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Falconeria
Cos’è la Falconeria?
La Falconeria è un’arte che non può essere capita e condivisa con tutti e non abbiamo certo la pretesa di farlo! L’uomo, con essa, sfrutta le capacità innate dei rapaci di cacciare altri animali al fine di nutrirsene. Ricordo che il termine Falconeria sta ad indicare la pratica della Caccia col Falco con relativa predazione del selvatico, come è stato per millenni, con l’intento sia da parte del falco che del Falconiere di cacciare Prede selvatiche in libertà. Questa è la Falconeria! La Falconeria segue le stesse leggi della caccia col fucile cioè la 157/92 e per praticarla serve obbligatoriamente la licenza di caccia. Tutti i falchi utilizzati sono nati in cattività e provvisti di anello inamovibile o microchip nonché di documento di provenienza: CITES oppure documento di cessione. Utilizziamo da sempre attrezzature e metodologie per la Falconeria non invasive perchè per noi la salute del falco è la priorità assoluta. Il falco è come uno sportivo, ha bisogno di allenamento, per questo cerchiamo di farlo volare più possibile: più vola, più è forte, in salute e competitivo verso il selvatico perchè l’obiettivo del team è la predazione!
Poiché abbiamo a che fare con una scena di caccia in cui vi è un predatore ed una preda, è uno sport non per tutti e piuttosto cruento. E’ una breve azione che vede protagonisti 2 nemici naturali e noi ne siamo i principali spettatori. Ci consideriamo privilegiati a poter assistere ad un meraviglioso spettacolo volante di selezione naturale perchè se la preda è più forte del rapace, riesce a scappare incolume, al contrario, se la preda è debole, malata o mal nutrita, viene ghermita dal rapace, esattamente come in Natura. Siamo i registi di una scena di caccia in cui collabora con noi un altro indispensabile partner: il cane da ferma senza il quale è difficile rintracciare e far levare in volo il selvatico. E’ ben conosciuto dal falco il quale non lo perde mai di vista ed è in grado di capire quando il cane è in ferma sulla preda. I due si conoscono bene e spesso condividono macchina, giardino, sole e acqua incrementando il loro rapporto di fiducia.Falconiere, Falco e Cane, sono un trio ben affiatato che collabora insieme prima della nascita di Cristo.
E’ un’arte millenaria praticata pare fin dai Sumeri e trasmessa in Italia del Grande Federico II di Svevia. In antichità veniva praticata dai più alti livelli della nobiltà, poi man mano si è inevitabilmente propagata a tutti i ceti sociali. E’ una passione Sana, a contatto con la Natura che dona forti emozioni e palpitazioni, cruenta, audace, che ci impegna quotidianamente tutto l’anno a cui non possiamo più rinunciare. Non vi è uso del fucile, niente spari ne feriti ne pericoli per le persone, solo tanta voglia di mettere in volo il nostro falco per farlo predare e farlo star bene.
Ogni altra attività con i rapaci diurni e notturni: rievocazioni, spettacoli ed altro.. sfrutta semplicemente le tecniche di falconeria, le tecniche di addestramento e le attrezzature utilizzate per la falconeria ma…non è Falconeria! E’ diventato davvero importante per noi che questo termine sia associato esclusivamente con la predazione di animali selvatici da parte del falco addestrato dall’uomo come nei secoli passati.
Pretendere di avere un rapace privandolo del suo principale scopo della vita, ovvero la predazione, è come castrare il più nobile degli animali e trattarlo alla stregua di un pappagallo….è come privarlo di milioni di anni di evoluzione che lo hanno portato ad essere un predatore di altri animali; è come avvilire il più nobile dei cacciatori volanti distruggendolo completamente per la propria personale soddisfazione… Un Vero Falconiere,tutto questo, non lo vuole….!
Non ci sono mai stati tanti falconieri come oggi nel mondo. E’ diventata alla portata di tutti e speriamo, con l’uso dei moderni mezzi di comunicazione a disposizione, di poter condividere questa nostra grande passione, esperienze ed emozioni con l’eleganza e la dignità con cui veniva trattata la falconeria dai nobili Signori di un tempo e di non far si, proprio perchè alla portata di tutti, che venga banalizzata e umiliata agli occhi della opinione pubblica da giocolieri o esibizionisti ma cha mantenga la dignità che merita.
Se anche tu vuoi condividere con noi questa malattia, e condividi la storia, la tradizione e il fascino di quest’arte, sei il benvenuto.
La Falconeria non è per bambini. Se pensi di volere un rapace per schiavizzarlo senza mai farlo volare, comprati un aquilone; se hai la pretesa di non farlo cacciare perchè TU non condividi la caccia, non avvilire questo animale; se vuoi un rapace da coccolare come se fosse un pupazzo o perchè fa “figo”, perchè è un animale “strano” o peggio, comprarlo per recluderlo in una voliera per tutta la vita…come un ergastolano per il tuo sadico piacere, non esitare, non ci far perdere tempo, non cercare di imporre anche a noi le TUE idee,.. naviga altrove….perchè semplicemente NON sei compatibile con il vero Spirito della Falconeria!
Federico Lavanche
www.falconeria.org, Il Portale Italiano sulla Caccia col Falco.
Aspergillosi nei falchi
Le infezioni fungine rimangono una causa di significativa mortalità per tutto il mondo
animale, nonostante le più recenti ricerche e l’emergenza di nuovi agenti antifungini.
L’Aspergillosi aviare e’ un’opportunistica infezione che occorre in animali
immunocompromessi o quando questi vengono a contatto con un grande numero di spore
fungine. L’Aspergillosi e’ anche la più comune delle malattie negli uccelli selvatici mantenuti in
cattività. L’Aspergillosi può occorrere in tutte le specie aviari ma ci sono alcuni falchi
marcatamente più predisposti come girfalchi, astori, giovani poiane codarossa e aquile reali.
Fra le cause predisponenti vanno annoverate la scarsa ventilazione dei locali, lo stress legato
alle manipolazioni per la falconeria (abbassamento del peso corporeo) ed il caldo-umido
(specialmente per girfalchi). Aspergillus fumigatus e’ l’agente eziologico più comune ma anche
A. flavus, A. niger e A. terreus sono frequentemente isolati. Il trattamento più efficace e’ nelle
infezioni localizzate o diagnosticate precocemente mentre casi più gravi sono considerati al di
là di ogni possibile terapia con mortalità che si avvicina al 100/100.
Segni clinici
I segni clinici sono vari e dipendono dalla gravità della malattia. Possiamo includere perdita di
peso, inappetenza, dispnea, stridore inspiratorio, ridotta performance nel volo, tachipnea.
Possibile notare anche piumaggio arruffato e, nei casi più gravi, anoressia e biliverdinuria.
