Falco di Harris

IMG_0944La Poiana di Harris (Parabuteo unicinctus) è un rapace che da alcuni si è affacciato con prepotenza alla pratica della falconeria ed è stato da subito apprezzato per le sue pecularità che lo rendono unico.

 Distribuzione e migrazioni:

E’ una specie con un vasto areale che si trova nelle zone cespugliose semi-desertiche dell’estremo sud degli USA, dal sud ovest della Louisiana al Kansas, sud est della California e nel Texas meridionale, fino al Messico, in tutto il Cile meridionale, in Argentina, nel Paraguay fino al Venezuela. E’ stato notato anche in Brasile.

Sottospecie:

  • Parabuteo unicinctus harrisi: diffuso nel sud degli Stati Uniti, Louisiana, Kansans, Messico, Texas e nell’America Centrale dall’Ecuador al Peru’. E’ il piu’ piccolo delle tre specie (peso inferiore) e rappresenta il ceppo selvatico originario.
  • Parabuteo unicinctus unicinctus: diffuso nel sud-est della California, in Cile, Peru’, Venezuela, Paraguay, Argentina, Brasile. Ha aspetto molto simile all’harrisi con testa e petto marrone fuligginosi, le ascelle e le zampe hanno un colore marrone velato.
  • Parabuteo unicinctus superior: e’ la specie conosciuta come la piu’ grande, la piu’ pesante e la piu’ scura. Si trova in California, Arizona e Messico.

Allo stato selvaggio questo falco lo si puo’ trovare in zone semi-desertiche, savane aride e occasionalmente in rade zone boschive.

Si vedono di frequente esemplari posati su alti cactus o pali del telefono, molto spesso accanto ad un altro individuo della stessa specie.

IMG_1275Aspetto e piumaggio:

E’ un bel falco dal piumaggio marrone bruciato con sfumature piu’ o meno intense fino ad arrivare ad un marrone/nero scurissimo. Da notare la barratura bianca delle penne timoniere.

Lunghezza: 52 cm

Peso: 570 – 1.130 gr.

Apertura alare: 115 – 130 cm

Occhi: iride color marrone scuro con circoli periorbitali gialli.

Becco: grigio acciaio con punta nera.

Tarsi: gialli.

Alimentazione e Tecniche di caccia:

Il falco di Harris e’ stato visto cacciare alzavole, ralli, gallinelle e piccoli uccelli della grandezza di tordi. Inoltre preda roditori, conigli adulti e persino le lepri del Nord America.

Si tratta di un falco dal comportamento unico, ovvero caccia in gruppo allo stesso modo in cui cacciano i lupi con i quali ha similitudine anche nella struttura sociale. Questa particolarita’ di cacciare gli permette di avere delle maggiori possibilita’ di catturare la preda in quei territori cosi’ inospitali e ostili dove questi falchi vivono. Inoltre possono cosi’ catturare anche prede di maggiori dimensioni, il che non sarebbe possibile se fossero soli nella caccia.

Sono i maschi che si lanciano all’inseguimento in quanto piu’ agili e veloci delle femmine che, al contrario, sono quelle che arrivano per ultime sulla preda per sferrare l’attacco decisivo.

Al momento del pasto si e’ potuto evidenziare che gli adulti attendono sempre che i giovani del gruppo abbiano terminato di mangiare, prima di iniziare a loro volta.

09112008Uso in Falconeria:

Viene considerato quasi da tutti un rapace di facile addestramento, versatile nella caccia e che può essere volato in luoghi morfologicamente molto diversi. Viene utilizzato con sempre maggior frequenza nella attività del bird – control per l’allontanamento degli piccioni nelle aree infestate, ma anche per esposizioni e dimostrazioni di volo per il carattere collaborativo che manifesta.

Considerazioni di Enrico Brocchetto:

Per quanto mi riguarda la falconeria è esprimere le proprie arti comunicative con i propri rapaci, applicata all’indole venatoria innata che risiede dentro di loro. Non ci sono parole per descrivere il tipo di rapporto che può crearsi tra uomo e rapace. Quello che bisogna assolutamente tenere in considerazione è che ci si relaziona con una creatura pensante, di intelletto acuto se stimolata nella maniera corretta e quindi libera di decidere cosa è più conveniente per lei. Non si impartiscono ordini in quest’arte, si danno dei suggerimenti. Un bravo falconiere risulta tale perché riesce ad avvicinare il suo modo di pensare al modo di pensare del falco, creando un feeling molto forte con esso per un appagamento reciproco.
IMG_1282A differenza di quello che dichiara il 98% dei falconieri, la poiana di harris è un falco estremamente complesso. Mi fu consigliato per iniziare per la sua indole collaborativa. Per me è il più efficace rapace che esista se in mani giuste, quanto il più inefficace nelle mani sbagliate.
Dopo poco tempo che cominciai a conoscerli trovando il modo giusto di comunicare passando molto tempo con loro, osservandoli a fondo, loro osservavano me, senza che io facessi nulla, se non guadagnandomi il loro rispetto, diventai la loro guida, il loro compagno creando un legame fortissimo.
Ho visto moltissimi harris durante manifestazioni, eventi, raduni e fiere, ma posso contare nella dita di una mano quelli che ho visto appagati della vita che stavano conducendo con il proprio compagno. E’ molto raccapricciante non conoscere le esigenze, le potenzialità e l’indole di questi animali. Ad occhi inesperti è semplicemente un magnifico falco che sta nel pugno del suo falconiere, ma pochi quando lo vedono vanno oltre. Ci sono sguardi, movimenti, segni che il soggetto vuole trasmetterci di benessere o di grande disagio e frustrazione mentale che nella maggior parte delle volte si trasferisce sull’estetica del soggetto. Quando osservo i miei rapaci, li guardo negli occhi e vedo soltanto gratitudine per aver avuto voglia di ascoltarli, di aver sbagliato entrambi, ma soprattutto di aver avuto voglia di vivere assieme. Non è stato difficile.

Conclusione:

DSCN0045Il falco di harris si dimostra sempre di buon carattere, poco timoroso verso persone e cose tranne nei confronti del cane che non conosce in quanto verso di esso nutre un atavico sentimento di paura, essendo predato in natura dal coyote Americano. E’ un animale socievole, tranquillo, all’apparenza inoffensivo, pigro, indolente quasi sornione. A caccia si dimostra invece estremamente brillante, acuto, collaborativo, opportunista, intelligente. Impara in fretta, impara dai propri errori, impara ad utilizzare i posatoi migliori per essere più efficace nella cattura del selvatico. E’ difficile demotivarlo, prova sempre a cacciare: dalla pianta, dal pugno, a piedi tra i cespugli, li ho visti stanare la preda con i più svariati modi! Sembra davvero che sia un rapace capace di risolvere piccoli problemi e trovarne la soluzione. Ha un attacco deciso e diretto. E’ aiutato dalle lunghe zampe di cui ne fa ottimo uso e dalla presa comparabile a quella dell’astore. Avendo un carattere tranquillo e sociale ed essendo di struttura robusta, è il falco più usato per il bird control. Si può far volare in coppia o in “Gang” cioè con più individui anche dello stesso sesso. Si riproduce con facilità in voliera e la coppia è collaborativa e molto attenta in tutta la fase riproduttiva. Detto ciò, è facile capire perchè è il falco più utilizzato dai falconieri di tutto il mondo e mi permetto di dirvi: ” Il falco di harris lo critica solo chi non lo ha mai volato” 😉

Federico Lavanche

 

fonte: veterinaricasalesulsile.com

falconeriamoderna.it

foto: Federico Lavanche (copyright 2013)

Telemetria per Falconeria Tinyloc

tinylocOggi, finalmente è arrivata la mia nuova radio telemetria della Tinyloc!  E’ arrivata con corriere espresso in un imballaggio impeccabile. All’interno della valigetta rigida, fattura per la garanzia di 2 anni, trasmettitore, ricevitore, collarino con moschettone e magnete per accendere e spegnere il trasmettitore. Accendendo la ricevente, con una semplicità immediata, un messaggio sul display mi avvisa di accendere la trasmittente e di appoggiarla alla ricevente per la sincronizzazione. Ho inserito la frequenza esatta del trasmettitore e la sincronizzazione è avvenuta con successo. Al termine del processo è possibile attribuire un nome alla trasmittente, cosa che ho fatto. Da quel momento in poi ho iniziato a sentire il classico beep  provenire dalla ricevente. Il display indica chiaramente, l’intensità del segnale e un valore numerico corrispondente. Impossibile sbagliarsi con la direzione di segnale. La ricevente ha anche un attenuatore in modo da diminuire la sensibilità della ricevente quando ci troviamo a pochi metri dal trasmettitore. Maneggevolezza, tecnologia e prezzo, rende questo prodotto assolutamente competitivo.

