I falchi di Abu Dhabi

falconieriarabi“La tradizione della falconeria ha origini molto antiche e i falchi sono un simbolo culturale importante”

La falconeria, un tempo, era praticata da beduini per cacciare. Oggi, è uno sport ad Abu Dhabi.
Non è una disciplina facile, perchè i falchi non sono semplici da domare. I falconieri impiegano molto tempo, diversi mesi, per addestrarli a cacciare.

Cerchiamo di capire insieme come ci si prende cura di questi rapaci, come vengono impiegati nelle gare, il loro addestramento, la distinzione di sesso, il loro valore in termini monetari ed affettivi, il rapporto con l’uomo, la loro provenienza, di cosa si nutrono e  le attività turistiche organizzate con loro. 

Il The Abu Dhabi Falcon Hospital è l’unica clinica governativa presente ad Abu Dhabi.
Margit Gabriele Muller, la dottoressa veterinaria e direttrice della clinica, con 18 anni di esperienza alle spalle nella cura dei falchi, un dottorato in “studi sul bumblefoot, una malattia che colpisce i falchi usati per la caccia negli Emirati Arabi”, ci spiega, e autrice di un libro dal titolo ‘Manuale pratico di Zootecnia della medicina dei falchi‘, ci parla della clinica: “ilthe Abu Dhabi Falcon Hospital ha aperto nel 1999 e, ad oggi, è l’ospedale più grande del mondo specializzato nella cura dei falchi. Vengono persone da tutto il mondo, inclusi i campioni che fanno competizioni con i falchi, portando con sè i rapaci per curarne da eventuali malattie o infezioni, disponendo il centro di trattamenti high tech e potendo seguire il volatile con l’uso di tecniche di riabilitazione ad hoc. Ospitiamo i falchi in aree apposite, molto spaziose e il falconiere ha una scelta ampia sulle dimensioni della voliera che preferisce, in base alla disponibilità ovviamente.

Margit Gabriele Muller
Margit Gabriele Muller

I servizi che proponiamo hanno costi ragionevoli. Possiamoospitarefino a 250 falchi alla volta e la nostra struttura fa ricerche in merito alle malattie contratte dai falchi (conseguendo ottimi risultati, due malattie sono state scoperte di recente con relative pubblicazioni); ci occupiamo anche della riproduzione di questi animali, così per chi fosse interessato possiamo seguire questa fase passo passo e dare tutte le informazioni del caso; tramite programmi di stage e pubblicazioni cerchiamo di sensibilizzare le persone all’attenzione e alla conoscenza di questi animali meravigliosi, anche per quanto riguarda il loro allevamento; dal 2007 abbiamo aperto le porte a chiunque voglia avvicinarsi a questo mondo e conoscerlo più da vicino, quindi la clinica è una delle maggiori attrazioni quando si visita Abu Dhabi.

Tradizione vuole anche che ci siano competizioni tra i falchi, ammaestrati da esperti falconieri. Uno di questi, Hamdan Bin Mejren, ha conseguito molte vittorie sul campo.Vincere è semplicemente una soddisfazione per il duro lavoro fatto dal falco e il falconiere che si addestrano senza sosta per mesi. Insieme hanno raggiunto risultati al top nei campionati di falconeria organizzati dall’HHC, ossia l’Hamdan Bin Mohammed Heritage Centre, e sotto il patrocinio di Shaikh Hamdan bin Mohammed bin Rashid bin Saeed Al Maktoum, principe ereditario di Dubai.
Hamdan Bin Mejren in un’intervista al ‘Khaleej Times‘ ha affermato: «Il mio falco si chiama Yerrat, dalla parola araba che descrive i movimenti rapidi e fluidi delle ali del falco. Yerrat, fino ad oggi, ha impressionato tutti con la sua velocità e le sue abilità. Credo sia uno dei falchi più veloci della storia. Per dare qualche esempio: quest’anno su 400 metri ha impiegato 18.035 secondi, l’anno scorso 15.555. Un tempo raggiunto ad Abu Dhabi, dove non ci sono giacche da vento per i rapaci, come a Dubai. Quindi il vento può fare la differenza nelle competizioni. E quando il vento è della parte del falco, spingendolo ancora di più, si ha anche fortuna e non sempre succede. Trascorro 6 mesi l’anno con i falchi, dalla fine di agosto all’inizio di aprile. Quindi devi essere davvero in simbiosi con loro e ti devono piacere moltissimo. Così è per me. È davvero un lavoro immenso, da mattina a sera in compagnia dei miei amici. Poi, per i restanti mesi dell’anno, mi rilasso. Questa è la mia vita: 6 mesi di lavoro e 6 mesi di riposo. Ad oggi sto crescendo 40 volatili, selezionando in modo accurate i migliori. Me ne accorgo da come interagiscono quando do loro da mangiare: se non sono collaborativi, non perdo troppo tempo e li cedo (senza pretendere soldi in cambio) ad altri».