Sono discretamente frequenti gravi casi di infezioni dei seni paranasali che causano ostruzioni
degli stessi e finanche osteolisi.
Diagnosi
La diagnosi non e’ mai semplice poiché tali sintomi respiratori possono essere comuni anche
ad altre patologie come la Micobatteriosi e la Clamidofilosi.
I problemi ematologici comprendono leucocitosi, eterofilia, monocitosi e la presenza di
eterofili tossici e linfociti reattivi. Possibile anche l’elevazione degli enzimi epatici. Un quadro
ematico normale comunque non esclude la presenza della malattia. Le anomalie radiologiche
includono opacità nei sacchi aerei e ispessimento della trama bronchiale ma non sono
patognomoniche e quasi sempre tardive rispetto all’insorgenza della malattia. La diagnosi
definitiva e’ sempre affidata all’endoscopia dei sacchi aerei con l’evidenziazione di placche
coalescenti e granulomi. Il conseguente esame citologico e colturale dei tessuti prelevati per
biopsia e’ basilare per la diagnosi. Le alterazioni del quadro elettroforetico non sono
specifiche e possono essere specialmente utili per monitorare il decorso piuttosto che per la
prima diagnosi. Infezioni acute mostrano aumento delle proteine totali e delle betaglobuline
mentre quelle croniche mostrano un aumento delle gammaglobuline a volte unito all’aumento
anche delle betaglobuline.
La titolazione dell’antigene galattomannano, diffusa nella medicina umana, ha dato risultati
inattendibili in altro studio effettuato nel nostro ospedale.
Spesso la diagnosi clinica si basa su più esami collaterali piuttosto che su un unico risultato,
tanto e’ vero che anche la coltura da reperto bioptico di una colonia di Aspergillus può
insorgere per contaminazione ambientale ed e’quindi finanche questa da vedere nel contesto
generale diagnostico.
Trattamento
La diagnosi di Aspergillosi dovrebbe essere sempre confermata dato che il trattamento
prevede la somministrazione a medio – lungo termine di farmaci costosi e anche
potenzialmente tossici. Il trattamento si dimostra più efficace se la somministrazione
sistemica (usando Itraconazolo o Voriconazolo) e’ accompagnata da nebulizzazione e
applicazione del principio attivo sulle lesioni in corso di endoscopia. A volte e’ necessaria
l’asportazione chirurgica delle lesioni.
Anni fa la mia struttura ha iniziato un approccio terapeutico con il Voriconazolo che
e’attualmente considerato la terapia di scelta dell’Aspergillosi anche in altre specie aviari. Il
Voriconazolo e’ un triazol-derivato di seconda generazione derivato dall’evoluzione in
laboratorio del Fluconazolo. E’ commercializzato in composizioni per via endovenosa e in
compresse da 50 e 200 mg.
Da noi viene utilizzato attualmente alla dose di 12,5 mg/kg BID o di 18 mg/kg SID. Il
Voriconazolo e’ preparato sciogliendo le compresse da 200 mg in 20 ml di soluzione salina e
conservando la soluzione non utilizzata in frigorifero. La terapia con Voriconazolo ha un costo
di circa un euro al giorno per un falco di 800 grammi (pellegrina). Nei falchi il Voriconazolo e’
ben tollerato ai dosaggi terapeutici anche quando viene la terapia generale e’ abbinata a
quella locale e alla nebulizzazione. Negli ultimi mesi il mio ospedale sta mettendo a punto un
protocollo per la somministrazione del Posaconazolo nei falchi.
Il Posaconazolo (Noxafil-Shering) e un nuovo potente triazol derivato che e’ un risultato
dell’evoluzione in laboratorio della molecola dell’Itraconazolo ed e’ commercializzato
dall’anno 2007 per pazienti umani affetti da Aspergillosi e refrattari al trattamento con
Amfotericina o Itraconazolo. Il Posaconazolo inibisce la sintesi dell’ergosterolo che e’ un
componente essenziale della membrana fungina inibendone la crescita. Il suo meccanismo di
azione e’ fondamentalmente lo stesso degli altri triazol derivati ma il suo effetto inibitore e’
significantemente maggiore.
Il Posaconazolo e’ attivo anche per la terapia e la prevenzione di altre specie fungine come
Scedosporium, Candida e Histoplasma. In studi in vitro effettuati da circa un anno su colture
fungine da falchi il Posaconazolo ha avuto un’azione sempre uguale o superiore
all’Itraconazolo e in alcuni casi superiore anche a quella del Voriconazolo. Questi risultati di
MIC 90 si allineano perfettamente a quelli effettuati in studi su casi di Aspergillosi umani. Il
prodotto e’ commercializzato in soluzione orale alla concentrazione di 40 mg/ml ed ha un
costo molto elevato (terapia costa 4 euro giornalieri per kg di peso di falco). Abbiamo
utilizzato il Posaconazolo alla dose di 12.5 mg/kg BID in falchi con sicura diagnosi di
Aspergillosi e non abbiamo rilevato nessuno degli effetti indesiderati elencati per pazienti
umani. Il prodotto e’ sempre stato utilizzato per somministrazione tramite siringa e tubo
metallico direttamente nel gozzo al mattino mentre veniva somministrato nel cibo
(inoculazione in quaglia eviscerata) alla sera. Abbiamo sviluppato questo protocollo per
evitare lo stress all’animale di essere incappucciato e contenuto per 2 volte al giorno. Dopo la
somministrazione al mattino e’ stato offerto del cibo.
Finora le endoscopie di controllo (ancora in corso) si sono mostrate soddisfacenti ma il tasso
di successo e’ risultato uguale o inferiore rispetto a quello del Voriconazolo.
Gli aggiornamenti saranno dati durante la comunicazione orale in quanto lo studio e’ ancora
in corso.
Antonio Di Somma
Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti
Tricomoniasi in falchi da alte prestazioni
La Tricomoniasi e’ la più comune fra le malattie che colpiscono i rapaci. L’obiettivo di questo
studio e’ stato di stabilire la prevalenza di falchi per uso sportivo che sono affetti da
Trichomonas negli Emirati Arabi. Il tasso di infezione nei colombi, naturali portatori e
serbatoi della malattia, e’ stato investigato in quanto questi animali giocano un ruolo
importante nell’addestramento e nell’alimentazione dei rapaci.
Nel periodo fra Settembre 2000 e Marzo 2002 , un totale di 2654 falchi sono stati esaminati al
Dubai Falcon Hospital. 85 sono stati i rapaci risultati positivi per Trichomonas gallinae
(percentuale di positività del 3,1%).
Per stabilire la prevalenza della malattia nei colombi, ne sono stati esaminati 3 gruppi, tutti
usati per l’addestramento dei falchi. La percentuale di colombi positivi per Trichomonas e’
stata più alta di quella rilevata da un precedente lavoro di Bailey negli Emirati arabi (1997). Il
range di animali positivi dei tre gruppi e’ risultato fra il 52% e il 99%.