Caratteristiche tecniche:

RICEVITORE R1

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USO
Il ricevitore converte il segnale elettromagnetico in segnale acustico digitale. Ha la capacità di interpretare numericamente l’intensità del segnale ricevuto che ci permette di identificare il luogo dove si trova il trasmettitore e trovare il rapace che lo indossa.
CARATTERISTICHE
Il ricevitore è completamente portatile e facile da usare. Il suo design e le dimensioni ci permettono di usarlo con una mano. Dotato di un sensore di luce che illumina lo schermo automaticamente nel caso in cui la luce esterna sia insufficiente. Ha un sistema di rilevamento efficace che indica la direzione giusta (DDC), e attraverso i valori numerici fornisce un risultato più preciso e permette meno rimbalzi. Calibra automaticamente i trasmettitori, rilevando qualsiasi piccola variazione della frequenza.
BATTERIA
Alimentato da 4 batterie standard AA (1,5 V) facilmente sostituibili, sul display è indicata la carica delle batterie.
PESO
440 grammi Dimensioni con antenna ritratta 245×66,5×40 mm
CANALI
oltre 2.700 canali con 100 trasmittenti memorizzabili
BANDA DI FREQUENZE
UE/AUS/NZ (433,050-434,750 MHz)

TRASMETTITORE F22

trasm.2(1)
CAMPO DI APPLICAZIONE :
La portata di questo trasmettitore è riassunta nella seguente tabella:
15-28 km con trasmettitore a terra
28-50 km con trasmettitore a 3-4 metri di altezza
50-80 km con trasmettitore in “volo” .
Funzionamento a batteria 1/3N tipo, che fornisce una durata di 7 giorni. Il rilevatore di batteria scarica ci mette in guardia 2 giorni prima che la batteria si esaurisca completamente con un doppio bip acustico.

PESO: 8.2 grammi
ALTRE CARATTERISTICHE
Il trasmettitore ha una luce LED che ci permette di capire immediatamente quando è in funzione. Questo sistema può essere molto utile anche nelle ricerche notturne.
E ‘il trasmettitore più potente oggi sul mercato. La sua forma tubolare e il coperchio filettato consentono di cambiare l’utilizzo a zampa o a coda ogni volta lo si desideri . Con accensione magnetica.

garantiaBTL’offerta contiene:

  •  una ricevente Tinyloc R1 frequenza 433 ( frequenza legale)
  •  una trasmittente Tinyloc F22 con accensione magnetica e led di indicazione acceso/spento
  •  custodia “morbida” con attacco cintura per la ricevente
  •  valigetta rigida
  •  4 pile stilo AA per ricevente
  •  una batteria 1/3N per trasmettitore
  •  cordoncino/tracolla con magnete da accensione/spegnimento.
  • 648,00 euro + spese spedizione.

Distributore ufficiale per l’Italia:

PM Falconry: via Povoledo 9, 33084 Cordenons (PN). P.I. 01615050935

Tel: 39 348 3400569 Sito Internet:www.pmfalconry.it

Regolamentazione della falconeria in Spagna

falco di harris al conigliofalco di harrisIn Spagna ci sono buone condizioni per praticare la falconeria (disponibilità di falchi da allevamento, territorio, selvaggina, leggi, informazione, …) ma andando sui particolari è anche vero che ci sono molte differenze fra un posto e un altro. Bisogna tenere in conto che la Spagna è divisa in 17 regioni e tutto quello che riguarda la gestione dell’ambiente (caccia inclusa) è competenza esclusiva di ogni regione. Ci sono 17 Regioni, 17 regolamenti diversi  che non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro. Questa è la principale difficoltà della falconeria in Spagna. Forse c’è più diversità all’interno della Spagna che in tutta l’Europa! A questo si deve aggiungere che questi regolamenti vengono modificati in continuazione. In certe regioni siamo riusciti ad avere un regolamento ottimo, come nella regione Castilla-La Mancha, dove fino a quattro anni fa la falconeria era vietata e invece adesso è consentita la caccia per tutta la stagione venatoria (4 mesi) ed è addirittura  consentito il volo di addestramento-allenamento per tutto l’anno, con selvaggina di rilascio! In altre regioni non si fa differenza fra addestramento e caccia, la stagione venatoria è più breve e si può cacciare solo in certe riserve che hanno dichiarato la falconeria come modalità venatoria di quella riserva. Anche le specie che si possono usare sono regolate in un modo molto diverso: in certe regioni non si possono usare maschi di specie alloctone, o ibridi, in altre regioni si possono usare tutti i rapaci.

cetreroIn certe regioni (Andalussia, per esempio) si deve superare un esame da cacciatore ed un altro da falconiere (pratico); nella mia regione, nulla, paghi la licenza di caccia per falconeria e basta (costa anche molto poco). In genere, ogni regione ha una licenza specifica per la falconeria e non c’è nessun obbligo di essere seguiti da un falconiere esperto. Per quanto riguarda i rapaci, non c’è nessuna limitazione per l’acquisizione. Uno degli obiettivi della nostra associazione e cercare di avere nelle diverse regioni dei regolamenti più omogenei (un regolamento unico è impossibile, per la struttura dello stato) e anche introdurre gli esami teorici e pratici,  l’obbligo di essere seguiti da un falconiere esperto in tutte le regioni.

 

Ricardo Olmos,

orgaico AECCA

10 Idee per regolamentare la Falconeria in Italia.

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safe_imageSono ormai molti anni che pratico la falconeria. Negli anni 90’ eravamo meno di 100 praticanti in tutta Italia e non abbiamo mai sentito l’esigenza di una regolamentazione del nostro amato sport. Ora le cose sono drasticamente cambiate, la falconeria è diventata più popolare e alla portata di tutti..forse anche troppo!

Questo stato di espansione, così come è avvenuto nel resto del mondo, non è andata di pari passo con le leggi italiane. Sento la necessità di un cambiamento, rapido e deciso. Sempre più spesso i rapaci cadono in mani sbagliate, gente inesperta, collezionisti, bambini non seguiti, esibizionisti, improvvisati falconieri. Sono stufo di vedere “spettacoli di falconeria” con esercizi da circo, con “Maestri Falconieri” che urlano informazioni sbagliate alla piazza, messaggi che ledono la tradizione e la storia della falconeria e che trattano i rapaci alla stregua di animali da circo.

Credo che sia davvero necessario regolamentare la falconeria e di seguito propongo alcuni punti che sono emersi e dibattuti nel forum di falconeria:

1-Svincolare il porto d’armi (inutile per la pratica della falconeria) dalla licenza di caccia in modo da poter cacciare col falco senza aver l’obbligo di avere anche il porto d’armi uso caccia. 

