La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Incubazione Artificiale

 La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino

INCUBAZIONE

 

La percentuale di schiusa si aggira attorno a valori compresi tra il 75% e l’85% per quanto riguarda uova fertili di falco pellegrino incubate in una piccola incubatrice ad aria forzata (Marsh Farm Roll-X) mantenuta ad una temperatura dell’aria di 37, 5 gradi centigradi e a una umidità relativa di circa il 40%. L’umidità può variare ma non deve superare il 45% durante la maggior parte del periodo di incubazione; altrimenti non ci sarà una sufficiente trazione nella camera d’aria per permettere una normale schiusa. Le uova vengono tenute in una griglia per uova di gallina di medie dimensioni, con la loro estremità maggiore posta a formare un angolo di 45 gradi.

Attualmente sul mercato ci sono ottime incubatrici supercollaudate da allevatori di fama internazionale. Potete trovare la lista dei produttori tra i Link di questo sito.

Per l’incubazione vengono usate con successo incubatrici ad aria forzata cioè con un motore provvisto di ventola che muove l’aria all’interno della stessa in modo che la temperatura sia uniforme in ogni zona. Assicurarsi che i termometri e gli igrometri siano precisi e ben funzionanti. Anche un buon termostato è essenziale e oggigiorno esistono quelli digitali che offrono una variazione di temperatura di 0.2 °C. E’ sempre meglio che l’incubatrice abbia 2 termostati: uno digitale e l’altro a membrana che interverrà nel aso il termostato digitale si rompa. Inoltre è fortemente consigliato effettuare, nel periodo precedente l’incubazione, un completa disinfettazione e sterilizzazione delle incubatrici e di tutte le attrezzature (usando del permanganato di potassio e formalina in proporzioni 1:2).Le uova in incubatrice vengono girate (“turning”) da 4 a 8 volte al giorno da un motorino provvisto di motoriduttore, come fa la femmina in natura. Bisogna cercare di eliminare eventuali vibrazioni prodotte dalla ventola e dal voltauova. Esse sono dannosissime e dimezzano di molto la percentuale delle nascite.

Due volte al giorno le uova mentre vengono raffreddate tenendole alla temperatura ambiente della stanza di incubazione ( “cooling”) per circa 10-15 minuti. Ogni cinque giorni si procede con il peso delle uova (“weighting”) e con la speratura (“candling”) allo scopo di determinare la condizione dell’embrione e della camera d’aria. Infatti la dimensione e la condizione della camera d’aria negli ultimi stadi di incubazione sono importanti indicatori di come sta procedendo l’incubazione.

E’ molto importante accennare al concetto del controllo del peso delle uova durante l’incubazione. Sviluppandosi, infatti, l’embrione metabolizza le riserve alimentari immagazzinate nell’uovo e producendo di conseguenza molecole di acqua che evaporano attraverso le minuscole porosià del guscio . Bisogna mantenere un perfetto equilibrio tra l’acqua persa nei processi evaporativi e l’umidità all’interno dell’incubatrice. Per effettuare tale tipo di controllo si deve prima conoscere qual è il peso dell’uovo subito dopo la sua deposizione; allora si misura la lunghezza (L) e la larghezza (l) delluovo appena prelevato dal nido ( 1 sett. dopo la sua deposizione) e si applica la formula: w = 0,0005474(L x l)2

dove w è il peso dell’uovo appena deposto. A questo punto si deve procedere in modo da far perdere all’uovo circa il 16% del suo peso iniziale durante tutto il periodo di incubazione fino alla schiusa. Se per es. l’uovo in questione pesa 45 grammi, sapendo che nel Pellegrino il periodo di incubazione dura in media 31 gg, e calcolando il 16 % di 45 gr otteniamo come risultato che l’uovo durante tutto il periodo di incubazione deve perdere 7,2 gr e cioè circa 0,23 gr al giorno. Se viene monitorato il peso dell’uovo ogni giorno risulterà statisticamente difficile ottenere risultati precisi, dunque le misurazioni del peso verranno effettuate ogni 5-6 gg. Per ottenere la perdita di peso desiderata dovremo aumentare l’umidità relativa aggiungendo più acqua nell’incubatrice nel caso in cui l’uovo sta perdendo troppo peso e, viceversa diminuire l’umidità, togliendo acqua, nel caso in cui l’uovo non sta perdendo il necessario peso (per il controllo del peso esiste un apposito software che può essere reperito attraverso il sito dell’ Avian Management Service )

Dopo 30-31 giorni di cova, l’ uovo inizia a mostrare segni di cambiamenti interni. La speratura in questo momento, mostrerà che l’ embrione in sviluppo adesso ha iniziato a rompere la camera d’ aria che, se prima era sferica, adesso è elleittica. Inoltre l’ embrione ora occupa una area maggiore dentro il guscio. Tutto questo susseguirsi di cambiamenti interni è chiamato “pipping”.

Per nasere il pulcino richiederà molto più ossigeno rispetto a quello che esso assorbe normalmente con la diffusione attraverso il guscio, quindi iniziano ad entrare in funzione ora i suoi polmoni ed i suoi sacchi aeriferi. Adesso la funzione delle membrane corioallantoiche non serve più ed esse vanno in declino, ma questo processo verrà completato solo alla schiusa. Il pulcino adesso si trova in un momento di transizione in cui sta sviluppando le forze per rompere il guscio e uscire fuori dall’uovo.

Le uova nello stadio di “pipping” vengono spostate in una unità di schiusa (“hatcher”)costituita da un’altra incubatrice ad aria ferma, a una temperatura di circa 37 gradi e a una umidità relativa dell’ 80-85% che previene la disidratazione.E’ provato infatti che l’aria forzata prodotta dalla ventola al momento della schiusa, secchi eccessivamente la membrana dell’uovo ostacolando la nascita del pulcino.

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Allevamento

 
La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino

BREEDING (Allevamento)

 

Se è avvenuta la formazione della coppia (“pair bond”), ci si può usualmente aspettare la deposizione di uova entro due settimane dopo la prima copulazione. La femmina infatti entrerà in una condizione che è detta ” letargia della deposizione ( “egg lethargy”). Essa trascorre moltissimo tempo nel nido in posizione appollaiata e appare stressata. I suoi occhi sono semichiusi, sembra muoversi e defecare con difficoltà. La sua cloaca e tutto il suo basso addome sono rigonfi. Durante l’escrezione essa assume una postura accovacciata e con le gambe spalancate. Gli escrementi sono voluminosi e i bordi della sua cloaca sono allargati cospicuamente e rosei. Questa condizione letargica persiste durante tutta la deposizione delle uova in gradi varianti. Le uova generalmente sono deposte a intervalli di 48 ore, ma intervalli fino a 72 ore non sono inusuali (a seguito dell’ improvviso abbassamento della temperatura ambiente).