Nei falchi il trattamento con Carnidazolo (25 mg/kg per una volta) e’ stato meno efficace di
quello con Dimetridazolo (50/70 mg/kg per 5 giorni).
Nei colombi il trattamento con Carnidazolo (per 1 o 2 giorni) e’ risultato non risolutivo
mentre dopo la terapia con Dimetridazolo (20 g in 30 litri di acqua da bere) tutti gli uccelli
erano negativi.
Considerazioni di questo studio: l’aumentata consapevolezza dei falconieri e l’uso di carni
alternative hanno ridotto le percentuali di falchi affetti da Tricomoniasi.
Il Dimetridazolo e’ veramente efficace e sicuro nei falchi nonché essenziale per il trattamento
dei colombi.
Materiali e metodi.
Presso il Dubai Falcon Hospital sono stati esaminati 2654 falchi durante il periodo fra
Settembre 2000 e marzo 2002. Percentuali di falchi inseriti in questo studio: 38% pellegrini
(Falco peregrinus), 20% sacri (Falco cherrug), 8% girfalchi (Falco rusticolus), 19% ibridi
girfalco/pellegrino, 13% ibridi girfalco/sacro , 2% altre specie.
Alcuni di questi falchi sono stati presentati per routinarie vaccinazioni e sverminazioni
mentre altri presentavano segni clinici di malattia. Tutti i falchi esaminati sono stato testati
per il Trichomonas. I campioni per la ricerca sono stati raccolti dall’orofaringe e dal gozzo
mediante tamponi umidi. Per umidificare i campioni e’ stato preferito il ringer lattato.
Il range di protozoi mobili identificati e’ andato da 1 a 65 per campo microscopico (100X).
In vetrini ben preparati abbiamo verificato che i protozoi cominciavano a non esibire più
movimenti dopo 20 minuti e risultavano tutti morti quando il vetrino si essiccava (circa 65
minuti dalla raccolta). Questo fa pensare che in ambiente umido (acqua da bere) il parassita
possa sopravvivere molte ore anche in assenza del suo ospite.
Tricomoniasi in falchi
Su 2654 falchi testati, 85 (percentuale del 3%) sono risultati positivi per Trichomonas
gallinae. Su questo numero di uccelli positivi 29 (34%) erano stati presentati in ospedale per 11
segni clinici riferibili alla malattia mentre 58 ( 66%) raggiungevano la nostra struttura per
vaccinazioni di routine. La distribuzione della malattia e’ stata uniforme fra le varie specie.
I segni clinici riferiti sono stati generici : vomito, anoressia, scarsa performance nel volo,
riduzione del peso corporeo, debolezza. Solo in 6 uccelli sono state ritrovate larghe placche
caseose nell’orofaringe. Tutti questi ultimi 6 falchi presentavano problemi nell’ingoiare il cibo
e la terapia, oltreché medica, e’ stata anche chirurgica con attenta rimozione delle placche.
Trattamento medico: i falchi positivi sono stati divisi in 2 gruppi. 72 falchi sono trattati con
Carnidazolo (25 mg/kg per una sola volta) e 13 sono stati quelli trattati con Dimetridazolo
(50/70 mg/kg per 5 giorni).
Tutti gli uccelli trattati con Dimetridazolo sono stati ritestati nei giorni successivi al
trattamento e sono risultati negativi dopo solo 2 giorni di terapia. Del gruppo dei falchi trattati
con Carnidazolo ne sono stati ritestati 20 soggetti dopo breve termine e uno di questi
risultava ancora positivo. Lo stesso soggetto appariva positivo dopo altri 2 trattamenti con
Carnidazolo e 1 ciclo di metronidazolo (50 mg/kg per 5 giorni). Lo stesso falco e’ risultato
invece negativo dopo il trattamento con Dimetridazolo (70 mg/kg per 5 giorni).
Tutti i falchi hanno sopportato bene i trattamenti ed i sintomi (se la Tricomoniasi era l’unico
problema) sono scomparsi.
Tricomoniasi nei colombi
In Marzo 2002 abbiamo controllato 3 differenti gruppi di colombi per determinare la
percentuale di colombi infetti. Tutti gli animali testati appartenevano a falconieri che li
utilizzavano per addestramento dei falchi.
Colombi viaggiatori da un centro di allevamento che opera in isolamento: 95.8% positive su
un totale di 310 uccelli esaminati.
Colombi non viaggiatori da Dubai: 26 positivi su un totale di 49 esaminati (51%).
Colombi viaggiatori acquistati in Iraq: 49 positivi su un totale di 50 esaminati (98%).
Questi risultati concordano con lo studio di Bailey in U.A.E del 1997 che denotava un minor
tasso di infezione da Trichomonas in uccelli catturati recentemente, comunque le nostre
percentuali di positività sono significativamente più alte.
Per controllare l’efficacia del trattamento sono stati selezionati colombi di 3 mesi di età dal
primo gruppo (allevamento chiuso). Tutti gli uccelli selezionati non presentavano lesioni
visibili, tutti però erano positivi per Trichomonas, presentavano ottimo stato di salute
generale e non avevano lesioni da Pox nelle parassitosi intestinali.
I colombi sono stati divisi in 4 gruppi:
I gruppo: trattamento con Dimetridazolo (Emtryl )666 mg per litro di acqua da bere per 7
giorni.
II gruppo:trattamento con Carnidazolo (1 compressa di Spatrix per un giorno).
III gruppo: trattamento con Carnidazolo (1 compressa di Spartrix per 2 giorni consecutivi ).
IV gruppo: gruppo di controllo, nessun trattamento.
Tutti i 4 gruppi sono stati confinati in voliere isolate e l’acqua veniva cambiata 2 volte al
giorno.
Dopo 8 giorni tutti gli uccelli trattati con Dimetridazolo risultavano negativi mentre 16 erano
quelli positivi nel II gruppo (Carnidazolo per un giorno) e 3 quelli positivi del III gruppo
(Carnidazolo per 2 giorni). Tutti gli uccelli del IV gruppo risultavano invece ancora positivi. Da
notare che i colombi del I gruppo erano negativi già dopo 3 giorni di trattamento con Dimetridazolo.
Alla fine del mese di Marzo 2002 abbiamo trattato circa 5000 colombi del medesimo centro di
allevamento. Dopo 5 giorni di trattamento 31 giovani colombi presentavano i segni
neurologici tipici della tossicità relativi al trattamento con Dimetridazolo ma tutti sono
migliorati quando abbiamo sospeso il farmaco.
Conclusioni
I colombi che sono utilizzati per l’addestramento dei falchi in Dubai presentano un’alta
prevalenza di positività per Trichomonas gallinae.Tuttavia i falchi da noi controllati hanno
manifestato una minor prevalenza della malattia rispetto agli studi in Medio Oriente di Bailey
e Samour (1997).