Non avendo molto tempo, Hamdan deve focalizzare la propria attenzione solo sui falchi in grado di vincere delle gare. Non potendosi occupare di tutti, preferisce dare via quelli che non ritiene opportuno seguire a persone che possano prendersene cura in modo appropriato.
Al centro arrivano quando hanno pochi mesi di vita, oppure un pò più grandi, ma massimo due anni. Non crescono moltissimo in dimensioni, ma invecchiano e si nota osservando le ossa.
Inizialmente, allo stato ancora brado, sono selvaggi e spaventati per loro natura. Provengono da una voliera o da una gabbia ed hanno avuto pochi contatti con umani. Hamdan dice anche che: «è quando si nega loro da mangiare che diventano davvero affamati, tanto che si avvicinano loro a me a pretendere il cibo. Iniziano a mangiare dalla mia mano e piano piano mi riconoscono, diventando tutto più semplice. Quindi la prima fase dell’addestramento è difficile sì, ma molto eccitante. È come aprire una scatola: solo una volta scartata si capisce se sono falchi per cui vale la pena perdere tempo o meno».

Di solito i maschi sono più aggressivi delle femmine. Anche se si passa molto tempo con i maschi, questi tendono ad essere vivaci ed irrequieti. Hamdan ha sempre graffi sulle mani. Non attaccano mai l’uomo, se non per proteggere il loro nido.
E’ difficile farsi dire il valore dei falchi dai falconieri, che sembrano molto affezionati agli animali. Possono costare anche 20.000 dollari, il prezzo varia a seconda delle caratteristiche e delle abilità nella caccia e nelle performance durante le competizioni. Per esempio Hamdan, in un’intervista, sempre al ‘Khaleej Times‘ rivela che non venderebbe mai uno dei suoi falchi, per nessun prezzo, anche fosse molto alto. «Mi innamoro del falco dal momento in cui apre gli occhietti. A casa mia ci sono più falchi di persone».

Alcuni campioni  hanno iniziato la loro carriera con la caccia, quando non c’erano ancora le gare. Hamdan ha una fattoria dove si trovano quasi tutti i rapaci, alcuni li ha anche in casa, tra cui uno che non ha mai vinto una gara, ma che è molto caro af Hamadan, perché ha un legame affettivo molto stretto, che nemmeno Hamdan sa spiegare. Purtroppo non tutti i falchi riconoscono i propri addestratori, ma alcuni sì e quando succede è magia.

I falchi migliori provengono dalla Scozia, dove l’aria fresca e pulita fvorisce l’allevamento dei rapaci. Darren Chilton è un fornitore e contatto chiave per Dubai. Fornisce a Dubai i migliori falchi, i girfalchi, che sono simili ai pellegrini, ma maggiori in dimensioni, con un piumaggio più chiaro e la coda più allungata. Si affeziona ai rapaci, ma quando è tempo di darli via lì mette su un volo in direzione UAE. Alleva falchi dal 1989. Spesso questi volatili si ammalano in Scozia, perchè, stando in stanze con aria condizionata per la maggior parte del tempo, prendendo spesso delle infezioni alle vie respiratorie e ai polmoni chiamate ‘aspergillosis’.
Ci sono anche falchi che vengono dall’Artico. Lì l’aria fredda e sterile aiuta i falchi a sviluppare un sistema immunitario più forte.
I veterinari, sempre più specializzati, riescono a curare al meglio questi animali, come nel caso del the Abu Dhabi Falcon Hospital.

