Come soccorrere un Rapace ferito

Pur non essendo per fortuna un’evenienza molto frequente a chiunque può capitare di dover soccorrere un rapace ferito. Ci sono delle norme di base da tenere presente e, se potete, fatevi aiutare da personale esperto (Corpo Forestale, Falconieri, Agenti di Vigilanza, Guardie Venatorie o Zoofile, Veterinari, etc) almeno telefonicamente.

1. Verificate se si tratta di un animale selvatico o se proviene da un allevamento o da un privato. In questi casi, il rapace ha al tarso un anello metallico con su incisi una serie di numeri. Potrebbe avere ai tarsi anche delle striscioline di pelle (geti) che vengono utilizzati sui rapaci addestrati dai falconieri.

  1. Verificate che il rapace abbia veramente bisogno del vostro aiuto.   Ad esempio i giovani di Allocco (uno dei pochi rapaci notturni con gli occhi blu) escono dal nido ancor prima di saper volare e vengono alimentati dai genitori nei pressi del nido. Se vi imbattete in un animale del genere nei mesi da febbraio a maggio NON raccoglietelo perché non ha bisogno del vostro aiuto.
  2. Muovetevi con calma. Gli animali selvatici non capiscono le nostre buone intenzioni, almeno inizialmente e pertanto anche se feriti tenderanno comunque a fuggire.
  3. Un rapace selvatico ferito, anche se non più in grado di volare può usare con notevole pericolosità gli artigli. In generale il metodo migliore è quello di coprire il rapace con un telo di adeguate dimensioni, o di un asciugamano spesso. Meglio indossare un paio di guanti da giardiniere. La presa sull’animale non deve essere decisa anche se non bisogna mai stringere troppo.
  4. Il rapace va posto in una scatola di cartone con dei fori per l’aerazione sui lati (verso il basso).
  5. Tutti i rapaci sono animali protetti e necessitano di cure particolari; mettetevi in contatto con il Parco o con le Province competenti per territorio o con gli Agenti di Vigilanza (Corpo Forestale Regionale o Guardiacaccia, Guardie Zoofile, etc.). Vi verranno fornite indicazioni precise per la consegna dell’animale ferito.
  6. Non tentate di somministrare forzatamente cibo o farmaci che in molti casi producono effetti dannosi. I dosaggi ed i principi attivi somministrati ai rapaci non sono sempre gli stessi usati nella medicina dei nostri animali domestici.
  7. Non fate medicazioni di alcun tipo; spesso un’ala rotta se bloccata nella posizione sbagliata non può essere più riparata.
  8. Se trovate un rapace nidiaceo, ha bisogno di essere imbeccato:

Cibo: avvicinare al becco dell’uccello piccoli pezzetti di carne cruda (manzo magro, coscia di tacchino, quaglie di allevamento, MAI IL MAIALE): deve essere lui ad afferrare il cibo e inghiottirlo.
Frequenza dei pasti: 5/6 distribuiti nell’arco della giornata (si possono nutrire di giorno anche i piccoli di rapace notturno).
Quantità per ogni pasto: fino a che non appaiano tranquilli.
Bevande: di norma non è necessario dare loro da bere, ma si possono leggermente inumidire i bocconi di carne.

10. Per qualsiasi altra difficoltà usate il buon senso o chiedete aiuto al nostro forum..

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Balloon and kite training raptors

We are experimenting with this technique to
condition and evaluate raptors.

balloonBalloon or kite training is a relatively new
technique for training falcons to hunt from
high altitude, often at heights of over 1000′.
A lure with food attached is lifted by the
balloon or kite and the falcon flies up to get
the lure.

 

 

 

 

 

 

rig_1_The lure is suspended from the balloon
line by a spring clip. When the bird hits the
lure, the spring clip releases and the lure
slides down the balloon line to the ground
while still attached to the line by the carabiner

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

clipClose-up of spring clip. This clip is
simply a lapel clip from a cell phone
headset. It is clipped on a piece of
leather attached to the balloon line

 

 

 

 

 

 

carabinerClose-up of carabiner which clips
around the balloon line and prevents
the bird from flying off with the lure

Note that this is a model that was set
up to photograph. On the actual setup,
the line from the spring clip to the lure
is longer, 20 – 30′.

 

 

7_25_06_004_2_-373x346Haggard (Adult) Red Tailed Hawk
taking the lure from balloon.
There were some questions about this
bird’s flight which could not be
answered in a flight cage, so he was
transferred to us. We trained him to fly
up and get the lure suspended from
the balloon which is great exercise and
also shows that he can climb, which
requires good flight capabilities.
This bird was released (7/06).

L’aquilone come mezzo per addestrare i falchi dalle ali lunghe.

falco_lanario_aquilone_kite_falconry_1280Avevo letto molto, sulla tecnica dell’aquilone, soprattutto su internet, ma decisi di provarci seriamente solo quando presi Heru, un Gyr x Lanario.

Heru era un falco molto ingombrante, con uno spiccatissimo senso della socializzazione con l’uomo. Avevo la necessità di muscolarlo molto e decisi quindi di stopparlo al logoro per un po’. Ma questo diede come risultato solo il fatto di fargli fare il pendolo davanti a me ed a non più di trenta cm. dal suolo.

Allo stadio finale del suo addestramento volava invece in maniera regolare a più di cento Mt. d’altezza e senza neanche una preda di rilascio e questo lo devo solo all’uso dell’aquilone.