2-Introduzione di un test obbligatorio per ottenere la licenza di caccia per falconeria.

3-Possibilità di volare e addestrare i rapaci tutto l’anno anche senza licenza di caccia per acconsentire ai naturali fabbisogni biologici dei rapaci. Durante il periodo di caccia possibilità di predare, volare, addestrare i rapaci nel pieno rispetto della 157/92, con regolare licenza di caccia tutte le specie consentite dal calendario venatorio; tutto il resto dell’anno ,possibilità di volare e addestrare i rapaci alla preda artificiale: logoro, traina, pallone e predare esclusivamente specie allevate e pre-marcate con anelli o fascette.

4-Possibilità di estendere e permettere la caccia col falco in territori in cui è proibita la caccia col fucile, anche in vicinanza di case o strade poiché la falconeria non è pericolosa alla comunità e anzi utile a combattere specie di corvidi dannosi che proliferano in suddette aree.

5- Partecipazione ai piani di controllo dei “nocivi”, mezzo falco, per specie rinomatamente dannose per l’ecosistema a causa del numero elevato e della eccessiva competizione(Corvidi e Piccioni) da effettuare su autorizzazione del comune in cui si pratica la selezione in base a tabelle nazionali in qualsiasi periodo dell’anno.

6-Divieto di svolgere allontanamento volatili, bird control, manifestazioni, rievocazioni, spettacoli con l’utilizzo di rapaci senza aver conseguito corso di idoneità e abilitazione rilasciati da un organo competente in collaborazione con una associazione nazionale di falconeria. L’abilitazione agli spettacoli dovrà essere esibito ai comuni, pro loco, o a chiunque ne faccia richiesta. (l’abilitazione potrà essere revocata  in caso di inequivocabile vilipendio e danneggiamento dell’immagine della falconeria)

7- Regolamentazione del bird control (contenimento e allontanamento Nocivi mezzo falco) con introduzione della possibilità di cattura durante questa attività come avviene in altri paesi comunitari.

8- Divieto di detenere rapaci diurni e notturni senza prima aver conseguito un test specifico come in altre parti del mondo sulla biologia, alimentazione, malattie, attrezzature, voliere, riproduzione.

9- Inasprimento pene per l’abbattimento dei rapaci sia selvatici che da caccia nonché per il loro maltrattamento.

10-? Attendo le vostre proposte e altre idee! Postatele qui:

https://www.falconeria.org/forum/65-proposte-di-legge/3534-regolamentare-la-falconeria-in-italia?p=80880post80880

Saluti a tutti,

Federico Lavanche

Primi campanelli made in Italy

campanelliDopo aver provato i sonagli di RicardoVelarde, gli Acorn, i Larry Counce, i campanelli pakistani, i campanelli spagnoli in argento, con grande piacere sono stato omaggiato di una coppia di campanelli dall’amico Pippo Romagnoli.

L’ho conosciuto ad un raduno di falconeria molti anni fa a Monte Petrano e subito è nata simpatia e stima.

campanelli4Che avesse le “mani d’oro” non ne avevo dubbi perchè già avevo visto la scatola da lancio  da lui autocostruita ed era bella ed efficiente.

Non avevo idea che si stesse dedicando alla fabbricazione di sonagli per la falconeria. Da quello che so, sono i primi campanelli per la falconeria costruiti in Italia!

Si tratta ancora di prototipi ma vi garantisco che sono di ottima fattura, robusti e dal suono piacevole e deciso. Sta lavorando ogni giorno per migliorarli e sta valutando leghe e materiali per la saldatura. Spero vivamente che Pippo si decida a metterne in produzione altri da vendere. E’ un altro esempio che, anche nel campo della falconeria, il Made in Italy rappresenta sempre una garanzia di qualità!

I sonagli per la falconeria sono utilizzati da millenni, costruiti a mano da abili artigiani, rappresentano uno degli strumenti essenziali per praticare la falconeria sia per il basso che per l’alto volo. Sono stati utilizzati vari metalli e a volte sono stati combinati tra loro rame, ottone, argento, acciaio. Posti ai tarsi dei nostri rapaci, ci permettono di capire la posizione del falco in volo o in mezzo al fitto della vegetazione.

Pravate a sentire il loro suono! suono sonagli

Grazie Pippo e Buon Lavoro!

Falconeria: svincolare il porto d’armi dalla licenza di caccia

35In Italia, la caccia con il falco è espressamente consentita dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157, anche se la stessa legge non prevede specifiche disposizioni che ne regolano lo svolgimento.
La possibilità di esercitare la caccia con il falco dipende, infatti, al pari delle altre attività venatorie, dal conseguimento della licenza di caccia, la cui concessione prevede, come noto, il superamento di un esame di idoneità ed abilità all’esercizio venatorio, ma niente che riguardi espressamente l’esercizio di forme particolari di caccia come, appunto, quella con il falco.
Una tale situazione appare almeno singolare, in quanto la falconeria non è in nessun modo assimilabile ad altre forme di prelievo venatorio esercitate attraverso l’uso di armi. Ciò, sostanzialmente, per i seguenti motivi:

            1) il falco e gli altri uccelli rapaci utilizzati per la falconeria non hanno alcuna possibilità di recare danni a cose o a persone e, pertanto, non possono, in nessun caso, essere considerati alla stregua delle armi;

            2) nella caccia con il falco si utilizzano specie di uccelli rapaci che, anche in natura, si procurano il cibo cacciando prede vive e, pertanto, la falconeria può essere considerata come la riproduzione di un fatto naturale che riguarda il predatore e la sua preda e che vede il falconiere svolgere un ruolo quasi da spettatore;

            3) il falconiere non si limita solo ad addestrare i rapaci a cacciare insieme all’uomo, ma sviluppa diverse attività, anche non tipicamente venatorie, il cui principale fine è quello di vivere all’aperto a contatto e nel rispetto della natura, tanto è vero che, in talune circostanze, l’attività di falconeria non è neppure finalizzata alla predazione, ma più semplicemente ad esercitare il rapace a catturare il “logoro”, uno strumento che lo stesso falconiere usa come preda artificiale.

Alla luce di quanto sopra, appare evidente che subordinare l’esercizio della caccia con il falco all’acquisizione della generica licenza di caccia e, quindi, del relativo porto d’anni, è da considerare poco giustificabile, se non assurdo. A mero titolo di esempio si consideri, infatti, che una tale disposizione preclude la possibilità dell’esercizio di una attività del tutto pacifica, nonché rispettosa dell’ambiente, quale è la caccia con il falco, a tutte le persone che, in luogo dell’assolvimento degli obblighi militari, hanno prestato servizio civile e che, per tale motivo, non possono richiedere il porto d’armi.
A ciò si aggiunga che l’attività di falconeria è da ritenere di particolare importanza ai fini della prevenzione degli incidenti aerei causati da volatili che, non infrequentemente, bloccano i motori di aerei determinando conseguenze anche molto gravi o potenzialmente tali.
Tutto ciò considerato, con la presente proposta di legge si intende, in primo luogo, affermare il principio che il falco non è un’arma e che, di conseguenza, l’esercizio della falconeria non può essere considerato alla stregua di una attività per il cui svolgimento è necessario il porto d’armi.
Nel rispetto di tale principio, la presente proposta di legge interviene a modificare il testo della legge n. 157 del 1992, nel modo seguente:

            1) sopprimendo al comma 11 dell’articolo 22 le disposizioni che estendono anche alla caccia con il falco l’obbligo del conseguimento della licenza di caccia prevista per l’esercizio delle attività venatorie con il fucile e con l’arco;

            2) lasciando alle regioni il compito di regolamentare l’esercizio della falconeria;

            3) prevedendo il riconoscimento e la valorizzazione ai fini di utilità pubblica dell’attività della falconeria e di coloro che la esercitano, la cui presenza è prevista come necessaria negli scali aeroportuali di maggiore transito.

