CITES

CONVENZIONE SUL COMMERCIO INTERNAZIONALE DELLE SPECIE DI FAUNA E FLORA SELVATICHE MINACCIATE DI ESTINZIONE

COS’E’ LA CITES?

La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, denominata in sigla CITES, è nata dall’esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell’estinzione e rarefazione in natura di numerose specie. La CITES, che è compresa nelle attività del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), è entrata in vigore in Italia nel 1980 ed è attualmente applicata da oltre 130 Stati. In Italia l’attuazione della Convenzione di Washington è affidata a diversi Ministeri: Ambiente, Finanze Commercio con l’Estero, ma la parte più importante è svolta dal Ministero delle Politiche Agricole, come prevede la legge, tramite il Servizio CITES, che cura la gestione amministrativa ai fini della certificazione e del controllo tecnico-specialistico per il rispetto della Convenzione. Il Servizio CITES del CFS è strutturato in un Centro di Coordinamento, presso la Direzione Generale in Roma, e in 40 Uffici periferici. Il Centro di Coordinamento ha le funzioni di assistenza operativa e di coordinamento delle attività degli Uffici periferici, di consulenza tecnico-scientifica, di emanazione di direttive, di rapporto con Enti e Organismi Internazionali. Gli Uffici periferici si differenziano in 24 Uffici territoriali, con funzione di rilascio certificati, accertamento infrazioni e controllo territoriale, e in 16 Nuclei Operativi presso le Dogane, con funzione di verifica merceologica, controllo documentale e verifica della movimentazione commerciale, nonché accertamento di illeciti.

IL SISTEMA DEI CONTROLLI

Il Sistema dei controlli si fonda sull’accertamento della situazione biologica delle specie animali e vegetali, che può risultare di tre categorie:

a) specie gravemente minacciate di estinzione, iscritte all’Appendice I della Convenzione, per le quali è rigorosamente vietato il commercio;

b) specie iscritte all’Appendice II, il cui commercio è regolamentato per evitare sfruttamenti incompatibili con la loro sopravvivenza;

c) specie protette da singoli Stati, iscritte all’Appendice III, per regolamentare le esportazioni dai loro territori.

Ogni Stato può autorizzare, rilasciando appositi permessi o certificati, l’esportazione o la riesportazione degli esemplari, o dei loro prodotti derivati, purché in conformità alle disposizioni della Convenzione. Gli Stati di importazione possono autorizzare l’ingresso nei loro territori di questi esemplari per i quali è stato presentato un permesso od un certificato di riesportazione.

LE SANZIONI

In Italia dall’anno 1992 è in vigore una legge – la legge 7 febbraio 1992, n.150 – con la quale sono state indicate specifiche sanzioni alle violazioni delle disposizioni della Convenzione. In base a tale legge, è vietato importare, esportare o riesportare, trasportare, vendere, esporre o detenere esemplari vivi, morti, nonché loro parti e prodotti derivati dalle specie iscritte all’appendice I. Inoltre sono vietate le importazioni, le esportazioni o le riesportazioni, la vendita ed il trasporto degli esemplari e dei prodotti derivati da specie iscritte all’Appendice II e III che siano sprovviste di regolari permessi. La legge 150/92 configura la inosservanza dei sopraelencati divieti come reati e li penalizza con l’arresto o l’ammenda e, sempre, con la confisca degli esemplari, che come già detto, comprendono anche i prodotti derivati. Per i soli oggetti che siano effetti personali sono previste specifiche deroghe e diverse sanzioni.

LE SPECIE MINACCIATE DI ESTINZIONE

Sono iscritte all’Appendice I della Convenzione e la loro utilizzazione può essere consentita solo per circostanze eccezionali (ricerca scientifica ecc.). Si tratta di un elenco di circa 1000 specie animali e vegetali. Tra queste specie si trovano: tutte le scimmie antropomorfe (orango, scimpanzé e gorilla), i lemuri, il panda, alcune scimmie sudamericane, i mammiferi marini, il lupo indiano, alcuni orsi, le lontre, il giaguaro, la tigre, il leopardo, l’ocelot, gli elefanti, qualche zebra, i rinoceronti, la cicogna, alcuni cervi, lo struzzo nordafricano, alcune specie di fenicotteri, i rapaci diurni e notturni, molte specie di pappagalli (soprattutto le are e le amazzoni), le tartarughe marine, alcune testuggini di terra, alcune specie di alligatori e coccodrilli, alcuni varani asiatici, la salamandra gigante, il pitone indiano, la vipera dell’orsini, lo storione comune, certe conchiglie, alcune farfalle (papilionidi), le orchidee ed i cactus selvatici alcune specie di aloe.

LE SPECIE SOGGETTE A CONTROLLO E REGOLAMENTAZIONE

Sono le specie iscritte all’Appendice II e III, il cui commercio deve essere compatibile con la loro sopravvivenza in natura. L’elenco comprende oltre 3.000 specie, delle quali le più comuni sono: tutte le specie, che non risultino all’Appendice I di scimmie, lupi, orsi, lontre, felini, rapaci diurni e notturni, zebre, pecari, ippopotami, guanachi, alcune specie di cervi ed antilopi, nandù, fenicotteri, gru, pappagalli, buceri, tucani, colibrì, tartarughe di terra, alligatori, caimani, coccodrilli, gechi, camaleonti, iguane, cordilidi, tegu, elodermi, varani, boidi, cobra, salamandre, storioni, farfalle della specie ornitottere, sanguisughe, conchiglie tridacne, coralli madreporari a forma complessa, alcune palme, cactus, felci arboree, cicas, euforbie, aloe, orchidee, ciclamini. Nel corso di ogni Conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione, si provvede agli aggiornamenti delle liste degli Appendici I, II e III e alla revisione del sistema di regolamentazione. La CITES non esclude che alcuni Stati possano adottare misure di protezione più rigorose per la protezione delle specie tutelate dalla Convenzione o anche di altre.

LA CITES NELLA FALCONERIA

esempio_citesQui di seguito sono riportati alcuni stralci di articoli particolarmente importanti per noi Falconieri:

Art. 1 – Chiunque importa, esporta o riesporta, sotto qualsiasi regime doganale, vende, espone per la vendita, detiene per la vendita , offre in vendita, trasporta, anche per conto terzi, o comunque detiene esemplari di specie indicate nell’allegato A, appendice I, e nell’allegato C, parte 1, è punito con le seguenti sanzioni:
– arresto da tre mesi a un anno o ammenda da 15 a 200 milioni;
– in caso di recidiva, arresto da tre mesi a due anni o ammenda da 15 milioni a sei volte il valore degli animali, piante, loro parti o prodotti derivati oggetto della violazione.

Art. 2 – Chiunque importa, esporta o riesporta, sotto qualsiasi regime doganale, vende, espone per la vendita, detiene per la vendita , offre in vendita, trasporta, anche per conto terzi, o comunque detiene esemplari di specie indicate nell’allegato A, appendici II e III – escluse quelle inserite nell’allegato C, parte 1 – e nell’allegato C, parte 2, è punito con le seguenti sanzioni:
– ammenda da 20 a 200 milioni;
– in caso di recidiva, arresto da tre mesi a un anno o ammenda da 20 milioni a quattro volte il valore degli animali, piante, loro parti o prodotti derivati oggetto della violazione. (In entrambi gli articoli si intende chiaramente senza regolare documentazione CITES.)

Art. 4 – In caso di violazione dei divieti di cui agli articoli 1 e 2 è disposta la confisca degli esemplari vivi o morti degli animali selvatici o delle piante ovvero delle loro parti o prodotti derivati. Nel caso di esemplari vivi è disposto il loro rinvio allo Stato esportatore, a spese del detentore, o l’affidamento a strutture pubbliche o private in grado di curarne il mantenimento a scopi didattici e la sopravvivenza. Nel caso di esemplari morti, loro parti o prodotti derivati, il Servizio certificazione CITES del Corpo Forestale dello Stato ne assicura la conservazione a fini didattico-scientifici e, ove necessario, provvede alla loro distruzione.

