Ci ha lasciato un Amico e un Grande Falconiere, Ivan Busso.

Ivan muore di covid a 42 anni: non aveva nessuna patologia, genitori in terapia intensiva.

 

Lutto a Malcontenta, in provincia di Venezia, per la morte di Ivan Busso, papà 42enne portato via dalla covid. Era stato ricoverato all’ospedale di Dolo per problemi legati al coronavirus lo scorso 8 dicembre 2020, ma nessuno tra patenti e amici, poteva immaginare che Ivan non ce l’avrebbe fatta visto che era in forma e non soffriva di nessuna particolare patologia. Il virus ha colpito l’intera famiglia il padre e la madre sono ancora ricoverati in terapia intensiva all’ospedale di Mestre, mentre la moglie Elisa e la bimba, inizialmente positive, si sono negativizzate. “Era stato ricoverato senza particolati problemi. All’inizio gli avevano somministrato solo l’ossigeno poi, dopo qualche giorno è stato intubato. Prima di Natale lo avevano estubato e sembrava che iniziasse a riprendersi. Ci siamo sentiti al telefono e con la bimba abbiamo anche fatto delle videochiamate. Poi delle infezioni batteriche hanno avuto il sopravvento nel cuore e nei polmoni e, nonostante vari tentativi da parte dei medici, Ivan non ce l’ha fatta” ha raccontato la moglie al Gazzettino.

fonte: fanpage.it

Abbiamo perso un Amico, un Grande ed Appassionato Falconiere, una persona sempre sorridente, solare e buona.

Riposa in pace Ivan.

Noi di Falconeria.org vogliamo ricordarti così:

E’ stata organizzata da Federico Giovannetti una raccolta fondi per la famiglia di Ivan Busso. Se puoi, dona anche Tu un piccolo contributo per sostenere la famiglia di Ivan in questo terribile momento. Grazie di cuore.

Trovi tutti i dettagli a questo link: https://www.facebook.com/donate/164351442099312/5172495632768084/

 

 

Piano di Salvaguardia della Falconeria- Incontro ad Ozzano dell’Emilia – sabato 12 – domenica 13 Ottobre 2019

SAVE THE DATE

OZZANO DELL’EMILIA, SABATO 12 – DOMENICA 13 OTTOBRE 2019
Tenuta Palazzona di Maggio, Via Panzacchi, 16.

OGGETTO DELL’INCONTRO

Un complesso percorso di candidatura multinazionale, coordinato dagli Emirati Arabi Uniti, ha portato nel 2016 al riconoscimento anche in Italia della “Falconeria, un patrimonio umano vivente”, quale patrimonio culturale immateriale iscritto nella Lista Rappresentativa UNESCO.
La comunità dei falconieri di 18 paesi (Germania, Arabia Saudita, Austria, Belgio, Emirati Arabi Uniti, Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Kazakistan, Marocco, Mongolia, Pakistan, Portogallo, Qatar, Siria, Corea e Repubblica Ceca), rappresenta un esempio unico di dialogo culturale e scambio di pratiche e conoscenze secondo affinità, valori tradizionali e specificità locali. Il riconoscimento di un elemento come patrimonio culturale immateriale – o ‘patrimonio vivente’ – è di enorme valore perché offre alle comunità e agli individui un senso di identità e di continuità, promuovendo così la coesione sociale, il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana e ne assicura la trasmissione alle generazioni future.
Nel 2003, la Conferenza Generale UNESCO ha adottato la Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (PCI) che incoraggia e supporta gli Stati nel prendere le misure necessarie per assicurare alle comunità la salvaguardia dei loro patrimoni viventi. Ad oggi, ben 178 Stati, tra cui l’Italia, hanno ratificato la Convenzione 2003.