Poiché in tutte le regioni italiane attualmente interessate dall’esercizio della falconeria risultano essere in vigore specifiche norme regionali in materia, riteniamo che la presente proposta di legge possa essere considerata sicuramente semplificativa e migliorativa del quadro normativo vigente e, anche per questo motivo, se ne raccomanda la sollecita approvazione.

Caccia col falco: tutto ciò che occorre sapere per esercitare l’attività venatoria in Italia e all’Estero

portoarmi1) Abilitazione esercizio venatorio.

L’abilitazione all’esercizio venatorio, necessaria per richiedere la licenza di porto fucile per uso caccia, si consegue a seguito di esami pubblici dinnanzi ad apposita commissione nominata dalla Regione in ciascun capoluogo di Provincia (art. 22 L. 157/92). Esso viene sostenuto per il primo rilascio e in caso di revoca della licenza.

Gli esami, svolti secondo le modalità stabilite dalle regioni, riguardano in particolare le seguenti materie: 

  • Legislazione venatorie
  • Zoologia applicata alla caccia con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili
  • Armi e munizioni da caccia e relativa legislazione
  • Tutela della natura e principi di salvaguardia di produzione agricola
  • Norme di pronto soccorso

 

2) Licenza di porto di fucile per uso caccia 

La licenza ha la durata di 6 anni e viene rinnovata non automaticamente ma dietro richiesta del titolare, associata a specifica documentazione medica di idoneità. Il documento rilasciato da organismo dello Stato è valido su tutto il territorio nazionale. 

Il modulo di richiesta, disponibile anche presso la Questura, il Commissariato di Pubblica Sicurezza o la stazione dei Carabinieri, può essere consegnato nei seguenti modi:

  • direttamente a mano: l’ufficio rilascia una regolare ricevuta;
  • per posta raccomandata con avviso di ricevimento;
  • per via telematica, con modalità che assicurino l’avvenuta consegna.

Alla richiesta si deve allegare:

  • due contrassegni telematici da euro 14,62, da applicare sulla richiesta e sulla licenza;
  • la certificazione comprovante l’idoneità psico-fisica, rilasciata dall’A.S.L. di residenza ovvero dagli Uffici medico-legali e dalle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato;
  • una dichiarazione sostitutiva di certificazione attestante l’abilitazione all’attività venatoria;
  • la ricevuta di pagamento della tassa di concessioni governative di Euro 168,00 più un’addizionale di Euro 5.16 (come previsto dall’art.24 della legge nr. 157 dell’11 febbraio 1992);
  • la ricevuta di pagamento della tassa di concessione regionale, fissata ogni anno dalle singole regioni;
  • la ricevuta di versamento di Euro 1,26 per il costo del libretto valido 6 anni, da pagarsi per il primo rilascio e alla scadenza dei sei anni, richiedendo all’Ufficio territoriale competente gli estremi del conto corrente della corrispondente Tesoreria Provinciale dello Stato (il costo del libretto è di Euro 1,45 per la versione bilingue);
  • due foto recenti, formato tessera, a capo scoperto e a mezzo busto;
  • la documentazione o autocertificazione relativa al servizio prestato nelle Forze Armate o nelle Forze di Polizia o certificato di idoneità al maneggio delle armi rilasciato da una Sezione di Tiro a Segno Nazionale;
  • una dichiarazione sostitutiva in cui l’interessato attesti:
    • di non trovarsi nelle condizioni ostative previste dalla legge;
    • le generalità delle persone conviventi;

Al posto delle dichiarazioni sostitutive può essere presentata la documentazione rilasciata dagli organi competenti.

Rinnovo

La licenza di caccia si rinnova alla scadenza del 6° anno. Nel periodo di validità viene rinnovata automaticamente con il pagamento della tassa di concessione governativa, che và versata prima dell’uso dell’arma per ciascun anno successivo a quello di emanazione della licenza. Per la domanda di rinnovo, che deve essere presentata prima della scadenza del titolo, va prodotta la stessa documentazione prevista per il rilascio, ad eccezione della certificazione attestante l’abilitazione all’esercizio dell’attività venatoria, la certificazione relativa all’idoneità al maneggio delle armi e la dichiarazione di non essere stato riconosciuto “obiettore di coscienza”, oppure l’istanza di revoca dello status di obiettore, trasmessa all’Ufficio Nazionale per il servizio civile.

3)Polizza assicurativa

Il suo scopo è quello di garantire la responsabilità civile verso terzi per eventuali danni provocati dal maneggio delle armi durante l’esercizio della caccia.  La legge definisce massimali di 1.000.000.0000 di lire suddivisi in 750.000.000 di lire per danni alla persone e 250.000.000 di lire per danni ad animali e cose.   È inoltre prevista una polizza antinfortunistica per il cacciatore con massimale di 100.000.000 di lire. Le associazioni venatorie si occupano di tale aspetto proponendo pacchetti assicurativi specifici ed ampliati rispetto a quelli minimi previsti per legge. Oltre alle associazioni venatorie – i sindacati dei cacciatori – la maggior parte delle compagnie assicurative offrono polizze assicurative per l’esercizio della caccia.

4)Tesserino venatorio

Consente l’esercizio della caccia nelle A.T.C. (Ambiti Territoriali di Caccia) di residenza e non. Il tesserino venatorio è valido su tutto il territorio nazionale ed è rilasciato dal Comune di residenza del cacciatore. I requisiti per richiedere il tesserino sono:

a) possesso della licenza di caccia, b) versamento della tassa di concessione governativa e regionale e c) pagamento per l’A.T.C. E’ possibile il ritiro del tesserino venatorio durante tutto il periodo di caccia. Il tesserino venatorio è un mezzo di controllo delle quantità e delle specie prelevate e a tal fine deve essere riconsegnato, entro i termini stabiliti, al Comune di residenza o, in caso di cambio di residenza, al Comune che lo ha rilasciato.


Norme di riferimento:

legge 11 febbraio 1992, n.157 (norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio)

 

 

 

I requisiti per diventare falconiere

Happy-FalconerLa falconeria è un’arte ed una scienza e senza dubbio è difficoltosa e impegnativa, ma diventare falconieri non è impossibile, se ritenete di avere la necessaria passione e costanza, la strada è già aperta davanti a voi.

Il problema, semmai, è quello di imparare la tecnica.
Da questo punto di vista è fondamentale investire quanto più possibile, una buona formazione tecnica è la base per poter arrivare a diventare falconieri con successo: il falconiere è una persona che non si ferma di fronte agli ostacoli, non deve fermarsi altrimenti non riuscirà mai nella sua impresa; l’apprendimento e la formazione tecnica richiedono impegno e investimento, anche economico, quindi il neofita falconiere non deve fermarsi a questo primo ostacolo né cercare di “saltarlo” altrimenti si troverà a risolvere successivamente molti più problemi.

I requisiti per iniziare.