Art. 5 – Comma 2 – E’ fatto obbligo a coloro che detengono esemplari vivi degli animali selvatici e delle piante di cui all’art. 1 di comunicare le variazioni del luogo di custodia degli esemplari stessi al più vicino ufficio del Corpo forestale dello Stato.

Art. 5 – Comma 3 – E’ fatto obbligo, all’atto dell’importazione o della riesportazione degli esemplari di cui all’art. 2 di far apporre dal più vicino ufficio del Corpo forestale dello Stato i necessari visti sulle licenze di importazione ed esportazione.

Art. 8-bis – Tutte le nascite o riproduzioni in cattività degli esemplari appartenenti a specie incluse nell’allegato A, appendici I e II, nonché nell’allegato C, parte 1 e 2, devono essere denunciate entro 10 giorni dall’evento, al Ministero dell’agricoltura e delle foreste – Direzione generale per l’economia montana e foreste – Servizio Certificazione CITES, il quale ha facoltà di verificare presso il denunciante l’esistenza dei genitori e si può avvalere di analisi genetiche per stabilire il grado di parentela fra i presunti genitori e la prole. Per tali esemplari, il predetto servizio rilascerà al denunciante un certificato conforme al regolamento CEE.

In Italia si possono detenere regolarmente SOLAMENTE rapaci nati in cattività da almeno 2 generazioni (F2).

Esigete quindi TUTTA la documentazione dal vostro allevatore o dal vostro venditore.

Controllate SEMPRE che il rapace abbia al tarso un anello INAMOVIBILE con un numero UGUALE al numero riportato sul documento.

http://www.corpoforestale.it/WAI/serviziattivita/CITES/index.html

Sanzioni penali per il cacciatore

Legge 11 Febbraio 1992, n. 157
Art. 30 – Sanzioni penali

 

Sanzione riguardanti la mancanza o irregolarità dei documenti

DescrizioneSanzioneSequestroCompetenza

Esercizio di caccia senza licenza (mai conseguita o revocata) ovvero porto d’armi e licenza scaduti (applicare anche le sanzioni per la mancata effettuazione dei versamenti di concessione governativa, regionale e stipula di assicurazione).

€ 308
recidiva
€ 516

arresto
da 18 mesi
a 3 anni

Armi
Fauna
Penale

Esercizio di caccia senza aver provveduto al versamento del contributo annuo per l’accesso all’A.T.C.

€ 308
recidiva
€ 516
FaunaProvincia
Esercizio di caccia senza aver stipulato la polizza di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi o con polizza scaduta o con massimali inferiori€ 206
recidiva
€ 412
sosp licenza
per 1 anno
FaunaProvincia
Esercizio di caccia senza aver effettuato il versamento delle tasse di concessione governativa o regionale€ 308
recidiva
€ 516
faunaProvincia,
Agenzie
delle Entrate
Esercizio di caccia senza aver conseguito il tesserino regionale, quindi non potervi iscrivere le indicazioni prescritte€ 226FaunaProvincia
Mancata effettuazione delle prescritte annotazioni sul tesserino regionale:  giornata venatoria , ATC, mobilità
capi abbattuti ecc
€ 154Provincia
Superamento del carniere complessivo per ogni giornata di caccia€ 206
recidiva
€ 412 e
sosp licenza
per 1 anno
Fauna in +Provincia
Esercizio di caccia oltre i tre giorni
consentiti settimanalmente
€ 206
recidiva
€ 412 e
sosp licenza
per 1 anno
FaunaProvincia
Uso di penna non indelebile per le annotazioni previste sul tesserino regionale.€ 102Provincia
Esercizio di caccia senza osservare la prescrizione emanata nel pubblico interesse dall’Autorità di Pubblica
Sicurezza di obbligo di lenti riportato sul libretto di porto di fucile
Arresto fino a 3
mesi o ammenda
fino a
€ 206.58 
Penale

 

Sanzione riguardanti infrazioni del calendario venatorio,
ATC, tempi e modalità di caccia

DescrizioneSanzioneSequestroCompetenza
Esercizio di caccia in periodo di divieto generale intercorrente tra la data di chiusura e la data di apertura per ogni singola specie previstaarresto da 3 mesi a 1 anno o ammenda
da € 929.63 a
€ 2582.28
recidiva sosp.
licenza
da 1 a 3 anni
ulteriore recidiva
sosp. definitiva
licenza
Armi e
Fauna
Penale
Esercizio di caccia nei giorni di Silenzio venatorio (martedì e venerdì dalle 0 alle 24)arresto fino a 3
mesi o ammenda
fino a € 516.46
recidiva
sosp. licenza da
1 a 3 anni
Armi e FaunaPenale
Esercizio di caccia oltre i tre giorni consentiti settimanalmente€ 206
recidiva
€ 412
e sosp. Lic. 1 anno
FaunaProvincia
Esercizio di caccia in ATC senza iscrizione o senza aver pagato la relativa quota.€ 308
recidiva
€ 516
sosp. Lic 1 anno
ulteriore recidiva
€ 722
sosp lic.1 anno
FaunaProvincia
Esercizio di caccia in ATC senza iscrizione avvenuta mediante sconfinamento da quello autorizzato€ 205.34FaunaProvincia
Esercizio di caccia fuori dagli orari consentiti€ 206
recidiva
€ 412 e
sosp lic. per 1 anno
FaunaProvincia
Esercizio di caccia vagante nel periodo in cui la caccia si svolge solo da appostamento fisso o temporaneo€ 102FaunaProvincia
Abbattere, catturare, detenere specie cacciabili e nei periodi non previste dal Calendario Venatorio regionale€ 206
recidiva
€ 412
sosp. Lic 1 anno
FaunaProvincia
Abbattere, catturare, detenere specie cacciabili e nei periodi previsti dal calendario regionale ma non previsti dal Calendario Venatorio Provinciale€ 102FaunaProvincia
Esercizio di caccia in battuta alla lepre con un numero superiore a sette partecipanti€ 206
recidiva
€ 412
sosp.Lic. 1 anno
FaunaProvincia
Addestramento e allenamento dei cani in violazione agli orari e ai periodi stabiliti dalla€ 102Provincia
Esercizio di caccia in forma diversa da quella prescelta€ 412
sosp. Lic.1 anno
recidiva
sosp. Lic. 3 anni
FaunaProvincia
Esercizio di caccia a rastrello in più di tre persone€ 206
recidiva
€ 412
sosp.lic. 1 anno 
FaunaProvincia

Sanzione riguardanti le specie e Aree Protette

DescrizioneSanzioneSequestroCompetenza
Abbattere, catturare, detenere mammiferi o uccelli particolarmente protetti(vedi sotto)arresto da 2 a 8
mesi o ammenda
da € 774.69 a
€ 2065.83
sosp. lic.
da 1 a 3 anni
Armi e
Fauna
Penale

Specie Particolarmente Protette
MAMMIFERI:

Lupo ; sciacallo dorato; orso; Martora ; Puzzola ; Lontra ; Gatto selvatico ; Lince ; Foca monaca; tutte le specie di cetacei; Camoscio d’Abruzzo; Cervo sardo
UCCELLI:
Marangone minore ; Marangone dal ciuffo ; tutte le specie di pellicani ; Tarabuso ; tutte le specie di cicogne ; Spatola ; Mignattaio ; Fenicottero ; Cigno reale ; Cigno selvatico ; Volpoca ; Fistione turco ; Gobbo rugginoso ; tutte le specie di rapaci diurni ; Pollo sultano; Otarda; Gallina prataiola; Gru ; Piviere tortolino ; Avocetta ; Cavaliere d’Italia ; Occhione ; Pernice di mare ; Gabbiano corso ; Gabbiano corallino ; Gabbiano roseo ; Sterna zampenere ; Sterna maggiore ; tutte le specie di rapaci notturni ; Ghiandaia marina ; tutte le specie di picchi ; Gracchio corallino .