Nel 2009 l’UNESCO ha avviato una strategia globale di ‘capacity-building’ per supportare gli Stati Parte nella definizione di ambiti istituzionali e professionali favorevoli alla promozione delle molteplici espressioni della diversità culturale, per accrescere la conoscenza della società civile e per supportare i principi e gli obiettivi della Convenzione 2003 e dello sviluppo sostenibile.
Nel 2011 è stato istituito un network di facilitatori UNESCO per attivare delle iniziative di capacity-building per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale nell’ambito dell’implementazione della Convenzione.
I facilitatori fungono da tramite tra le comunità locali e la Convenzione, assicurandone così l’effettiva implementazione in un processo bottom-up.
Le azioni di capacity-building consistono nella condivisione delle conoscenze, produzione di strumenti e materiali educativi, assistenza tecnica e formativa e attività di tutoraggio e formazione attraverso progetti disegnati sulle specifiche necessità di una comunità.
Progetto finanziato a valere sui fondi
Legge 20 febbraio 2006, n.77
“Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale, posti sotto la tutela UNESCO”
L’attività di capacity building per la comunità dei falconieri e gli stakeholder, oggetto di questo incontro, è la prima azione prevista dal progetto “Arte della falconeria: piano di salvaguardia di un rapporto sostenibile tra uomo, rapaci e natura” presentato dall’Istituto OIKOS Onlus con un Atto di Intesa con Coordinamento delle Associazioni di falconeria firmatarie della candidatura UNESCO nell’ambito delle domande di finanziamento a valere sulla L. 77/2006, riservate agli elementi iscritti nella Lista rappresentativa UNESCO, valutato dal MiBAC con esito positivo nel giugno 2019.
Il MiBAC ha inoltre svolto un ruolo fondamentale nel processo di candidatura della falconeria italiana avviato nel 2014, così come nell’indirizzo della comunità dei falconieri all’attuazione della Convenzione 2003 in Italia.
Proprio nell’ottica della promozione delle molteplici espressioni della diversità culturale, secondo i principi della Convenzione 2003, e del valore comune dell’importanza della definizione di un piano di salvaguardia inclusivo che preveda il supporto di un sistema di governance innovativo, la Comunità dei falconieri in accordo con l’ufficio UNESCO del MiBAC, desidera estendere l’invito a questo primo evento italiano di capacity building sulla definizione di un piano di salvaguardia anche alle comunità rappresentative degli altri elementi italiani iscritti nella Lista Rappresentativa UNESCO (L’Opera dei Pupi siciliani, Il Canto a Tenore sardo, Il Saper fare liutaio di Cremona, La dieta mediterranea, Le Feste delle Grandi Macchine a Spalla, La vite ad alberello di Pantelleria, L’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani e L’Arte dei muretti a secco), che hanno già presentato la candidatura (Festa della Perdonanza Celestiniana, Alpinismo, La Transumanza. Il movimento stagionale del bestiame lungo gli antichi tratturi nel Mediterraneo e nelle Alpi, L’Arte musicale dei suonatori di tromba da caccia, L’Arte delle perle di vetro) o che hanno avviato il processo (Tocatì).
Tutti i partecipanti riceveranno un’attestato di partecipazione al Capacity building.
PROGRAMMA
SABATO 12 OTTOBRE 2019
09:00 Arrivo dei partecipanti e registrazione
09:30 – 13:00 PRIMA SESSIONE
09:30 Apertura dei lavori e saluti istituzionali