Un modo per evitare l’incompatibilità di un maschio e una femmina è quello di usare l’inseminazione artificiale. La cosiddetta tecnica cooperativa di inseminazione artificiale è applicabile agli uccelli che hanno sviluppato una completa risposta sessuale nei confronti degli umani. Il seme prelevato da un maschio imprintato e copulante con l’uomo, viene trasferito all’ ovidutto di una femmina anch’essa imprintata e che accetta volontariamente di essere inseminata da parte dell’uomo. È anche possibile utilizzare la tecnica forzata del massaggio, quella comunemente utilizzata per i polli, come è stato fatto con i pellegrini in Germania.

La produttività in cattività dei falconi può essere incrementata usando una delle seguenti tecniche:

1) Tecnica della doppia covata (“double clutching”): sfrutta il principio naturale secondo cui qualora la prima covata vada persa, la femmina è biologicamente capace di deporne una seconda, se le circostanze lo permettono ( quantità e qualità del cibo, tempo atmosferico e tempo fotoperiodico ancora disponibile). In tal caso in cattività si procede rimuovendo la prima covata intera per incubarla artificialmente e lasciando deporre alla femmina una seconda covata che le si lascerà incubare e portare avanti naturalmente. Si possono così ottenere fino a 3-4 covate per un totale di 12-16 uova per una sola femmina in una stagione riproduttiva (mentre dai Gheppi per es. possono essere ottenute anche fino a 20 uova). Le uova della covata devono essere prelevate dal nido sette giorni dopo la deposizione dell’ultimo uovo. Sette giorni è un compromesso arbitrario. Poiché l’obiettivo è quello di far deporre alla femmina una nuova covata, le uova devono essere prelevate il più presto possibile altrimenti non si avrà la seconda deposizione. Dall’ altro lato è molto importante dare alle uova alcuni giorni di incubazione naturale perché ciò incrementa enormemente la percentuale di schiusa delle uova in incubatrice.

2) Tecnica della deposizione multipla (“egg pulling”): è altrettanto valida e consiste nel rimuovere le singole uova non appena deposte; si basa sul principio di riuscire ad incrementare lo stimolo riproduttivo di una femmina, che così deporrà continuativamente anche fino a 15 uova.

È ovvio che qualunque di queste tecniche si utilizzi bisogna fornire alla femmina una quantità di cibo abbondante e ben supplementata con vitamine e sali minerali (quali calcio e fosforo).

In entrambe le tecniche precedentemente descritte si sarà costretti ad incubare alcune uova artificialmente e ciò richiederà, nella maggior parte dei casi, l’allevamento a mano dei pulcini ed il loro conseguente imprinting sull’uomo: tali falchi saranno allora adatti solo alla falconeria ma difficilmente potranno esser riprodotti naturalmente (“natural mating”), a meno che non si usi la tecnica dell’inseminazione artificiale cooperativa. Altrimenti i piccoli potrebbero essere allevati da genitori adottivi, purché della loro stessa specie, in quanto l’imprinting a una specie diversa può essere un potenziale problema per l’eventuale successiva riproduzione naturale; ma è stato visto che l’affidare i giovani a genitori sostitutivi della loro stessa specie all’età di circa 2-3 settimane, permettendo loro il completo sviluppo fino allo stadio di adulto con tali genitori, consente lo sviluppo di un normale comportamento sociale nei confronti dei conspecifici nei successivi stadi di vita adulta.

Un’altra soluzione è la seguente: di solito le femmine non iniziano l’incubazione finché non è stato deposto il terzo uovo; l’allevatore permette alla femmina di incubare le uova per i primi 7-10 giorni, dopo di che le uova vengono rimosse per l’incubazione artificiale. In breve tempo la femmina depone nuovamente le uova per una seconda covata: ciò avverrà 14 giorni dopo per il pellegrino. I pulcini che così nasceranno dalla prima covata verranno allevati a mano e avranno circa sette giorni di età quando la seconda covata avrà già avuto 7-10 giorni di incubazione naturale, così questi pulcini saranno posti nel nido nel momento in cui verranno rimosse le uova della seconda covata. Quando si schiuderanno in incubatrice le uova della seconda covata e i nidiacei verranno allevati a mano fino a sette giorni di età, i pulcini della prima covata saranno già grandi abbastanza da poter essere spostati in un altro locale di allevamento; così i nidiacei della seconda covata potranno essere rimessi nel nido per essere allevati naturalmente dai genitori. L’utilizzo di questo metodo permette quasi il 85% di percentuale di schiusa e di allevamento; comunque esso stressa molto la femmina che dunque dev’essere alimentata nella maniera più completa possibile utilizzando anche supplementi alimentari.

Pagina principale della Ripr.in cattività Falco Pellegrino.

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Coppia Riproduttiva

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino
 

 

BREEDING STOCK (La Coppia Riproduttiva)

Purtroppo solo alcuni individui si accoppieranno e si riprodurranno in cattività con successo; il primo obiettivo nello sviluppo di una colonia o anche solo di una coppia riproduttiva in cattività è dunque quello di selezionare uno stock adatto. La variabilità che esiste fondamentalmente è tutta una questione di selezione genetica: il canarino per es., soggetto a centinaia di anni di selezione genetica artificiale in cattività, è diventata una razza geneticamente “domestica”, infatti ponendo assieme in una gabbia di adatte dimensioni una femmina ed un maschio di canarino ben difficilmente la loro riproduzione naturale verrà inibita, a meno che non subentrino fattori ambientali non genetici. Non c’è dubbio dunque che la predisposizione di un falcone a riprodursi in cattività sia determinata e dalla sua costituzione genetica e dalle condizioni ambientali non genetiche, cioè dal tipo di comportamento che esso ha appreso sin dal suo primo giorno di vita ( compreso l’imprinting) che ne condiziona l’adattamento alla vita in cattività. Se quasi tutti i canarini si riprodurranno in cattività senza problemi, non tutti i Pellegrini faranno altrettanto con la stessa facilità.

Dunque, in poche parole, il fattore principale che condiziona le performance in cattività è l’adattamento dell’animale a questo stile di vita, e l’adattamento ha sia una componente genetica sia una componente appresa.

Nel reperire gli uccelli per la creazione di uno stock riproduttivo bisogna quindi tenere conto di alcuni fattori che aiuteranno subito ad evitare a priori alcuni tipici problemi della propagazione in cattività dei rapaci:

1) Se si intende procedere con la riproduzione naturale, assicurarsi che tanto i maschi quanto le femmine siano imprintati naturalmente sulla loro stessa specie, (cioè che siano stati allevati dai loro genitori naturali,”parent reared”); occorre evitare quindi gli esemplari imprintati sull’uomo (cioè che siano stati allevati a mano, “hand reared”) o su altre specie ( nel caso siano stati allevati da genitori adottivi quali il Sacro o il Lanario, “cross fostered”).

2) Se invece si ha la possibilità di usare l’inseminazione artificiale andrà bene qualsiasi individuo sia esso imprintato naturalmente o artificialmente; inoltre si avrà il vantaggio di scavalcare il problema dell’incompatibilità di coppia.