Abbattere catturare detenere specie di mammiferi o uccelli nei cui confronti la caccia non è consentitaammenda fino a
€ 1549.37
recidiva
sosp lic da
1 a 3 anni
Armi e
Fauna
Penale
Esercitare la caccia nei Parchi nazionali, nei Parchi naturali regionali e nelle Riserve naturaliarresto fino a 6
mesi e ammenda
da € 464.82 a € 1549.37 sosp. Lice 1-3 anni ulteriore recidiva
revoca lic.
arresto fino ad 1
anno e ammenda
da € 103.29 a € 25822
recidiva:
le sanzioni sono
raddoppiate
Armi e
Fauna
Penale
Esercizio di caccia nei giardini, Parchi ad uso pubblico e Privati, parchi storici ed archeologici e nelle aree interessate da impianti sportivi. all’interno di proprietà demaniali regionali€ 206
recidiva
€ 516
FaunaProvincia
Disturbo della fauna selvatica nelle oasi di protezione€ 102Provincia
Addestramento e allenamento dei
cani nelle Oasi di Protezione.
€ 102Provincia

Porto D’armi uso caccia

Gli aspiranti Falconieri, per ottenere la licenza di porto di fucile per uso caccia e quindi la licenza di caccia che vi permetterà di cacciare con il vostro falco, devono conseguire l’ abilitazione all’esercizio venatorio.

Gli esami di abilitazione, in particolare, riguardano le nozioni sulle seguenti materie:

-Legislazione venatoria

-Zoologia applicata alla caccia

-Tutela dela natura e principi di salvaguardia delle produzionoi agricole

-Armi e munizioni da caccia

-Regole e comportamenti del cacciatore

-Norme di pronto soccorso

-Cinofilia

Per essere ammesso all’esame, l’aspirante falconiere deve presentare domanda in carta bollata al Presidente della Commissione d’esame provinciale competente, allegando i seguenti documenti:

-Certificato medico di idoneità fisica all’esercizio venatorio in bollo rilasciato da un medico militare o dalla Usl

-Ricevute di versamento a favore della Provincia competente

-Certificato di residenza

L’esame sarà prima scritto e poi orale con una prova pratica di montaggio – smontaggio di un’arma da caccia.

Se verrete ritenuti idonei, la Provincia vi rilascerà il foglio di Abilitazione all’Esercizio venatorio con il quale potrete richiedere il porto di fucile al vostro commissariato di polizia di zona.

Dovrete presentare al commissariato i seguenti documenti:

-Domanda in carta da bollo

-2 fototessere

-Ricevute dei versamenti

-Certificato di Abilitazione all’esercizio venatorio

-Congedo militare

-Certificato medico

Prima di comprare un rapace

 

Se avete l’intenzione di acquistare un rapace, spero che sia per utilizzarlo per la caccia, se così non fosse, mi permetto di darvi comunque qualche dritta.

Assicuratevi di comprare esclusivamente animali provvisti di anello inamovibile alla zampa che ne garantisca la nascita in cattività. L’anello deve essere chiuso, senza giunti, provvisto di un numero progressivo.  All’anello viene associato un “documento di identità del rapace” chiamato documento CITES che riporta tutti i dati dell’animale: specie, sesso, stesso numero che trovate sull’ anello, i dati dell’allevatore, e il timbro dell’ufficio che lo ha emanato. La fotocopia del documento va portata sempre con se quando si trasporta l’animale in caso di una verifica da parte delle autorità competenti.

Per fare le cose fatte per bene, occorre SEMPRE anche un foglio di cessione (se comprate il rapace da un altro privato o se comprate un animale in seconda appendice come ad esempio falchi di harris)

Il foglio di cessione è in pratica una scrittura privata in cui si dice che “Tizio” ha comprato il falco da “Caio”. Sarebbe corretto anche che “Caio”fornisse all’acquirente anche il foglio di cessione che aveva già in suo possesso. Questo serve per avere chiaro in caso di controllo gli eventuali passaggi di propietà che ha avuto l’animale.

Come dicevo sopra, i falchi di harris essendo in seconda appendice, non hanno bisogno di CITES poichè non appartengono alla lista degli animali in pericolo di estinzione. Hanno però SEMPRE bisogno che abbiano l’anello o il microchip e la dichiarazione di nascita in cattività dell’allevatore e del foglio di cessione se lo comprate da un privato.

ESIGETE TUTTI I DOCUMENTI come è nel Vostro diritto per non avere problemi in futuro con la legge e per vivere sereni in compagnia del vostro rapace.

Verificate tramite il servizio sveterinario comunale che non vi siano particolari esigenze per la detenzione di rapaci in cattività.

Ovviamente prima dell’arrivo del rapace a casa vi sarete ben documentati sulle esigenze alimetari, biologiche e avrete anche preparato la voliera che lo ospiterà.

Per detenere un rapace, non serve il porto d’armi, serve invece se volete cacciare col falco.

Perchè dovrei avere il porto d’armi per cacciare col falco? mica è un’arma!

Infatti non lo è ma la legge nazionale sulla caccia, la 157/92 indica il falco come mezzo di caccia insieme al fucile e all’arco quindi, se volete cacciare col falco vi serve la licenza di caccia, sostenere esattamente gli stessi esami e pagare le stesse tasse.

Superato l’esame di abilitazione, otterrete un foglio di carta sul quale si evidenzia che avete sostenuto tutte le prove di esame, sritte e orali, che sapete maneggiare un’arma. Consegnando il documento in questura, pagando marche da bollo e versamento su cc/ postale, richiederete il porto d’armi uso caccia.

Arrivato il porto d’armi, potrete finalmente pagare le tasse per il porto d’armi, la tassa di concessione regionale, l’assicurazione ed ottenere il libretto o tesserino venatorio per iniziare finalmente a cacciare col falco! Facile no? 🙂

Buona Fortuna,

Federico Lavanche

Veterinari aviari

IL TUO VETERINARIO AVIAREanestesia falco

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c/o Clinica veterinaria Nord Milano
ambulatorio di Muggiò – sez. animali esotici
viale della Repubblica 9
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D.ssa Manfredini S. E D.ssa Tirloni E.
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Corso Francia 19
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Via Vesuvio, 31/R
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Via delle Cave 144I
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Via Severo Fabio, 140
34127 Trieste (TS)
0405587103 – fax 0405587104
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Ambulatorio Veterinario

Isola Saloni, 36

30015, Chioggia (Ve)

041404140

MARTINI MARCO (è anche Falconiere)

Ambulatorio Veterinario San Carlo

Via Giuseppe Verdi 21

31027 Spresiano (Tv)

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info@sancarlovet.it

Tel. e segreteria 0422-880956 
Cell.: 3288339641 3470974268

CONZO Gino

Solo su appuntamento a Verona

3291661573

gino.conzo@fastwebnet.it

BELLESE Alessandro
Ambulatorio Veterinario
Via Buonarotti, 38/A/B
30038 Spinea (VE)
0415412007 – 041952847
ambuvetspinea@libero.it

MENENGHIN Ketti
Ambulatorio veterinario “San Giorgio”
Vilaggio della Cooperazione 20
30020 Marcon (Ve)
Tel e fax:041 5951668
347 1856910

AVANZI Marta
Ambulatorio Veterinario Associato
Dr.Avanzi – Dr. Mori
Via S. Pio X, 154
31033 Castelfranco Veneto (TV)
041 5952256 – 042 3722094

BENINI Fabrizio
Ambulatorio Veterinario Biban
Via Iv Novembre, 13
31030 Biban di Carbonera (TV)
0422.445022 02700431175
exoticben@libero.it

BEDIN Marco
Clinica Veterinaria Euganea
Via Tiziano, 6
35043 Monselice (PD)
0429 / 789809
338 / 4009259
dott.bedin@libero.it

Diego Cattarossi
Ambulatorio veterinario”Casale sul Sile”
Via G. Marconi 48/C 31032
Casale sul Sile (TV)
Tel e Fax 0422 820468
cell.347933450
sito internet: http://www.diegocattarossi.com
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EMILIA ROMAGNA

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41058 Vignola (MO)
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Ambulatorio Veterinario Associato
Dr.ssa L. Zamboni E Dr.ssa M. Carretta
Via Mazzini Giuseppe, 6
40024 Castel San Pietro Terme (BO)
051.948094

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Ospedale veterinario “I Portoni Rossi” ”
via Roma
40069 Zola Predosa (BO)
Visite specialistiche su appuntamento:
338 4009259
Segreteria Osp. Vet. : 051755233

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Via Don Sturzo 14
42042 Fabbrico (RE)
fax 0522.665295
335.6114033

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Exotic Veterinary Team
Ambulatiorio Cavina-Nardini
P.zza Sassatelli 28
41057 Spilamberto (MO)
fax 059.783272
329.4271591 (24h)
http://www.ambulatorioveterinario.net
oppure presso
Clinica Veterinaria dell’Orologio
40037 Sasso Marconi (BO)
visita il giovedì mattina su appuntamento
0516.751232

TONELLI Alberto
Effettua visite domiciliari (anche negli allevamenti)
Collabora con numerosi Ambulatori e Cliniche di Bologna e Provincia.
Membro della Association of Avian veterinarians
Dottore di Ricerca In patologia dei volatili del coniglio e della selvaggina
Cell. 360 976980
Tel. 051 333962 – 051 581917

Katiuscia Cavallin
c/o centro veterinario riminese
3497377516
su appuntamento, a Ravenna.
E-mail: katiuscia.cavallin@gmail.com.

