Premesso che la falconeria è essenzialmente l’arte antica di addestrare e cacciare con il falco prede nel loro habitat naturale, è una vera e propria attività venatoria risalente a più di 4000 anni fa con passaggi di conoscenze tramandate da generazione in generazione,con approcci tra uomo e animale tra i più completi e complessi che rapportati alla nostra era moderna potremmo definirli senza ombra di dubbio azioni di profonda etologia legate allo studio del comportamento animale e delle sue basi biologiche,non solo per ciò che riguarda il nostro ausiliare (falco),ma anche per la selvaggina da predare.
La falconeria è senza dubbio la forma di caccia più completa, più difficile mai concepita,e richiede da parte del falconiere oltre ad una buona preparazione un altro grado di attenzione,sensibilità e devozione difficilmente riscontrabili in molte altre attività legate al rapporto uomo-animale. In considerazione a tutto questo l’UNESCO,ha recentemente riconosciuto la falconeria “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”con il conseguente scopo di fermare il declino di questa nobile arte,dovuto allo stile della vita moderna e alla sua inarrestabile evoluzione tecnologica e alla rapida urbanizzazione selvaggia. E’ considerata l’attività venatoria con il più basso impatto ambientale e faunistico,sia per l’esiguo numero di praticanti che per l’effettivo insignificante prelievo di fauna selvatica,in considerazione del fatto che sono innumerevoli le variabili che portano ad una cattura che quasi sempre avviene come in natura a carico delle prede più deboli a vantaggio dell’ecosistema,con un particolare rispetto per l’ambiente,senza rumori e rilascio di sostanze inquinanti. Oggi la falconeria così detta alternativa,ha anche un’importante funzione di sicurezza per i cittadini,dal momento che molti aeroporti in tutto il mondo sono protetti dai falconieri che con i propri falchi tengono lontani stormi di uccelli che spesso sono causa di gravi incidenti aerei,per non parlare poi del controllo di alcune specie di volatili invadenti a carico dei centri urbani e aziende alimentari che possono arrecare gravi danni al patrimonio storico e creare problemi sanitari. Purtroppo oggi praticare vera falconeria è molto difficile perché esiste nel nostro paese una forte arretratezza legislativa in materia e la differenza si nota maggiormente quando veniamo a contatto con falconieri di altri paesi europei e non ,dove abbiamo la possibilità di toccare con mano profonde differenze legate alla maggiore sensibilità che i loro governanti hanno nei confronti di questa nobile arte.
In buona sostanza potremmo fare un elenco prioritario di tutte quelle lacunose normative a carico della falconeria italiana in funzione di un miglioramento dell’odierna situazione,con proposte che vadano colmare questo vuoto legislativo:
- Strutture adeguate per l’allenamento e l’addestramento dei falchi almeno due per ogni regione,e con permessi di volo rilasciati dalle provincie competenti con minori vincoli sia nei modi che nei tempi.
- Rivedere le norme di sicurezza sulla caccia dovute all’uso del fucile in rapporto alla totale mancanza di incolumità pubblica legata alla pratica della falconeria
- Inserire la licenza di caccia con il falco scorporandola dal porto di fucile, per tutti coloro che vogliono cacciare solo con il falco.
- Prevedere anche l’uso del falco nei piani di controllo alle specie dannose all’agricoltura e all’ambiente(corvidi,storni,piccioni ecc.ecc.)
- Creare un albo falconieri provinciale e/o regionale per garantire agli organi amministrativi maggiore collaborazione con i falconieri residenti muniti di licenza di caccia.
- Rivedere certe normative capestro sul benessere animale nei confronti della falconeria con relativo riconoscimento di regole non impattanti sul falco che questa attività porta con sé da millenni
- Le associazioni venatorie devono valutare e prevedere polizze assicurative rapportate a questa forma di caccia e con un capitolo assicurativo falco tipo quella del cane.
- Correggere alcune normative di alcune regioni che non prevedono l’uso dei falchi non autoctoni in falconeria
- Specificare la parola “falco” sulla legge Nazionale n°157 inserendo al suo posto la dicitura “rapaci diurni”così si comprendono tutti i rapaci usati in falconeria anche nel recente passato.
Dobbiamo doverosamente ricordare l’indispensabile contributo alla stesura di queste richieste di modifiche alle normative attuali da parte del’ uncf Toscana nella persona di Giovanni Camerini decano della Falconeria Italiana.
Vorremmo precisare che la capacità di ascolto delle associazioni venatorie su questi temi deve migliorare e fare un salto di qualità e in primis la Federcaccia che tra l’altro dispone di una settoriale falconieri con diversi iscritti e con strutture territoriali organizzate ed efficienti,poi come UNCF dovremmo chiamare a raccolta tutti o buona parte dei falconieri italiani tralasciando vecchie e nuove beghe personali,siamo purtroppo divisi in miriadi di associazioni poco rappresentative e troppo personalizzate,con questa mentalità tipica italiana(basti vedere l’alto numero di associazioni venatorie),non si va da nessuna parte,non dobbiamo dimenticare il vecchi detto che “l’unione fa la forza”oggi più che mai indispensabile non solo per il mondo venatorio,ma anche per tutto il comparto associazionistico di qualsiasi natura e provenienza.
CONSIGLIO UNCF Emilia Romagna
( Ivano Avoni)