Alberto Vacchi, Chairman & CEO IMA Spa

Elena Sinibaldi, Focal point UNESCO – Segretariato Generale MiBAC

Gary Timbrell, CEO International Association for Falconry

Silvano Toso, ex direttore ISPRA

Coordinamento delle Associazioni firmatarie della candidatura UNESCO (Umberto Caproni, Circolo dei Falconieri d’Italia (tbc)

Mauro Baletti, F.I.F., Agostino Pasquariello, U.N.C.F., Alessio Pizziol, O.F.I., Franco Gaeti, Associazione Fondazione Lanario)

Referenti delle comunità degli altri elementi UNESCO invitati

SCARICA IL PROGRAMMA IN PDF

ProgrammaCapacityBuildingFalconeria

Per partecipare è necessario confermare la propria presenza a falconeria@istituto-oikos.org

Non Mancare!

Cecilia, la falconiera: “Io, al lavoro con i rapaci: ma non chiamatelo un mestiere da uomini”

Si dice che il cane sia il nostro migliore amico. Ma per Cecilia Boretto non è così: il suo compagno di strada è un falco. Una passione che per lei, 31 anni, di Moncalieri, è diventata anche un lavoro: la falconiera. “I rapaci sono sempre stati una mia passione ma mai avrei immaginato di finire a occuparmene in prima persona ogni giorno” spiega. La sua speciale carriera è iniziata nel 2013, sette anni fa, quando è entrata a lavorare al parco Zoom di Cumiana. Si è messa in gioco in una professione insolita quando ancora le donne, nel settore, erano pochissime: “La maggior parte dei falconieri, di tradizione, è composta da uomini. Negli ultimi dieci anni ci sono più donne, però: nel parco siamo quasi tutte ragazze, tranne il responsabile”.
Prima studiava Scienze dei Beni Culturali, curriculum archeologico, all’Università di Torino: “In realtà non ho mai preso la laurea. All’ultimo anno, per passione, ho cominciato a seguire un corso di falconeria in Lombardia. Era più che altro un modo per approfondire temi che mi piacevano – racconta – Intanto vedevo amici e colleghi provare la strada dell’archeologia ma non c’era spazio, solo molto precariato. Così ho provato a mandare un curriculum al parco e sono stata immediatamente chiamata”. Inizialmente la giovane moncalierese non aveva un suo falco personale: a Zoom si lavora con tanti rapaci diversi. Aquile, falchi, avvoltoi. La “regina” è Argentera, un’aquila cilena. Poi ci sono tre cicogne, Athos Porthos e Aramis. Il falco della 31enne invece si chiama Atreyu: “È il nome dell’indiano che aiuta il protagonista de “La storia infinita” a salvare Fantasilandia” spiega Boretto.
La falconiera lo ha acquistata per 700 euro, seguendo le regole nazionali, un paio d’anni dopo aver intrapreso questa carriera. Lo tiene a casa, in una voliera. Vola libero e indisturbato, mangia fagiano, quaglie e pollo. “È il cibo che troverebbe in natura se cacciasse da solo”. Ormai è addestrato e con la sua falconiera ha un rapporto speciale: “Ogni animale ha un suo carattere. Al parco, dove siamo diverse falconiere, non è semplice: c’è chi preferisce una persona e chi un’altra, bisogna saper entrare in contatto. Il mio falco a casa ormai è abituato con me”. Essere donna, è scontato dirlo, non crea problemi nel lavoro, anche se qualche visitatore del parco ogni tanto si stupisce: “Certo è un lavoro faticoso. Ma col tempo abbiamo anche notato che le ragazze sono più precise e più empatiche con gli animali, che i falchi hanno meno paura con le donne e sono più diffidenti con gli uomini”.
Il suo falco personale è un fidato compagno. Una volta è anche fuggito: era piccolo, aveva meno di un anno. Era stato portato a volare nella zona della centrale termoelettrica di Moncalieri. A un certo punto si era dileguato: “Non lo trovavamo più, ero nel panico. Sia perché temevo potesse essere predato, sia perché rischiava di non mangiare. Ci abbiamo messo tre giorni a ritrovarlo: quando mi ha vista si è avvicinato subito a me, quasi come dire “finalmente sei tornata”, era spaventato anche lui”, spiega ancora preoccupata.
L’episodio risale a cinque anni fa: il falco comunque ha un gps, quindi non è mai uscito dal “radar”. Ma non è possibile farlo tornare a casa se si allontana.
Tra le attività più particolari che Boretto svolge ci sono le rievocazioni storiche. Assieme a un’associazione di Varese propone pacchetti completi dove si mettono in scena le abitudini medievali: non è teatro, non è spettacolo. È tutto storicamente corretto: “Il mio maestro falconiere ha studiato approfonditamente il “De arte venandi cum avibus” di Federico II e abbiamo riprodotto tutti gli abiti e i ruoli. La dama durante il medioevo non andava a caccia direttamente però dal cavallo normalmente scappucciava il suo falco e lo controllava, anche se poi lo gestiva un falconiere esperto” spiega. Le rievocazioni la portano a girare l’Italia e il mondo: dal palio di san Gimignano a quello di Rho, fino a Siviglia e, prossimamente, Praga.
Nella Giornata internazionale della donna, domenica, non lavora ma sarà a cacciare. È per lei un giorno come un altro: “Quand’è l’8 marzo?
Nemmeno me lo ricordo. Penso di non averlo mai festeggiato in vita mia” dice con tranquillità. Non va a caccia nel senso tradizionale, bensì porta il rapace in riserve apposite perché impari a predare: “Vado a caccia per lui, perché deve mantenere la sua natura. Deve saper cacciare anche perché deve riuscire a sopravvivere, qualsiasi cosa accada”.
E così la sua domenica sarà dedicata ad Atreyu. “In ogni caso penso che l’8 marzo sia un giorno in cui prendere coscienza rispetto a ciò che non abbiamo, ai diritti che ci mancano come donne. Per quello va bene. Per festeggiare e basta, forse no”.

fonte: repubblica.it

CRV – Veneto, approvata la riforma della legge regionale sulla falconeria.

Politica – Il Consiglio regionale approva la riforma della legge sulla falconeria.

(Arv) Venezia, 29 gen. 2019 – Il Consiglio regionale del Veneto ha dato il via libera, con 29 voti favorevoli, 12 contrari, 1 astenuto, al Progetto di legge n. 99, di modifica e integrazione della legge regionale n. 2/2000 ‘Addestramento e allenamento dei falchi per l’esercizio venatorio’.

Il progetto di legge, illustrato in area dal relatore Gianpiero Possamai (Lega Nord) e approvato nella seduta odierna dall’Assemblea legislativa regionale, era stato licenziato a maggioranza dalla Terza commissione consiliare dopo aver consultato le organizzazioni professionali agricole e le associazioni ambientaliste e venatorie, ed è destinato a incidere sulla disciplina regionale della falconeria, ovvero l’attività di addestramento di rapaci con lo scopo di far loro praticare in habitat le attitudini venatorie.