TOSCANA

ARUS Alberto
Via Montebello 107
57127 Livorno
0586.800932

CAMERONI Silvia
Clinica veterinaria 24H
via Martiri di Liggieri, 10H
55060 San Michele in Escheto (LU)
0583.370500

BRUNETTI Leonardo
Clinica Veterinaria Dott. Leonardo Brunetti
E Maria Cristina Stroscio
Ambulatorio Veterinario
Via Bonellina, 242
51100 Pistoia (PT)
0573.382344
leonbru@clivet.191.it

TENTI Gabriele
Medico Veterinario
50137 Firenze
055/8728056

STOCCHI Luca

Ambulatorio veterinario “La Fenice”

Via Giuseppe chiarini, 69/A , Arezzo

0575/907911

lucastocchidot@libero.it

MARCHE

 

BEDIN Marco (è anche Falconiere)

Ambulatorio Veterinario Associato

Dr. A. Colombo Dr. T. Cristalli

Via Aldo Moro, 20

60044 Fabriano (AN)

0732.629465

334.3347620

dott.bedin@libero.it

MARIANI Massimo
Ambulatorio Veterinario
C.da San Francesco, 14
62029 RECANATI -MC-
tel. 071.7571434
e-mail: mariani.vet@tiscali.it

Marata Andrea
Ambulatorio veterinario “Animal Salus”
Medicina e chirurgia di animali esotici
Via Carducci 32, 62015 Monte San Giusto (MC)
Cell. 3394170948, Tel. 0733 539131
andreamarata@libero.it

LAZIO

Lo Monaco Roberto (è anche Falconiere)

Studio Veterinario

Via Settimio Severo, 12

00145 Roma (RM)

06.5430608

MARCHETTI Gianluca
Clinica Veterinaria Borghesiana
Via di Vermicino 96 Roma
062070648
3472909036
GIANLU-MARCHETTI@libero.it

COLLARILE Tommaso
CVS Centro Veterinario Specialistico
Clinica per Animali Esotici
Via Sandro Giovannini 53
00137 Roma (RM)
068273512
3491823727
tomtokio@tiscali.it

MELILLO Alessandro
Veterinaria Clinica Omniavet
Piazza Omiccioli, 5
00125 Roma (RM)
06.52453374
birdalex@tiscali.it

ZONETTI Stefano
Zoospedale Flaminio Srl
Clinica veterinaria
Via Bomarzo, 36
00191 Roma (RM)
06.3330186 • 06.3333208 • 06.3336110

SPAGOCCI Federico
Ass. Veterinaria la fenice
Via dei Meli 10b
00172 Roma (RM)
06.97618558
3282481730
ORARI 9:30 – 18.00 (preferibilmente su appuntamento)
La_Fenice@Fastwebnet.it

PELICELLA Fabio
Via Latina 96
Colleferro (RM)
Tel. 06-9701558
pelicella@libero.it

Pietro d’Amico
Ambulatorio Veterinario
via G. Verdi, 23
Aprilia (LT)
tel. 06/9283535
cell. 339/4305499
mail: damicopietro@msn.com

CAMPANIA

 

D’OVIDIO Dario

Via C. Colombo 118
Arzano (NA)

tel: 333-2380533 – 349-6068826

mail: dariodovidio@yahoo.it

CONZO Gino
Via Morghen Raffaele, 187
0129 Napoli (NA)
3291661573
ginoconz@tin.it

BORRELLI Dr. Domenico
Via Argine, 831
Napoli (NA)
3398327828
gloster69@jumpy.it

PUGLIA

 

JEMMETT Laurence Patrick
Ambulatorio Veterinario
Via Garruba Michele, 52
70122 Bari (BA)
080.5219822

TULLIO Daniele
Via Deledda Grazia, 32
70010 Casamassima (BA)
080.676050
3496734133
dantull@tin.it

FONTANA Patrizio Raffaele
studio Medico Veterinario
Via Uggiano Montefusco, 6
74024 Manduria (TA)
099.9713951
3333227571
eleveter@virgilio.it

LARICCHIUTA Piero
Centro Veterinario Einaudi (BA) / Zoo Safari Fasano
Via Colajanni Napoleone 23/A
70125 Bari (BA)
0805018674

SICILIA

COCI Giuseppe
Via Parco Cristallo 30
95030 Tremestieri Etneo(CT)
3478780552

MELIDONE Raffaele
tel. 347.8880083 – Palermo
e-mail: modano@inwind.it

CENTRO VETERINARIO TRINACRIA
srl – 90145 Palermo (PA) – 36, v. Torricelli
tel: 091 6830040, 333 8052055

CATTANEO Valeria
riceve su appuntamento a Messina e a Siracusa
Cell. 3474765782

PUMINIA Ignazio
Specialista in Patologia Aviare Animali esotici, cani e gatti, endoscopia, chirurgia endoscopica.
Via Torricelli, Palermo
Cell. 3332063391

VAL D’AOSTA

TRENTINO

 

 

UMBRIA

ABRUZZO

 

MOLISE

BASILICATA

 

CALARBIA

SARDEGNA

 

Cavallo Mauro (è anche Falconiere)

Ambulatorio Veterinario

Via Cagliari, 13

09034, Villasor, Cagliari (Ca)

070.9647922 oppure 348.0616822

maur.cavallo@tiscali.it

 

Cura delle unghie nei rapaci

Problemi con le unghie dei Rapaci
Cosa succede se disgraziatamente l’unghia del falco si rompe?
Si ringrazia il Dott. Roberto Granata

Artigli e Becco

Molti rapaci in cattività presentano un crescita eccessiva di unghie e becco. Occorre quindi procedere all’accorciamento per prevenire possibili danni all’animale.

Le unghie troppo lunghe possono causare deambulazione . Inoltre possono perforare la superficie plantare del piede facendo insorgere un ascesso.

L’unghia può essere accorciata utilizzando un tronchesino avendo cura di osservare controluce, dove arrivano i vasi sanguigni in essa contenuta in modo da evitarne un’emorragia.

Il becco molto lungo invece può andare incontro a fratture o difficoltà nell’alimentazione del . E’ da tenere presente che la forma e la lunghezza del becco possono variare molto nelle diverse specie.

Lo strato in eccesso può essere asportato con una limetta per le unghie, un tronchesino od un minitrapano con fresa circolare rotante. Anche in questo caso è  bene fare attenzione a fin dove arrivano i tessuti vascolarizzati e innervati, in quanto una lesione di questa entità potrebbe risultare molto dolorosa e impedirne l’alimentazione o portare a problemi di ricrescita del becco. Se alimenteremo i nostri rapaci con cibi come teste di pollo o ali di pollo, il pappagallo ha la possibilità di strofinarsi il becco e di limarselo naturalmente. Di conseguenza non dovrebbero sorgere problemi circa la sua eccessiva crescita.