Fondamentalmente le caratteristiche di base richieste da queste 3 attività sono le stesse e vengono elencate e descritte di seguito:
1) Conoscenza di base
Per quanto riguarda la conoscenza di base c’è da dire che io non consiglio assolutamente di iniziare da zero. Se prima non si possiede una esperienza di base sull’allevamento e detenzione in cattività di altri animali o meglio ancora di altri uccelli, io non consiglierei di dedicarsi direttamente ai rapaci.
Gli uccelli rapaci sono animali “difficili” rispetto ad un classico “animale domestico” quale potrebbe essere un cane o un gatto o un pesce rosso o un canarino. Se non si ha nessuna esperienza di allevamento e gestione di uccelli in cattività è obbligatorio acquisirla, prima di passare ai rapaci. Non ne è necessaria tanta, diciamo che comprarsi un bel pappagallo potrebbe permettere di farsi l’esperienza necessaria in poco tempo (1 anno circa) e con semplicità e senza spese economiche notevoli.
Passato questo anno di tirocinio si può iniziare a pensare a dedicarsi ai rapaci, ovviamente partendo da specie semplici ed economiche e quindi più adatte alla propria condizione di neofita e che possano assecondare gli errori che si fanno sempre all’inizio (è inevitabile, ma sbagliando si impara).
Se invece si possiede già una base di esperienze di allevamento di altre specie di uccelli, si può passare direttamente al rapace, sebbene, come detto prima, si debba scegliere una specie “facile”.
Non si può pensare di iniziare direttamente con un Falco pellegrino e magari con l’obiettivo di portarlo subito a caccia.
Questo potrebbe essere fatto ma solo se si ha alle spalle un buon appoggio (corso di falconeria e/o falconiere che possa seguirvi passo passo).
2) Passione per gli animali e voglia di imparare e ottenere dei risultati
La passione è la base di tutto, se manca è inutile anche solo pensarci a diventare falconiere. La falconeria è un’arte e come tale è pronta a darci anche tante delusioni, sebbene si cerchi sempre di procedere nel modo più preciso, gli errori si fanno sempre e c’è il rischio che la perdita o la morte di un rapace possano mettere a rischio le nostre intenzioni e farci mollare tutto. A questo punto è inutile anche iniziare. Per il resto c’è poco da dire, la passione e la voglia di ottenere risultati o ci sono o non ci sono. Voi le avete? Se sì continuiamo.
3) Requisiti minimi: Tempo, Spazio, Soldi, Impegno (TSSI)
Non preoccupatevi, esiste molta variabilità nei requisiti minimi che bisogna avere, per questo è importante sapere a priori cosa si intende fare e quali sono le possibilità offerte dalla falconeria e tutte le sue versioni moderne. La descrizione dei requisiti TSSI per ogni variante della falconeria moderna richiede molto spazio e verrà analizzata negli articoli successivi. Sulla base di tali requisiti il neofita dovrebbe capire quale tipologia di falconeria si adatta maggiormente alle proprie possibilità e quindi anche quale specie di rapace acquistare e quale percorso formativo seguire.

I requisiti del falconiere:

1) Bisogna essere almeno 16enni per potere iniziare a praticare la falconeria o una delle sue branche a meno che non si venga seguiti da degli adulti
2) Bisogna amare veramente gli animali e i rapaci in modo particolare.
3) E’ necessario che si sia in grado di rispettare tutti i bisogni e le necessità dei rapaci che si stanno tenendo in cattività. Ciò vuol dire: assicurare loro il corretto alloggiamento, i necessari spazi, la giusta alimentazione, clima, igiene ecc.
4) Il falconiere deve amare la natura, poichè per far volare i propri rapaci bisognerà stare sul campo per molte ore al giorno, sia con il caldo che con il freddo, il vento, la pioggia. Il falconiere deve amare questo contatto così diretto e stretto con la natura e le sue componenti, brutte o belle che siano.
Nel box di approfondimento riportato sotto ho voluto citare un elenco dei requisiti che dovrebbe avere un falconiere tratto da un famoso testo americano e che ritengo molto ben fatto.

CHECK-LIST: I REQUISITI DEL FALCONIERE (secondo Harold Webster)
1) La Falconeria non è cosa per tutti; la Falconeria non è per i bambini.
2) Se il vostro interesse nella Falconeria è principalmente quello di prendere della selvaggina, allora NON cimentatevi nella Falconeria.
3) Se il vostro interesse è solo mosso dal fatto che i rapaci sono spettacolari e lo sport insolito, allora NON cimentatevi nella Falconeria.
4) Se pensate che portare un falco sul pugno sia un bel modo per attirare l’attenzione, avete ragione; ma questa non è Falconeria.
5) Se amate gli uccelli e pensate che un falcone o un astore sarebbero insoliti animali domestici, fareste meglio a riconsiderare tutto, perchè non sono certo animali domestici!
6) Se volete cacciare nella stagione di caccia, pescare nella stagione di pesca, andare in vacanza d’estate e frequentare le località sciistiche di inverno e dimenticare l’unico divertimento finchè non torna di nuovo la giusta occasione, allora NON provate a tenere dei falconi.
7) Soprattutto, se siete una persona indaffarata, con incarichi in molti clubs, società e attività sociali, allora NON tentate di far entrare a forza da qualche parte anche la Falconeria, perchè semplicemente non avete tempo.
8) Se siete sensibili alle critiche, o vi preoccupate di “quello che dirà la gente”, allora decisamente evitate qualunque cosa abbia a che fare con queso sport.
9) Ma, se avete un profondo interesse per il mondo esterno; se amate la vita e gli esseri viventi con sufficiente profondità e ampiezza da essere più che sentimentali; se cogliete le occasioni e vi aspettate l’inaspettato, se riuscite a vedere nei predatori l’incarnazione di tutte quelle alte qualità che noi soprattutto ammiriamo, qualità di forza, coraggio, energia, coordinazione e perfezione fisica che li pongono al di fuori e sopra altre forme di vita; se riuscite ad afferrare nel loro modo di vivere qualcosa di spettacolare e drammatico che vi piacerebbe condividere, se tutto questo è la vostra ragione base per un tale interesse, allora la Falconeria è per voi e voi potrete, col tempo e la pratica, diventare un Falconiere.
10) Un’alta qualità desiderabile è un profondo senso di responsabilità nei confronti degli uccelli che tenete.
11) Se le vostre condizioni di lavoro nel posto in cui vivete sono tali per cui è impossibile far volare i vostri uccelli più di una volta a settimana, quasi sicuramente non otterrete molto dai vostri sforzi.
12) Se invece anteponendo a tutto la salute dei vostri falconi e sacrificando altre attività, vi è possibile mettere gli uccelli in volo da quindici minuti fino a un’ora al giorno, o anche un giorno si e uno no, e se potete far ciò in una tabella di tempo regolare, allora sarete praticamente sicuri di ottenere dei successi.

Gli stadi di apprendimento

I) Biologia dei rapaci
Oltre che arte la falconeria deve essere definita anche come “Scienza”: ciò perché si tratta di una attività strettamente collegata ad esseri viventi (i rapaci).
Come nelle gare di Formula 1, dove si ha a che fare con delle macchine, e dunque tutto si basa sulle scienze ingegneristiche, al fine di ottenere il massimo, così nella falconeria, dove si ha a che fare con dei rapaci cioè degli esseri viventi, tutto si basa sulle scienze biologiche: la conoscenza della biologia dei rapaci è la base assolutamente imprescindibile da cui partire per diventare bravi falconieri; solo conoscendo la biologia dei rapaci è possibile ottenere da essi il massimo risultato ed evitare la gran parte dei classici problemi della falconeria (malattie, traumi, fughe, morte dei rapaci etc.).
E’ importante che il falconiere sia prima di tutto un ornitologo: che impari a osservare gli uccelli e i rapaci in modo particolare, anche in natura e a conoscerne il comportamento e l’ecologia. Comprare un buon libro sull’identificazione e sulle abitudini dei rapaci italiani è quindi il primo passo. Da un punto di vista più biologico il falconiere deve conoscere alla perfezione:
1) La fisiologia alimentare e muscolare dei rapaci: ciò è fondamentale al fine di gestire correttamente il peso e la fame dei propri rapaci, che sono i punti cardine su cui si basa un buon addestramento; compiere un errore nella gestione del peso/fame dei rapaci in cattività vuol dire perderli, farli ammalare, ucciderli o non ottenere risultati di buon livello nell’addestramento.
2) L’etologia generale: è la base per capire i principi dell’addestramento, come il condizionamento, l’apprendimento, l’imprinting, la reattività etc. Anche questi elementi rappresentano delle basi assolutamente fondamentali per addestrare correttamente un rapace
3) L’etologia dei rapaci: il falconiere deve saper “comunicare” con i suoi rapaci, e per questo motivo deve saperne interpretare correttamente i segnali attraverso il loro “linguaggio del corpo”; ad ogni postura, movimento, comportamento del rapace corrisponde una informazione che il falconiere deve saper cogliere ed interpretare e a cui deve reagire in un determinato modo; per esempio: cosa vuol dire se il rapace respira col becco aperto? Cosa vuol dire se tiene le ali un po’ abbassate? Cosa vuol dire se sta in posizione eretta? Cosa vuol dire se piega la testa in alto inclinandola verso un lato?
4) La eco-etologia specie-speficia: è scontato che il falconiere debba conoscere molto approfonditamente le abitudini in natura della specie di rapace che sta addestrando; dove vive, cosa mangia, come caccia, la sua fenologia e così via.