I falchi cacciano le loro prede, che di solito sono le pernici bianche, conigli, oche,donnole, lemming e scoiattoli. Se si trovano sulle rive di corsi d’acqua e del mare igabbiani e le anatre sono il loro cibo preferito. Le tecniche di caccia sono leggermente diverse se si parla di girflachi o pellegrini: i primi inseguono la preda anche per un lungo periodo, i secondi sono più rinunciatari e si stancano presto di cacciare la preda, quindi devono essere lanciati dal falconiere molto più vicino ad essa.

 

falconiere araboCi sono strutture negli Emirati Arabi che propongono attività molto particolari per gli ospiti dell’albergo che vedono protagonisti i falchi.
Uno di questi è il Qasr Al Sarab Desert Rose & Spa by Antara, tra le dune del deserto di Liwa, che fa parte del deserto del Rub al Khali. Qui, oltre a passeggiate nel deserto, yoga immersi tra le dune, gite in dromedario e a cavallo anche verso l’oasi di Liwa, giri con fat bike, bici ad hoc per il deserto, e tiro con l’arco, vengono organizzati spettacoli con falchi e saluki. Questo, di solito programmato due volte al giorno a partire dal mese di ottobre, è un evento molto gettonato, che piace al pubblico, perchè formativa, in quanto avvicina alla tradizione della caccia in deserto.
Gli ospiti hanno la possibilità di sperimentare un’esperienza molto tradizionale interagendo con i locali e imparando tecniche tradizionali della caccia e ascoltando storie sulla caccia stessa usando questi meravigliosi falchi. Il tutto in un contesto spettacolare, il deserto Liwa. Sia adulti che bambini adorano questo spettacolo, il più apprezzato tra tutti quelli che abbiamo da offrire, lo devo ammettere. Il costo è anche abbastanza contenuto: circa 310 AED (75 Euro) per gli adulti e 235 AED (57 Euro) per i bambini. Per la tradizione degli Emirati è molto importante lo sport della falconeria, perchè ha origini molto antiche. È praticato da millenni. I falchi sono dunque diventati un simbolo culturale della regione per via delle loro abilità e della loro personalità”, ci racconta il responsabile marketing della struttura, Sammar Hattab. Quattro falchi cacciano prede prelibate in uno spettacolo di voli in picchiata, il tutto mentre due saluki, cani di una razza molto antica, corrono a prendere la preda. I saluki sono molto particolari e, come i falchi, hanno tradizioni importanti: viaggiando per in lungo e in largo per il Medio Oriente e la via della seta insieme alle carovane e i nomadi, a loro molto fedeli, sono da sempre conosciuti come ottimi cacciatori, perchè sono velocissimi, correndo anche più di 75 km. orari. Hanno da sempre rappresentato un aiuto fondamentale per la sopravvivenza delle tribù beduine.

fonte: http://www.lindro.it/

Telemetria Satellitare per rapaci

FALCO SITO FALCONERIA
Dalla grande esperienza ventennale nel settore dell’elettronica, BS Planet rivoluziona il settore della falconeria introducendo sul mercato il nuovissimo, l’unico, il localizzatore radio – gps per falconeria più potente al Mondo BS3401!
falconuovoUn prodotto che rivoluzionerà da subito il settore della falconeria e le abitudini dei falconieri!!
IL GPS PIÙ COMPLETO DOTATO DI ANDROID E WI-FI E MAPPE INTEGRATE OFFLINE, IL NUMERO 1 AL MONDO PER RAPPORTO PESO, DISTANZA, AUTONOMIA, POTENZA A OLTRE 150 km IN MODALITÀ GPS IN OPEN SPACE E UN’AUTONOMIA DELLA BATTERIA DEL TRASMETTITORE FINO A BEN 200 ORE IN MODALITA’ GPS!

BS3401 GPS FALCON è un apparato rivoluzionario, altamente tecnologico ed innovativo, dotato anche del sistema ANDROID, nato per dare la possibilità di visualizzare velocemente e in modo semplice e preciso, la posizione del proprio falco anche a lunghe distanze (oltre 150 km in open space) e con una doppia modalità: MAPPA che consente di visualizzare esattamente e direttamente nel display del palmare la posizione del rapace su una mappa dettagliata nonché memorizzare e visualizzare tutto il percorso effettuato dal falco o dai falchi in caso se ne abbia più di uno da gestire (fino a 250 differenti che vengono evidenziati con colori distinti sulla mappa) DIREZIONALE tramite distanza in metri o km e direzione tramite una freccia con un errore massimo sotto i 5 metri BS3401 GPS FALCON è completamente ideato, progettato e prodotto in Italia utilizzando la più potente e miniaturizzata tecnologia appena uscita sul mercato nonché linee automatiche di ultimissima generazione.

