“Ho un cane breton femmina di un anno, la quale nel cercare e nel riportare tordi è già un fenomeno; ma mi piacerebbe insegnargli anche a fermarsi sulle quaglie. Ho cercato di farle capire il metodo ma non ci sono riuscito. Il difetto che ha è che ferma per 4-5 secondi e parte per il frullo. Che cosa mi consiglia di fare? Che metodo devo adottare? La ringrazio per la collaborazione” (D.P. Gerardo).
Di seguito la risposta dell’esperto cinofilo Mario Biagioni:
Il più piccolo dei fermatori era, in origine, un cane da cerca, impiegato con soddisfazione in Bretagna, prevalentemente per la beccaccia. In seguito fu però evidente l’enorme superiorità di un cane da ferma per questo tipo di caccia e gli allevatori del piccolo epagneul, con una selezione accorta e severa, lo trasformarono fino a farlo diventare uno specialista.
Questo semplicemente per dirle che in questa razza la ferma è dote naturale, e che non esiste un “metodo” per insegnarla. Nel suo caso si tratterrebbe semmai di una correzione per un soggetto che tende a investire o forzare. Operazione certamente non facile su un cane impiegato quasi esclusivamente (mi sembra di aver capito) nel riportare tordi.
Occorre anzitutto convincerlo ad abbandonare cerca e individuazione a vista per utilizzare il naso. Quindi, per un non professionista l’unico sistema da consigliare credo sia l’uso della corda.
Porti il cane dove abbia la possibilità di incontrare qualche quaglia precedentemente deposta, con una corda di adeguata lunghezza attaccata al collare. Se al momento che avverte l’emanazione tenterà di frullare, si interviene con un leggero strattone, impedendogli di avvicinarsi. Se insiste, occorre aiutarsi con la voce e con il fischio, ripetutamente e in modo molto deciso.
Non si scoraggi. Da sempre ci sono cani che appena sentono l’emanazione della selvaggina investono di slancio, oppure fermano per un momento e subito dopo fanno frullare. In genere poi, se debitamente corretti, diventano degli eccellenti ausiliari.
Altri suggerimenti:
…portalo all’incontro con il selvatico ( immesso ) con il guinzaglio lungo…
…quando ferma…bloccalo e coccole…fallo accostare…fermare di nuovo…coccole…
…il selvatico parte…
…trattenuta brusca con il guinzaglio lungo dopo breve rincorsa…
Oppure ( qualcuno inorridirà ) scollarata elettrica nel momento della rincorsa e non prima…!!
La scelta del momento e’ fondamentale :
– deve capire che fermare va bene = coccole…
– deve capire che rincorrere e’ male = trattenuta o scossettina…
I due momenti vanno scissi nettamente per non far capire il contrario al cane…
Secondo me è facilmente rimediabile con un po’ di applicazione e tempo…
A Caccia con il Cane da ferma: alleniamolo con le quaglie
Io non direi che la caccia alla quaglia sia caccia facile. Osserverei piuttosto che essa mostra un volto che non scoraggia, che offre sufficienti occasioni di farsi le ossa, e uno paga ugualmente il suo tributo di delusioni magari senza accorgersene. Ed è forse proprio questo il punto di maggior merito della quaglia. Perciò, quando è il tempo che precede l’apertura, sciolgo con fiducia il cucciolone nella stoppia. Se è avido, esuberante, incapperà quasi certamente in uno, due, tre sfrulli… seguiti da carico a fondo. Lascio inseguire. Quanto più ce la mette dar sotto, tanto più è probabile, ha temperamento, coraggio. Intanto, dietro alle invitanti quagliette di pianoro, non solo s’è caricato, ma ha tratto anche qualche insegnamento: s’è accorto alla fine che ha un naso da far funzionare per raccogliere bave di vento. E s’è risvegliato l’antico istinto dell’agguato: la ferma.
La storia va avanti così per un pezzo: mettiamo le prime 4-5 uscite. D’ora innanzi, al momento della ferma, lo vincolo a me con la corda di ritenuta.
Non uso altri mezzi, più sbrigativi ma rischiosi (collare elettrico, fucilata). Non ho tanti cani da fare. Oggi, poi, «lavoro» solo questo e la corda mi basta, manovrata con tatto, come redine: non devo impedire l’eventuale guidata. Al frullo non mollo e ordino il «terra» prima insegnato quasi per gioco. Ma non mi occorre brutalmente catapultare l’allievo. Basta che stia fermo. Se la quaglia, dopo volo breve, che in qualche caso può essere un salto o poco più, si rimette davanti, più forte sarà nel «puledro» il desiderio di agguantarla. La circostanza non consente cedimenti. Il caso, nella pratica della caccia, si ripeterà. Con la quaglia stessa, con la beccaccia, con il beccaccino in certe giornate, con il frullino. Il croccolone, ahimè, non conteggiamolo più, non è cacciabile.
Un cane che, preso dalla foga del «faccio tutto me», carichi il selvatico pronto a rimettersi sciuperà una moltitudine di buone occasioni.