3) Scegliere per formare le coppie, individui non geneticamente correlati ( troppo imparentati ) e soprattutto assicurarsi che gli individui stessi non siano nati da genitori troppo correlati e possano dunque presentare possibili anormalità di origine genetica.

4) E’ preferibile reperire gli esemplari in giovane età piuttosto che da adulti già maturi ( con lo scopo di risparmiare tempo) e accoppiarli da subito in modo da permettere la formazione di un certo affiatamento tra i partners; tale sistema permetterà di evitare problemi di aggressività e di disadattamento al locale ed alle circostanze di allevamento.

5) Tenere conto della sottospecie: cioè evitare di usare un maschio di una sottospecie diversa della femmina; tale ibrinazione risulterà inutile praticamente e dannosa in quanto inquinerà il pool genetico. Inoltre informarsi sempre della sottospecie esatta a cui appartengono gli individui che si stanno usando allo scopo di assicurare loro le migliori condizioni climatiche e fotoperiodiche ( le sottospecie nordiche, per es. il Pealei, hanno bisogno di una manipolazione artificiale del fotoperiodo se allevate in regioni diverse da quelle di origine).

6) Se possibile richiedere un pedigree e comunque cercare di usare individui molto addomesticati cioè nati in cattività da un elevato numero di generazioni non correlate: essi infatti saranno geneticamente più adattati alla vita in cattività (ricordate il canarino).

7) Assicurare infine le migliori condizioni ambientali ed alimentari .

Normalmente i falconi vengono tenuti in coppia fissa per tutto l’ anno sebbene alcuni allevatori pensino sia importante separare la coppia durante l’inverno.

Un tipico problema che spesso inibisce la riproduzione, è quello dell’eccessiva aggressività delle femmine nei confronti dei maschi; la soluzione in tal caso potrebbe essere quella di mettere sul blocco la femmina legandola con i geti e la lunga a una pertica bassa, per lasciare invece il maschio libero nella voliera; questa procedura sembra avere un buon effetto nel tenere a freno la femmina e nel permettere al maschio di stabilire una sufficiente dominanza, così che nel giro di 4-6 settimane quando la femmina verrà nuovamente rilasciata, i due coniugi saranno capaci di vivere insieme senza nessun pericolo di aggressività. Un’altra soluzione è quella di separare momentaneamente la femmina in un locale adiacente visibile dal maschio così da favorire una familiarizzazione a distanza tra i coniugi e permettere al maschio di stabilire una dominanza e conoscere più a fondo il locale ( con gli eventuali nascondigli e vie di fuga). Il problema dell’aggressività non sopravviene con i giovani falconi che vengono allevati insieme sin dai primi giorni di vita.

Inoltre per superare i problemi di eccessiva aggressività eo di maschi privi di iniziativa verso le femmine, sono state sperimentate delle terapie ormonali stimolanti. In seguito alla somministrazione artificiale di testosterone diluito si è ottenuto un incremento delle attività corteggiative e copulative.

Il maschio del Pellegrino (terzuolo), che è molto più piccolo della femmina e più attivo ed eccitabile come partner durante il periodo precedente la deposizione, ha speciali problemi nell’ adattarsi alle condizioni fisiche e sociali della vita in cattività. Può accadere che il corteggiamento aereo, stimolante ed importante nel promuovere un completo sviluppo sessuale del maschio, possa essere inibito in una voliera, con il conseguente blocco del ciclo riproduttivo . L’esperienza ha mostrato che invece le femmine in cattività raggiungono più facilmente le condizioni riproduttive piene e riescono ad entrare in estro ed a deporre le uova con maggiore facilità rispetto a quella con cui i maschi riescono a copulare ed eiaculare. Questo il motivo per cui molto spesso si ha la deposizione di uova infertili da parte delle coppie di falconi. Il problema può essere risolto usando voliere di forma rettangolare.

 

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino:Nutrizione

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino
 

 

FEEDING (Nutrizione)

 

L’alimentazione avviene attraverso porte o sportelli accessibili dall’esterno. La dieta consiste soprattutto di pulcini di pollo di cinque settimane di età , occasionalmente di quaglie, ratti, conigli, e pulcini di pollo di un giorno di età (D.O.C. “Day Old Chick” ). Anche la testa di pollo è un cibo adatto ed economico e può costituire la base principale della gestione alimentare di una colonia riproduttiva: unica precauzione è quella di ammorbidirla prima con un martello. I ratti e i conigli vengono sviscerati, ma tutti gli altri tipi di cibo vengono invece forniti interi. Viene inoltre data una supplementazione vitaminica e minerale soprattutto durante il periodo di muta e quello riproduttivo. Inoltre l’aggiunta di vitamine e sali minerali è fondamentale nei casi in cui non si abbia la possibilità di assicurare una certa variabilità alimentare: dunque evitare di fornire per lungo tempo lo stesso tipo di cibo, ma differenziare la dieta periodicamente.

E’sempre bene lasciare le piume ed il pelo nei cibi forniti allo scopo di favorire il rigurgito delle borre che hanno l’importante funzione di manternere in buona salute il tratto gastro-intestinale.

Da un punto di vista quantitativo non bisogna esagerare e sovralimentare gli uccelli. L’ esigenza metabolica standard di un pellegrino in cattività è di circa 90 chilocalorie al giorno. Solo nei primi giorni si fornirà cibo abbondante e così ci si renderà conto della quantità media di cibo consumata dai due membri di una coppia; in base a ciò ci si regolerà per il tempo successivo. Comunque, come riferimento si può usare la tabella alimentare sotto illustrata.

TIPOQUANTITA’
QUAGLIA1 (180 gr)
PULCINO3 (75 gr)
TOPO4 (100 gr)

Bisogna però tenere conto del fatto che le esigenze alimentari si modificano periodicamente: in inverno gli uccelli avranno bisogno di una maggiore supplementazione di cibo soprattutto se alloggiati in voliere esterne, e anche nel periodo riproduttivo bisognerà fornire più cibo sia per le aumentate esigenze metaboliche delle femmine in deposizione sia per favorire un maggiore scambio di cibo tra i coniugi durante le parate corteggiative.

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Strutture

 La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino

HAUSING (Strutture)

 

L’ambiente della voliera deve fornire le adeguate condizioni fisiche e sociali per la riproduzione. Per i grossi falconi il minimo essenziale è che ogni coppia venga tenuta in una voliera separata così che gli uccelli possano sviluppare un certo senso di territorialità; ci deve inoltre essere un adatto sito per la nidificazione, e un adatto insieme di pertiche, oltre che uno spazio aperto per il corteggiamento e la riproduzione.

La dimensione ideale per una voliera varia dai 9 ai 35 mt2, in funzione del “tipo” di esemplari che si stanno allevando ( selvatici, ingiuriati permanentemente, imprintati, coppie naturali) con una altezza di 3-3,5 mt al vertice . I materiali da usare per i pannelli delle pareti laterali, del tetto e delle travi di sostegno, sono l’acciaio o altri metalli ed il legno, mentre bisogna evitare le materie plastiche eccetto che per le onduline del tetto. Il fondo è coperto da ghiaia grezza di due o più centimetri di diametro sopra la quale vi è un ulteriore strato di ghiaia di minor diametro e più liscia. Sotto ogni pertica viene sparsa della paglia per facilitare le operazioni di pulizia. Ogni voliera ha inoltre dei sistemi per fornire artificialmente acqua e luce (oltre che calore), controllati da interruttori o timer automatici.