Tutti le schede elettroniche sono realizzate in oro e saldate in argento per garantire prestazioni irraggiungibili e affidabilità anche nel tempo.

Altro elemento di fondamentale importanza è che BS3401 GPS FALCON fornisce contemporaneamente tutte le informazioni più importanti sull’ampio display TFT a colori quali: il delta altezza, la velocità, se è fermo oppure in volo e, se in volo, anche la direzione in cui sta volando. È possibile, inoltre, impostare un “range control” ovvero una distanza massima oltre alla quale se l’uccello la oltrepassa, il ricevitore avvisa il proprietario in automatico tramite un segnale acustico (disattivabile) e visivo. Altra informazione automatica che si riceve, è quando il falco è fermo. Il Cliente può inoltre customizzare il prodotto in base alle proprie abitudini, in quanto si ha la possibilità, ad esempio, preservando anche il consumo di batteria, di decidere accensioni e spegnimenti automatici (come per esempio che la trasmittente si spenga automaticamente alle 21:00 di sera e si riaccenda alle 06:00 del mattino). Inoltre, abilitando la funzione “percorso”, si ha la possibilità di vedere in tempo reale, sulla mappa visualizzata nell’ampio display a colori, il percorso effettuato dal proprio rapace/dai propri rapaci. Il nostro BS3401 GPS FALCON non si limita a fornire in tempo reale tutte le informazioni necessarie all’utente, ma è addirittura in grado di immagazzinare tutte le informazioni, anche di più giornate, nella propria memoria interna, pertanto l’utente può trasferire e consultare direttamente sul computer tutti gli elementi utili come tutta la distanza percorsa, le altitudine, la velocità, il percorso fatto, quando, dove e se si è fermato ecc.. anche di svariate giornate di addestramento con il proprio falco. BS3401 GPS FALCON è un prodotto altamente innovativo in quanto utilizza la sintesi evoluta dei sistemi Satellitare e Onde radio, ma allo stesso tempo è molto semplice ed intuitivo nell’uso e multifunzionale.

Grazie ad un sistema gps di massima efficienza e sensitività ed un bussola elettronica molto affidabile, è possibile conoscere la posizione dell’uccello con una precisione assoluta: questo avviene anche in condizioni meteorologiche e orografiche avverse e proibitive, nonché in presenza di folta vegetazione. È possibile, inoltre, visualizzare direttamente sul palmare le coordinate gps di ogni trasmettitore memorizzato nonché del proprio palmare o dei palmari di compagni previa autorizzazione e memorizzazione.

BS3401 GPS FALCON è composto da un ricevitore che detiene il proprietario e un trasmettitore molto compatto, ergonomico, piccolo e leggero che viene applicato sul falco. Ad ogni trasmettitore prodotto, viene attribuito un codice digitale univoco e segreto: questo accorgimento fondamentale offre la certezza che la ricerca venga effettuata solo su quel falco e, di conseguenza, che quel falco non possa essere individuato da altri apparati localizzatori e neppure spento, in quanto non si limita a poter essere acceso o spento da un qualsiasi magnete, ma può essere attivato o disattivato o localizzato solo dal proprio ricevitore con un tasto dedicato. Sono quindi totalmente assenti anche le interferenze tra apparati.

Grazie alla mappa integrata, all’ampio display e al rivoluzionario sistema ANDROID, BS3000EVOMAP diventa molto versatile: infatti può essere utilizzato, ad esempio, anche per memorizzare vari punti di interesse (fino a 10.000 way points memorizzabili). BS3401 possiede anche il sistema WI-FI integrato, che permette di interfacciarsi con tablet e smart phone scambiandosi informazioni e visualizzazioni.

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BS3401 GPS falcon : IL GPS PER FALCHI DA PRIMATO MONDIALE!!