Innanzitutto debbo precisare che la mia pecca più grande è stata che ho deciso solo quando ero gia avanti con l’addestramento di passare all’aquilone mentre consiglio a tutti di cominciare prestissimo, già dalla prima volta che fate vedere il logoro al vostro allievo. In questo modo tutto sarà estremamente più veloce e fruttuoso.

Attrezzatura necessaria.

Quello che vi serve per avvicinarvi a questa tecnica è:

Un’aquilone tipo Delta di 60-65 cm di base

Un rocchetto di filo in nylon o dacron da 11-15 kg.

3 girelle con moschettone.

Un’ occhiello in acciaio per le chiavi

Una molletta da bucato.

Un paio d’ali secche di piccione.

Un picchetto ricurvo con cui assicurare il filo a terra.

C’è stato un periodo, all’inizio, in cui andavo in giro con in macchina 4 o 5 aquiloni diversi ed il mio ibrido sul sedile posteriore, pregando Dio che ci fosse vento e che questo fosse adatto ad almeno uno dei delta che avevo. Questi erano tutti enormi, con almeno 180 cm. di base, perché così erano descritti dai “santoni” di questa tecnica. Ho imparato a mie spese poi, che uno grande un terzo è l’ideale se solo si riducono tutti i pesi da far volare: logoro, filo, girelle, etc.

Io uso legare la molletta dei panni a circa 5 Mt. dalla chiglia del delta, vincolata al filo principale da 15 cm. di cordino sottile.

Come logoro utilizzo due ali secche legate insieme ad un filo lungo 3 Mt. e vincolato ad un’ occhiello per le chiavi che scorrerà lungo il filo principale trattenuto alla quota desiderata dalla sola forza esercitata dalla molletta.

Iniziamo.

Durante le prime lezioni di logoro, nel modo classico, mettetevi spalle al vento, di fronte al vostro falco, avendo cura però di posizionare il delta in asse con voi e ad una ventina di Mt. sulla perpendicolare. A questo punto insegnate all’ allievo a prendere il logoro (le due ali secche!) tenendolo sospeso da terra con un metro di filo, penzoloni dalla mano. Quando il falco partirà schietto al logoro appena scappucciato è il momento di farlo salire. Stendete una trentina di metri di filo dell’ aquilone nella direzione del vento e fissatelo al picchetto. Sistemate tutto il complesso logoro/molletta nel modo descritto e fate alzare il delta. Aiutandovi con un guanto, un pezzo di pelle o un moschettone, scorrete lungo il filo, abbassando il delta sino a che il richiamo non risulti alla quota solita dal terreno. Il falco sarà nell’ asse del vento a circa 30 Mt. da voi sul pugno di un’aiutante. Fate scappucciare quindi e, come al solito, il falco parte verso di voi ma questa volta, quando avrà percorso un terzo della distanza, cominciate ad indietreggiare o, se il vento è leggero, lasciate il filo. Il delta comincerà a salire lentamente tirandosi appresso il richiamo che una volta ghermito, farà sganciare l’ occhiello dalla molletta che scorrerà sino a terra seguendo il filo teso.

Il giorno appresso sistemate l’ aquilone (trattenendo il filo) alla stessa quota in cui era quando il falco ha preso il richiamo il giorno prima, fate scappucciare ed una volta partito il falco rilasciate lentamente il filo per altri 10 Mt.

Già da questa lezione, se tutto è andato per il verso giusto, noterete che, appena scappucciato il falco “cerca” in alto verso l’aquilone e addirittura, anche da incappucciato, si dimostrerà eccitato al solo sentire il fruscio del vento sulla superficie di questo.

Dalla terza/quarta lezione non avrete più bisogno di un aiutante e potrete procedere autonomamente, sistemando l’aquilone alla quota dovuta, spostandovi falco sul pugno, nell’asse del vento, ad una ventina di metri dalla perpendicolare del logoro e scappucciando.

A questo punto, aumentando giorno dopo giorno l’altezza dell’aquilone, in funzione della convinzione, della forza e della determinazione del falco, dovreste giungere in un tempo ragionevolmente breve (20/30 gg. Per 100/150 Mt.) a quote di tutto rispetto, starà a voi decidere quale sarà quella ottimale al vostro stile di falconeria.

Raggiunta tale quota sarà opportuno “fissarla” nella mente del falco con tre o quattro giorni di voli consecutivi senza variarla. Quindi, mandate in alto il solo aquilone, senza logoro, e mettete in volo. Il falco salirà nel modo solito anche se un po’ più “scettico”, e si piazzerà sopra il delta girandogli intorno alla ricerca di qualcosa da attaccare. Dopo qualche secondo di ricerca infruttuosa (ed un attimo prima di aprire ali e coda in una lamentevole planata a vento!!!), rivolgerà lo sguardo a terra verso di voi. Questo è il momento per far partire una preda (sottovento!), possibilmente vistosa e lenta emettendo il vostro richiamo per eccitare la sua attenzione. L’attacco dalla posizione elevata sarà per lui quasi troppo facile e forse attenderà qualche altro istante, sorpreso, prima di tuffarsi.

I voli dei giorni successivi saranno caratterizzati dal fatto che farete partire il falco da una distanza sempre maggiore dalla verticale del delta. Lui partirà deciso ad esplorare l’aquilone per poi ritornarvi in testa in attesa che facciate partire qualcosa. Allo stesso modo sarete voi a fare qualche passo a vento chiedendo al falco di seguirvi lontano dal delta.