La forma della voliera è notevolmente importante: le forme rettangolari strette foniscono una maggiore distanza di volo pur mantenendo la stessa area rispetto alle forme quadrate ( è dunque meglio un 3 x 6 piuttosto che un 4,5 x 4,5 a parità di area in mt2 ).

Per i falconi le voliere devono essere fornite di una varietà di posatoi, di tipo “shelf” o “ledge”, posti a varie altezze sulle pareti, oltre che di due lunghe pertiche da lato a lato alle due estremità del locale per favorire i lunghi voli. È conveniente tenere la parte centrale della stanza completamente libera per non ostruire il volo dei rapaci e perciò non bisogna porre nè rami nè alberi nel centro della stanza.

 

Nella figura a fianco viene mostrata una pertica a piattaforma che come si vede è ricoperta da un tappetino di erba sintetica (Astroturf).

 

Le migliori piattaforme da nido sono risultate essere quelle di forma triangolare (lato 1 mt) poste su un angolo all’altezza di circa 2,5-3 mt. È conveniente utilizzare due piattaforme a due angoli opposti della voliera, infatti ciò sarà utile quando, dopo avere prelevato le uova della prima covata, la femmina si accinge a deporre una seconda covata e molto spesso utilizzerà l’altra piattaforma da nido libera, così come avviene in natura.

E’ necessario considerare oltre che le dimensioni e l’ambiente interno della voliera anche la sua configurazione. Infatti le voliere possono essere completamente chiuse da tutti i lati con la luce proveniente solo dal tetto (“skylight”) oppure possono avere una o più pareti aperte, cioè coperte solo dalla rete metallica. Ci sono delle notevoli differenze nell’uso di queste due configurazioni. Le voliere “skylight” hanno solide mura laterali ( costituite da pannelli metallici o di legno) e un tetto aperto alla luce, chiuso solo dalla rete; esse danno la massima opportunità di riprodursi agli uccelli eccessivamente nervosi e poco domestici. I pulcini che nascono in questo tipo di voliere hanno contatto solo con i loro genitori e con i loro fratelli o sorelle, ma non vedono nessun essere umano e nessun altro elemento esterno. Il loro unico contatto con l’esterno è l’udito . Purtroppo con questo metodo di allevamento vengono prodotti normalmente pochi uccelli. Inoltre non è possibile ispezionare con precisione i giovani e quindi eventuali problemi patologici non verranno individuati, di conseguenza diviene di fondamentale importanza mantenere un livello igienico il più alto possibile. I giovani uccelli che nascono in queste voliere e che vi vengono allevati non sono portati a caccia dai loro genitori e saranno nervosi e paurosi nei confronti degli umani e nei confronti dell’ambiente attorno alla voliera. In questo modo il loro addestramento per la falconeria sarà simile a quello praticato sugli uccelli completamente selvatici; infatti essi non avranno nessuna esperienza di volo o di caccia prima di essere addestrati e inoltre saranno imprintati solo sulla loro stessa specie. I falchi pellegrini allevati in questo modo sono più nervosi rispetto ai pellegrini selvatici.Aggiungendo alle voliere delle finestre o usando delle voliere con pareti in parte chiuse da pannelli ed in parte da rete, si permetterà agli uccelli di entrare più in contatto con gli umani e con la vita esterna; i rapaci nati e allevati in queste voliere avranno bisogno di un addestramento meno intenso e possono essere fatti volare per la falconeria a un peso maggiore rispetto agli uccelli nati nelle voliere “skilight”. Gli uccelli nati nelle voliere parzialmente aperte saranno in parte imprintati sugli umani in base al grado di contatto che avranno avuto con essi.

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino Introduzione

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino
 

 

INTRODUZIONE ALLA RIPRODUZIONE IN CATTIVITA’

Sebbene i falconi siano stati addestrati e fatti volare nello sport della falconeria per più di duemila anni, solo nell’ ultimo cinquantennio alcuni falconieri hanno fatto sostenuti tentativi di riprodurre questi uccelli in cattività. A partire dal 1960, e particolarmente dal 1965, si è sviluppato un interesse su scala mondiale nel perfezionare i metodi per la riproduzione degli uccelli da preda in cattività con particolare riguardo ai grossi falconi. I primi consistenti e incoraggianti risultati sono stati ottenuti con il Gheppio Americano e con il Gheppio Europeo, sebbene in Germania nel 1962 si sia avuta la prima riproduzione cattività di una coppia di Pellegrini ad opera del falconiere Renz Waller.

In generale il maggiore interesse è stato focalizzato sul Falco Pellegrino a causa delle grosse richieste come uccello per la falconeria e dello stato di forte pericolo di alcune popolazioni riproduttive del Nord America e dell’Europa in seguito ai dannosi effetti del del massiccio uso dei composti organoclorinici (DDT) diminuzione dello spessore del  guscio  delle uova

e conseguentemente

sui risultati riproduttivi.

Le esperienze degli ultimi decenni mostrano che la riproduzione in cattività , pratica e su larga scala, è realizzabile per molte specie di rapaci inclusi i Pellegrini. Almeno 20 specie appartenenti al genere Falco sono state fin oggi riprodotte in cattività in buon numero.

In un progetto di riproduzione in cattività di Falchi Pellegrini, 30 coppie in buono stato riproduttivo sono sufficienti ad allevare duecento o più giovani falconi ogni anno; una cifra molto superiore a quella prodotta annualmente degli esemplari selvatici.

 

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino uso in Falconeria

 
La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino

USO IN FALCONERIA

 

Viene usualmente fatto valare praticamente a tutte le prede tipiche della caccia di alto volo quali corvidi (gazze, taccole corvi), tetraonidi ( starne, fagiani, pernici), beccacce, ed anatidi. Sin dalle origini della falconeria comunque i falconieri hanno visto nella “Red grouse” la preda prediletta dal pellegrino addestrato. Ben adattato ai cambi climatici, esso si esprime al massimo nella caccia d’alto volo in giornate ventose e fredde e grazie alla sua coda corta ed alla notevole apertura alare potrà effettuare degli spettacolari voli.

I Pellegrini maschi (terzuoli) sono maestri di agilità e di velocità. Essi sono meglio sfruttabili per la caccia a prede più piccole. I maschi sono molto efficienti con le pernici e con le gazze mentre i corvi e le cornacchie vengono lasciati alle più potenti femmine (dette falconi).