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per ulteriori informazioni e per ordinarlo:

Falconeria, Arte Antica e percorso di crescita

Franco Gaeti falchiCon Franco Gaeti, allevatore esperto, scopriamo quanta dedizione è necessaria per comprendere i falchi. E a quanto antropocentrismo si deve rinunciare per saper guardare al loro benessere senza preconcetti

di Sara Chessa

Una disciplina profonda, nella quale non c’è spazio per la pretesa del “tutto e subito” che caratterizza l’epoca attuale. Forse proprio per questo la falconeria non è per tutti. Il tempo che richiede può essere anche quello di una vita e, al giorno d’oggi, pochi sono disposti a una dedizione che promette di dare i suoi frutti secondo i tempi dell’animale e della natura, non secondo le pianificazioni dell’uomo. La nostra conversazione con Franco Gaeti, titolare dell’allevamento “I falchi”, inizia da queste osservazioni, che ci permettono subito di capire come la falconeria conservi un suggestivo sapore di antichità. Tra i temi di cui parleremo, anche quello della caccia, che il falco compie per sé stesso e non per l’uomo. Il pubblico degli amanti degli animali si trova spesso diviso, quando si tocca questo tema. Tuttavia, il falco è un predatore e lo sarà sempre. Sarebbe difficile per chiunque definire “amore” un ipotetico tentativo di persuadere un rapace a non seguire questo suo istinto.

FALCO-FALCHI-FALCONERIA-UCCELLI-RAPACI-1-3-585x390Franco, parliamo anzitutto del termine “falco”. È corretto? O si tratta di un insieme che raggruppa più specie?

È un termine improprio, molto generico. Nell’ambito della falconeria vengono per lo più allevati i falconidi (come il falco lanario e il falco pellegrino), gli accipitridi (come l’astore, lo sparviero, le poiane e le aquile. Sono, insomma, tutti rapaci, ma appartenenti a diverse famiglie.

Nel suo allevamento quali predilige?

Diciamo che la predilezione è per quegli animali che si adattano meglio alla falconeria, quindi i falconidi. In particolare, allevo anche il falco lanario italiano, che è una specie in lista rossa, per cui c’è dietro un progetto di tutela. Rischiano l’estinzione, quindi anche mantenere un certo ceppo, coi dovuti modi, in cattività, aiuta a salvare la specie.

Che tipo di rapporto si crea tra questi animali e l’uomo?

È molto particolare. Non è mai un rapporto di possesso o di dominanza, che noi siamo abituati ad avere spesso con altri animali domestici. È piuttosto un rapporto paritetico. Se volessimo utilizzare una terminologia connessa ai legami umani – anche se io di solito sono contrario alle umanizzazioni – potremmo dire che il falco accetta solamente rapporti di amicizia . Quello che un falconiere fa è creare un rapporto di confidenza, di rispetto con l’animale, invitandolo a interagire senza che lui si senta infastidito, ma anzi favorito nella sua routine quotidiana.

 

FALCO-FALCHI-FALCONERIA-UCCELLI-RAPACI-1-5-585x437Come ci si può allora imporre come addestratori, se il falco non accetta padroni?

Non ci si impone come addestratori. Si crea un rapporto basato su un interesse comune. In quanto predatore, il falco ha una vita basata sulla caccia. Il falconiere interagisce solo nel momento in cui il falco ha interesse: l’animale non vola tutto il giorno, viene invece fatto volare – come farebbe in natura – prima di cacciare, prima di prendere il cibo. La falconeria ha quattromila anni di storia, con pratiche tramandate di generazione in generazione. Sono queste ultime a consentire la creazione di un rapporto e a fornire metodi che abituano il falco a rispondere a dei richiami. Uno di questi richiami è rappresentato dai simulacri di prede che vengono mostrati al falco stesso e mossi dal falconiere per tenere desto l’interesse del rapace. Si tratta di esche finte in logoro. Noi non ne abbiamo più memoria, ma quando diciamo che qualcosa è “logoro”, stiamo usando un termine che viene dalla falconeria. Anticamente erano ali di animale che venivano legate ad una corda e fatte roteare. È ovvio che, essendo sbattute a terra, più volte , diventavano presto logore. Quondi il termine ha dato il nome allo strumento ed è stato traslato poi nel significato col quale lo utilizziamo oggi. In ogni caso, i simulacri di prede servono solamente come richiamo base, dopodiché il falconiere asseconda il falco, lasciandolo libero di compiere dei voli di perlustrazione.