Non sarà difficile con questi esercizi riprendere un falco smarrito, anche da lunghe distanze, semplicemente mettendo in volo l’aquilone che sarà visibilissimo stagliato nel cielo anche in condizioni orografiche “difficili” come colline o boschi piuttosto che caseggiati!

Dettagli importanti.

E’ opportuno, dall’inizio, produrre un suono (HOP!!!) o un fischio, dapprima per stimolare il falco a partire verso di voi ed in seguito nel momento in cui lega al simulacro. E’ altrettanto importante, nei limiti del possibile, non richiamare, incitare o distrarre il falco nella sua fase ascensionale, anche se dovesse allontanarsi un po’ troppo. Tutto ciò farà parte del suo stile di volo!!!

Non bisogna dimenticare anche di aumentare progressivamente la quantità e la qualità di cibo da dare al falco con l’intensificarsi della difficoltà e della durata dei voli.

Quando sceglierete il campo in cui far partire l’aquilone assicuratevi che non ci siano ostacoli (case, alberi, etc.) dalla direzione in cui arriva il vento affinché questo possa essere uniforme ed il delta più stabile. E’ chiaro che non potrete stare in prossimità di cavi dell’alta tensione o di un aeroporto!!!

Mantenete il richiamo sempre il più leggero possibile. Io ad esempio, non lego cibo al logoro ma corro verso il falco che tocca terra e gli propongo il premio dal pugno. Così facendo mi è successo che salti a terra a prendere il richiamo e lo riporti sul mio pugno per avere la ricompensa.

Ci tengo a sottolineare che, al contrario di quanto pensino molti riguardo alla tecnica dell’aquilone o del pallone, queste non siano pratiche fini a se stesse, ma solo uno strumento addestrativo per portare il falco ad apprezzare i vantaggi del volare alto!

Noi Italiani siamo avvezzi ad insegnare questo al falco utilizzando “prede di rilascio”, mentre queste tecniche sono state sviluppate in quei paesi dove tale pratica è illegale e ritengo possano tornare utilissime anche da noi per quei falconieri che non dispongano di spazio adeguato ad alloggiare le “prede” in abbondanza!

Conclusioni.

Anche se da quanto letto questa tecnica può sembrare “matematica” e troppo facile da non provarla, ad onor del vero debbo dire che non è proprio così: molte variabili sono dettate “dall’imponderabile” tipo il vento ed in generale le condizioni metereologiche. Inoltre l’attrezzatura necessaria per quanto scarna è sempre del materiale in più che va ad aggiungersi a quella che usualmente ci si porta appresso. Molto importanti sono anche le condizioni orografiche del terreno!

Ma chi ha mai detto che la falconeria è una cosa facile!!!

Allontanamento volatili con i Falchi Addestrati

troppipiccioniL’allontanamento volatili per mezzo di falchi addestrati sta diventando sempre più una necessità e riguarda non solo gli aeroporti ma qualunque area infestata da piccioni, passeri, storni, gabbiani o altro volatile che con le loro feci danneggiano magazzini, capannoni, edifici, ospedali, centri città, chiese, campi da golf…

Tale pratica è l’unica soluzione la dove non si possono usare altri metodi di allontanamento. E’ un Lavoro che non va assolutamente improvvisato ma va affidato a falconieri Esperti, con una lunga carriera alle spalle che sanno riconoscere pericoli, difficoltà e fattibilità di tale operazione.

Alla luce di quanto detto finora, vorremmo dedicare questo capitolo alle regole che dovrebbero essere rispettate da tutti i falconieri che praticano questa attività e, di conseguenza, dei parametri che, chi si affida a falconieri professionisti, deve valutare per essere sicuro di spendere bene i propri soldi, ottenere il risultato desiderato (allontanamento dei nocivi) e operare nella massima legalità.

 

Di seguito, le regole generali necessarie per una corretta pratica del bird-control con tecniche di falconeria integrate:

 

falconer

1)      Per praticare il bird-control non è sufficiente essere dei falconieri: essere un bravo falconiere, con una esperienza almeno quinquennale nell’addestramento di svariate specie di rapaci (dal basso volo all’alto volo etc.) è la base minima necessaria, sulla quale costruire la tecnica del bird-control. Un buon bird-controller dunque, oltre che essere prima di tutto un bravo falconiere, bisogna avere una approfondita conoscenza della legislazione, della biologia delle specie problematiche, delle tecniche di monitoraggio e di programmazione degli interventi e delle altre tecniche integrate di controllo ed allontanamento.

2)      Le sole tecniche di falconeria NON bastano per un efficace controllo dei nocivi e delle specie problematiche; è necessario usare la tecnica integrata, descritta in un capitolo precedente. L’applicazione di tale tecnica richiede approfondite conoscenze della biologia ed ecologia delle singole specie problematiche, ed una buona preparazione tecnica ed esperienza nell’utilizzo delle altre tecniche di controllo e allontanamento

3)      Nel lavoro di bird-control sono numerosissimi gli aspetti legali da considerare: chi pratica questa tecnica con i rapaci da falconeria deve prima di tutto utilizzare esemplari legalmente detenuti secondo la normativa CITES, possedere porto d’armi e licenza di caccia come richiesto dalla legge 157/92, deve rispettare la regolamentazione sulla caccia in merito a giorni, stagioni, specie cacciabili, luoghi ed orari, deve tenere gli animali in perfetta salute e benessere psico-fisico in base alle leggi sul maltrattamento degli animali, deve rispettare le normative sul trasporto degli animali vivi. Dal canto suo, chi assume dei falconieri per attività di bird-control deve accertarsi che tutte le leggi e normative vengano rispettate al fine di non incorrere in problemi giudiziari e multe salate.