La riforma, in estrema sintesi, mira a consentire l’addestramento e il volo del falco senza limiti temporali e in tutto il Veneto, previa iscrizione nell’apposito registro, con la presentazione di un piano dì addestramento, comunicando alla Regione le località ove esercitare al volo i falchi. È prevista anche la possibilità di avvalersi dei falconieri e della loro esperienza per attività di controllo di cui all’articolo 17 comma 2 della legge regionale 9 dicembre 1993 n. 50, per altri piani dì controllo o di dissuasione dì specie invasive, così come per interventi dì riabilitazione dei rapaci in difficoltà.

La Consigliera correlatrice, Cristina Guarda (AMP) ha evidenziato, nel corso del suo intervento, le principali criticità del provvedimento di riforma della legge regionale attualmente in vigore, con particolare riferimento anche ai pronunciamenti della Corte costituzionale che, in materia di falconeria, con le sentenze n. 468/1999 e n. 165/2009, aveva stabilito una serie di principi che non erano stati infranti dall’impianto legislativo originario e che invece la riforma all’esame dell’Aula potrebbe superare; la Consigliera Guarda ha sottolineato in particolare la possibilità di abbattimento della fauna selvatica, già censurata dalla Consulta, nonché la mancata limitazione geografica delle aree di addestramento, aspetto sul quale si è soffermato anche il Consigliere Andrea Zanoni (Partito Democratico) che ha evidenziato come l’addestramento effettuato su tutto il territorio regionale, in luogo del comune di residenza, possa innescare un fenomeno di ‘nomadismo venatorio’ che potrebbe discriminare le altre categorie di cacciatori, e come il falco, che non ha collegamento diretto con il falconiere, non distingua tra fauna di allevamento e fauna selvatica, potendo peraltro frequentare tutto l’anno anche aree vietate, e potrebbe così costituire un pericolo per la fauna selvatica.

A favore del provvedimento si sono pronunciati i Consiglieri Giovanna Negro (Veneto Cuore Autonomo), che ha sottolineato l’importanza del ruolo della falconeria nell’ambito dei piani di controllo delle specie invasive che coinvolgono gli enti locali, Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto), che ha evidenziato la valenza culturale della falconeria, e Stefano Casali (Centro Destra Veneto), che ha rimarcato il valore della riforma che mira soprattutto a tutelare il benessere degli animali. Quest’ultimo aspetto è stato particolarmente sviluppato anche dal Consigliere Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) che ha ricordato come la riforma miri a consentire al falco di continuare ad esercitarsi nel volo con costanza, un’attività, quella dell’allenamento, che in sé non comporta abbattimento di fauna, attività che in aree ben delimitate e in periodi limitati dalla regione, può essere effettuata anche per abbattimento di animali di allevamento, in analogia con quanto accade per i cani. Poco prima era intervenuto anche il Consigliere regionale Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) che aveva posto l’accento sulla ‘deregulation’ territoriale alla quale sarebbe sottoposta la falconeria alla luce della riforma.

fonte: Ansa.it

Dopo sei anni una nuova legge in Piemonte sulla caccia e la tutela della fauna

Dopo sei anni il Piemonte ha nuovamente una legge sulla caccia e sulla tutela della fauna: l’ha approvata il 12 giugno il Consiglio regionale.

Come precisa l’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, “questa legge non fa scelte pro o contro la caccia, non intende penalizzare nessuno, bensì governare con buon senso tentando di dare risposte ai problemi che le nuove sensibilità e la proliferazione incontrollata di alcune specie sta ponendo ai cittadini e ai territori piemontesi. E’ anche una legge innovativa, perché coniuga la tutela della fauna con l’attività venatoria aggiornandola ai nuovi scenari che si sono determinati con il proliferare della fauna selvatica dannosa non solo alle coltivazioni, ma anche all’ incolumità dei cittadini, penso ai cinghiali e ai caprioli. Se da una parte crescono le specie protette e si fa una particolare attenzione alla tipica fauna alpina, dall’altra, su autorizzazione delle Province o della Città metropolitana, i proprietari dei fondi in possesso di licenza di caccia potranno intervenire sui loro terreni per tutelare le colture”.

Il presidente Sergio Chiamparino ha voluto rivolgere “congratulazioni e ringraziamento all’assessore Ferrero e a tutti coloro che hanno collaborato, a cominciare dalla maggioranza, che ha avuto un forte ruolo propositivo per dare finalmente al Piemonte una regolamentazione dell’attività venatoria senza alcun intento punitivo verso i cacciatori e nel pieno rispetto della tutela dell’ambiente e di tutti i cittadini”.