La caccia svolge dunque una funzione essenziale, relativamente al benessere di questi animali.

Se il falconiere tiene sollecitata l’attenzione su di sé, il falco all’inizio guarda a lui come se fosse un genitore. Successivamente, si abitua a vedere nel falconiere colui che comunque gli fornisce una situazione di caccia, che in alcuni casi è anche finta. È una caccia che risponde al suo benessere, sia fisico, sia psicologico. Il poter cacciare è fondamentale per questi animali, dal momento che si tratta di predatori.

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Parliamo della pratica dell’incappucciamento.

Questo è molto interessante. Da responsabile di fattoria didattica, ho avuto modo di parlare con bambini e ragazzi di scuole medie inferiori e superiori. Ritengo che quello dell’incappucciamento sia un discorso molto importante per dare un insegnamento. Il cappuccio è stato introdotto in Europa da Federico II nel 1200 circa. Questo sistema era stato scoperto dagli arabi. A differenza di quanto possa pensare l’uomo, che lo vede come uno strumento assolutamente prevaricatore, nei falchi e nei rapaci in generale il cappuccio è invece uno strumento che infonde calma, che rende gli animali assolutamente tranquilli, perché evita loro gli stress che l’ambiente circostante può dare, quindi è uno strumento indispensabile in tutti i momenti in cui il falco deve essere sottoposto, per qualche ragione, vivendo con l’uomo, a degli stress. Utilizzo l’incappucciamento quando lo porto dal veterinario per un controllo, quando lo porto in macchina e, più in generale, per tutto quello che è un momento di fastidio al falco. Lui non vive la situazione di incappucciamento con paura, tant’è che quando lo si porta a volare, lo si porta incappucciato, si toglie il cappuccio e lo si lascia libero. L’animale, in questo modo è pronto a tornare subito, cosa che sarebbe impossibile se fosse disturbato dagli stimoli esterni.

Questo dipende anche dal disturbo dato dalla luce?

Non tanto dalla luce, piuttosto dai movimenti bruschi. È un predatore ma è anche un predato, per cui usa tantissima attenzione e, chiaramente, è diffidente verso tutto ciò che non conosce. Per esempio, un falco in cattività che, per la prima volta, vede un trattore o un cane che non conosce, tendenzialmente si infastidisce. Così pure di fronte ad una persona vestita in un modo diverso dal solito.

In ogni caso, l’incappucciamento rappresenta qualcosa di positivo, per questi rapaci.

Sì. Per questo motivo citavo le esperienze in fattoria didattica coi bambini, perché al bambino bisogna insegnare che con gli animali non è importante proiettare le nostre sensazioni ed emozioni, ma bisogna piuttosto studiare e capire quello che fa bene a loro, non solo quello che fa bene a noi.

Si tratta dunque di uscire un po’ dal nostro egocentrismo, dal nostro antropocentrismo?

Il motivo per cui ritengo la falconeria interessante e non da tutti – dal momento che bisogna avere il tempo e la sensibilità per praticarla – risiede nel fatto che forma individui in grado di rapportarsi in modo più attento e rispettoso non solo col falco, ma con tutti gli altri animali, che molto spesso sono prevaricati dall’uomo nel suo antropocentrismo. Infine, è possibile che anche il modo di rapportarsi agli altri esseri umani cambi, perché ci si abitua a ragionare in modo diverso, si apre la mente. Forse per questo la falconeria è sempre stata un momento in cui anche culture diverse trovavano un punto d’unione. Federico II, durante le crociate, aveva dei momenti di pausa durante i quali, con i vari sultani del posto con i quali era in battaglia, stabiliva delle tregue durante le quali facevano falconeria assieme.

Esistono tracce storiche di questo?

Ci sono, la falconeria ha una sua storia e può essere una buona bandiera del tentativo di trovare, attraverso una passione comune, le basi di una tolleranza fondata sul rispetto.

Insomma, i falchi nel corso della storia hanno agito quasi da “mediatori”.