4)      Il bird-control con le tecniche di falconeria richiede un grande impegno sia da parte dei falconieri che dei rapaci; è necessario un vasto parco rapaci, tutti perfettamente addestrati ed allenati e di specie miste, in grado di affrontare qualsiasi situazione. In queste circostanze, il mantenimento di un tale numero di rapaci, il trasporto e la gestione sul campo possono facilmente portare a sofferenze e stress per gli individui. A questo proposito dunque il falconiere deve rispettare tutte le regole necessarie al fine di mantenere i propri rapaci ai massimi livelli di benessere fisico e psicologico.

5)      I falconieri che praticano bird-control devono avere un curriculum che ne attesti la professionalità ma soprattutto l’esperienza e le capacità tecniche. Oggi troppi falconieri si spacciano per bird-controllers senza avere la minima conoscenza di base sulle tecniche di allontanamento delle specie problematiche e, nei casi peggiori, senza avere neanche le necessarie basi in termini di falconeria pura e semplice. Chi vuole affidarsi a falconieri professionisti per progetti di allontanamento di nocivi e specie problematiche deve dunque accertarsi della serietà e preparazione tecnica del personale. Ciò può rappresentare un problema poiché oggi non esiste né un albo ufficiale né una normativa che regolamenta il lavoro come falconiere bird-controller. Chi si accinge a finanziare un progetto di bird-control con tecniche di falconeria ha dunque pochi strumenti per valutare la professionalità del personale che ingaggia; questo breve manuale può rappresentare una guida alle basi tecniche e scientifiche del lavoro di bird-controller e può rappresentare uno strumento utile per valutare la professionalità e capacità tecnica dei falconieri coinvolti.

6)      Sicuramente il modo più sbagliato per scegliere il personale cui affidare un progetto di allontanamento di specie nocive o dannose è quello di basarsi sul prezzo. Il manuale che avete appena letto, basandosi su informazioni scientifiche, dimostra che la strategia più efficace di bird-control deve essere basata su una metodologia integrata e con fortissime basi biologiche e scientifiche, dalla progettazione alla realizzazione stessa degli interventi. La sola falconeria non è sufficiente e dà solo dei risultati a breve termine, quindi illudendo sulla sua reale efficacia. Scegliere il prezzo inferiore sul mercato vuol dire affidarsi a personale che, forse, riuscirà a dare qualche risultato nel breve termine, allontanando la specie nociva target per qualche settimana; ciò vorrà dire spendere uno o poche migliaia di euro, per ritrovarsi nel giro di qualche settimana nuovamente alla situazione iniziale, come se nulla fosse successo. Se si vuole veramente risolvere il problema delle specie nocive/problematiche è bene affidarsi a gruppi di lavoro tecnicamente e scientificamente preparati che possano dare garanzie sulla risoluzione del problema a breve, medio e lungo termine, sebbene i costi siano maggiori.

 

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Consigli per l’acquisto di un rapace

falcoL’acquisto di un rapace potrebbe apparentemente sembrare una operazione molto semplice, ma ho deciso di scrivere questa pagina proprio perchè in realtà non lo è! Oggi anche grazie ad Internet è facile mettersi in contatto con allevatori o falconieri che importano rapaci da allevatori di altri paesi o pseudoallevatori che vendono rapaci; purtroppo però molti falconieri o allevatori non sono persone “corrette” o sono un pò troppo “distratti” e potrebbero vendervi un rapace non idoneo o che non vale quanto voi lo state pagando. Ci sono molti modi in cui l’acquirente, soprattutto se neofita, può ricevere delle “fregature” durante l’acquisto del rapace. Ovviamente non si possono fare miracoli e quindi non posso assicurarvi che studiando questo capitolo sui “consigli per gli acquisti” possiate evitare le fregature, ma almeno saprete meglio a che cosa andrete in contro e potrete ridurre al minimo le possibilità di “truffa” o di errore. Di seguito verranno elencati tutti i parametri, che, durante l’acquisto del rapace, devono essere tenuti in considerazione:

1) Scelta corretta della specie in funzione dei propri obiettivi

Questo aspetto è già stato abbondantemente affrontato nella prima parte di questo manuale. In questo caso tutto dipende solo ed esclusivamente da voi e non dall’allevatore che vi vende il rapace ma, in ogni caso, anche questo è un parametro che influenza molto la vostra spesa, poichè, in caso di un errore nella scelta, vi ritroverete con un rapace non idoneo, o che non soddisfa le vostre aspettative o che è ad alto rischio di fuga o di malattia o di morte. Prima di procedere all’acquisto vi consiglio vivamente di leggere e studiare bene i capitoli dedicati alla scelta.

E’ inoltre di FONDAMENTALE IMPORTANZA farsi prima una analisi di coscienza e verificare se si dispone dei REQUISITI PRIMARI per la detenzione in cattività di un rapace:

–         Avete lo spazio necessario per il benessere del rapace?

–         Potete dedicargli almeno il tempo minimo necessario?

–         Sapete gestire un animale in cattività?

–         Avete le CONOSCENZE DI BASE NECESSARIE per la corretta gestione di un rapace in cattività? Avete a chi lasciarlo in caso di problemi?