La consapevolezza dei falconieri circa la trasmissione della malattia e’ migliorata grazie al
lavoro degli staff dei vari Falcon Hospital. Siamo personalmente testimoni che molti gruppi di
falconieri evitano ormai di cibare i falchi con i colombi. Richiamano e addestrano i rapaci con “
logori” inanimati.
Il trattamento con Carnidazolo e’ stato generalmente efficace nei falchi ma uno di questi ha
manifestato resistenza al farmaco dopo 3 trattamenti.
Il trattamento con Dimetridazolo e’ stato efficace nei rapaci dopo soli 2 giorni di terapia. Per il
trattamento profilattico nei colombi il Dimetridazolo e’ da ritenere abbastanza sicuro se
somministrato in periodi non troppo caldi.
Diagnosi precoce e trattamento dei positivi, asintomatici soggetti sono requisiti fondamentali
per evitare il propagarsi della malattia nei falchi. Ulteriori studi sono in programma per
rilevare la naturale resistenza nei falchi e per determinare la patogenicità dei differenti ceppi
di Trichomonas.
Antonio Di Somma
Maddalena Garlinzoni
Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti
Enterotossemia da Clostridium perfringens
Sommario
Negli ultimi anni vi e’ stato un gran dibattito sulla patogenicità del Clostridium Perfrigens
(precedente nome; Clostridium Welchi) nella medicina dei rapaci. La pericolosità del C.
perfrigens e’ considerata dai vari ricercatori in maniera completamente differente. Per Gerlach
e’ un normale commensale del tratto digerente dei rapaci, dei fagiani e di tutti gli uccelli che
hanno 2 ciechi ben sviluppati. Per Hendereicht e Isenbugel e’ un colonizzatore che provoca
enterite mortale e gangrena gassosa a livello muscolare dopo ferita penetrante. Illustri
ricercatori che si occupano di falchi come Coles, Forbes, Samour e Cooper non lo citano
nemmeno come causa di malattia nei falchi. Per Wernery in “ Raptor Biomedicine” e’ un
pericoloso patogeno opportunista, responsabile di un numero alto di morti improvvise e
apparentemente senza motivo nei rapaci. Ma allora dov’e’ la verità?
Patogenesi
Le Clostridiosi sono malattie provocate da batteri del genere Clostridium che sono batteri
bastoncellari, gram positivi, anaerobici e produttori di spore. Le malattie più frequenti negli
uccelli sono provocate da Clostridium perfrigens e botulinum. Le malattie da Clostridi sono
una minaccia costante per quasi tutte le specie aviarie e anche in molti mammiferi. I Clostridi
sono organismi produttori di tossine e da queste dipende la loro patogenicità. Il Clostridium
Perfrigens e’ comune nel terreno e anche nel tratto intestinale di molti animali ( compreso
l’uomo) e causa malattie solo in particolari condizioni. Il carattere ubiquitario dei Clostridi
rende la loro eradicazione virtualmente impossibile e per il controllo della malattia si rende
obbligatoria la profilassi curando l’igiene della carne offerta come cibo e cercando di evitare
tutti i fenomeni stressanti che possono danneggiare il già delicato sistema immunitario dei
falchi. I falconieri spesso congelano grandi quantità di cibo per i falchi che vengono scongelate
e utilizzate al momento del bisogno. Se il processo di congelamento e’ lento si sviluppano le
condizioni ideali per la moltiplicazione batterica. Ancora più pericolosa e’ la pratica dello
scongelamento in acqua calda che diventa un brodo colturale per il Clostridium.
Segni clinici
Clostridium perfrigens può essere responsabile di entrotossemia con enterite necrotica, di
dermatomiosite con gangrena gassosa e inoltre può essere contaminante e colonizzare le
pododermatiti ( intrattabili casi di bumblefoot). L’enterossemia acuta e subacuta , come anche
l’enterite emorragica, sono dovute a Clostridium perfrigens dei tipi A e B. Gli animali colpiti
possono morire anche entro una sola ora dall’inizio dei segni clinici. Nella forma iperacuta
viene notata solo severa depressione e morte nell’arco di poche ore. Nella forma acuta il falco
e’ anoressico, depresso e rigurgita qualsiasi cibo gli venga somministrato . Le feci sono prima
diarroiche per poi diventare emorragiche e fortemente maleodoranti. Il quadro
sintomatologico non e’ patognomonico e’ può essere ricollegato a vari tipi di malattie acute.
Diagnosi
Data l’importanza di una diagnosi precoce si utilizza il risultato del Gram stain su materiale
fecale e il corteo sintomatologico per iniziare la terapia antibiotica e di supporto. Il
ritrovamento di grandi quantità batteri bastoncellari gram-positivi e’ comunque di relativo
valore diagnostico poiché vengono ritrovati anche in feci di falchi asintomatici. All’esame
macroscopico post mortem si noterà enterite emorragica,cardiomegalia ed epatomegalia. I
campioni post mortem devono includere materiale intestinale da animali morti da poche ore
poiché i clostridi sono precoci invasori dei cadaveri e il loro ritrovamento tardivo non ha
valore diagnostico. La diagnosi di enterotossiemia da Clotridiosi e’ data dall’identificazione di
tossine clostridiche nel duodeno degli animali. Il Clostridium può essere coltivato anche da
materiale fecale di animale in vita ma il suo ritrovamento non ha un grande significato in
quanto e’ normale commensale della flora intestinale. La corretta procedura diagnostica
consiste quindi in coltura anaerobica, antibiogramma e test per la tossina ( la più patogena e’
l’alfatossina lecitinasi).
Terapia
L’enterotossemia clostridica e’ spesso diagnosticata troppo tardi e il falco muore prima del
possibile trattamento. Comunque la terapia antibiotica con amossicillina e tetracicline può
essere efficace. In supporto alla terapia antibiotica anche la terapia reidratante per via
endovenosa o intraossea ed in aggiunta adsorbenti intestinali . E’ riportato che l’uso di
antisiero iperimmune di origine bovina può essere utilizzato con discreto successo.
Profilassi
E’ importante stare attenti alla pratica dello scongelamento della carne ed evitare
assolutamente di scongelare la carne in acqua calda dove si verificano le condizioni ideali per
il moltiplicarsi del Clostridium perfrigens. Spesso le teste di pollo e i colli di pollo sono
contaminati da sangue, muco e rigurgito dallo stomaco. Questi prodotti dovrebbero essere
accuratamente sciacquati in acqua fredda prima e dopo il processo di congelamento. Esiste un
vaccino inattivato prodotto in Germania ( Enterovac) da ripetere ogni anno. E’ prodotto da 4
differenti ceppi di Clostridium perfrigens.