II) Gestione di animali in cattività
In 10 anni di esperienza didattica mi è capitato spessissimo di formare neo-falconieri.
Molte delle persone che mi hanno contattato spesso si sono lamentate del fatto che era stato loro suggerito di “comprarsi un pappagallo”.
In questo suggerimento, purtroppo, c’è una verità molto importante: se non avete mai avuto possibilità di gestire un animale in cattività e in modo particolare un uccello (canarini, pappagalli etc.), la strada per diventare falconieri è molto più lunga. Se rientrate in questa categoria di persone, senza esperienze nell’ornicoltura (allevamento di uccelli in cattività), il vostro percorso verso la falconeria si allunga.
Quindi prima di acquistare un rapace il mio consiglio è di cimentarvi nell’allevamento di qualche altra specie ornitica (il pappagallo va benissimo, ma anche canarini o tortore).
Questa esperienza di base vi darà le conoscenze necessarie per capire cosa vuol dire gestire un rapace in cattività ed è un passo che non deve essere saltato!
Dopo questa esperienza che deve durare almeno 1-2 anni, potete iniziare a pensare al vostro primo rapace.
Da questo punto di vista sarà importantissimo, ovviamente, conoscere a fondo e perfettamente le tecniche di gestione in cattività dei rapaci: esigenze climatiche, alloggiamenti, posatoi, alimentazione, comportamento dei rapaci in cattività, gestione alimentare, gestione sanitaria etc.

III) Tecniche di addestramento
Adesso avete il vostro primo rapace e sapete bene come tenerlo in cattività; è quindi arrivato il momento di iniziare con l’addestramento. Anche in questo caso mi trovo costretto a dirvi che è assolutamente fondamentale conoscere per bene sia l’etologia generale che sta alla base delle tecniche di addestramento, sia le tecniche di addestramento stesse, sia in generale sia applicate ai rapaci.

IV) Il primo rapace: il rapace “scuola”
Esiste una grossa differenza tra il primo rapace che avrete e che addestrerete e tutti gli altri.
Il primo rapace infatti è un rapace “scuola”, che garantirà al neofita falconiere la prima esperienza, che è la base di partenza per i successivi livelli di addestramento.
Il primo addestramento che un falconiere farà su un rapace sarà dunque un “addestramento scuola” (ed il rapace è per questo chiamato “rapace scuola”): durante questo addestramento il falconiere imparerà tantissime cose e, inevitabilmente, commetterà anche molti errori.
Se il rapace “scuola” non viene scelto oculatamente, gli errori, anche piccoli, commessi dal falconiere potranno avere conseguenze anche molto gravi: il rapace può ammalarsi, scappare o morire.

Paolo Taranto

Falco Pellegrino (Falco peregrinus)

IMG_1578Falco Pellegrino (Falco peregrinus)

Il falco pellegrino ha una lunghezza compresa tra 34 e 58 cm, e un’apertura alare di 80-120 cm.Maschi e femmine hanno piumaggio simile ma, come in molti altri rapaci, sono caratterizzati da un marcato dimorfismo sessuale per cui le femmine sono circa il 30% più grandi dei maschi.Il peso varia quindi dai 440-750 g dei maschi, ai 910-1500 g delle femmine. Le fluttuazioni dei valori tengono conto anche delle sottospecie.

Caratteristiche fisiche
MaschioFemmina
Dimensioni34 – 46 cm46 – 58 cm
Apertura alare80 – 100 cm104 – 120 cm
Peso440 – 750 g910 – 1 500 g

Il dorso e le ali appuntite degli adulti sono solitamente di un colore che va dal nero bluastro al grigio ardesia, con alcune striature caratteristiche delle sottospecie. La punta delle ali è nera.

Falco-peregrinus-silhouette-2

La parte inferiore è striata con sottili bande marrone scuro o nere.La coda, dello lo stesso colore del dorso ma con striature nette, è lunga, sottile e arrotondata alla fine con una punta nera e una banda bianca a ciascuna estremità. La testa nera contrasta con i fianchi chiari del collo e la gola bianca.La “cera” del becco e le zampe sono gialle, mentre il becco e gli artigli sono neri.La punta del becco ha un intaglio, risultato di un adattamento biologico, che permette al falco di uccidere le prede spezzando loro le vertebre cervicali del collo.

I giovani immaturi sono caratterizzati da un colore più bruno con parti inferiori striate che invece che barrate; la “cera” e l’anello orbitale è blu pallido.

Sottospecie:

Sono state descritte numerose sottospecie di falco pellegrino e di queste 19 sono accettate dall’ Handbook of the Birds of the World.