Una delle principali novità è senza dubbio il divieto di cacciare durante tutte le domeniche di settembre, che, commenta Ferrero, “permetterà ai cittadini di frequentare con meno paure boschi e prati e garantisce comunque ai cacciatori la possibilità di esercitare l’attività venatoria”. Inoltre, introduce la possibilità per i proprietari dei fondi di vietare la caccia sui propri terreni, obbliga i cacciatori a indossare un giubbotto retroriflettente o bretelle ad alta visibilità ed a superare obbligatoriamente una prova di tiro in poligono almeno ogni 30 mesi per l’uso della carabina nella caccia di selezione, inserisce misure straordinarie di controllo della fauna selvatica su richiesta delle organizzazioni sindacali agricole e dei sindaci, con la possibilità di coinvolgimento anche dei proprietari e conduttori dei fondi danneggiati, purchè in possesso di abilitazione venatoria.

Sono 15 le specie escluse dalla caccia: 11 anatidi (fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione), il merlo, l’allodola, la pernice bianca e la lepre variabile, oltre quelle oggetto di tutela per norma nazionale. Viene introdotta una sanzione specifica verso chi abbatte la femmina di fagiano di monte, la pernice bianca, la lepre variabile, l’allodola, il merlo e le 11 specie di anatidi non cacciabili in Piemonte, e vengono completamente riviste le sanzioni.

Vengono riorganizzati gli ambiti territoriali di caccia (Atc) e i comprensori alpini (Ca) riportando in legge la riorganizzazione realizzata di recente con atti amministrativi: si passa così da 38 a 22 enti gestori, con una diminuzione da 20 a 10 dei componenti i comitati di gestione (quindi gli amministratori diminuiscono complessivamente da 760 a 380). Previsto un equilibrio di rappresentanza nella nomina dei componenti di Atc e Ca per evitare, come avveniva in passato, che con una forzatura della legge nazionale che prevede l’equilibrio tra le categorie (cacciatori 30%, agricoltori 30%, rappresentanti dei Comuni 20%, associazioni ambientaliste 20%), le rappresentanze fossero vicine al 90% di cacciatori. L’affidamento del controllo amministrativo – contabile sull’attività di ogni Atc e Ca viene affidato ad un collegio di cinque revisori dei conti nominati dal Consiglio regionale, anziché i 38 attualmente scelti dai Comitati di gestione.

La legge comprende anche: l’adesione a un solo comprensorio per la tipica fauna alpina; l’introduzione del limite del 5% per l’adesione di cacciatori foranei negli Atc e Ca, elevabile negli Atc di pianura al 10% previo parere della Commissione regionale competente (tali limiti non si applicano per la caccia al cinghiale ed il completamento dei piani di abbattimento dei caprioli; limite massimo di immissione della fauna selvatica al 15 marzo per quella riprodotta in natura ed al 31 luglio per quella riprodotta in cattività (dopo l’abrogazione della precedente legge regionale era uso immettere animali cosiddetti “pronta caccia”, allevati di varia provenienze, alcuni giorni prima dell’apertura ed anche a caccia aperta; la regolamentazione della possibilità di addestramento, allenamento e prove relative alla falconeria e di appostamenti temporanei per il prelievo di ungulati; il riconoscimento dell’attività dei centri di recupero animali selvatici; il divieto di allevamento, immissione e importazione di cinghiali e relativi ibridi, di usare di richiami vivi, di effettuare ripopolamenti con fauna selvatica allevata all’estero, di usare sui cani collari a scarica elettrica durante l’addestramento e la caccia.

Gianni Gennaro
fonte: Regione Piemonte

Forum Falconeria.org

forum falconeria
forum falconeria

Il forum sulla Falconeria di Falconeria.org nasce tanti anni fa…nel 1997.. Anni in cui, i libri sulla falconeria in italiano erano inesistenti e, quei pochi (il Chiorino e il Pestellini) erano introvabili! Anni ricchi di Passione per i rapaci, anni di sogni, di progetti, di speranze e di condivisioni… ma con chi? Eravamo 4 gatti! 🙂

Internet era agli arbori e molti non avevano neanche un pc a casa! Si faceva confusione tra un’indirizzo web e un’indirizzo e-mail. Ci si collegava con un modem da 56k dal singolare rumore metallico. Collegarsi ad internet costicchiava pure, quindi si cercava di navigare velocemente per non spendere fortune! C’erano addirittura i contatori per sapere da quanto eri connesso e quanto stavi spendendo!

In quel periodo armeggiavo con pertiche fatte in casa, cappucci self made, e tutto il resto dell’attrezzatura per la falconeria fatta da me perchè Giancarlo Pirrotta era in Francia e Giovanni Camerini non commercializzava ancora la sua attrezzatura, qualche buon cappuccio e lunga in tessuto sintetico le ho trovato da Lanatà. C’era però il mitico Martin Jones, in Gran Bretagna! Da lui comprai i primi guanti di cervo e la prima occhiellatrice per i geti aylmeri! Sempre all’estero, in U.s.a, dalla Custom Electronics comprai la mia prima telemetria per falconeria, che emozione quando arrivava la merce!