Conclusioni
Il Clostridium perfrigens e’ un patogeno opportunista che vive nell’apparato digerente dei
falchi. L’enterotossemia ( molte volte dal quadro iperacuto e fatale) avviene quando, per un
qualsiasi motivo, si rompe il delicato equilibrio e si riduce la resistenza dell’ospite . Le tossine
prodotte dal Clostridium in moltiplicazione vengono allora assorbite attraverso la mucosa
intestinale e causano la mortale enterossemia.
Antonio Di Somma
Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti
Visita clinica dei falchi ed esami diagnostici
Sommario
Con la continua crescita del numero di falchi che vivono in cattività e’ richiesto al medico
veterinario uno specifico aggiornamento professionale e una maggior conoscenza del delicato
equilibrio psico-fisico degli uccelli da preda.
L’arte della diagnosi nella medicina dei rapaci si basa sul riuscire a raccogliere una completa
informazione tramite questionario con domande mirate, eseguire un veloce ma esauriente
esame fisico, raccogliere numerosi dati dagli esami collaterali e quindi interpretare tutte le
informazioni raccolte. (1)
Infine terminare la visita avendo inflitto al falco meno danni possibili, sia fisici che psicologici.
Ottenere una buona anamnesi e’ un punto fondamentale per arrivare alla diagnosi. Inoltre
conoscere i più comuni segni clinici di malattia aiuta nella formulazione di diagnosi
differenziali.
Anche se il falco può presentare un evidente sintomo spesso il problema e’ più complesso ed il
primo sintomo che appare può anche non essere il più grave.
E’ difficile, se non impossibile, condurre un adeguato esame fisico su un rapace spaventato e
combattivo se non viene anestetizzato, non solo e’ difficile ma può risultare anche pericoloso
per il veterinario, per il suo assistente e per il paziente stesso.
E’ raccomandata sempre l’anestesia con isoflorano o con la combinazione di isoflorano e una
premedicazione iniettabile mediante ketamina/medetomidina.
Una volta ottenuta la diagnosi definitiva e’ importante seguire ogni caso con il trainer del falco
e sviluppare un programma di medicina preventiva.
Introduzione
Si ritiene che l’arte della falconeria sia originata 4000 anni fa sugli altopiani dell’Asia centrale,
in un’area corrispondente agli attuali stati di Corea, Giappone e Cina.
Ancora oggi queste regioni possiedono le più alte concentrazioni di uccelli da preda adatti alla
falconeria come Sacri, Pellegrini, Lanari e Aquile. (2)
La passione per la falconeria si propagò quindi lungo la rotta del commercio della seta fino al
mondo arabo e quindi arrivò in Europa ai tempi delle crociate.
La caccia con i rapaci e’ quindi lo sport più antico del mondo.
Il termine rapace deriva dal latino rapere ,ovvero afferrare o stringere e viene impiegato per
indicare in generale qualsiasi uccello da preda. (3)
Oggi i rapaci sono mantenuti in cattività per varie ragioni che includono riabilitazione,
spettacoli di volo, centri di allevamento, attività di pest control e di falconeria. (4)
Obbiettivi della relazione
1) come raccogliere un’esauriente anamnesi.
2) riassumere le basi dell’esame fisico del rapace includendo le tecniche di contenimento
dell’animale .
3) come raccogliere le informazioni sufficienti per arrivare alla diagnosi compiendo vari
esami collaterali.
Cosa devi chiedere
Durante il primo incontro fra il veterinario e il suo paziente, avviene una serie di importanti
dinamiche. Per primo il falco e’ avvicinato, catturato e mantenuto costretto nonostante i suoi
sforzi per sfuggire alla presa. Una volta contenuto, il falco viene esaminato dal veterinario per
accertarsi delle sue condizioni.
Mentre il veterinario e’ impegnato ad eseguire l’esame clinico, e’ il contenimento del falco che
attira l’attenzione e la preoccupazione del trainer. (5)
Nulla può distruggere la fiducia di un falconiere verso il suo veterinario più velocemente di un
incompetente contenimento del falco durante l’esame fisico.
E questo a buona ragione poiché i danni inferti alle penne primarie e alla coda possono
rivelarsi addirittura incompatibili con il futuro di agonismo o di riabilitazione del soggetto,
avendo danneggiato seriamente le sue capacità di volo. E’ importante tener presente la
possibilità’ di danni iatrogeni e intanto rapportarsi con il trainer per instaurare un rapporto di
fiducia e per apprendere nuove tecniche di manipolazione del falco.
Quando ti viene presentato un rapace per la visita e’ essenziale ricevere un’anamnesi la più
dettagliata possibile. Ricorda di essere paziente e spendere tempo per ottenere informazioni
circa l’alimentazione e qualsiasi altra storia del falco, poiché queste note potranno rilevarsi
fondamentali per la diagnosi. (6)
L’anamnesi si verte su un questionario da rivolgere al proprietario del rapace mentre ancora
il falco e’ incappucciato sul pugno o e’ contenuto nel trasportino. (7)
Questionario del Dubai Falcon Hospital:
Provenienza del rapace?
Ragione della visita e problema attuale?
Durata del problema?
Tipo di cibo?
E’ stato somministrata preda abbattuta con armi da fuoco?
Il falco e’ riluttante ad ingerire o mangiucchia a piccoli bocconi?
Altri falchi con lo stesso problema?
Hai notato cambiamenti nella voce del falco?
Hai notato cambiamenti nel carattere?
E stato visitato da altri veterinari ?
Qual’e’ il suo alloggio?
Cambiamenti nell’appetito?
Qual’e’ la sua performance nel volo?
Le feci sono normali?
Per risparmiare tempo ognuna di queste domande ha risposte già codificate per cui il
falconiere deve solo selezionare la casella corrispondente.
Osservazione del paziente
L’osservazione del falco prima di eseguire l’esame fisico e’ indispensabile.
Non e’ possibile cominciare l’osservazione nel mezzo di una normale clinica per piccoli
animali poiché il falco sentirà la presenza di un cane o di un gatto come quella di un predatore
e questo aumenterà lo stress della visita. (7) La maggior parte dei falchi addestrati arriverà
già con adeguato cappuccio e “geti” (lacci di cuoio che assicurano le zampe contro tentativi di
fuga) . Per i falchi che arrivano nel trasportino sarà cura del veterinario procurarsi cappucci e
geti di varie misure per i vari tipi di rapaci. I manufatti in pelle per la falconeria “made in Italy”
sono famosi nel mondo e facilmente reperibili.
Gli uccelli selvatici in genere e i falchi in particolare possiedono un enorme capacità di
nascondere segni di malattia fino al punto in cui e’ impossibile non manifestare malessere.