  • Falco peregrinus peregrinus, la sottospecie di riferimento, descritta da Tunstall nel 1771, si riproduce nella parte temperata dell’Eurasia tra la tundra a nord e i Pirenei, il Mar Mediterraneo e la cintura alpina a sud. Nell’Europa è essenzialmente stanziale, mentre è migratore in Scandinavia e Asia. I maschi raggiungono un peso di 580-750 g, mentre le femmine pesano 925-1030 g.La sottospecie comprende brevirostrisgermanicusrhenanus, e riphaeus.
  • Falco peregrinus calidus, descritto da John Latham nel 1790, precedentemente conosciuto come leucogenys include il caeruleiceps. Si riproduce nella tundra artica dell’Eurasia, da Murmansk ai fiumi Yana e Indigirka, in Siberia. È completamente migratore e d’inverno si sposta verso sud fino all’Africa sub-sahariana. Vive prevalentemente attorno a insediamenti in zone umide. È di colore più chiaro del peregrinus, specialmente sulla testa. I maschi pesano 588-740 g, le femmine 925-1333 g.
  • Falco peregrinus japonensis, descritto da Gmelin nel 1788, include kleinschmidtipleskei; l’ harterti sembra riferirsi a integrazioni con calidus. Si trova dal nordest della Siberia alla Kamchatka (anche se forse qui è rimpiazzato dalpealei), e in Giappone. Le popolazioni del nord sono migratorie, quelle giapponesi stanziali. È simile al peregrinus, ma i giovani sono anche più scuri dei piccoli anatum.
  • Falco peregrinus macropus, descritto da Swainson nel 1837 è il Falco pellegrino australiano. Si trova in tutta l’Australia, tranne che nel sud-ovest. È non migratore e simile al brookei nell’aspetto, ma è più piccolo e con la regione auricolare interamente nera; le zampe sono in proporzione più grandi.
  • Falco peregrinus submelanogenys, descritto da Mathews nel 1912, è il Falco pellegrino del sud-ovest dell’Australia; non migratore.
  • Falco peregrinus peregrinator, descritto da Sundevall nel 1837, è noto come Falco pellegrino indiano, Shahin nero o Shahin indiano.
Era noto in precedenza come Falco atriceps o Falco shahin. L’areale comprende l’Asia meridionale a partire dal Pakistan attraverso India,Bangladesh, Sri Lanka fino alla Cina sud occidentale. In India, lo Shaheen è presente in tutti gli Stati, eccetto l’Uttar Pradesh, soprattutto nelle regioni collinari e rocciose. È presente anche nelle isole Andamane e Nicobare. Depone in genere da tre a quattro uova, con i pulcini in grado di volare dopo 48 giorni e una percentuale di sopravvivenza di 1,32 pulcini per nido. In India nidifica oltre che sulle scogliere, anche su edifici o strutture costruite dall’uomo come i ripetitori per la telefonia cellulare.Nello Sri Lanka la stima di coppie in fase riproduttiva era di una quarantina nel 1996.È non migratore, piccolo e scuro, con sottopancia rossiccio. Nello Sri Lanka questa sottospecie preferisce le colline più elevate, mentre il migratore calidus è avvistato più frequentemente lungo le coste. In Pakistan è il simbolo della locale Aeronautica militare.
  • Falco peregrinus anatum, descritto da Bonaparte nel 1838,è conosciuto come Falco pellegrino americano, o “Falco anatra” come indica il suo nome scientifico. Attualmente vive prevalentemente nelle Montagne Rocciose, mentre in precedenza era comune in tutto il Nord America, dalla tundra al Mexico settentrionale, dove gli sforzi di reintroduzione cercano di ristabilire la popolazione.Gli adulti di anatum svernano nella zona di riproduzione, tranne quelli che si riproducono molto a nord. Gli esemplari più vagabondi che raggiungono l’Europa sembrano appartenere alla variante più settentrionale e migratoria tundrius, che è considerata distinta solo dal 1968. È simile al peregrinus, ma un po’ più piccola; gli adulti hanno un colore più chiaro e meno caratterizzato al di sotto, mentre i giovani sono un po’ più scuri e marcati. Il peso dei maschi è compreso tra 500 e 570 g, le femmine tra 900 e 960 g.
  • Falco peregrinus cassini, descritto da Sharpe nel 1873, è noto anche come Falco pellegrino australe. Comprende il kreyenborgi, o falcone pallido una forma di leucismo tipica soprattutto del Sud America e che per lungo tempo è stata considerata una specie separata.Il suo areale comprende il Sud America e va dall’ Ecuador alla Bolivia, Argentina, Chile, Terra del Fuoco eIsole Falkland.È non migratore e simile al peregrinus, ma un po’ più piccolo e con la regione auricolare nera. La variante kreyenborgi è di un grigio medio con piccole striature sotto e la testa simile al Falco cherrug, anche se la regione auricolare è bianca.
  • Falco peregrinus pealei, descritto da Ridgway nel 1873, è conosciuto anche come “Falco di Peale” e include il rudolfi. Si trova nella costa del Pacifico nord-occidentale dell’America, a partire dallo stretto di Puget lungo la Columbia Britannica (comprese le isole Regina Carlotta, nel Golfo dell’Alaska e nelleisole Aleutine, fino alla costa orientale russa del Mare di Bering. Si può trovare anche nelle isole Curili e nella costa della Kamchatka. È un non-migratore. È la sottospecie più grande, tanto che sembra un tundrius più scuro e di grandi dimensioni, o un grande e striato anatum. Ha un becco molto grande. I giovani possono avere una cresta più chiara.
  • Falco peregrinus tundrius, descritto da C.M. White nel 1968, era stato incluso nel leucogenys. Vive nella tundra artica del Nord America e della Groenlandia. Migra per svernare nell’America Centrale e nel Sud America. Gli esemplari più vagabondi che raggiungono l’Europa appartengono a questa sottospecie, che era in precedenza unificata con l’ anatum. È l’equivalente americano del calidus. Come dimensioni è più piccolo e più chiaro dell’ anatum. La maggior parte degli individui hanno la fronte e la regione auricolare chiara con la cresta scura, diversamente dal calidus. I giovani sono più tendenti al marrone e meno al grigio dei calidus, e più chiari degli anatum.
  • Falco peregrinus madens, descritto da Ripley e Watson nel 1963, è caratterizzato da dicromatismo sessuale. È un non-migratore delle isole di Capo Verde; la specie è in serio pericolo in quanto sembrano sopravvivere solo sei-otto coppie.I maschi hanno un colore rosso slavato sul capo, la nuca, le orecchie e il dorso; il sottopancia è bruno-rosato. Le femmine sono di un bruno intenso diffuso, soprattutto sul capo e nuca.
  • Falco peregrinus minor, descritto da Bonaparte nel 1850. Precedentemente veniva spesso chiamato perconfusus.Ha una distribuzione scarsa e a chiazze nelle aree sub-sahariane e nel Sud Africa e si spinge lungo le coste atlantiche fino al Marocco. È un non-migratore piuttosto piccolo e scuro.
  • Falco peregrinus radama, descritto da Hartlaub nel 1861, si trova nel Madagascar e nelle isole Comore. È non-migratore.
  • Falco peregrinus brookei, descritto da Sharpe nel 1873, è conosciuto anche come Falco pellegrino mediterraneo o Falcone maltese. Comprende ilcaucasicus e molti tipi della proposta razza punicus, anche se alcuni potrebbero appartenere ai pelegrinoides o loro ibridi dell’Algeria. Si trovano in tutta l’area mediterranea a partire dalla Penisola iberica, tranne che nelle zone più aride del Caucaso. È un non-migratore, più piccolo del peregrinus e con una sfumatura ruggine nel sottopancia. I maschi pesano circa 445 g, le femmine fino a 920 g.
  • Falco peregrinus ernesti, descritto da Sharpe nel 1894, si trova dall’ Indonesia alle Filippine e a sud di Papua Nuova Guinea e nell’arcipelago delle Bismarck. La sua separazione dal nesiotes è da confermare. È un non-migratore, più scuro del peregrinus con dense barrature zona auricolare nera.
  • Falco peregrinus furuitii, descritto da Momiyama nel 1927, si trova nelle isole Izu e Ogasawara. È un non-migratore, piuttosto raro, forse limitato ad un’unica isola.[5] Ricorda il pealei, ma è più scuro specie sulla coda.
  • Falco peregrinus nesiotes descritto da Mayr nel 1941, si trova nelle isole Figi e forse anche a Vanuatu e in Nuova Caledonia. È un non-migratore.
  • Falco peregrinus pelegrinoides, descritto da Temminck nel 1829, si trova nelle isole Canarie, Nord Africa, Vicino Oriente e Mesopotamia. È molto simile albrookei, ma con dorso più chiaro, collo ruggine e parte inferiore giallina con poche marcature. È più piccolo del peregrinus, con le femmine che pesano attorno a 610 g.
  • Falco peregrinus babylonicus, descritto da Sclater nel 1861,si trova nell’Iran orientale, lungo le catene montagnose dell’Hindu Kush, Tien Shan e Monti Altaj. Pochi esemplari svernano nel nord dell’India, soprattutto in aree semideserte. È più chiaro del pelegrinoides, simile a un piccolo Falco biarmicus chiaro. I maschi pesano 330-400 g, le femmine 513-765 g.