–         Siete persone responsabili?

Ricordatevi che il benessere dell’animale che vi porterete a casa è la cosa che conta di più ed è la chiave per la vostra scelta. Se avete dei dubbi, se ritenete di non potergli dare il giusto benessere, rinunciate! E magari aspettate tempi e/o circostanze migliori.

2) Trovare un allevatore

Una volta che avete deciso quale specie e con quali caratteristiche individuali (imprinting, sesso, ssp, età ecc) volete acquistare, il passo successivo è trovare un allevatore e prenotare il rapace. In genere, vi ricordo, il periodo migliore per compire questa operazione è quello di Febbraio-Marzo, cioè all’inizio della stagione riproduttiva. In questo periodo gli allevatori non potranno di certo darvi informazioni precise sul numero di giovani che produrranno e dunque sulla loro disponibilità o caratteristiche, ma è utile procedere con anticipo per prenotare in tempo il rapace. Il mio consiglio è di consultare più allevatori al fine di trovare quello che vi offre il prezzo migliore e le maggiori comodità (per esempio per raggiungerlo fisicamente a ritirare l’animale).

3) Contatti con l’allevatore

Una volta scelto l’allevatore da cui vorrete acquistare il rapace state in contatto con lui per essere aggiornati sulla situazione, ma senza essere troppo invadenti. Esponetegli le vostre esigenze e chiedete di avere un rapace con le caratteristiche che voi state cercando: indicategli il sesso, il tipo di imprinting, il tipo di allevamento che volete il vostro animale riceva. Accordatevi anche sul pagamento, sul ritiro o la spedizione, e sui tempi.

4) Controllo del prezzo

Uno dei parametri sui quali in genere si ricevono la maggior parte delle fregature è il prezzo: gli allevatori o gli importatori o i falconieri che vendono rapaci tendono, ovviamente, a venderli a prezzi alti per avere un maggior guadagno. So di rapaci venduti ai neofiti ad un prezzo doppio rispetto al normale prezzo di mercato. Potete avere un riferimento MOLTO generico sui prezzi nelle tabelle contenute in questo manuale nei paragrafi precedenti o sul sito www.falconeria.info.

5) Informazioni sull’allevatore

Per stare più tranquilli e tentare di evitare truffe, dovrete indagare anche sull’allevatore e sui rapaci da lui prodotti consultando altri falconieri. Se non conoscete nessuno potete usare il nostro forum. Quello che vi interessa sapere è se: 1) L’allevatore è sufficientemente serio o se ha dato delle fregature ad altre persone 2) Come sono i suoi prezzi rispetto al mercato 3) Se gli altri falconieri sono rimasti soddisfatti dei rapaci acquistati presso tale allevatore 4) Quali sono le caratteristiche etologiche e fisiche degli altri rapaci prodotti e venduti da questo allevatore e, possibilmente, dei rapaci figli della stessa coppia da cui proverrà il rapace che voi state comprando.

6) Prenotazione e pagamento

Come ho già detto all’inizio conviene “prenotare sulla parola” il rapace contattando gli allevatori nel periodo di Febbraio-Marzo. Più o meno nel mese di Aprile-Maggio l’allevatore saprà con una certa precisione quanti giovani produrrà, poichè le coppie avranno già deposto le uova o le uova si sono già schiuse. A questo punto, se siete sicuri della vostra scelta, dovrete prenotare effettivamente il rapace, inviando una “caparra” corrispondente al 30% del costo del rapace; ma ricordate che esiste molta variabilità da questo punto di vista: alcuni allevatori non chiedono caparra, altri chiedono il 50%.

7) Trasporto e spedizione

Non è consigliabile farsi spedire il rapace per almeno tre motivi

a) Il trasporto e la spedizione è sempre pericoloso per la salute dell’animale

b) E’ sempre meglio andare a prendere di persona il rapace così che possiate vederlo con i vostri occhi, e possiate voi stessi controllare tutti i parametri di vostro interesse.

c) Il trasporto è costoso, a volte arrivando al costo del rapace stesso!

Accordatevi con l’allevatore sul momento migliore per andare a ritirare il rapace. Nel caso siate costretti a farvelo spedire, ricordate che più è piccolo il rapace e maggiori saranno i rischi per la sua salute nel caso di lunghi viaggi: non fatevi spedire un Gheppio americano o uno Sparviere dall’Inghilterra!

8) Controllo visivo del rapace

Come è stato appena detto è sempre meglio andare a ritirare di persona il rapace, così che possiate controllare con i vostri stessi occhi se l’animale ha le caratteristiche da voi richieste.

a) Controllate che il suo piumaggio sia pulito e sistemato, non sporco o disordinato

b) Controllate la postura: il rapace deve avere una postura normale, camminare e volare normalmente, avere ali, zampe e coda simmetriche; controllatene il movimento, chiedete all’allevatore di farlo volare anche dentro la voliera. Il rapace non deve avere il piumaggio gonfio (impallato), l’occhio ovale, un’ala abbassata.

c) Se avete scelto un imprintato, assicuratevi che lo sia veramente: il rapace deve stare molto calmo e tranquillo quando vi avvicinate a lui. Se invece avete scelto un rapace allevato dai genitori, deve essere pauroso quando vi avvicinate a lui, deve dibattersi. In caso contrario l’allevatore probabilmente vi sta spacciando un imprintato per rapace allevato dai genitori o viceversa.