Il suo facile addestramento, le sue notevoli performances , la velocità e lo stile sul campo ne hanno fatto il rapace preferito nella falconeria per vari millenni; anche oggi penso non ci sia falconiere che non possegga o abbia volato uno o più pellegrini nella sua carriera. Per la legge Italiana possono essere usati solo falchi nati in cattività da almeno due generazioni (F2). Questo è il motivo per cui ritengo sia importante che ogni falconiere, che ne abbia la possibilità e la voglia, si accinga alla propagazione in cattività di tale falco. Ciò permetterà di avere sempre a disposizione uno stock di rapaci con i quali sostituire eventuali perdite, selezionare individui particolarmente capaci nella caccia, e recuperare le spese di mantenimento. Magari molti avranno provato la riproduzione in cattività ma, rimasti delusi dai primi tentativi, hanno rinunciato.

Allora, la prima regola per chi si accinge a questo allevamento è non perdersi mai d’animo e avere molta pazienza: conosco persone che hanno avuto la nascita dei primi pulcini da una coppia formata già da 5 o 6 anni, benché la maturità venga raggiunta a 2-3 anni di età (ciò si spiega perché gli esemplari hanno avuto bisogno di molto tempo per adattarsi a dovere alla vita in voliera).

Per chi ha serie intenzioni di praticare la riproduzione in cattività dei falconi ( e dei rapaci in generale) inoltre è di enorme importanza fare tesoro delle esperienze e delle tecniche sviluppate in decenni di studi da parte di centinaia di persone in tutto il mondo: tali informazioni sono state pubblicate su libri ed articoli che dunque bisogna tenere sempre presenti. Non pensate egoisticamente di poter fare tutto da soli e di potere risolvere tutto con la sola esperienza: alcune tecniche non le scoprirete mai da soli neanche in 50 anni di pratica! ( del resto, se non fosse così nel mondo non sarebbero necessari tutti gli scienziati che invece operano).

 

 

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino, Biologia

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino
 

 

BIOLOGIA

 

Nome e Classificazione: Il falco Pellegrino (Falco Peregrinus, Ingl. Peregrine Falcon, Fr. Faucon Pèlerin, Ted. Wanderfalken) appartiene all’ordine dei Falconiformi, genere Falco. E’ diffuso su quasi tutto il globo ( o lo era? ) , con circa 22 popolazioni riproduttive locali (o sottospecie).

Morfologia e Biometria : Non mi soffermo a darne una completa descrizione morfologica (che può essere letta su una qualsiasi guida ornitologica), ma ricordo solo che la femmina ed il maschio sono molto simili eccetto che per le dimensioni: la femmina infatti è più grossa e perciò nel gergo della falconeria è detta “falcone”, mentre il maschio è di un terzo più piccolo ed è detto appunto “terzuolo”. Questo dimorfismo sessuale dimensionale rovesciato (Reversed Sexual Size Dimorfism: RSSD) è una caratteristica comune a tutto il genere Falco ed a gran parte degli uccelli rapaci.

I principali caratteri per distinguere gli immaturi dagli adulti sono: la testa che nell’immaturo è bruno scura e nell’adulto nera, i mustacchi bruno scuri negli immaturi e neri e stretti negli adulti, il petto con gocciolature scure verticali nei giovani, con sottili bandeggiature nere orizzonatli negli adulti, ed i tarsi e le zampe grigiastre negli immaturi, giallo brillanti negli adulti .

Il piumaggio adulto viene raggiunto nel secondo inverno di vita. Negli adulti la muta si ha tra agosto e dicembre mentre negli immaturi si ha tra marzo e dicembre.

Dal punto di vista dimensionale si hanno i seguenti caratteri biometrici :

CARATTERE

MASCHIO

FEMMINA

PESO

400-650 gr

700-1000 gr

LUNGHEZZA

38-42 cm

40-48 cm

ALA

280-300 mm

320-340 mm

CODA

130-160 mm

AP. ALARE

80-110 cm

BECCO

20 mm

TARSO

45-50 mm

Habitat: Il pellegrino può coprire un’ ampia varietà di habitat che comunque devono contenere al loro interno delle zone rocciose piuttosto elevate e frastagliate. Vengono evitate solò le zone boscose, quelle desertiche e quelle troppo aride.

Alimentazione: Falco Pellegrino (Bonnie) su Gabbiano Reale Cacciatore esclusivamente aereo, oltre il 98% delle sue prede sono uccelli di dimensioni oscillanti tra quella di un passero e quella di un germano reale. Le prede preferite sono comunque i piccioni, gli storni, i tordi, le pernici, i corvidi e non disdegna anche altri rapaci quali il gheppio.

Solo occasionalmente può catturare insetti, pipistrelli o micromammiferi terrestri.

La ricerca viene effettuata attraverso lunghi voli esplorativi oppure all’agguato; passa infatti molto tempo nei suoi posatoi preferiti come speroni di roccia o rami sulle rocce ove nidifica.

Nelle fasi di volo raggiunge fino agli 80 Kmh mentre in picchiata può superare i 200.

Riproduzione: Tra la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile hanno il via le parate nuziali e gli accoppiamenti. Sono voli spettacolari e mozzafiato in cui i maschi attirano le femmine, e le corteggiano anche offrendo loro delle prede.

Il tipico sito per la nidificazione è una coppa appena accennata su anfratti naturali di rocce a picco alte da pochi mt a diverse centinaia. Ogni coppia possiede vari siti alternativi per la nidificazione, in genere non molto lontani gli uni dagli altri.

Nel nido vengono deposte da 1 a 7 uova ( in media 3-4) color crema, con macchie rossicceUova di Falco Pellegrino, la cui dimensione varia da 45 a 58 mm in lunghezza, da 36 a 44 mm in larghezza mentre il peso è di circa 45 gr.

L’incubazione inizia a partire dal secondo o dal terzo uovo, comunque prima che tutta la covata sia completa, dura da 28 a 31 gg ed è opera della sola femmina. Il maschio invece procvvede a portare il cibo a tutta la famiglia almeno fino a quando la femmina potrà anch’essa andare a caccia e cioè quando i pulcini avranno circa 2 settimane di età. A 3 settimane i piccoli possono già mangiare da soli ed a 35 gg essi abbandonano il nido restando però sempre nelle sue vicinanze per altre 3-4 settimane, periodo in cui essi vengono ancora alimentati dai genitori ed istruiti sulle tecniche di caccia. A questo punto i giovani sono già capaci di catturare da soli delle prede ed iniziano dunque a disperdersi in erratismo.

Allo stato selvatico la produttività media misurata per una coppia è di 1,5-3 giovani l’anno.

Sottospecie: Come abbiamo detto se ne conoscono più di 20 anche se alcune sono praticamente indistinguibili. Vi è la tendenza generale ad una diminuizione delle dimensioni passando dalle sottospecie nordiche a quelle più meridionali ( con l’eccezione del Pealei). Penso sia inutile descriverle tutte in questa sede; è invece più importante trattare le sottospecie che più comunemente possono essere reperite presso gli allevamenti.

N

NOME

DISTRIBUZIONE

CARATTERISTICHE

1

Peregrinus

Europa settentrionale fino alla Scandinavia, Isole Britanniche, Asia centro settentrionale

Grossa mole, petto chiaro, assenza di tinte rossicce.