POSSIBILI CAUSE DELL’ALLUNGAMENTO DEL BECCO:

  • Malattie epatiche

  • PBFD

  • Malnutrizione

  • Diete iperproteiche

Per le persone inesperte o se è la prima volta, consigliamo di rivolgersi al veterinario, in quanto se tagliamo troppo in profondità, rischiamo di recidere il capillare rischiando di provocare un’emorragia.

Sintomi negli uccelli

Malattie e sintomi

falco malato

ALCUNI SINTOMI E I RISPETTIVI STATI PATOLOGICI NEGLI UCCELLI

QUADRO SINTOMATOLOGICO RIEPILOGATIVO

SINTOMI

STATI PATOLOGICI
Ali e coda cadenti o abbassantisi ritmicamenteStreptococcosi, Tifosi, Osteo-artrite, Polmonite, Verminosi del tubo digerente
Addome sporgente e globulosoPtosi addominale
AnemiaLeucosi. Plasmodiosi, Piroplasmosi, Streptotricosi, Pseudomoniasi
Apertura ritmica del beccoBronchite infettiva
Arrossamento dei margini delle palpebreBleferite
Arti deboli claudicantiListeriosi, Osteo-artrite, Artrite, Gotta, Reumatismi, Insufficienza cardiaca, Capogiro
Articolazioni gonfie, dolentiArtrite, Osteo-artrite, Reumatismi, Gotta, Stafilococcosi
BarcollamentoColera, Colibacillosi, Intossicazione, Pasteurellosi, Setticemia, Stafilococcosi, Encefalomielite, Ornitosi-Psittacosi, Male di Pacheco
Bava sanguignaTic dei canarini
Becco e zampe scoloritiAnemia, Emoproteosi, Pseudomoniasi
Becco socchiusoAsma, Acarisi respiratoria, Aspit, Influenza, Streptococcosi, Vermi della trachea
Capo spostato lateralmente, collo tortoCapogiro, Infiammazione dell’orecchio, Listeriosi, Botulismo
CatarroBronchite, Aspergillosi, Influenza
Cloaca incrostata di feciColibacillosi, Salmonellosi
ConvulsioniEpilessia, Insufficienza cardiaca, Ornitosi-Psittacosi, Male di Pacheco Peste aviaria, Uremia
Cresta e bargigli bluastri, cianoticiIstomoniasi, Monocitosi
DiarreaDissenteria, Colera, Colibacillosi, Verminosi del tubo digerente, Tifosi, Salmonellosi, Pseudomoniasi, Peste, Tubercolosi, Stomatite, Nefrite, Tigna, Osteo-artrite, Necrosi, Enterite, Aspergillosi, Listeriosi, Leucosi, Leucocitozoosi, Piroplasmosi, Rouget, Spiropterosi, Pseudopeste, Avvelenamenti, Botulismo, Brucellosi, Candidosi, Mal rossino, Ornitosi-Psittacosi, Male di Pacheco, Spirochetosi, Toxoplasmosi
Diarrea acquosa, fetida, biancastra, giallastra, verdastra, emorragicaMonocitosi, Coccidiosi, Isosporosi, Pseudomoniasi, Streptococcosi, Metasalmonellosi, Istomoniasi, Intossicazione, Pasteurellosi, Setticemia, Stafilococcosi, Teniasi, Colera, Peste, Colibacillosi, Enterite emorragica, Tricomoniasi
Difficoltà o incapacità di voloDegenerazione grassa del fegato
Dimagrimento rapido o progressivoColera, Colibacillosi, Leucosi, Salmonellosi, Stomatite, Streptococcosi, Tubercolosi, Dispepsia, Verminosi del tubo digerente, Fame canina, Avitaminosi, Spiropterosi, Streptotricosi, Tricomoniasi, Displasia della tiroide, Piroplasmosi
Escrementi secchi, viscosiDipepsia, Stipsi, Obesità
Essudato sieroso sulle palpebreStreptococcosi
Essudato viscido corporeoEnterite dei nidiacei
Evaquazione stentataEnterite, Catarro gastrico, Stipsi
Gozzo gonfioSopraccarico ingluviale
Inappetenza (anoressia)Colera, Colibacillosi, Nefrite, Gotta, Verminosi del tubo digerente, Influenza, Salmonellosi, Coccidiosi, Isosporosi, Stomatite, Streptococcosi, Dipsepsia, Necrosi, Stafilococcosi, Streptotricosi, Leucosi, Leucocitozoosi, Listeriosi, Enterite, Stipsi, Istomoniasi, Intossicazione, Pasteurellosi, Setticemia, Botulismo, Candidosi, Metasalmonellosi, Ornitosi-Psittacosi, Male di Pacheco, Peste aviaria, Pseudotubercolosi, Tricomoniasi, Uremia
Incrostazioni squamoseTigna
Incrostazioni sulle zampeAcariosi, Scabbia o rogna
InstabilitàArteriosclerosi, Saturnismo
IrrequietezzaAcarisi varie del piumaggio
Lamelle biancastre sulle piumeAcarisi deplumante
Lingua con apice esiccatoPipita
Macchie epidermicheItterizia
Mucosa orale con granulazioniTricomoniasi
Mucose cianoticheRouget, Mal rossino
Mucose decoloratePlasmodiosi, Streptotricosi, Leucosi, Piroplasmosi, Stafilococcosi
Muco schiumoso da bocca e nariPeste aviaria
Necrotizzazione delle zampeCancrena secca, Rouget
Occhi infiammati, gonfi, lacrimosiDiftero-vaiolo, Laringo-tracheite, Influenza, Peste, Sinusite, Pseudomoniasi, Listeriosi, Tubercolosi, Osteo-artrite
Occhi semichiusiCoccidiosi, Isosporosi
Occhio opacoCataratta
Paralisi, tremoriColera, Colibacillosi, Botulismo, Peste, Listeriosi, Tic dei canarini, Encefalomielite, Ornitosi-Psittacosi, Male di Pacheco, Peste aviaria, Leucocitozoosi, Pseudotubercolosi, Spirochetosi
Perdita di conoscenzaEpilessia, Insufficienza cardiaca, Insolazione
Perdita di piumeFalsa muta, Muta francese, Favo, Acarisi deplumante, Avitaminosi, Tigna
Placche nel cavo oraleStomatite, Candidosi
ProstrazionePeste aviaria, Pseudopeste, Rouget, Singamosi, Tubercolosi
Prurito, nervosismoAcarisi
Pustole, ascessiDiftero-vaiolo, Blastomicosi, Itterizia, Punture di zanzara
Rantolo respiratorioTracheo-bronchite, Bronchite infettiva
Raschiamenti di golaAcarisi respiratoria
Respirazione difficoltosa, affannosa, fischianteColibacillosi, Colera, Bronchite infettiva, Polmonite, Acarisi respiratoria, Aspit, Peste aviaria, Pseudopeste, Tricomoniasi, Rouget, Diftero-vaiolo, Salmonellosi, Sinusite, Streptococcosi, Tubercolosi, Stomatite, Osteo-artrite, Asma, Aspergillosi, Laringo-tracheite, Candidosi, Influenza, Mal rossino, Pseudotubercolosi, Obesità
RigonfiamentiEnfisema, Edema
Scolo di muco da becco e nariColera, Colibacillosi, Influenza, Corizza, Diftero-vaiolo, Stomatite, Aspergillosi, Laringo-tracheite
Scolo purulento da nari e occhiSinusite
Scuotimento del capoStomatite, Infiammazione dell’orecchio
Sete intensaColera, Colibacillosi, Aspergillosi, Enterite, Gotta, Salmonellosi, Streptococcosi, Verminosi del tubo digerente, Pseudopeste, Stafilococcosi, Setticemia, Intossicazione, Psteurellosi, Adenoma cronofobo, Saturnismo, Pseudopeste, Ornitosi-Psittacosi, Male di Pacheco
Sete mancante (adipsia)Disidratazione, Necrosi
Soffovamento (sintomi di)Singamosi
Starnuti, tosse, rantoliInfluenza, Polmonite, Sinusite, Aspergillosi, Laringo-tracheite, Ostruzione o verme della trachea, Tracheo-bronchite, Displasia della tiroide, Singamosi
TumefazioniBlastomicosi, Edema, Nefrite
Tumori polposi molliRinosporidiosi
Ulcerazioni della cavità orale o cutaneeTubercolosi, Tularemia
Ventre gonfio, infiammato, arrossatoAspit, Catarro gastrico, Enterite, Salmonellosi
VerrucheEscrescenze cornee o verrucose, Tubercolosi
VescicheBlastomicosi
Vomito (o tentativi di)