9) Età, sesso, sottospecie

Sempre relativamente al controllo visivo, vi conviene assicurarvi che il rapace abbia l’età, il sesso e sia della specie e sottospecie da voi eventualmente richiesta. Purtroppo capire queste caratteristiche è molto difficile, a volte impossibile ed, in ogni caso, richiede esperienza e, purtroppo, l’altra grande percentuale di fregature che si ricevono è proprio legata a questa caratteristiche. Conosco tantissimi casi in cui gli allevatori o gli importatori hanno venduto maschi spacciandoli per femmine (che costano di più) o sottospecie meno pregiate spacciandole per sottospecie pregiate, o rapaci vecchi spacciandoli per giovani. Per il sessaggio potete eseguire un DNA sexing, tecnica molecolare molto precisa e oggi molto economica e rapida. Per l’identificazione della sottospecie o razza, ma anche dell’età, dipende soprattutto dalla vostra preparazione tecnica: per questo motivo non finirò mai di ricordarvi che è fondamentale studiare e apprendere bene le tecniche prima di acquistare il vostro primo rapace. Tra le truffe più comuni, la maggioranza si annovera nella vendita di: Falchi pellegrini “nordici”, Falchi pellegrini “scozzesi”, Sacri dell’Altai e Poiane di Harris “superior”, quindi tenete gli occhi aperti!

10) Legalità del rapace

Altro importante parametro da controllare assolutamente è la legalità del rapace che vi viene venduto, questo perchè spesso, purtroppo, sono in commercio rapaci illegali, catturati e legalizzati con un falso anellino e documento. Prima di andare a ritirare il rapace, chiedete all’allevatore se i suoi rapaci hanno tutti i documenti necessari. Per assicurarvi del tipo di documento necessario (Cites o certificato di nascita) al rapace che state acquistando consultate la sezione delle pagine gialle dedicata alle leggi del portale. (le informazioni aggiornate sulle specie elencate nella CITES si trovano nel sito: www.cites.org ). Io inoltre consiglio di farsi inviare il numero di anellino e una fotocopia del documento del rapace dall’allevatore PRIMA dell’acquisto e fare controllare questi dati dal vostro ufficio cites provinciale onde evitare fregature (per es rapaci illegali venduti come legali!).

11) Esame normale e check-up veterinario

Altro tipico problema nell’acquisto di un rapace è la sua salute, questo è infatti un altro campo nel quale si può ricevere una fregatura. E’ vero che nella maggior parte dei casi l’allevatore non può darvi nessuna garanzia sulla salute del rapace, perchè non dipende solo da lui, ma è anche vero che voi state pagando questo rapace e che dunque dovete avere una animale in perfetta salute. Un buon accordo è quello di eseguire un check-up veterinario completo, dividendovi le spese con l’allevatore. Il box di approfondimento sotto riportato elenca quali esami sono necessari per un completo controllo della salute del rapace:

 

Falconeria in Michigan U.s.a

img073Mi chiamo Sebastiano e sono nato a Messina 40 anni fa e sono emigrato in Michigan 15 anni fa.

Prima di andare in America sono sempre stato appassionato di falconeria che avevo scoperto in Sicilia tramite il conte Ventimiglia che ha una moltitudine di aquile, falchi, gufi in una località chiamata Castelbuono, vicino Cefalù.

In America ,ho cercato di trovare qualcuno che praticasse la falconeria, ma non e’ stato facile. Mi sono associato a un club di falconeria che a quel tempo contava più di 30 membri in tutto lo stato del Michigan che è abbastanza grande.

Mi hanno dato dei libri da studiare e mi hanno portato a caccia con la poiana coda rossa a caccia di scoiattoli.

Per praticare la falconeria devi passare un test di cento domande nel centro d.n.r. che sarebbe come la protezione ambientale.

Le domande sono un po complesse e riguardano la biologia del rapace, al volo, alimentazione, specie, misura, colorazione delle piume ecc.img077

Il test era tutto in inglese e per me è stato ancora più difficile…

 

 

 

img069Ho studiato 6 mesi per capire tutto il contenuto del test ma alla fine ci sono riuscito anche se la licenza era solo l’inizio. Il neo falconiere deve trovare uno sponsor che ti segua per due anni di apprendistato.

Dopo due anni diventi General, dopo 7 anni diventi Master.

Quando cominci puoi avere solo un rapace che devi catturare in natura, giovane e deve essere una poiana o un gheppio.

Dopo due anni puoi avere 2 rapaci a piacere tuo e dopo 7 anni ne puoi avere 3.

Nel mio Stato possiamo catturare 25 rapaci all’ anno di cui 2 astori img0672 gufi reali coopres gheppi e 25 poiane coda rossa .In altri stati puoi catturare molti astori.

img072Ho catturato tante poiane, qui ce ne sono tante. Ogni 10 chilometri ne vedi una su un albero.

Io possiedo un po di tutto poiane, cooper, astore americano ed ora ho un harris maschio.

Dove abito, il territorio e denso di alberi e nessuno usa i falchi di alto volo perchè non li puoi vedere.

Qui’ ci sono conigli,anatre, fagiani, oche selvatiche e tantissimi scoiattoli grossi quasi come conigli.

img074La legge sulla caccia e regolata dallo Stato o è Federale. La licenza di falconeria vale in tutta gli U.s.a , anche i rapaci sono registrati su tutto il territorio.