2

Brookei

Bacino del Mediterraneo (Europa meridionale)

Più piccolo della precedente.Tonalità rossicce e caratteristica macchia  rossic-cia sulla nuca. Mustacchi larghi e colore nero del capo più esteso.

3

Anatum

Nord America, dalla Groellandia al Messico

Scuro e rossiccio inferiormente.

4

Pealei

Continente americano, Isole Aleutine

( migra in California).

Grosso e bluastro superiormente.

 

Vocalizzazioni Rapaci e schede sintetiche

VOCALIZZAZIONI E SCHEDE SINTETICHE

 

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Astore (Accipiter gentilis)

 

E’ un rapace di bosco, caccia in agguato balzando da un posatoio sulla preda ignara che passa alla sua portata. Ha una agilità straordinaria ed è in grado di inseguire le prede nel fitto della vegetazione grazie alle ali corte e alla coda lunga che lo agevola nelle virate. si nutre sia di uccelli che di mammiferi. Ha un alto grado di specializzazione nella cattura delle sue prede. In falconeria viene volato sia allevato dai genitori che imprintato sull’uomo. Ha un carattere schivo e nervoso. Deve essere abituato a tutto per poter essere volato con tranquillità: uomini, cani, macchine e mezzi agricoli. Si lancia direttamente dal pugno del falconiere all’inseguimento di fagiani, starne, gallinelle, cornacchie, gazze, lepri, conigli, minilepre. Si può anche lanciare in pianta per far si che sia lui stesso a gestire l’attacco.Se ben addestrato, ha una altissima probabilità di cattura. Falco non per tutti.

Lunghezza:cm 49-61.
Apertura alare:cm 100-120.
Peso maschio:gr 571- 750
Peso Femmina:gr 820-1250
Giorni di incubazione:36-38
ASTORE:dal latino austòrius poi astur (dedicato alla città spagnola Asturica Astorga).
ACCIPITER GENTILIS:dal latino, Accipiter = uccello rapace; gentilis = di nobile famiglia, cioè usato dai nobili per la Falconeria.
Altre Lingue:Inglese: Goshawk; Francese: Autour des palombes; Tedesco: Habicht; Spagnolo: Azor.
 
 

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Sparviero (Accipiter nisus)

Anche lui è un rapace di bosco, ama cacciare tra i cespugli, nel fitto della vegetazione o nella boscaglia. Le sue prede naturali sono ogni sorta di passeracei oltre ai tordi, merli, picchi, gazze, ghiandaie. Viene volato in falconeria imprintato sull’uomo per attenuarne la paura verso l’uomo e l’ambiente circostante. E’ un rapace velocissimo con uno sprint impressionante nei tragitti vino a 100mt. Il falconiere lo lancia dal pugno e le prede preferite sono gazze, merli, tordi, ghiandaie, tortore quaglie, starne. In Turchia viene chiamato Atmaca ed è tradizione catturare dei soggetti con le reti, addestrarli al volo alla quaglia per poi rilasciarli a fine stagione. E’ un falco piuttosto delicato,  non adatto ai principianti ma se gestito da un esperto, sa regalare grandi emozioni e innumerevoli catture.

Lunghezza:cm cm 31-38.
Apertura alare:cm 60-80.
Peso maschio:gr 110-186
Peso Femmina:gr 210-305
Giorni di incubazione:35
SPARVIERO:dal greco sparasso, cioè lacera, dilania (uccello che dilania).
ACCIPITER NISUS:dal latino, Accipiter = uccello rapace; nisus = sforzo, cioè capace di catturare prede più grosse di lui.
Altre Lingue:Inglese: Sparrowhawk; Francese: Epervier d’Europe; Tedesco: Sperber; Spagnolo: Galivàn.

poiana

Poiana comune (Buteo buteo)

Raramente diviene una buona cacciatrice, preferisce nutrirsi di carogne, insetti, serpi e topi. Viene utilizzata in falconeria più che altro per rievocazioni storiche, spettacoli di falconeria, altre manifestazioni. Ama sorare sfruttando le correnti di aria calda ascensionali volando in cerchio. Spesso emette dei richiami in primavera udibili da molto lontano, un acuto keeeee-keeeeee

Lunghezza:cm 52-54.
Apertura alare:cm 118-140.
Peso maschio:gr 517-1060
Peso Femmina:gr 700-1350
Giorni di incubazione:33-35
POIANA:da pollana “falco pollo” o forse che può prendere piccoli polli.
BUTEO BUTEO:dal greco, buzo = grido; cioè uccello che grida intensamente.
Altre Lingue:Inglese: Buzzard; Francese: Buse Variable; Tedesco: Mausebussard; Spagnolo: Ratonero Comun

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Poiana codarossa (Buteo jamaicensis)

Falco originario Americano, è di grossa mole, assai più cacciatrice della sua cugina europea. Si nutre principalmente di mammiferi quali lepri, mini lepri, conigli ma non disdegna cacciare ogni tipo di grosso volatile. In falconeria è utilizzata soprattutto per la caccia di animali da pelo. Utilizzatissima nel regno unito per la caccia e per le dimostrazioni di volo. Può essere abituata all’alto volo ma la stragrande maggioranza la utilizzano come l’astore lanciandola direttamente dal pugno. Rapace adatto al principiante, robusto, di buona salute.

Lunghezza:cm 51.
Apertura alare:cm 100-130.
Peso maschio:gr 750- 900
Peso Femmina:gr 1000-1450
Giorni di incubazione:33-35

Poiana ferrugginosa (Buteo regalis)

Rapace di grandi dimensioni, piuttosto lenta e poco utilizzata in Italia. Addestrata sulle grosse lepri che ferma bene grazie alla sorprendente presa delle zampe. Proviene dall’America dove vive nelle praterie e nelle steppe. Di facile addestramento e difficile da perdere dai i carattere leale e tranquillo. Può essere davvero pericolosa se imprintata in malo modo.

Lunghezza:cm 58.
Apertura alare:cm 145.
Peso maschio:gr 1000- 1500
Peso Femmina:gr 1500-2200
Giorni di incubazione:?

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Falco Pellegrino (Falco peregrinus)

E’ il falco da sempre più apprezzato e utilizzato nella falconeria moderna e classica. E’ un rapace intelligente, docile, ottimo cacciatore di alto volo. Si nutre al 95% di uccelli, rondini comprese che grazie alla sua enorme velocità cattura al volo. In falconeria viene scappucciato quando il cane è in ferma. Il falco parte dal pugno del falconiere per iniziare un volo a spirale. Arrivato ad una altezza di 50-80 mt, si da il comando al cane di far sfrullare la selvaggina. Il falco in volo, chiude le alie ed in picchiata, piomba sulla preda o per ghermirla (afferrarla con gli artigli) o per stoccarla (colpirla col petto). Presente in tutto il mondo, riprodotto in cattività con successo da diversi decenni, non è più in pericolo di estinzione e gode di ottima salute nei suoi naturali territori di nidificazione. Idoneo per caccia, manifestazioni, bird control.