Questa e’ una strategia di sopravvivenza in quanto l’apparenza del segno di malattia rende
l’animale selvatico a rischio di predazione. (8)
Devi osservare il falco attentamente: annota il tipo e la frequenza degli atti respiratori, la
posizione delle ali, se il piumaggio e’ arruffato o aderente, la postura sui 2 arti, la velocità di
reazione allo stress.
La frequenza respiratoria di un falco a riposo e’ da 11 a 28 atti al minuto.
Lo stress test può servire per determinare intolleranza allo sforzo.
La condizione del piumaggio va valutata attentamente controllando le primarie
eventualmente danneggiate.
Lo stato di idratazione e’ stimato elevando una plica cutanea a livello delle dita del falco. Le
condizioni fisiche e il peso del falco sono in genere direttamente correlate per cui un uccello in
buone condizioni ha un peso corporeo adeguato per la sua specie e per il suo sesso (il maschio
e’ circa un terzo più piccolo della femmina).
Il peso corporeo e’ controllato mediante apposita bilancia con trespolo mentre le condizioni
corporee sono valutate tramite palpazione manuale dei muscoli pettorali.
E’ questo il momento di effettuare anche l’esame delle feci che e’ semplice e procura molte
informazioni. In clinica a volte bisogna aspettare che il falco deponga le feci su superficie non
contaminata, falchi incappucciati di solito sono stimolati appena viene rimosso il cappuccio
poiché lo stress di ritrovarsi in ambiente non familiare stimola l’escrezione.
Se ciò non avviene bisogna depositare alcune gocce di acqua tramite una siringa direttamente
nella bocca del rapace. (8)
Contenimento ed esame fisico
L’esame fisico non può essere condotto senza un adeguato contenimento dell’animale. Il
paziente rapace può essere molto più difficile da contenere rispetto a un cane o a un gatto ed
un’esatta tecnica e’ essenziale perché il contenimento sia un episodio senza stress per
veterinario, assistente ed animale. Qualsiasi cosa richiesta per l’esame fisico e la raccolta di
campioni dovrebbe essere preparato prima di manipolare l’animale. Ricorda che i falchi sono
particolarmente suscettibili allo stress e i falchi malati lo sono ancora di più. L’esame fisico
andrebbe eseguito in maniera più rapida possibile e in quasi tutti i casi e preferibile
anestetizzare l’animale. Logicamente va valutato il rischio dell’anestesia rispetto al solo
contenimento manuale del falco. (9). In Dubai Falcon Hospital usiamo indurre l’anestesia con
una miscela di Ketamina (3 mg /kg) e medetomidina (0,06 mg/kg) e mantenere quindi
l’anestesia tramite isoflorano somministrato via maschera facciale.
Nello stadio dell’esame fisico nulla può essere trascurato poiché potrebbe risultare difficile se
non impossibile riaddormentare o ricontenere di nuovo l’animale.
Per non tralasciare nulla e’ importante adottare una routine ‘step by step’: il miglior approccio
e’ una logica progressione dalla testa alla coda. Prima di iniziare l’esame e’ meglio prestare
attenzione al tipo e alla frequenza respiratoria per assicurarsi che il paziente non sia in
pericolo di vita durante l’esame fisico. Nella regione della testa osserviamo gli occhi, le
orecchie, le narici, il becco, la bocca e l’orofaringe. Gli occhi devono apparire non infiammati e
simmetrici. Le narici vanno esaminate per eventuali detriti o sierosità. La cheratina del becco
deve essere liscia e senza crack o deviazioni. La lingua, la glottide e l’orofaringe vanno
osservati per eventuali masse, placche o aeree infiammatorie. Il collo va palpato per stimare il
gozzo e la presenza di eventuali corpi estranei.
Per l’esame dei sistemi cardiovascolare e respiratorio ricorriamo all’auscultazione.
Auscultazione dei polmoni, sacchi aerei e cuore prevede porre lo stetoscopio sia sul lato
dorsale che su quello ventrale dell’uccello. Normalmente non sono udibili suoni respiratori
poiché il tessuto polmonare non si espande attivamente. Il battito cardiaco e’ facilmente
udibile su entrambi i lati e il suo rate e’ intorno ai 350 battiti al minuto.
La palpazione dell’addome e’ particolarmente difficile poiché l’area addominale e’ stretta e gli
organi sono situati profondamente: risulta importante specialmente nei casi di ascite o di
epatomegalia.
Le ali andrebbero esaminate separatamente per ogni evidenza di fratture o lussazioni,
umettare con alcool le piume aiuta per evidenziare traumi dei tessuti molli. Un’ala
leggermente abbassata rispetto all’altra può indicare rottura del tendine del muscolo
sopracoricoideo.(10)
Le zampe vanno estese per evidenziare asimmetrie ed e’ fondamentale esaminare con buona
luce e aiuto di occhiali ingrandenti la superficie palmare dei piedi per non trascurare la
presenza di primi stadi di pododermatite, relativamente frequente nei falchi mantenuti in
cattività.
Ultimo doveroso sguardo alla condizione di tutto il piumaggio e specialmente alle condizioni
delle remiganti primarie e secondarie e alle penne della coda: ricorda che si può anche
ottenere un’eccellente guarigione dell’animale ma, se hai trascurato una primaria
danneggiata, quel falco non volerà mai nemmeno discretamente.
Per veterinari impegnati nella medicina dei rapaci può risultare utile diventare familiari con le
tecniche di imping (riparazione di penne primarie, secondarie e della coda mediante innesti).
Esami diagnostici
L’esame fisico dei rapaci risulta più veloce di quello dei mammiferi ma di solito procura meno
informazioni e quasi sempre non e’ diagnostico.
Per raccogliere ulteriori informazioni e’ essenziale tutta la rete degli esami diagnostici da
compiere sull’animale ancora manualmente contenuto e che prevede esame radiografico nelle
due proiezioni, esame ematologico e profilo biochimico, prelievo di campione dalla mucosa
esofagea, esami citologici e colturali, esami microbiologici, esami tossicologici. Inoltre,
nell’esperienza del nostro ospedale, molte volte risulta indispensabile l’esame endoscopico a
livello dei sacchi aerei.