Tutta questa voglia di “fare” di “condividere” di “arricchimento” mi ha portato alla creazione del primo forum sulla falconeria in Italia per trovare, sia qui che all’estero tanti altri appassionati come me. Come autodidatta, nel lontano 1997..prima in linguaggio html, poi in php, iniziai dapprima alla costruzione del Portale e successivamente del Forum che ebbe un successo internazionale a tal punto che avevo numerosi link in entrata di altri forum esteri di falconeria che ci prendevano come spunto! Google non c’era! C’era Altavista… sembra un milione di anni fa..!!

Un forum sulla falconeria che coinvolse la quasi totalità dei falconieri italiani, con dibattiti interessantissimi sulle leggi regionali e nazionali, sull’addestramento dei rapaci di alto e basso volo, addestramento dei cani da ferma, sulla caccia col falco alle diverse tipologie di prede, discussioni accese, a volte finite con minacce molto forti, ma era anche quello il bello, il sentirsi coinvolti in prima persona! Sul forum, sono gelosamente conservate le più interessanti discussioni pubbliche e private delle prime catture, le prime nascite in cattività, i primi successi, dei raduni, delle neonate associazioni di falconeria ma anche di delusioni, di fallimenti e di amarezze. Il forum è stato di aiuto a molti neofiti che, attraverso di esso, sono riusciti ad entrare nel mondo della falconeria, conoscendo nuovi amici vicini e lontani. Ci si poteva scambiare scritti, files, foto, era una grande famiglia!!

Dopo il declino dei forums di tutto il mondo a causa di Facebook, SOGNO che il nostro forum si ripopoli di vecchi e nuovi utenti, che lo spirito di condivisione torni ad essere quello di anni fa e, che ancora tanti novizi possano trarre insegnamento attraverso gli scritti di migliaia di partecipanti che ci hanno regalato tanta passione.

Su facebook anche le discussioni più interessanti, via via si perdono, sul forum, no, sono tutte rintracciabili dal potente motore di ricerca interno, suddivise per argomenti, quindi, informazioni utili a tutti!

Abbiamo conservato un patrimonio di 86.000 messaggi in questi anni da più di 3000 utenti! Abbiamo risolto i problemi dei messaggi privati e delle notifiche sui nuovi messaggi. Abbiamo reso il forum fruibile da Pc, tablet e telefono. Nel frattempo molti falconieri che all’epoca erano “in erba” hanno ottenuto successi  di volo incredibili, sono andati a caccia all’estero, alcuni di loro si sono dati alla professione con il bird control e hanno ancora molte cose nuove da raccontare!

Se ti va di tornare a farci visita, che tu sia un nuovo utente o un consumato falconiere, siete tutti i benvenuti e, se ti va..condividi questo post! Grazie,

https://www.falconeria.org/forums/

Un caro saluto a tutti,

  • Federico Lavanche
  • www.falconeria.org

Falconiere it – dedicato ai Falconieri Professionisti

La figura del falconiere è da sempre associata all’antica arte della falconeria ovvero l’arte di cacciare selvaggina con falchi addestrati.

Con la riscoperta della falconeria nei tempi moderni, i rapaci vengono utilizzati, oltre che per cacciare, per servizi di bird control (allontanamento volatili infestanti con l’uso dei rapaci), per le dimostrazioni di volo volgarmente chiamati “spettacoli di falconeria”, per rievocazioni storiche in ambito medievale, per corsi di falconeria, per didattica con rapaci nelle scuole. Ci sono sempre più produttori di articoli e attrezzature per la falconeria così come produttori di alimenti e integratori per rapaci. Sempre più veterinari aviari si specializzano in rapaci.

Sempre più falconieri, hanno fatto la scelta di trasformare la propria Passione in Professione scegliendo di lavorare in questi ambiti diventando falconieri professionisti.

Falconiere.it è online dal 2005 e, nel tempo ha visto nascere e crescere numerose ditte di bird control. Falconiere.it nasce dall’esigenza sempre più attuale di mettere in contatto i falconieri professionisti con le Pubbliche Amministrazioni, Comuni, Aziende, Privati ed Enti.

A questo scopo, ogni Falconiere professionista ha la possibilità di pubblicare la propria scheda azienda per proporsi sul mercato e proporre i propri prodotti o servizi.

Abbiamo interamente rivisto sia la grafica che i contenuti di Falconiere.it rendendolo veloce, fluido, di facile utilizzo, graficamente accattivante, 100% adatto ai dispositivi mobili ma soprattutto ogni scheda Azienda è:

  • geolocalizzata su mappa in modo da essere immediatamente individuata sul territorio
  • categoria principale di appartenenza (bird control, allevamento rapaci, corsi..ecc..)
  • immagine in testata rappresentativa
  • testo con descrizione prodotti e servizi offerti,
  • galleria fotografica
  • indirizzo
  • contatti telefonici in chiaro
  • e-mail con modulo di contatto immediato
  • link al proprio sito web aziendale
  • link alla pagina Facebook e ad altri social
  • tasti di condivisione scheda
  • votazione e recensione scheda azienda.