Intossicazione, Pasteurellosi, Setticemia, Stafilococcosi, Sopraccarico ingluviale

TRATTO DA “Le malattie degli uccelli da gabbia pronto soccorso e cure” di Vittorio Menassé De Vecchi Editore ed.1979

Parassitosi nei rapaci

I parassiti dei rapaci   di  Neil Forbes  FRCVS

 

Tutti i parassiti basano  la loro  sopravvivenza su quella  dell’ animale in cui vivono . Per un parassita  non è quindi  normale condurre alla morte l’animale in cui vive. In circostanze normali il parassita ed il  suo ospite vivranno in un’ armonia equilibrata. L’ eccezione si  presenta quando la resistenza normalmente avuta degli ospiti contro il parassita, (che  solitamente mantiene un  infestazione sotto un certo  controllo) è ridotta ,permettendo che il parassita prenda il sopravvento. Tali situazioni si  presentano quando negli uccelli selvatici c’e’ mancanza di alimenti, dopo  incidenti, ferite o durante  periodi estesi di condizioni sfavorevoli . Per i rapaci da falconeria, la debilitazione, incidenti, o altre cause  possono innescare la stessa situazione. Ci sono eccezioni a questa regola, dove persino un piccolo numero di parassiti può causare la malattia; ciò si presenta dove le necessità del parassita sono di vivere nel suo ospite soltanto per un breve periodo , per completare un ciclo di vita, fatto cio’ lui non si preoccupa  se l’ospite è malato o muore. Le malattie dovute a parassiti, recentemente stanno aumentando di incidenza in uccelli allevati in cattivita’ , questo è dovuto a un aumento dell’ esposizione ai parassiti, come conseguenza della  maggiore contaminazione della voliera da parte degli adulti .

Parassiti Esterni

Una grande infestazione di parassiti  su un uccello è tipicamente  segno che l’ uccello  è malato per altri motivi. Così piuttosto che trattare il parassita da solo, uno dovrebbe cercare sempre una causa ulteriore della malattia.

moscaHippoboscids ( mosche piatte) è forse uno dei  parassiti più comuni dei rapaci. Questi si nutrono di sangue, anche se ne  causano raramente una perdita significativa . Tuttavia ci sono ora delle prove per supporre che possono e  in  effetti trasportano i parassiti del sangue da un uccello ad un altro. In particolare  parassiti  del sangue come i  Leucocytozoon,  i Plasmodium , i Sarcocystis, così come altre infezioni trasmesse dal sangue. Nel Regno Unito tali parassiti del sangue sono rari, comunque nei climi più caldi  come negli U.S.A.le malattie come la malaria sono altamente significative. Dopo le estati più calde del 1994/95, l’ incidenza è aumentata, interessando  uccelli di  3-5 mesi, come gufi , hawks di Harris e falchi di Gyr . In un caso, l’ uccello affetto aveva catturato una gazza soltanto nove giorni prima.Questa era affetta da un  infestazione pesante di hippoboscids, e fu’ cosi’, evidente, che questi avevano trasmesso dei parassiti del sangue,  causando un’ infezione devastante e  mortale del falco di Harris in un tempo molto breve.
I pidocchi sono  altri parassiti comuni dei rapaci. p_Goniocotes_gallinae I pidocchi si alimentano  dei residui , delle piume e della pelle, tuttavia non sopravvivono fuori dell’ospite per lungo tempo e quindi il trattamento con  preparazioni di  insetticida è relativamente facile.
Al contrario   l’ acaro rosso del pollame ‘, sopravvive fuori dell’ospite per periodi considerevoli. Questo acaro vive in fessure  del legno e solitamente  esce soltanto la notte per  alimentarsi. In questo caso  un uccello   se  esaminato durante il giorno puo’  sembrare esente dai parassiti  , mentre lo stesso uccello e’affetto dalla loro presenza la notte.
Tutti i parassiti che si nutrono di sangue  possono essere facilmente e prontamente gestiti per mezzo di  prodotti come Ivomec  dei bestiami (MSD AgVet),  che comunque dovranno essere diluiti. Le dosi ed i diluenti adatti possono essere stabiliti dal vostro medico veterinario.
Altri parassiti del sangue sono gestiti  bene tramite l’ uso degli insetticidi, comunque la cura  deve essere usata  soltanto se le preparazioni sono sicure. Alcuni spray contengono ingredienti attivi o  propellenti, che possono essere tossici o irritare i polmoni. La nuova preparazione Frontline per le pulci di cani o gatti si e’  dimostrata sicura ed efficace su oltre 100 uccelli su cui e’ stata usata. Sembra essere non soltanto più efficace ma anche ben più sicura di  altri prodotti precedentemente sperimentati  sui parassiti .

Parassiti Interni
Molti allevatori , falconieri o  riabilitatori svermano i loro uccelli annualmente o quando sono maneggiati e credono che tutto sia a posto. Questo concetto è seriamente sbagliato e può occasionalmente condurre a ripercussioni serie.
Fluke: (passera) è  un comune parassita solitamente non patogeno dei rapaci. Possono abitare il piccolo intestino o i condotti della bile. La diagnosi è fatta soltanto su esame fecale ed anche se solitamente non patogena, quando presenti , dovrebbe essere eseguito un trattamento  idoneo. La medicina che è usata  più comunemente è il  rafoxanide ad una dose di 10mg/kg, o praziquantel (droncit)  5-10mg/kg  giornalmente per 14 giorni  o chlorsulon (Curatrem) 20mg/kg per  3 mesi a intervalli  di 2  settimane. L’ esatta diagnosi, il consiglio sul trattamento e il farmaco saranno date dal vostro veterinario.

Tenie: le tenie sono un parassita relativamente comune, ma sono raramente patogene. La malattia clinica si presenterà soltanto nelle situazioni in cui c’ è un’ infestazione molto pesante, che può condurre ad un’ ostruzione del piccolo  intestino. Il trattamento utilizza il  Praziquantel (Droncit, Bayer), che è disponibile sotto forma di compresse o di  iniezioni e gli uccelli dovrebbero essere dosati 5-10 mg/kg o  con chlorsulon come descritto precedentemente..

Ascaridi:ascaridi questi sono il più grande e  più significativo gruppo di parassiti interni. Il gruppo include i Syngamus  e  i Serratospiculum , che interessano rispettivamente la trachea e i polmoni. Entrambi causano disturbi respiratori negli uccelli infettati, comunque in entrambi i casi è particolarmente importante che la diagnosi  sia fatta prima del trattamento  dato. Nel caso di Syngamus anche dopo essere stati uccisi, rimarranno nelle vie aeree  fino a sei settimane, in quanto si decompongono lentamente causando  nel frattempo disturbi respiratori ed occasionalmente polmonite . Serratospiculum è il piu’diffuso in questo paese(Inghilterra) negli uccelli importati (che vengono dai paesi più caldi) il parassita in se non causa solitamente  segni clinici e può vivere tranquillamente nei polmoni per parecchi anni. Tuttavia se questo viene ucciso si putrefarà velocemente causando spesso seri problemi ai polmoni e spesso la  morte. Se il parassita è diagnosticato, il trattamento preferibile consiste nel trattare l’ uccello  quotidianamente  per 14 giorni  in ambiente riscaldato,e nella rimozione  chirurgica del parassita dai polmoni.
Le sostanze che sono state usate nel trattamento degli ascaridi includono il pipeazine, il levamisole, i benzimidazolo (per esempio Panacur o Mebenvet o Pyrantel) e lo sverminatore (Ivomec). Alcuni di questi ora sono superati,inadatti  ed inefficaci, altri hanno margini di sicurezza molto limitati e possono essere pericolosi, altri sono potenzialmente tossici in certi momenti dell’ anno, altri sono sicuri.