Radiografie correttamente posizionate sono imperative per una corretta interpretazione. Se lo
sterno e le vertebre non sono perfettamente sovrapposti nella posizione ventrodorsale, se le
ali non sono estese simmetricamente e le zampe non sono estese al massimo avrai difficoltà a
valutare polmoni, sacchi aerei e fegato. Nella proiezione laterale, la tendenza e’ quella di
ruotare eccessivamente l’uccello abbassando entrambe le ali a livello del tavolo. Questo non
permette allo sterno di essere parallelo all’asse del tavolo radiologico e rende
l’interpretazione degli organi addominali falsata. (11)
Il sangue dovrebbe essere prelevato per l’esame emocromocitometrico e per il profilo
biochimico. La venipuntura può essere effettuata dalla vena mediale metatarsale, dalla
brachiale o dalla cutanea ulnare superficiale e infine dalla vena giugulare destra. Il prelievo
dall’ala va effettuato solo in paziente in anestesia per la tendenza a sanguinare dopo il
prelievo e per i molteplici rischi di ematoma, lacerazione della vena e anche fratture dovute o
improprio contenimento. (6)
L’esame ematologico nei pazienti aviari e’ uno dei punti più importanti nel pannello
diagnostico. Forse non esiste altro singolo test che procura tante informazioni circa lo stato di
salute del soggetto. (12)
Il profilo leucocitario varia tra le varie specie di falchi e la valutazione del leucogramma
include la morfologia dei leucociti e la classificazione dei vari tipi. Gli eterofili tossici possono
indicare setticemia, infezioni virali o fungine. (13)
Il profilo biochimico negli uccelli e’ di difficile valutazione poiché i risultati sono influenzati
da molti fattori: i dati più consistenti derivano da Proteine totali, AST, acidi biliari e acido
urico.
Altri esami collaterali come l’esame delle feci e l’esame delle urine dovrebbero già essere stati
eseguiti e quindi avrai già in mano i risultati.
Gli esami parassitologici includono esame microscopico diretto e dopo flottazione delle feci ed
inoltre esame diretto e dopo colorazione del campione dalla mucosa del gozzo. Le indicazioni
per l’esame delle urine sono poliuria e anomala apparenza delle reni all’esame radiografico.
Per eseguire il campionamento devi aspirare con siringa la parte liquida e trasparente delle
escrezioni evitando contaminazioni da feci ed urati.
L’esame endoscopico con endoscopio rigido 2,7 mm e’ diventata parte integrante dell’esame
diagnostico dato il grande numero di informazioni e per la possibilità non solo di visione
diretta ma anche di campioni bioptici da vari organi come fegato, milza , reni e tessuto
polmonare.
Logicamente l’abilita’ del veterinario deve essere supportata da esami citologici, colturali e
istopatologia da parte di laboratori sensibilizzati.
Comunque l’esame endoscopico e ‘ quasi sempre diagnostico ed assolutamente essenziale per
diagnosticare gli stadi precoci di aspergillosi, quando la malattia fungina riserva la prognosi
più favorevole.
Conclusioni
La raccolta dell’anamnesi e’ essenziale per la visita clinica del rapace. Viene consigliato di
preparare un questionario da sottoporre al falconiere.
L’osservazione attenta del rapace e la raccolta di feci e urine deve precedere la fase di
contenimento del falco. L’esame fisico deve essere eseguito metodicamente e deve
obbligatoriamente essere integrato dalla rete degli esami collaterali diagnostici.
Bibliografia
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5)Harris D.J, (2001), Avian Restraint and Physical Exam, Atlantic Coast Vet Conference, 28-32
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23
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11)Lightfoot T.L.,(2001), Hospital Precautions and Procedures to Avoid Disaster in Avian
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12)Harris D.J., (2003), Essential Avian Laboratory Testing, Western Veterinary Conference
13)Rupley A. E., (2002), Diagnostic Specimen Sampling in Birds, Western Veterinary
Conference
Antonio Di Somma
Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti
Falconeria Moderna
Nota fin dai tempi antichi come tecnica di caccia, spesso ad esclusivo appannaggio dei ceti più elevati, la falconeria ha subito un’interessante evoluzione in tempi recenti.
Le variazioni ambientali indotte dall’uomo hanno, talora, permesso ad alcune specie di prolificare enormemente nei nuovi habitat, causandovi spesso gravi danni. Un tipico esempio è rappresentato dai colombi torraioli, il cui numero è enormemente aumentato nei centri urbani grazie alle abbondanti risorse alimentari, la mancanza di predatori naturali e la ricchezza di siti di nidificazione.
L’effetto negativo della presenza dei colombi (imbrattamento fecale, diffusione di germi patogeni, ecc.) non si fa sentire solo nei centri storici delle città d’arte, ma anche in altri ambienti quali, ad esempio, aeroporti ed aree ospedaliere. E’ noto che molte amministrazioni comunali dedicano energie e fondi allo sviluppo di piani per il controllo numerico dei colombi cittadini; sovente, tuttavia, questi progetti non raccolgono i risultati sperati. Anche altre specie aviari, oltretutto, hanno cominciato a colonizzare gli ambienti antropizzati o degradati dall’uomo, come avviene, ad esempio, per i gabbiani nelle discariche.
L’impiego dei falchi rappresenta, al momento, un valido ed ecologico strumento per allontanare i volatili dagli obiettivi più a rischio.
Tale attività, conosciuta come “Bird Control” viene svolta da esperti falconieri che mantengono lontani co-lombi ed altri uccelli semplicemente facendo volare i propri falchi nella zona che si vuole libera da tali volatili.
Le specie più utilizzate allo scopo del “Bird control” sono il Falco Pellegrino (Falco Peregrinus) ed il Falco di Harris (Parabuteo Unicintus).
Il volo alto e veloce del Falco Pellegrino ne permette un ottimo utilizzo negli aeroporti dove contribuisce non poco a tener lontano dagli aerei storni e colombi.
Il Falco di Harris, caratterizzato da un volo basso e, soprattutto, da un’indole particolarmente socievole, viene impiegato con successo nelle aree urbane come, ad esempio, gli ospedali. Anche altre specie (Girfalco, Lanario, Sacro, ecc.) sono, comunque, impiegate in falconeria e tutte riprodotte in cattività.
Guadagnare la fiducia del nuovo falco e rendergli familiare la figura umana è per il falconiere il primo obiettivo, raggiungibile con un paziente lavoro di addestramento invitando il falco a volare dal blocco sul pugno (protetto dal guanto di cuoio) del falconiere che stringe tra le dita un invitante bocconcino.
Durante questa fase il falco è assicurato ad un cordicella in modo che non possa allontanarsi; una fuga in questo delicato periodo potrebbe essere fatale per l’animale. Nel giro di una decina di giorni (con un lavoro costante e dedicando circa 10 ore al giorno all’addestramento) si ottengono i primi risultati ed il falco può essere successivamente liberato, dal momento che si è certi del suo ritorno ottenibile con il richiamo del cibo.
L’addestramento, in pratica, non termina mai dal momento che vi è una continua “conoscenza” tra uomo e falco ed una continua correzione di errori dell’uno o dell’altro per ottenere i migliori risultati. Anche l’allenamento deve essere costante in quanto la muscolatura del falco deve es-sere sempre in perfetta forma per le necessità di lavoro. Durante la notte e nei momenti in cui non è sottoposto a lavoro, il falco viene alloggiato in una voliera, dove ha la possibilità di posarsi su appositi posatoi, o blocchi, spesso ricoperti da un particolare materiale (astroturf) che ricorda l’erba sintetica e viene impiegato al fine di prevenire alcune patologie degli arti, tipiche dei falchi, come il “bumblefoot”.