Lunghezza:cm 38-48.
Apertura alare:cm 80-110.
Peso maschio:gr 400-650
Peso Femmina:gr 700-1000
Giorni di incubazione:28-30
PELLEGRINO:dal latino peregrinus “straniero” perchè si sposta molto rapidamente ( come se apparisse da lontano).
ALTRO:Calidus = focoso, Brookei = dal nome dell’ornitologo inglese A.B.Brooke.
Altre Lingue:Inglese: Peregrine; Francese: Faucon Pèlerin; Tedesco: Wanderfalke; Spagnolo: Halcòn Comùn.

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Falco Lanario (Falco biarmicus)

Falco più leggero del Pellegrino, meno veloce e meno potente. In Italia e presente con la sottospecie Feldeggi. Si riconosce dal pellegrino in volo per la coda assai più lunga. Ottimo se addestrato sulla gazza, suo nemico naturale. Si riproduce bene in cattività e sono sempre più numerosi i soggetti riprodotti. Molto utilizzato negli spettacoli di volo, falco intelligentissimo e abitudinario. In falconeria si vola come il pellegrino.

Lunghezza:cm 44-49.
Apertura alare:cm 100-110.
Peso maschio:gr 500-600
Peso Femmina:gr 700-900
Giorni di incubazione:35
LANARIO:dal latino “lanarius” cioè dilaniatore (falco dilaniatore).
FALCO BIARMICUS:biarmicus = originario della Biarmia (Russia), cioè falco della Biarmia.
Altre Lingue:Inglese: Lanner; Francese: Faucon Lanier; Tedesco: Feldeggsfalke; Spagnolo: Hàlcon Borni.
ALTRO:Feldeggi: deriva dal barone Von Fendegg che scoprì la sottospecie.

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Falco Sacro (Falco cherrug)

Falco di dimensioni maggiori rispetto al Pellegrino e al Lanario. E’ in grado di catturare sia volatili sia lagomorfi. Falco potente, ali larghe, coda lunga, è in grado di fare sia il basso che l’alto volo. Per il basso volo si lancia a”cul levè” cioè direttamente dal pugno; in alto volo, si lancia dal pugno aspettando che salga alla quota giusta per dare poi ordine al cane di far partire la preda. In nord Africa e medio oriente viene lanciato sulla lepre del deserto che cattura a terra grazie alla potente zampa. Viene utilizzato anche per la caccia all’antilope che insegue con tenacia per chermirla alla testa. Falco molto utilizzato e “riscoperto” da non molti anni in Italia. Il suo cigino è il girfalco che però vive più a nord in altri areali.

Lunghezza:cm 43-59.
Apertura alare:cm 104-125.
Peso maschio:gr 780-890
Peso Femmina:gr 970-1300
Giorni di incubazione:30
SACRO:dall’arabo “saker”= falcone.
FALCO CHERRUG:dal greco, Chèrros = solitario; cioè falco solitario.
Altre Lingue:Inglese: Saker; Francese: Faucon Sacre; Tedesco: Wurgfalke; Spagnolo: Halcòn Sacre.

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Girifalco (Falco rusticulus)

Il più veloce, il più tenace, il più ambito falco da falconeria di tutti i tempi! Viene allevato in cattività con successo da molti anni in tutto il mondo. Gli arabi ne fanno incetta e sono disposti a pagare cifre altissime per un soggetto particolarmente bello. E’ in grado di fare alto e basso volo, inseguitore pazzesco, determinatissimo, potente, viene utilizzato per la cattura di grandi volatili fino al tacchino selvatico, gallo forcello, grouse. In antichità veniva utilizzato per la caccia all’airone che inseguito dal falco, punta dritto al cielo. Grazie alle sue timoniere lunghissime e alla sua potenza, il girfalco, tiene testa all’airone salendo anch’esso fino a raggiungerlo e a ghermirlo. E’ stato utilizzato come dono ai Re, come  merce di scambio durante gli assedi ai castelli, ceduto in cambio di armistizi. Chi rubava o catturava girfalchi doveva essere punito con la morte e nessuno poteva volarli tranne i Re e gli Imperatori.Dato l’alto costo, non è un falco per tutti e vederlo volare è sempre un privilegio.

Lunghezza:cm 60-65.
Apertura alare:cm 127-137.
Peso maschio:gr 960-1304
Peso Femmina:gr 1396-2100
Giorni di incubazione:28-30
GIRIFALCO:da “gyrus”= cerchio, cioè falco che vola roteando.
FALCO RUSTICOLUS:falco: da falx = falce; Rusticulus = di campagna, rustico, “falco rustico”.
Altre Lingue:

Inglese: Gyrfalcon; Francese: Faucon Gerfaut; Tedesco: Gerfalke; Spagnolo: Halcòn Gerifalte.

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Smeriglio (Falco columbarius)

E’ un falchetto di piccole dimensioni, velocissimo, incallito inseguitore, riesce a catturare rondini, rondoni e pipistrelli. Falchetto per la caccia di piccoli uccelli fino alle dimensioni della quaglia. Falco di alto volo veniva utilizzato per la caccia dell’allodola che sparisce nel cielo inseguita dal rapace. Era il rapace delle Dame. Spesso ibridato con il pellegrino per ricavare soggetti di medie dimensioni con caratteristiche comuni tra i due. In cattività è di salute delicata e spesso è vittima di malattie che non perdonano. In natura sembra sia non tanto comune come in passato probabilmente dovuto alla distruzione dei loro nidi da parte dei corvidi.

Lunghezza:cm 28-34.
Apertura alare:cm 56-69.
Peso maschio:gr 150-215
Peso Femmina:gr 187-255
Giorni di incubazione:28-32
SMERIGLIO:dal latino, es merula (cacciatore di merli).
FALCO COLUMBARIUS:Columbarius: che saetta come i colombi “falco veloce come un colombo”.
Altre Lingue:Inglese: Merlin; Francese: Faucon Emerillon; Tedesco: Merlin; Spagnolo: Esmerèjòn.

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Lodolaio (Falco subbuteo)

Sembra un Pellegrino in miniatura, bellissimo, ali a punta molto lunche e coda di notevoli dimensioni. In natura caccia esclusivamente uccelletti, spesso all’imbrunire avanzato. Cattura uccelli in alto volo e in basso volo, con tecnica simile a quello dello sparviere. Purtroppo in cattività rimane molto domestico ma perde l’istinto di caccia.