Metodi di Caccia:

falco pellegrinoI metodi di caccia del falco pellegrino sono tutti condizionati dalle sue caratteristiche fisiche. Il falco pellegrino è un abile cacciatore in grado di attaccare anche le prede a mezz’ aria. Contrariamente a quanto si crede, esso non è in grado di volare in orizzontale a velocità importanti. R. Meinerzhaghen ha cronometrato numerosi esemplari in inseguimento di prede, potendo constatare che la velocità massima va collocata fra i 105 e i 110 chilometri orari: insufficiente, per esempio, per raggiungere il colombaccio (Columba palumbus) o il piccione (Columba livia) o ancora la maggior parte delle anatre selvatiche, cioè molte delle sue prede principali. Al contrario, nella picchiata, il falco pellegrino è imbattibile. Mebs ha cronometrato più volte un esemplare, lanciatosi dal campanile della cattedrale di Colonia, a velocità fra i 252 e i 324 chilometri all’ora.

Peregrine Falcon Flight From Walt Whitman Bridge Camden & PhiladelphiaMa il falco, normalmente, caccia da altezze ben maggiori, dalle quali dovrebbe raggiungere e forse superare la velocità critica di cui il suo corpo, ad ali chiuse, è capace (in breve, velocità critica è quella che un corpo, di determinati peso e forma, può raggiungere, accelerato dalla forza di gravità e rallentato dalla resistenza dell’aria). Hangte, nel 1968, ha potuto calcolare che la velocità critica del falco pellegrino è da collocarsi fra i 368 e i 384 chilometri all’ora.

Un’altra caratteristica importante del falco pellegrino è la rigidità delle penne remiganti, importante per la manovrabilità alla fine della picchiata. Ma penne rigide significa anche penne fragili. Quindi la cattura deve sempre avvenire in spazi aperti, evitando il rischio di colpi con rami e perfino fogliame. In conseguenza, la strategia di caccia del falco pellegrino consiste nel tentativo di portarsi in posizione dominante nei confronti della probabile preda. Questo può essere ottenuto in uno dei seguenti modi: trovare un posatoio in posizione elevata, per esempio su un monte; guadagnare quota, quasi sempre sfruttando una termica, e poi pattugliare dall’alto i terreni favorevoli, e infine, più di rado, aggredire una preda dal basso, spingerla a fuggire verso quote altissime e, se è capace di portarsi sopra di lei, infine inseguirla in picchiata.

Peregrine and speed gaugeLa cattura vera e propria avviene con la cosiddetta “stoccata”, un colpo sferrato con entrambi gli artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o ferire la preda, che cade a terra, dove viene uccisa con il potente becco. Più raramente il falco ghermisce la preda (come invece fanno i falchi che cacciano all’inseguimento). Mai la colpisce con il becco o (come sostiene qualche antico testo) con il petto. Da quanto abbiamo detto, si può capire che, salvo su terreni innevati o molto nudi, il Falco pellegrino non caccia mai a terra e mai animali terrestri. Il fabbisogno quotidiano del falco pellegrino è pari a circa 140 grammi di carne. Con i bocconi inghiotte volentieri un poco di piume, che poi rigetta il mattino dopo, prima di riprendere le attività venatorie.

E’ il falco da sempre più apprezzato e utilizzato nella falconeria moderna e classica. E’ un rapace intelligente, docile, ottimo cacciatore di alto volo. Si nutre al 95% di uccelli, rondini comprese che grazie alla sua enorme velocità cattura al volo. In falconeria viene scappucciato quando il cane è in ferma. Il falco parte dal pugno del falconiere per iniziare un volo a spirale. Arrivato ad una altezza di 50-80 mt, si da il comando al cane di far sfrullare la selvaggina. Il falco in volo, chiude le alie ed in picchiata, piomba sulla preda o per ghermirla (afferrarla con gli artigli) o per stoccarla (colpirla col petto). Presente in tutto il mondo, riprodotto in cattività con successo da diversi decenni, non è più in pericolo di estinzione e gode di ottima salute nei suoi naturali territori di nidificazione. Idoneo per caccia, manifestazioni, bird control.

Lunghezza:cm 38-48.
Apertura alare:cm 80-110.
Peso maschio:gr 400-650
Peso Femmina:gr 700-1000
Giorni di incubazione:28-30
PELLEGRINO:dal latino peregrinus “straniero” perchè si sposta molto rapidamente ( come se apparisse da lontano).
ALTRO:Calidus = focoso, Brookei = dal nome dell’ornitologo inglese A.B.Brooke.
Altre Lingue:Inglese: Peregrine; Francese: Faucon Pèlerin; Tedesco: Wanderfalke; Spagnolo: Halcòn Comùn.

Sparviero (Accipiter nisus)

sparvieroSparviero (Accipiter nisus)

sparviero2Le ali corte e arrotondate e la lunga coda gli consentono un agile volo manovrato nel folto dei boschi e permettono di distinguerlo agevolmente dal gheppio (piccolo rapace con ali lunghe e appuntite). Corpo snello, testa piccola, becco elegante e adunco, tarsi alti e sottili come le dita munite di forti unghie, sono i caratteri propri dello sparviere eurasiatico dal punto di vista della struttura. In lunghezza supera i trenta centimetri, oltre dieci dei quali fanno parte della coda; ciascuna ala è di circa sedici centimetri, e la loro apertura supera i sessanta.
Nella femmina, queste misure sono largamente superate: essa è infatti di almeno sei centimetri più lunga, e la sua apertura alare sopravanza quella del maschio di oltre dieci centimetri. L’abito degli individui adulti è cinerino scuro nelle parti superiori, bianco con linee ondulate e striature rosso-ruggine nelle inferiori; la coda è segnata da cinque o sei fasce nere ed ha l’estremità bianca. Il becco è azzurro; la cera, i piedi e gli occhi sono gialli. I giovani sono maggiormente grigi e bianchi in misura minore: sulla gola e sulla parte anteriore del collo presentano delle striature longitudinali, mentre il ventre e le cosce sono segnati da macchie trasversali. È uno dei più agili tra i rapaci, e vola con facilità e rapidità nonostante le sue ali siano corte; solo sul terreno i suoi movimenti saltellanti denunciano un certo impaccio.

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Anche lui è un rapace di bosco, ama cacciare tra i cespugli, nel fitto della vegetazione o nella boscaglia. Le sue prede naturali sono ogni sorta di passeracei oltre ai tordi, merli, picchi, gazze, ghiandaie. Viene volato in falconeria imprintato sull’uomo per attenuarne la paura verso
l’uomo e l’ambiente circostante. E’ un rapace velocissimo con uno sprint impressionante nei tragitti vino a 100mt. Il falconiere lo lancia dal pugno e le prede preferite sono gazze, merli, tordi, ghiandaie, tortore quaglie, starne. In Turchia viene chiamato Atmaca ed è tradizione catturare dei soggetti con le reti, addestrarli al volo alla quaglia per poi rilasciarli a fine stagione. E’ un faco piuttosto delicato,  non adatto ai principianti ma se gestito da un esperto, sa regalare grandi emozioni e innumerevoli catture.

Sottospecie:

  • Accipiter nisus dementjevi: Asia centrale e orientale.
  • Accipiter nisus granti: Madera e Canarie.
  • Accipiter nisus melaschistos: Asia meridionale.
  • Accipiter nisus nisosimilis: Asia settentrionale e orientale.
  • Accipiter nisus nisus: Europa, Africa orientale, Asia settentrionale e occidentale.
  • Accipiter nisus punicus: Africa nord-occidentale.
  • Accipiter nisus wolterstorffi: Corsica e Sardegna.
Lunghezza:cm cm 31-38.
Apertura alare:cm 60-80.
Peso maschio:gr 110-186
Peso Femmina:gr 210-305
Giorni di incubazione:35
SPARVIERO:dal greco sparasso, cioè lacera, dilania (uccello che dilania).
ACCIPITER NISUS:dal latino, Accipiter = uccello rapace; nisus = sforzo, cioè capace di catturare prede più grosse di lui.
Altre Lingue:Inglese: Sparrowhawk; Francese: Epervier d’Europe; Tedesco: Sperber; Spagnolo: Galivàn.