così colpito che diventò quasi una ossessione. Ricordo ancora come un film nella mia mente la sequenza delle immagini, la musica di sottofondo, le scene a rallenty che testimoniavano il volo di una coppia di falchi pellegrini su una cornacchia nera.
Da bambino,non vi era uccello che non identificassi in volo o posato, non vi era palo, roccia o casolare abbandonato che non venisse controllato per constatare la presenza di un rapace. Ogni volta che ne vedevo uno, fantasticavo per ore sognandolo sul mio pugno. Da allora iniziai a leggere tutto quello che riguardava i rapaci e la Falconeria anche se all’epoca c’era veramente poco e non esistevano ancora siti internet! Ero alla continua ricerca nelle biblioteche antiquarie di testi, immagini e ritagli di giornale sulla falconeria, anche in inglese. Ero affascinato dalla pelle, quando la trovavo la intagliavo per farne cappucci molto rudimentali…, geti, e mi autocostruivo tutta la attrezzatura per la falconeria.

Federico Lavanche 18 anniAmo tutti i rapaci ma la mia passione più grande è per gli astori.
Leggendo il Pestellini pendevo letteralmente dalle sue labbra quando si riferiva alla sua Liù!

Dopo aver letto di tutto, aver costruito ogni tipo di pertica e blocco per falchi, aver intagliato innumerevoli geti (strisce di pelle che vengono poste ai tarsi dei rapaci),avevo una voglia matta di mettere in pratica la teoria però non esistevano circoli di Falconeria in Italia , tantomeno Falconieri.

Venni a conoscenza, che in passato esisteva un famoso circolo e che esisteva proprio nelle mia città, Torino.

Era il famoso Circolo Falconieri d’Italia ma non vi era più traccia dei componenti, tranne di uno: una “vecchia guardia”, meglio conosciuto come Jumpy, Gianpiero del Masto Calvetti  e quando lo chiamai telefonicamente all’età di 13 anni, non mostrò nessun interesse verso un bambino che aveva la sua stessa enorme passione … Mi disse: “i falchi ai giorni nostri sono protetti: ” quando avrai il falco vedremo…, forse….”

(Lo rividi molti anni dopo ad un raduno; assisteva come spettatore data l’età e passai una buona mezzoretta a chiacchierare di Pestellini (autore del libro “falconeria moderna”, di come si volavano i 3falchi nell’immediato dopo guerra e di altri grandi falconieri scomparsi come Ernesto Coppaloni suo grande amico.
Fu un incontro squisito, interessantissimo e penso irripetibile….anzi, lo fu…) Passarono ancora degli anni durante i quali corrispondevo con il segretario del prestigioso “Welsh Hawking Club” il quale mi consigliava libri in inglese sulla Falconeria in Gran Bretagna.
Un giorno, fui invitato da un amico ad andare a vedere un mercato degli uccelli ad “Annone Veneto”.Lì, con mia grande sorpresa, trovai un volantino pubblicitario di una manifestazione a cui avrebbero partecipato dei Falconieri che si sarebbe tenuta la settimana dopo nello stesso fedeaquiladellesteppe3paese. Pieno di emozione la settimana dopo ero di nuovo in Veneto in “prima fila” ad assistere alla manifestazione. Mi trovai finalmente a non più di due metri da un falco pellegrino……, ero in estasi. Lì riuscii finalmente a conoscere uno dei principali falconieri italiani: Roberto Mazzetti. il quale, vedendomi appassionato mi invitò finalmente ad una cacciata con i falchi nelle campagne milanesi. Mi disse solamente: “alle 6,30 io parto con i falchi da
casa, se tardi non ti aspetto” con tono brusco…

Decisi saggiamente di partire da Torino per Milano la sera prima e dormire in una pensione lì vicino. L’indomani, il mio destino fu segnato, fui stregato dallo spettacolo che mai prima di allora avevo visto. In quella memorabile giornata conobbi 

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anche Antonio Leone che con il suo maschio di astore mi sbalordì. Fu proprio lui a darmi il numero di telefono di un esperto Falconiere che, destino, abitava nella mia stessa città a non più di 15 Km.

Da allora è stato Paolo Caprioglio a insegnarmi cose che sui libri non ci sono, con lui sono andato ai raduni dei vari circoli, finalmente mi iscrissi anche in un circolo di Falconeria che in quegli anni era nato, lo Yarak Club. Tramite questo, ottenni il mio primo falco e con Paolo lo andammo a prendere a Genova proveniente da un allevatore in Germania, completo di anello e documento CITES.