protozooProtozoi: Questo gruppo dei parassiti include ‘ la Tricomoniasi del pollame ‘. La sorgente più comune dell’ infezione proviene dai piccioni. Molti falconieri credono che una pulizia accurata del piccione e evitando le interiora , la malattia può essere evitata; ciò non è affatto sicuro , persino il muscolo pettorale in se  può trasportare l’ agente infettivo. Tutto il piccione  dovrebbe essere congelato in quanto questo trattamento uccide virtualmente tutti gli organismi. La malattia si manifesta  con placche bianche nella bocca, nella gola o nel tratto digestivo. Tuttavia la circostanza deve essere differenziata dall’ infezione con  Capillaria,  Candida o deficenza di vitamina A o l’ erpes nei gufi. La diagnosi differenziale può essere fatta facilmente dal vostro veterinario. Il trattamento è con Carnidazole (Spartrix) 25mg/kg una volta. Il singolo trattamento in contrasto con il trattamento quotidiano precedentemente suggerito,  rende la terapia mólto più facile, specialmente per gli uccelli selvatici o per i giovani in cattivita’,  ancora sul  nido  alimentati dai genitori .
Lo stesso gruppo di parassiti egualmente include i coccidi, che possono essere presenti e causare o non la malattia, a seconda del la specie esatta di coccidi  implicata. Inoltre se la malattia accade i segni ed i trattamenti clinici richiesti saranno differenti. I coccidi sono in aumento e cio e  ,dovuto a  un’ accumulo dell’ infezione nei soggetti in cattivita’ . La malattia interessa soprattutto gli uccelli giovani, prima che sviluppino il loro sistema immunitario. La circostanza è trattata  giornalmente con Toltrazuril (baycox) a 10mg/kg per   tre giorni successivi, o con Clazuril (Appertex) a 5-10mg/kg una volta al giorno per  tre giorni successivi. Giardia e Hexamita sono due ulteriori protozoi, che possono causare  malattie cliniche.
Coccidiosi nei  Merlins: come e’ noto alla maggior parte dei lettori , la coccidiosi nei Merlins è stata un problema in costante aumento per un certo numero di anni. In un documento , presentato al congresso sui rapaci  nel 1991, un autore ha  indicato  questa come la più grande causa della morte dei  Merlins in cattivita’. Da allora in poi  è aumentata l’ incidenza e durante gli ultimi  due anni  a interessato un   numero considerevole di Astori e Pellegrini. Anche se il regime terapeutico suggerito sopra è efficace per evitare la morte negli uccelli affetti  non è ancora efficace completamente nello sradicamento dall’ organismo  degli uccelli. Di conseguenza determinati mesi dopo l’ uccello cominciera’ a  liberarsi ancora dell’ organismo.. Questo spargimento condurrà a  una contaminazione considerevole della voliera che condurra’,  all’ infestazione futura di altri uccelli. Generalmente soltanto uccelli giovani, o malati  realmente soccomberànno  alla malattia. Questa malattia è argomento di ricerca  considerevole all’ ospedale di veterinaria di Clockhouse. Siamo  felici di esaminare gratis i campioni venuti da tutti i Merlins in cattivita’, a condizione che i proprietari  siano in grado di  trasmettere i campioni su una base mensile, normalmente. È soltanto tramite una ricerca continuativa che speriamo di poter  infine ottenere risultati su questa malattia che ha implicazioni future serie per l’ allevamento in cattivita’ dei rapaci, non soltanto nel Regno Unito ma anche in altre parti del mondo.
Soprattutto ,un  fatto importante e’ che tutti i proprietari si rendano conto che nessun trattamento sarà efficace se non su determinati   gruppi di parassiti. Il trattamento altrimenti condurrà ad un senso falso di sicurezza, e  potra’risultare  inutile e pericoloso. Prima di eseguire un qualsiasi trattamento,si dovra’ far esaminare dal vostro veterinario  un campione fecale( rapidamente ed economicamente )dopo di che’ vi potra’  raccomandare e fornire l’ agente più adatto .
All’ ospedale veterinario di Clockhouse, facciamo funzionare un servizio veloce, efficiente e poco costoso per l’esame dei campioni. I proprietari  che trasmettono un campione sono invitati a telefonare dopo  12 h. per avere il risultato.

 

Tratto e riassunto da Iuri Montarani.

Tricomoniasi Rapaci

Tricomoniasi
Di:
Dott. Antonio Di Somma e  Dott. Maddalena Garlinzoni

tricomonasLa tricomoniasi e’ una malattia  diffusa in tutto il mondo sia negli uccelli selvatici che in quelli domestici. Mentre nei pappagalli la malattia e’ rara, nei  falchi assume caratteri di particolare interesse ed e’ causata da un organismo unicellulare chiamato “Trichomonas gallinae“. Il Trichomonas e’ un protozoo dotato di mobilita’ ed e’  incapace di sopravvivere all’esterno dell’organismo animale ospitante. La malattia e’ stata segnalata sia negli strigiformi (rapaci notturni) che in tutte le specie di falchi, infatti si ritiene che non esista particolare predisposizione di razza come e’, invece, la norma per  altre malattie. Il falco pellegrino e’, comunque, citato come specie meno predisposta alla malattia dato che per generazioni  la sua dieta e’ stata composta prevalentamente da colombi, principale serbatoio della malattia. Il falco pellegrino potrebbe quindi aver acquisito parziale  resistenza genetica  alla malattia. Questa annotazione, comunque, non e’ stata da noi notata nella pratica personale. I rapaci contraggono la  malattia alimentandosi con prede infette, specialmente colombiformi, bevendo acqua contaminata ed e’ stata anche segnalata la trasmissione diretta del parassita da soggetto a soggetto.

o_trichomonas_gallinae_2I sintomi clinici, solitamente, insorgono dieci  giorni dopo l’avvenuto contatto con il parassita e sono piuttosto variabili. Gli animali affetti da tricomoniasi possono mostrare inappetenza, rigurgito, difficolta’ad alimentarsi, disidratazione, perdita di peso, in alcuni casi piu’ gravi e’ possible avere anche depressione e dispnea. La gravita’ della sintomatologia e’ molto varia esistendo anche casi  completamente asintomatici e rilevati solo al momento della visita veterinaria e del prelievo, tramite tampone, della mucosa esofagea. Per questo, alcuni autori la ritengono addirittura malattia solo oppurtinistica, cioe’ in grado di causare effetti nocivi in animali defedati. Noi riteniamo invece che la patologia sia verificabile in tutti i rapaci e che possa produrre sintomi di malessere da leggeri a gravi in qualsiasi soggetto. Esaminando la cavita’ orale si  notano spesso delle lesioni ulcerative con  produzione di materiale di colore giallastro e di consistenza densa. Queste lesioni, oltre a interessare la cavita’ orale, esofago e gozzo possono essere ritrovate anche a livello delle vie respiratorie superiori. La diagnosi di certezza prevede l’isolamento e l’identificazione microscopica del parassita. Si preleva un campione di mucosa esofagea con un tampone inumidito e il vostro veterinario controllera’ immediatamente al microscopio: in caso positivo si vedranno i parassiti  molto mobili e con tipici movimenti circolari. L’esame al microscopio permette di effettuare una diagnosi di certezza, dato che le lesioni da Trichomonas sono simili a quelle provocate da poxvirus, carenza di vitamina A, micosi e infezioni batteriche.

La terapia e’ facilmente eseguibile e prevede una singola dose orale di carnidazolo oppure metronidazolo o ronidazolo per 5 giorni consecutivi.