Credo che la falconeria sia stata riconosciuta come patrimonio dell’Unesco proprio in quest’ottica. È una pratica che in Italia, per una serie di motivi, ci siamo quasi dimenticati e questo è stato un vero peccato, considerando che Federico II, Stupor Mundi, era un grande uomo, precursore dell’uomo nuovo, moderno. Era un falconiere e presso la sua corte, tra filosofi, medici, e poeti, c’erano anche falconieri. Molto spesso gli stessi uomini di cultura erano anche falconieri.

Eppure lei tiene a sottolineare che non si tratta di un’attività per tutti.

Non èun’attività per tutti perché non è da tutti mettersi in sintonia con questi animali, non è da tutti la dedizione che ci vuole per farsi capire, il tempo necessario per costruire questo percorso di falconeria. Non si nasce falconieri e non lo si diventa in un giorno. Lo si diventa in una vita. Oggi che l’uomo è abituato al “tutto e subito”, anche con gli animali. Io, come allevatore, sconsiglio fortemente l’acquisto. Cerco di dissuadere il più possibile perché sono animali che richiedono anni di dedizione.

Esclusi tutti i casi in cui ci si avvicina alla falconeria con inconsapevolezza, quali sono i motivi sani per cui uno si può avvicinare a questa disciplina?

I motivi sani dovrebbero essere anzitutto un profondo amore per la natura, per le regole della natura. E poi avere il desiderio e la passione di interagire con un animale che è diverso da noi per tanti motivi. In primo luogo, è un animale che, comunque, benché sia allevato in ambito domestico, è selvatico come mentalità. Tante volte, i nostri più cari compagni – cani, gatti, cavalli – non ci fanno più vedere questo aspetto, perché sono stati troppo tempo con l’uomo. L’essere rispettosi del falco vuol dire, prima di averlo, prima di poterlo tenere, studiarlo, conoscerlo, essere persone anche sufficientemente motivate da rinunciare ad avere l’animale fino a quando non si è pronti per poterlo tenere nel modo corretto.

Già solamente questo crea una selezione naturale.

Su 100 interessati, forse un paio decidono di dedicarsi davvero ad essa, ma ritengo che questa non sia una cosa negativa. Credo che il bello della falconeria sia questo, dovrebbe essere praticata da chi è in condizioni di farlo ma anche conosciuta, osservata e apprezzata nei suoi contenuti da chi non può praticarla.

C’è tanta distanza tra falco allevato e libero?

Sì, la differenza è evidente. Ci sono anche tante pratiche riguardanti la riproduzione che vengono applicate per far sì che il falco, fin da cucciolo, abbia rapporti con l’uomo e con l’ambiente circistante l’uomo. Questo in natura non avviene.

Si sente qualche volta parlare di falconeria come sport. Cosa ne pensa?

È evidente che la falconeria è qualcosa di molto più profondo che non uno sport. Niente vieta però che in quelle fasi che chiamiamo di “routine quotidiana” – in cui lo si fa volare e si creano delle situazioni per cui il falco ha l’opportunità di svilupparsi fisicamente e mentalmente – l’uomo, in questo caso per il proprio piacere ma senza andare a rovinare quello che è il rapporto con l’animale, può fare delle attività “sportive”. Se io alleno il mio falco perché questo gli fa bene, e misuro la velocità con cui lui giunge da un punto all’altro, posso creare delle gare di velocità. Io mi diverto e il falco non viene assolutamente “snaturato”, perché lui quel tratto lo farebbe comunque. Il fatto di farlo in velocità è una caratteristica che lui sviluppa nel suo modo di fare. Lo sport nasce in questo concetto.

Cosa può fare chi volesse avvicinarsi al mondo della falconeria?

Ogni regione ha un gruppo di falconieri attivo, le scuole si stanno creando, ce ne è la necessità. Per quanto riguarda la bibliografia, un possibile testo è “Conoscere gli uccelli da preda” dello studioso Nick Fox. Ornitologo, ha scritto questo libro dove dà alcune indicazioni partendo dalla conoscenza biologica ed ecologica dei rapaci, per poi arrivare anche al rapporto con l’uomo. Chiaramente non sono testi esaustivi, non è che aver letto il libro significhi essere diventati falconieri, ma quanto meno si inizia a conoscere qualcosa sulla falconeria.

Sara Chessa

fonte: http://www.pianeta4zampe.it/