Occorre, poi, ricordare che mantenere i falchi in perfetta salute è fondamentale per l’attività del falconiere e per questo motivo l’assistenza veterinaria e le varie misure sanitarie atte a prevenire le principali malattie dei rapaci giocano un ruolo molto importante nella moderna falconeria.
L’impiego dei falchi nel “Bird Control” è da preferire ad altri sistemi per numerose ragioni ed in particolare…
Negli aeroporti in cui sono stati impiegati i falchi si è riscontrata una riduzione media del 70% di impatti causati dagli uccelli con gli aeroplani con dei costi contenuti se paragonati ad altri sistemi.
L’innata paura dei rapaci da parte di molte specie di uccelli fa dell’impiego dei falchi un metodo, rispetto ad altri, che non induce negli uccelli “assuefazione”.
Si evita di disseminare nell’ambiente sostanze ormonali o potenzialmente tossiche.
L’obiettivo del moderno falconiere che esercita il “Bird Control” è quello di disperdere gli uccelli in modo incruento. Il moderno falconiere non è un cacciatore ed il volo del falco non si conclude con la cattura e l’uccisione del malcapitato colombo.
La sola presenza in volo del rapace è, infatti, sufficiente a terrorizzare gli altri volatili ed a disperderli. L’abile falconiere è in grado, infatti, di controllare il peso di volo del rapace in modo tale da permettere un volo efficace, ma non sufficientemente veloce da permettere la cattura della preda.
E’ necessario, tuttavia, che il falco sia presente nell’area da cui si vogliono allontanare gli uccelli per periodi prolungati, altrimenti i volatili ben presto ricompaiono.
E’ anche importante non far volare il falco sempre allo stesso orario, perché i co-lombi possono imparare i periodi della giornata in cui è meglio “dileguarsi” e quelli in cui possono stazionare senza pericolo.
Il tempo necessario per sgomberare definitivamente l’area dagli uccelli indesiderati dipende molto anche dal tipo di colonizzazione dei volatili in una determinata area.
Se, ad esempio, dei colombi trovano un ambiente propizio sia per nidificare che per alimentarsi sarà meno semplice allontanarli (e sarà necessario più tempo) che se lo stesso luogo fosse utilizzato solo come sito di nidificazione o di alimentazione.
fonte: petfamilynews.it
Falconeria, un patrimonio di tutti. Le celebrazioni al Parlamento UE
L’arte della falconeria recentemente è stata riconosciuta dall’Unesco un patrimonio culturale dell’intera umanità, da tutelare e da consegnare alle future generazioni. Per celebrare questo evento storico mercoledì 19 gennaio si terrà una cerimonia ufficiale a Strasburgo, nella sede del Parlamento Europeo.
La falconeria tradizionale, giunta fino a noi praticamente invariata nelle sue peculiarità, deve essere difesa dal mondo moderno e dall’avanzata del cemento, che rende sempre più impraticabile questa e le altre forme di caccia. Non bisogna poi dimenticare che la falconeria è considerata un’attività a bassissimo impatto sulla fauna e sull’ambiente che mette in atto da sempre il principio della piena sostenibilità del prelievo venatorio. Questo principio è il cuore stesso della cultura della caccia e questo riconoscimento ha un significato enorme per tutta la comunità dei cacciatori.
Progetto Migratoria. Nasce il Gruppo Falconieri di Maremma
Nasce oggi, 14 gennaio 2011, in seno all’Associazione di Volontariato Progetto Migratoria, il Gruppo Falconieri di Maremma. Guidato da Gianluca Barone, già membro dei Falconieri del Re, il neonato organismo si occuperà di realizzare strutture per la gestione, recupero e riabilitazione di uccelli rapaci e di promuovere, tutelare e valorizzare l’arte della falconeria, riconosciuta dal Comitato Intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) quale metodo di caccia tradizionale e patrimonio culturale dell’umanità.
Perchè utilizzare integratori specifici per i rapaci
Idealmente la dieta dei rapaci deve essere varia e basata su prede intere (pulcini, quaglie, roditori, piccioni) dal momento che il contenuto in elementi nutritivi delle diverse prede varia di molto. Nella pratica si tende spesso ad offrire, invece, una dieta monotipia, spesso basata solo su pulcini o su parti di carne di manzo o pollo. Questo tipo di dieta è sbilanciata e conduce spesso a varie patologie come aterosclerosi, alterazioni ossee, carenza di tiamina e crescita eccessiva del becco. Per evitare ciò è fondamentale ricorrere agli integratori alimentari.
Anche nei casi in cui la dieta sia ottimale può essere utile integrarla, specie quando i rapaci vanno in contro a stress fisiologici (allenamento, caccia, riproduzione, muta, trasporto). L’integrazione alimentare è preziosa anche negli uccelli malati o convalescenti che hanno bisogno di elementi nutritivi supplementari e spesso sono in condizioni di anoressia. Bisogna poi considerare che gli alimenti congelati perdono parte dei loro elementi nutritivi, in particolare la vitamina E e le vitamine idrosolubili.
Un’eccessiva integrazione, tuttavia, può essere nociva, specie per le vitamine liposolubili (A e D3 in particolare) che vengono accumulate nel fegato. Non si verificano, invece, fatti tossici con le vitamine idrosolubili (come quelle del gruppo B) dal momento che, se in eccesso, vengono eliminate dall’organismo.
Se si rende necessario utilizzare integratori alimentari è bene che si usino prodotti formulati specificatamente per rapaci e non, come si usa spesso fare, ricorrere a prodotti per uccelli ornamentali, colombi e polli. I rapaci, infatti, sono carnivori obbligati e le loro esigenze nutrizionali sono profondamente diverse da quelle di passeriformi e pappagalli o del pollame.
Come altre specie carnivore i rapaci necessitano di taurina, aminoacido non contenuto negli integratori per uccelli ornamentali o per colombi e polli. Per evitare patologie osseee metaboliche i rapaci necessitano di calcio.
La vitamina A, ben presente negli integratori per altre specie, non è sempre necessaria ai rapaci che si nutrono di prede intere, giacché ampiamente contenuta nel fegato di queste.
Un eccesso di questa vitamina, oltre al rischio di tossicità diretta, riduce l’assorbimento di vitamina E, elemento che gioca un ruolo fondamentale come antiossidante. La carenza di vitamina E causa patologie neuromuscolari, vascolari e riproduttive. La vitamina E è importante anche per la fertilità e la schiusa delle uova, per cui l’integrazione con questa vitamina è consigliata nel periodo riproduttivo.
Per tutte queste ragioni è consigliabile integrare la dieta dei rapaci con prodotti formulati specificatamente per questi animali.