In conclusione la tricomoniasi e’una malattia molto diffusa e, anche se non presenta sintomi di particolare gravita’, puo’ sicuramente ridurre le performances agonistiche dei falchi e predisporli a contrarre altre malattie piu’ gravi. In studi effettuati nel Medio Oriente sono stati ritrovate altissime  percentuali di colombi selvatici affetti dal Trichomonas e quindi sicuramente la prevenzione prevede l’alimentazione dei falchi con carne alternativa. Se questo non e’ possibile per problemi da addestramento e’ sempre buona norma l’antica abitudine dei falconieri di eliminare testa, collo e interiora della preda, parti dove risiede il parassita. Durante il periodo di muta e’ bene non nutrire con carne di colombo o congelare le carni per almeno 24 ore, infatti il Trichomonas e’ sensibile alle temperature di – 10 gradi centigradi e tutti i parassiti sono uccisi dal freddo. Bisogna notare, comunque, che le carni congelate non sono un semplice ”toccasana” perche’ la salmonella, ad esempio, e’resistentissima alle temperature di congelamento. Ancora un volta la migliore terapia consiste nella prevenzione: corrette misure igieniche, precise norme alimentari e controlli veterinari periodici eviteranno al vostro falco fastidiosi ”mal di gola” e difficolta’ nell’ingerire il cibo. La prevenzione va sicuramente effettuata anche nei riguardi delle prede. I colombi sono quasi sempre indispensabili nel training per cui l’ideale e’ allevare i propri colombi e sottoporli a visite e trattamenti periodici per la tricomoniasi (una volta al mese durante tutto l’anno). Supefluo aggiungere che bisogna evitare il contatto con colombi cittadini, veri e propri portatori sani di tante malattie, come i famigerati ratti norvegesi. La vostra comprensione delle modalita’ di trasmissione della malattia e la competenza  del veterinario specialista sono la piu’ formidabile assicurazione contro l’ antipatica (e a volte pericolosa ) tricomoniasi.

Antonio di Somma DVM  direttore del Dubai Falcon Hospital dfh@emirates.net.ae

Maddalena Garlinzoni DVM mgarlinzoni@katamail.com

Coccidiosi nei Rapaci

La Coccidiosi
Di:
Dott. Antonio Di Somma e  Dott. Maddalena Garlinzoni

La coccidiosi e’ una malattia parassitaria conosciuta dai falconieri sin dall’antichita’ ed e’ probabilmente la piu’ conosciuta e nominata fra tutte le malattie dei falchi. Forse e’ anche sovradiagnosticata poiche’ molti soggetti vengono considerati infetti dai loro trainers solo dal sintomo classico della diarrea o addirittura solamente in caso di scarse performances agonistiche .

I coccidi sono un gruppo di parassiti largamente diffusi in tutto il mondo animale e sono numerose le specie di coccidi che parassitano gli uccelli. Il ciclo del parassita e’ abbastanza dibattuto in campo specialistico internazionale, non esistendo uniformita’ di vedute . La maggior parte degli  autori considerano il parassita a ciclo diretto, cioe’ il rapace contrae la malattia dal contatto diretto con le feci di un altro animale contenenti le occisti del parassita. Secondo altri studiosi, invece, e’ possibile anche il ciclo indiretto tramite un ospite intermedio che il rapace ingerisce dal terreno (ciclo identico a quello  del Serratospiculum seurati). Le specie di coccidi piu spesso implicate sono del genere Caryospora (neofalconis e megafalconis) ma sono ritenuti patogeni anche i generi Eimeria, Isospora e Frankelia. Nell’ambito degli uccelli rapaci i falconidi sono particolarmente sensibili alla coccidiosi e l’infestazione e’ favorita dalla scarsa igiene delle falconiere e dalla partecipazione dei falchi a battute di caccia e a raduni ( in cui non e’ possibile la perfetta igiene dei blocchi dalle deiezioni dei rapaci.). Sono numerose le specie di coccidi riconosciute patogene per i rapaci. Questi parassiti sono in grado di resistere nell’ambiente esterno per mesi sotto forma di oocisti (forma di resistenza del parassita), queste vengono inattivate dall’esposizione alla luce solare diretta mentre sopravvivono perfettamente in ambienti caldo umidi e al riparo dalla luce. L’ottima resistenza delle oocisti nell’ambiente esterno rende difficilissima l’eradicazione della malattia dagli allevamenti e da tutti gli ambienti ad alta concentrazione di animali. Le oocisti sono diffuse nell’ambiente tramite le feci dell’ospite e, per rendersi conto del grado di contaminazione ambientale raggiungibile, basti pensare che si possono trovare fino a 500.000 oocisti per grammo di feci. L’animale assume le oocisti tramite cibo e acqua contaminati dalle feci e il parassita si localizza nel piccolo intestino. Gli uccelli giovani, i soggetti stressati o comunque defedati per qualsiasi motivo sono piu’ suscettibili a risentire della presenza del parassita mentre gli animali sani e ben curati ,di solito, sviluppano una parziale immunita’. Logicamente gli animali in addestramento nelle fasi iniziali (e quelli comunque sottopeso) risentono maggiormente degli effetti della coccidiosi.

I segni clinici sono caratterizzati dalla perdita di consistenza delle feci, queste diventano diarroiche e assumono un colore marrone rossastro. Nei casi piu’ gravi le feci sono francamente emorragiche, con parti di mucosa intestinale e presenza di cibo indigerito. Gli animali possono essere letargici, depressi, con scarso appetito e perdere peso. Il piumaggio arruffato e il vomito sono anche indicatori della malattia, cosi’ come la scarsa voglia di volare e la perdita di aggressivita’. L’anoressia e la disidratazione, a cui l’animale va incontro, possono portare a morte in pochi giorni i soggetti piu’ gravemente colpiti, soprattutto i giovani di eta’ dalle 4 alle 24 settimane). Forbes ha compiuto uno studio su smerigli morti improvvisamente in allevamento dimostrando la pericolosita’ della malattia anche in uccelli non stressati. Nella pratica quotidiana, comunque, il ritrovamento delle oocisti nelle feci non e’ sufficiente per la dignosi clinica di malattia, tanto e’ vero che molti falchi con grandi performances vengono ritrovati positivi ad esami di controllo. Il ritrovamento delle oocisti avviene abbastanza facilmente con un esame delle feci istantaneo o per flottazione. Il numero di oocisti ritrovato per campo microscopico da’ una prima idea dell’importanza della patologia. La terapia si basa su farmaci provenienti dalla clinica dei polli o dei colombi: sulfamidici, amprolium, clazuril, toltrazuril. La terapia di clazuril da effettuare una sola volta sembrava il toccasana ma si e’ rilevata di scarsa efficacia. Noi effettuiamo terapia con toltrazuril per 2 giorni consecutivi accompagnata da grandi raccomandazioni di cambiare la sabbia, disinfestare la falconiera, trattare tutti gli animali conviventi e diminuire la promiscuita’. Di solito le raccomandazioni si fermano alle buone intenzioni. I controlli periodici sono indispensabili, specialmente pensando che un animale poco parassitato potrebbe non avere sintomi clinici ma sicuramente mostrare minore efficienza atletica.

La profilassi ambientale e’ indubbiamente il miglior modo per tenere sotto controllo la coccidiosi. Le feci degli animali non devono entrare in contatto con acqua e cibo e il falco non dovrebbe mangiare a terra, ma piuttosto su una apposita piattaforma pulita. Anche l’abitudine di far mangiare l’animale sul pugno con guanto di cuoio e’ sicuramente deleteria, ma riteniamo davvero poco difficilmente eradicabile dalle nostre abitudini. Cominciamo, quindi, a lavare bene i guanti di cuoio o ad usare gli arabi “mangalah” lavabili in lavatrice periodicamente. Il blocco o la pertica, la vasca dell’acqua e la piattaforma devono essere puliti giornalmente, cosi’ come e’ necessario un frequente ricambio della lettiera.

Discusso ,invece, e’ l’argomento del medicinale dato sistematicamente a periodi fissi come mezzo di prevenzione, noi sinceramente siamo contrari preferendo il contatto diretto con l’animale e il racconto del falconiere per le sue prestazioni agonistiche.

In conclusione raccomandiamo grandi e costanti misure igieniche e controlli periodici veterinari per evitare ai nostri falchi crampi addominali e a noi falconieri terribili psicogeni mal di pancia da scarse prestazioni dei nostri beneamati.

Dott. Antonio Di Somma, DVM, Direttore Dubai Falcon Hospital dfh@emirates.net.ae

Maddalena Garlinzoni, DVM, mgarlinzoni@katamail.com