Lunghezza:cm 29-36.
Apertura alare:cm 60-65.
Peso maschio:gr 165-220
Peso Femmina:gr 189-270
Giorni di incubazione:28
LODOLAIO:perchè visto spesso cacciare la allodole.
FALCO SUBBUTEO:Subbuteo = quasi buteo, “falco più piccolo di una poiana”.
Altre Lingue:Inglese: Hobby; Francese: Faucon Hobereau; Tedesco: Baumfalke; Spagnolo: Alcotan.
clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Gheppio Europeo (Falco tinnunculus)

Il gheppio è un piccolo falco utilizzato in passato per i principianti e aspiranti falconieri. Non tutti i soggetti riescono a cacciare, quando lo fanno, regalano emozioni e piaceri non indifferenti. E’ un falco molto territoriale e vocifero quindi se un altro rapace prova a entrare nel suo territorio, lo attaccano, spesso in coppia minacciandolo con sonori ki-ki-ki-ki

Lunghezza:cm 31-38.
Apertura alare:cm 69-82.
Peso maschio:gr 113-230
Peso Femmina:gr 170-271
Giorni di incubazione:28
GHEPPIO:dal greco, aigupiòs = avvoltoio, poi ghippio e quindi gheppio.
FALCO TINNUNCULUS:dal latino, Tinnulus = squillante; cioè falco dal verso acuto.
Altre Lingue:Inglese: Kestrel; Francese: Faucon Crècerelle; Tedesco: Turmfalke; Spagnolo: Cernìcalo Vulgar.

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Gheppio Americano (Falco sparverius)

Il gheppio americano ha riscosso notevole successo come falco da falconeria sia  in Italia che all’estero. E’ un falchetto di piccolissime dimensioni, dalle colorazioni magnifiche e con un temperamento tutto pepe. E’ in grado di cacciare con abilità sorprendente, si riproduce molto bene in cattività e vive a fianco dell’uomo con serenità.

Lunghezza:cm 25.
Apertura alare:cm 50-60.
Peso maschio:gr 150-190
Peso Femmina:gr 200-240
Giorni di incubazione:?

clicca per ascoltare il canto-click to listen the song

Gufo Reale (Bubo bubo)

Il gufo reale è il più grande dei rapaci notturni europei. E’ utilizzato all’estero da pochi per la caccia di conigli e lepri all’imbrunire. Molto più spesso lo si vede sul pugno di addestratori in rievocazioni storiche. Ha un carattere rude, ha una stretta molto potente e la femmina, se aggressiva, può essere pericolosa per l’uomo o animali di casa.

Lunghezza:cm 67-72.
Apertura alare:cm 160.
Peso maschio:gr 2000-2700
Peso Femmina:gr 2700-3260
Giorni di incubazione:24-31
Altre Lingue:Inglese: Eagle Owl; Francese: Hibou grand-duc; Tedesco: Uhu; Spagnolo: Bùho real.

 

Rapaci Persi e Trovati Lost&Found

Lost&Found

(Persi persi e Trovati)

rapaci persi falconieri

 

INTRODUZIONE

Da una idea nata da Paolo Taranto e Federico Lavanche nel lontano 1997…. abbiamo voluto creare un servizio che possa permettere di creare un database completo e aggiornato di tutti i rapaci “domestici” che sono stati persi o trovati.

Se avete appena perso un rapace o se ne avete trovato uno, contattateci e noi provvederemo immediatamente ad inserire i dati nel database e ad iniziare la ricerca.

TERMINOLOGIA

Rapace: termine che  indica gli uccelli predatori e che include sia i rapaci diurni (Falconiformes) sia i rapaci notturni (Strigiformes).

Domestico: si intende un animale nato in cattività e comunque legalmente  detenuto ai sensi degli articoli di legge regionali nazionali e  internazionali vigenti.

Perdita: spesso i rapaci (soprattutto diurni) detenuti in cattività vengono    usati per la pratica della falconeria, dopo essere stati idoneamente addestrati. Può capitare, purtroppo, che il falconiere, durante il volo libero del suo falco, perda il contatto con esso, per varie cause (tempo meteorologico, errore umano, malfunzionamento della radio ecc.). Se entro qualche ora il rapace non viene ritrovato, esso può essere considerato “perso” anche se le speranze di ritrovarlo permangono ancora elevate. Spessissimo i rapaci vengono ritrovati dai falconieri entro 2-4 giorni dal loro allontanamento. Capita frequentemente anche che,  poiché questi animali sono abituati alla vicinanza con gli umani, essi  si recano volontariamente in aree urbanizzate e vengono ritrovati da persone comuni che normalmente li consegnano ai centri di recupero per la fauna selvatica o all’organico del Corpo Forestale dello Stato della zona. Proprio per queste circostanze abbiamo pensato di creare questo servizio.

Come distinguere un rapace domestico da uno selvatico?

L’animale non risente della vicinanza delle persone e rimane piuttosto tranquillo.

Alle zampe solitamente ha dei laccetti di cuoio (geti).

Deve avere ad una delle zampe anche un anello inamovibile sul quale è inciso un numero; a quel numero corrisponde un documento in possesso del falconiere che ne attesta la legalità.

Spesso alle zampe o alla coda è attaccata una piccola radio-trasmittente (con antenna).

PER NON PERDERE I FALCHI:

  • Non fare volare falchi grassi !
  • Assicurarsi che le condizioni meteo siano idonee.
  • Assicurarsi sempre del perfetto funzionamento della radio ( in particolare controllate la carica delle batterie sia della ricevente che della trasmittente e cambiatele frequentemente; occhio anche al funzionamento dell’antenna trasmittente) .
  • Assicurarsi che il falco risponda bene al logoro, al guanto e al fischio.
  • Non lasciare la radio-ricevente in macchina.
  • Dotare il falco di targhetta identificativa con recapito del  falconiere.
  • Assicurarsi della presenza e del funzionamento dei campanelli.
  • Se si va in una zona nuova, studiarsi i dettagli del luogo su delle buone mappe topografiche ( in particolare individuate le zone più alte idonee alla scansione radio, le zone che potrebbero causare zone d’ombra radio, e tutte le strade e i percorsi che vi possano permettere di muovervi agevolmente e rapidamente nel caso il falco si allontani).

 FUNZIONAMENTO DEL SERVIZIO

Cosa fare se trovate o smarrite un falco?

RAPACI PERSI:

Se entro alcune ore (di solito entro la sera) non si è ancora riusciti a stabilire un contatto con l’animale che si è allontanato, contattate questo servizio o per telefono o via e-mail, indicando il vostro recapito, il punto di allontanamento del falco, la specie e il numero di anello. Immediatamente il servizio  inserirà i dati nel database on-line e provvederà a mettersi in contatto e allertare i centri di recupero, il CFS e i falconieri della zona, anche nel raggio di qualche centinaio di Km. Quando si avranno notizie sarete istantaneamente avvertiti. Per motivi di velocità abbiamo dedicato uno spazio del Forum Rapaci Persi a questo scopo.

 RAPACI TROVATI:

Il servizio è in contatto con il Corpo Forestale dello Stato, i centri di recupero e i falconieri su tutto il territorio italiano. Quando viene ritrovato un rapace, queste persone e istituzioni lo segnaleranno al servizio indicando la località dove è stato trovato, il numero di anello e la specie dell’esemplare. Il servizio, dopo avere inserito i dati sul database online, provvederà ad avvertire in breve tempo tutti i falconieri delle zone limitrofe. Ecco lo spazio del Forum Rapaci Tovati