La licenza di falconeria mi e’ costata solo 50 dollari e viene rinnovata ogni 5 anni e per cacciare, la tassa costa solo 15 dollari per tutto l’anno.

Piccioni, passeri e storni si possono cacciare tutto l’anno, come vedete e tutto semplice, tutta la caccia in generale e ben regolata.

Le armi sono accessibili e non c’è limite di quantità, calibro o modello. Ho anche il porto darmi cosi’ posso portare la pistola con me, carica e pronta all’uso, come i poliziotti in Italia. La sola differeza è che io la porto nascosta, questa e la legge in questo stato; in altri come in Texas la portano a vista.

img078Un altro tipo di caccia che pratico e’ la caccia ai cervi con il fucile e vi posso assicurare che è molto divertente e ogni anno ne prendo dai 5 o 6 per stagione.

In futuro forse ritornerò in Sicilia e mi chiedo cosa potrò cacciare li??

Un caloroso saluto a tutti dal Michigan,

 

Sebastiano

Caccia agli storni: i falchi riportano la tranquillità

Ozieri.

Problema risolto

falchi_storniSta ottenendo successo la caccia agli storni. L’intervento dei falchi ha provocato allarme nelle colonie che si stanno in gran parte trasferendo fuori dell’abitato. «Ormai stimiamo che già l’80 per cento degli storni ha abbandonato il centro di Ozieri – precisa Massimo Pagani uno dei falconieri che ha avuto l’incarico dal Comune di attuare questo il progetto di ‘bird control’. Da oltre dieci giorni ogni sera prima del tramonto i falchi sono stati lanciati nelle vie più frequentate e abituale punto di pernottamento degli uccelli. «Non è stato facile anche perché la zona interessata era più vasta di quella stimata in un primo tempo. Nei prossimi giorni procederemo ad effettuare le ultime uscite dei falchi, lasciando un ulteriore intervento a fine mese per scoraggiare eventuali rientri».
La gente ha accolto veramente con favore l’iniziativa che risolve almeno per qualche anno i problemi a volte gravi causati dalla presenza degli storni, con danni alle facciate e inconvenienti igienici nei balconi e nelle strade. «Dobbiamo dire che abbiamo trovato il massimo di collaborazione ed accoglienza fra gli abitanti del centro. Ovunque ci hanno fatto entrare con i falchi nei loggiati e nei cortili».
Massimo Pagani, che vive nella frazione di Biasì a Padru, fa parte dell’Associazione sarda per la Falconeria, svolge questo lavoro insieme a Elio Guenzi che invece viene da Gonnosfanadiga. Entrambi hanno collaborato in diversi interventi con i falchi per cercare di allontanare piccioni o gabbiani da aeroporti o impianti industriali in Italia all’estero. Dopo l’esperienza di Ozieri, già diversi comuni della zona si sono fatti vivi per chiedere interventi di bonifica.
«Per onestà dobbiamo dire che il problema non si risolve definitivamente – spiegano i falconieri – Se gli storni hanno colonizzato Ozieri, evidentemente trovano le condizioni ottimali per rimanervi. Per qualche anno non ci dovrebbero essere problemi, altrimenti credo che in uno o due giorni si riuscirebbe a scacciare gli storni almeno per un altro periodo». Discorso diverso per i piccioni che sono molto invasivi e creano forse anche più problemi. A detta dei falconieri richiedono un progetto più specifico e dai tempi più lunghi. «I falchi che vengono utilizzati per i piccioni sono di specie diversa e più adatti a quel tipo di caccia dissuasiva».
Rossano Sgarangella

www.unionesarda.it

Allevamento Rapaci fra Legislazione e pura Passione

La detenzione dei rapaci è regolamentata dalle norme internazionali descritte dal Cites (Convenzione internazionale delle specie flora e fauna minacciate di estinzione).
Chi si accinge a detenere e, quindi, praticare la falconeria deve conoscere alla perfezione le leggi che la regolamentano.

sparaciaSi parte dal presupposto che i Rapaci, in genere, sono specie minacciate.
Cosa che in alcuni casi è vera. Ma, vero o no, a noi interessa sempre e in ogni caso rispettare le norme, in quanto queste nascono da necessità ambientali e di conservazione del patrimonio faunistico di determinante importanza.

Diciamo che il falco da falconeria si muove, viaggia sempre in compagnia del suo “passaporto” o documento di identità chiamato appunto Cites, nel quale si rileva prima di tutto l’allevamento in cui è nato, la data di nascita, il numero dell’anello inamovibile che a suo tempo è stato messo dall’allevatore nei primi 10 giorni di vita, in quanto la nascita va denunciata al servizio Cites, e non oltre, il decimo giorno

Gli allevatori sanno tutto questo alla perfezione anche perché non rispettare tali regole significa andare incontro a elevatissime sanzioni, in qualche caso anche penali, e non essere più autorizzati a potere allevare in cattività.

L’allevamento dei rapaci è, per chi li ama, una delle cose più interessanti che li riguardano. Hanno infatti una vita di coppia abbastanza movimentata che inizia col vero e proprio corteggiamento e si conclude con la schiusa dei pulli.
Il corteggiamento inizia spesso da entrambi, maschio e femmina. Il maschio nei primi mesi invernali comincia a “schioccare”, emette cioè delle forti vocalizzazioni di richiamo dette appunto “schiocchi”, per attirare l’attenzione della femmina. Compie evoluzioni di volo in aria per dimostrare la sua abilità e offre alla sua partner del cibo.