I Clienti interessati ai servizi o ai prodotti di falconeria potranno contattare direttamente il falconiere e, tutti i contatti generici provenienti sia da falconiere.it che da falconeria.org, verranno girati ai falconieri iscritti.

E’ una grande opportunità per i falconieri di trovare nuovi clienti e nuove opportunità lavorative. E’ un mezzo pratico per i clienti di trovare il falconiere più vicino per una richiesta di preventivo.

Visita la Nuova versione di www.falconiere.it !

“Animali Fantastici”: la parola al naturalista. Polini: “il falconiere non è il mostro che sevizia un animale, ma un appassionato che asseconda le esigenze del suo rapace”

“Vi sono testimonianze che partono da 2000 anni a.C. per raccontare il rapporto dell’uomo con i rapaci e di come questa forma di caccia venisse praticata. È un vero peccato pensare di perdere una così grande testimonianza delle nostre radici. Ma la falconeria è anche una tecnica moderna, di gran lunga diversa da come veniva praticata nel passato: si è evoluta insieme all’uomo e oggi è attenta al benessere degli animali ai quali è legata, li protegge e li salvaguardia.” a parlare è il naturalista Nazzareno Polini, in seguito alla condanna della LIPU  all’evento finale del Natale Fermano.

“Non vedo perché un associazione integralista come la Lipu debba accusare la falconeria dei giorni nostri: con le tecniche nuove di addestramento dei rapaci, la legislazione CITES internazionale ci si trova di fronte ad un sistema molto rigoroso e funzionante che vieta il prelievo in natura degli animali dando la possibilità di utilizzare unicamente animali allevati in cattività quindi domestici.

Spesso non si fanno distinzioni tra animalisti e naturalisti, non sono dei sinonimi: il naturalista è colui che ha studiato, ha una laurea in biologia o scienze naturali e conosce la natura e i suoi fenomeni, li osserva e valuta se vi sono delle problematiche ambientali fornendo così consigli affinché si possa migliorare la situazione di alcune specie o di un ambiente.

L’animalista invece non analizza i fatti e mette in primo piano una sua idea senza basi né riflessioni. Parte da una ideologia che molto spesso sfocia in un integralismo fine a sé stesso in quanto privo di fondamenti scientifici.

Poi vi è l’ambientalista ovvero chiunque si metta nella condizione di analizzare degli studi ed fornisca aiuto al naturalista per salvare realmente l’ambiente o un ecosistema o una specie.

Da questi tre differenti ruoli ci si accorge subito di una cosa fondamentale: mettere i bastoni fra le ruote a prescindere, senza analizzare i fatti, è da incoscienti e soprattutto deleterio per l’ambiente stesso.

Un piccolo accenno alla biologia di un rapace selvatico: un rapace passa il 90% del suo tempo fermo sul suo posatoio, vola solo quando deve procurarsi il cibo, nel periodo riproduttivo e la sua attività aumenta esclusivamente per fare il nido e per corteggiare la femmina. Volare, per lui, è un dispendio di energie e preferisce farlo solo se è necessario. Ama poltrire, curare le sue armi (penne, artigli e becco), riposare e studiare le prede dai posatoi. Il falconiere rispetta molto questo suo ciclo circadiano. Inoltre passa molto tempo con lui: vivono in simbiosi. Un falconiere conosce bene le sue abitudini e rispetta la sua natura facendolo volare come quando dovrebbe andare a catturare la preda. E’ legato al falconiere come il suo compagno di caccia o il suo aiutante per procurarsi il cibo, proprio come fa un cane o un gatto. Ogni rapace ha un indole diversa e il bravo falconiere sa creare una relazione capaci di leggere le esigenze dell’animale e di assecondarle.

Ora i rapaci sono usati per tante attività e si sono rilevati molto comodi anche per aiutare l’uomo. Come in passato, molti cacciatori evoluti, oggi li usano per andare a caccia mantenendo viva una tradizione molto complessa, perseguendo l’intento di collocarsi in condizioni eque con le loro prede; una finalità magari non condivisibile, ma bisogna ammettere più ammirevole rispetto ad altre tecniche moderne o molto più impari.

I rapaci vengono utilizzati per allontanare piccioni, storni, gabbiani e altre specie di uccelli che portano malattie e sporcano con escrementi infetti i nostri ospedali, scuole, strade, davanzali, balconi ecc.