Il 1992 fu per me un anno memorabile perchè da quell’anno finalmente iniziai a praticare questo magnifico ed emozionante sport in compagnia del mio astore e del mio amico Paolo.

federico lavanche sparvieroNel 2000 mi sono trasferito a Roma e ho conosciuto molti falconieri , il primo, Fabio Ferri che mi ha presentato Giancarlo Pirrotta con il quale è nata una amicizia fraterna e sincera. Ho avuto modo di vedere con i miei occhi con quanta cura provvede alla costruzione dei suoi articoli di falconeria e ho testato personalmente ogni sua prodotto.

Da lui ho appreso alcune tecniche di volo e di addestramento con l’astore che mi serviranno per sempre oltre a capire ed apprezzare ulteriormente le qualità di questi animali. Mi ha insegnato che nella vita non bisogna mollare mai e che se si cade, ci si deve scrollare tutto di dosso e ricominciare da capo!

Ho conosciuto la splendida famiglia Arcioni anche se ho il rimpianto di non averla frequentata abbastanza, poi Roberto De Santis, ottimo cacciatore che mi è stato vicino come un fratello in un momento difficile. Con lui ho trascorso momenti di pura caccia col mia moglie e mia figlia con sparvierafalco, pesca al luccio e cene stupende e il ricordo lo porterò nel cuore fino alla fine dei miei giorni. Da lui ho capito che per avere risultati di caccia devi sempre provarci con impegno e sacrificio a costo di fare molte centinaia di km.

Che dire della scatenata banda viterbese??? Favolosi!! Persone sincere e candide come quelle di una volta con le quali ho trascorso giornate bellissime dotati di un senso di ospitalità sopraffino. Conoscere Andrea Ambrosini è stato per me un privilegio e spero di continuare a sentirlo! Da lui ho visto la perfetta integrazione tra tempo dedicato alla famiglia-tempo dedicato al lavoro-tempo dedicato alla falconeria. Un connubio perfetto.

Poi ho conosciuto alcuni del famosissimo circolo falconieri di Roma, la loro mentalità è rimasta quella di allora, assolutamente individualista e chiusa, un vero peccato perchè persone dotate di quarantennale… esperienza e soprannominati affettuosamente da me Kiki su quaglia selvatica“Cocoon” (dal famoso film)per la loro inossidabile energia (Riccardo Vella e Renato Vitelli)

Ora sono tornato a vivere a Torino, vicino ai miei affetti familiari e nella casa che mi ha visto crescere e l’abbiamo ripopolata di bambini e di animali. Spero anche in questa città di conoscere i neonati falconieri e condividere con loro esperienze. Paolo Caprioglio è tornato ad essere il mio punto di riferimento, ormai ci conosciamo da 20 anni!

Al giorno d’oggi non è più così difficile entrare a far parte del mondo della falconeria: molti circoli si sono organizzati istituendo una scuola per poter dare al principiante veramente interessato e motivato un valido aiuto dal punto di vista teorico e pratico. Sono stati pubblicati numerosi libri sulla questo argomento sia in inglese che in italiano grazie alla traduzione effettuata privatamente dalle associazioni. I soci più esperti si stanno anche organizzando privatamente per riprodurre i rapaci in cattività .

La mia paura è che questo magnifico sport attiri numerose persone mosse da curiosità, esibizioniste, o poco Mina, femmina di astore su cornacchiamotivate. Sarebbe un vero peccato assistere ad uno spettacolo da circo. Anche la Falconeria ha la sua etica e la sua filosofia, sta però all’intelligenza e alla sensibilità della persona metterla in pratica .

Vorrei sottolineare che Tutti i falchi usati in Italia e in gran parte del mondo sono nati in cattività da almeno 2 generazioni (F2) e sono provenienti da allevatori autorizzati i quali rilasciano insieme agli animali il documento CITES riferito al numero di anello stampato su quello del rapace.Questo fa sì che non ci siano prelievi dalla popolazione selvatica .

Ci sono soci che praticano la Falconeria di professione negli aeroporti rendendosi utili alla nostra moderna società allontanando gli stormi di uccelli che spesso sostano o sorvolano le piste di atterraggio.Molto spesso vengono risucchiati nelle turbine degli aerei mettendo in pericolo le persone a bordo e… quelle a terra!

Erick, falco di harris e minilepreLa mi Passione continua ad accompagnarmi regalandomi ancor oggi enormi soddisfazioni dalla pratica alla conoscenza di nuovi veri appassionati di falconeria conosciuti grazie a questo sito.

Grazie e a presto,

Federico Lavanche

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