Essa solitamente non rifiuta in quanto, per trovarsi in quella situazione, ha già praticamente scelto il suo compagno; accetta di buon grado, si mostra favorevole all’accoppiamento, emettendo vocalizzazioni e assumendo atteggiamenti del corpo che dichiarano apertamente le sue buone intenzioni. Abbassa la testa, alza la parte posteriore del suo corpo e cosi avvengono le prime copule che da lì a circa un mese daranno origine alla deposizione delle uova che possono essere da 1 a 5.

Anche durante le prime deposizioni avvengono gli accoppiamenti e il maschio continua a corteggiare, non facendo mai mancare il cibo al nido.
Nei giorni che precedono la deposizione, la femmina cade in una fase di inattività, data probabilmente da sbalzi ormonali, chiamata “letargia da deposizione”. Sembra quasi malata, si muove poco, è goffa e stanca..

Questo atteggiamento passa dopo pochi giorni, quando riacquista quindi l’attività covando e stando sempre allerta nella difesa del suo nido.
La vera incubazione inizia quasi sempre dalla deposizione dell’ultimo uovo. Le prime uova sono effettivamente incubate dopo tre, cinque o sei giorni. La durata è di circa 32 giorni. Questa è più o meno la media dei grandi falconi, in quanto a seconda delle specie e di fattori atmosferici può variare dai 31 ai 36.

La schiusa è qualcosa di veramente emozionante se si ha la fortuna di poterla seguire con una telecamera appositamente posta sul nido della voliera. In qualche caso la madre aiuta il piccolo nascituro nella rottura del guscio.
Il nuovo nato è completamente inattivo, debole e dipendente dalla madre.

sparacia2Un’altra cosa veramente bella è il modo in cui la madre imbecca i propri figli. E’ uno spettacolo di delicatezza, fatto da uccelli predatori per eccellenza. Sembra quasi impossibile.
Il maschio si occupa di spiumare il cibo e portarlo al nido. Alcune volte dopo alcuni giorni di vita, si occupa anche lui dell’imbeccata, ma il suo compito principale è quello della difesa. E’ sempre molto attento e si pone in posatoi dai quali ha un totale controllo della situazione.

La crescita dei pulli è velocissima se si pensa che da circa 30-35 grammi del primo giorno, arrivano in 60 giorni a pesare circa 1 kg. Naturalmente dipende dalle specie..
A questa età sono già completamente indipendenti, in grado di cibarsi da soli, ma non di cacciare.

In natura questa età segna l’inizio dell’addestramento che viene fatto da parte dei genitori, soprattutto dalla madre, la quale li richiama al volo facendoli assistere alla caccia, lasciando che afferrino prede tramortite, quasi vive e continuando così per circa due mesi fino a quando diventano anche loro abili cacciatori.

Rapaci a rischio estinzione, gli insetticidi rompono le loro uova

poiane 482.jpg 37046821001 dicembre 2009. Alcuni decenni fa i rapaci, tra cui la poiana è uno di quelli che preferisco, si stavano rarefacendo su vaste zone del nostro pianeta, e per molte specie si temeva addirittura una prossima estinzione. Però, non si vedevano in giro dei cadaveri, e gli ornitologi, che sono quegli scienziati che si occupano degli uccelli, erano stupiti: che cosa stava succedendo?
Si misero così a esplorare i nidi e scoprirono un fatto davvero curioso: le uova risultavano spesso rotte, e il pulcino era andato naturalmente perduto. Si prelevò queste uova e si sottoposero a diverse misurazioni, e la verità venne subito a galla. Il guscio era più sottile di un quinto del guscio delle uova normali.
Dovete sapere che madre natura ha calcolato di fino lo spessore del guscio degli uccelli. Perché, se è troppo spesso il pulcino ha delle difficoltà a romperlo per nascere, e se, al contrario, è troppo sottile, non è più in grado di sostenere il peso della femmina in cova, e, ahimé, finisce per rompersi. Però, il problema risultava soltanto spostato, ma per nulla risolto.
Se i rapaci sparivano a causa delle uova che si rompevano durante la cova, per quale motivo le uova erano diventate così fragili? Qualcuno sospettò che si trattasse di un fenomeno dipendente dall’inquinamento ambientale, e i suoi sospetti erano ben fondati. Si accertò che nei territori frequentati dai rapaci erano state sparse delle tonnellate di insetticidi per proteggere le colture dagli insetti dannosi: soprattutto si era fatto uso di un insetticida dal nome un po’ buffo, la dieldrina.
Residui di dieldrina avevano contaminato i semi e i frutti e gli uccelli vegetariani che se ne erano nutriti, avevano finito per accumulare un po’ della sostanza tossica nel loro grasso. I rapaci che, a loro volta, avevano predato gli uccelli contaminati, si erano procurato un bel regalino sotto forma di dieldrina. Delle prove di laboratorio avevano alla fine messo in luce che piccole quantità di questo insetticida presente nel corpo degli uccelli deprimevano l’attività di un enzima destinato a deporre il calcio sul guscio dell’uovo in formazione.

Di conseguenza, questo guscio era rimasto più fragile, e sotto il peso della femmina in cova non si aveva un pulcino, ma una bella frittata! In tutto il mondo dopo che la dieldrina e altri composti tossici sono stati proibiti, le popolazioni dei rapaci stanno ritornando numerose a conferma che le prove di laboratorio hanno visto giusto.