I rapaci, in questo caso, allontanano in modo ecologico i piccioni o altri uccelli fastidiosi, senza usare veleni o altre tecniche che portano alla morte degli stessi. Gli altri uccelli quindi non vengono eliminati ma allontanati facendogli capire di andare da un’altra parte.

Lo spettacolo in una piazza potrebbe sembrare un fenomeno da circo, rappresenta invece una situazione di caccia per il rapace: passare tra delle persone, schivare, scendere in picchiata ecc, non sono nient’altro che delle attività che farebbe in natura tra piante e dirupi.

Vengono utilizzati anche per fare didattica ambientale: vedere da vicino un rapace che non ha paura dell’uomo è un cosa che porta l’uomo e il bambino ad avvicinarsi alla generalità del regno animale e naturale colmando quella distanza uomo-natura che ci vede sempre più lontani e tentando così di ripristinare un legame che fin dalla nascita dell’uomo ha rappresentato il senso più vero della connessione tra uomo e mondo.

Vedere animali, piante e altri fenomeni porta ad aumentare la sensibilità alla natura  – come ci dimostrano gli studi fatti di educazione ambientale- e a non percepirla come distante, nemica o avversa. Proprio come facciamo con i nostri animali domestici. I rapaci vengono fatti volare liberi come quando facciamo correre i nostri cani in un parco, crea una connessione, lo cura entra in tutto e per tutto dentro al proprio nucleo di vita. Il falconiere fa volare il suo rapace con la stessa cadenza della sua natura, prende animali allevati in cattività da generazioni come i nostri cani e gatti e a tutti gli effetti è un animale domestico.

Come vedete il falconiere non è il mostro che sevizia un animale, ma semplicemente un appassionato che asseconda le esigenze del suo rapace sacrificando tempo e dedicando amore verso un animale e alle sue esigenze.”

Nazzareno Polini

fonte: www.informazione.tv

I falconieri distribuiranno la loro guida informativa nelle scuole

Il progetto didattico ha preso spunto da un’iniziativa della International Association for Falconry (IAF) e del Museo Olandese della Falconeria.

opuscolo falconeria scuole
opuscolo falconeria scuole

L’Unione Nazionale Cacciatori Falconieri ha preparato un opuscolo dedicato alla falconeria, una guida informativa da distribuire nelle scuolenell’ambito della didattica. Il progetto originale è quello della International Association for Falconry (IAF)e del Museo Olandese della Falconeria che ha sede a Valkenswaard. La traduzione e il riadattamento, curati dal segretario dell’UNCF Andrea Villa, ha permesso la distribuzione tra gli studenti. L’opuscolo è suddiviso in diversi capitoli. In particolare, viene spiegata la falconeria come caccia con rapaci appositamente addestrati, da non confondere con gli spettacoli che vedono come protagonisti i falchi stessi.

La guida spiega poi agli studenti come la falconeria possa essere praticata con diversi rapaci, il più comune dei quali è il falco pellegrino, senza dimenticare l’astore. I due volatili sono diversi, non solo per l’aspetto, ma anche per il modo di cacciare. Il falco pellegrino è molto rapido ed è abituato a cacciare in spazi molto aperti (brughiere o prati), privilegiando prede volanti.

Quando si va a caccia con l’astore, invece, ci si avvale anche del cane o del furetto: le prede fuggono dai nascondigli e il rapace si avventa su di loro. Non mancano, infine, accenni alla storia della falconeria e ai metodi di addestramento.

SCARICA LA GUIDA INFORMATIVA SULLA FALCONERIA

di Simone Ricci

fonte: www.cacciapassione.com

Yuri Ancarani. The Challenge

Il 12 settembre il Maxxi a Roma presenta Yuri Ancarani. The Challenge, l’ultimo film dell’artista, premiato nella sezione Cineasti del presente al 69esimo Festival di Locarno. Si tratta di un’opera di 69 minuti, durata maggiore rispetto ai suoi standard, frutto di tre anni d’osservazione sul campo per catturare lo spirito della tradizione della Falconeria, una pratica che permette a chi la pratica di mantenere ancora oggi un rapporto stretto con il deserto. La storia inizia con un falconiere che sta portando a un importante torneo in Qatar i suoi falchi da competizione e segue narrando un week-end nel deserto, tra tornei di falconeria, competizioni automobilistiche e di biker. Partendo dalla falconeria, una pratica antica, Ancarani arriva a raccontare una tradizione che è diventata hobby per ricchi aristocratici del Qatar e a illustrare una realtà ricca di contraddizioni, come quella tra la natura e la tecnologia. Intervengono al Maxxi Yuri Ancarani, Lorenzo Gigotti General Editor di NERO Publishing e modera Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI arte. L’ingresso è di 5 euro. Info: www.maxxi.art/events/yuri-ancarani-the-challenge