Falconeria, Arte Antica e percorso di crescita

Franco Gaeti falchiCon Franco Gaeti, allevatore esperto, scopriamo quanta dedizione è necessaria per comprendere i falchi. E a quanto antropocentrismo si deve rinunciare per saper guardare al loro benessere senza preconcetti

di Sara Chessa

Una disciplina profonda, nella quale non c’è spazio per la pretesa del “tutto e subito” che caratterizza l’epoca attuale. Forse proprio per questo la falconeria non è per tutti. Il tempo che richiede può essere anche quello di una vita e, al giorno d’oggi, pochi sono disposti a una dedizione che promette di dare i suoi frutti secondo i tempi dell’animale e della natura, non secondo le pianificazioni dell’uomo. La nostra conversazione con Franco Gaeti, titolare dell’allevamento “I falchi”, inizia da queste osservazioni, che ci permettono subito di capire come la falconeria conservi un suggestivo sapore di antichità. Tra i temi di cui parleremo, anche quello della caccia, che il falco compie per sé stesso e non per l’uomo. Il pubblico degli amanti degli animali si trova spesso diviso, quando si tocca questo tema. Tuttavia, il falco è un predatore e lo sarà sempre. Sarebbe difficile per chiunque definire “amore” un ipotetico tentativo di persuadere un rapace a non seguire questo suo istinto.

FALCO-FALCHI-FALCONERIA-UCCELLI-RAPACI-1-3-585x390Franco, parliamo anzitutto del termine “falco”. È corretto? O si tratta di un insieme che raggruppa più specie?

È un termine improprio, molto generico. Nell’ambito della falconeria vengono per lo più allevati i falconidi (come il falco lanario e il falco pellegrino), gli accipitridi (come l’astore, lo sparviero, le poiane e le aquile. Sono, insomma, tutti rapaci, ma appartenenti a diverse famiglie.

Nel suo allevamento quali predilige?

Diciamo che la predilezione è per quegli animali che si adattano meglio alla falconeria, quindi i falconidi. In particolare, allevo anche il falco lanario italiano, che è una specie in lista rossa, per cui c’è dietro un progetto di tutela. Rischiano l’estinzione, quindi anche mantenere un certo ceppo, coi dovuti modi, in cattività, aiuta a salvare la specie.

Che tipo di rapporto si crea tra questi animali e l’uomo?

È molto particolare. Non è mai un rapporto di possesso o di dominanza, che noi siamo abituati ad avere spesso con altri animali domestici. È piuttosto un rapporto paritetico. Se volessimo utilizzare una terminologia connessa ai legami umani – anche se io di solito sono contrario alle umanizzazioni – potremmo dire che il falco accetta solamente rapporti di amicizia . Quello che un falconiere fa è creare un rapporto di confidenza, di rispetto con l’animale, invitandolo a interagire senza che lui si senta infastidito, ma anzi favorito nella sua routine quotidiana.

 

FALCO-FALCHI-FALCONERIA-UCCELLI-RAPACI-1-5-585x437Come ci si può allora imporre come addestratori, se il falco non accetta padroni?

Non ci si impone come addestratori. Si crea un rapporto basato su un interesse comune. In quanto predatore, il falco ha una vita basata sulla caccia. Il falconiere interagisce solo nel momento in cui il falco ha interesse: l’animale non vola tutto il giorno, viene invece fatto volare – come farebbe in natura – prima di cacciare, prima di prendere il cibo. La falconeria ha quattromila anni di storia, con pratiche tramandate di generazione in generazione. Sono queste ultime a consentire la creazione di un rapporto e a fornire metodi che abituano il falco a rispondere a dei richiami. Uno di questi richiami è rappresentato dai simulacri di prede che vengono mostrati al falco stesso e mossi dal falconiere per tenere desto l’interesse del rapace. Si tratta di esche finte in logoro. Noi non ne abbiamo più memoria, ma quando diciamo che qualcosa è “logoro”, stiamo usando un termine che viene dalla falconeria. Anticamente erano ali di animale che venivano legate ad una corda e fatte roteare. È ovvio che, essendo sbattute a terra, più volte , diventavano presto logore. Quondi il termine ha dato il nome allo strumento ed è stato traslato poi nel significato col quale lo utilizziamo oggi. In ogni caso, i simulacri di prede servono solamente come richiamo base, dopodiché il falconiere asseconda il falco, lasciandolo libero di compiere dei voli di perlustrazione.

La caccia svolge dunque una funzione essenziale, relativamente al benessere di questi animali.

Se il falconiere tiene sollecitata l’attenzione su di sé, il falco all’inizio guarda a lui come se fosse un genitore. Successivamente, si abitua a vedere nel falconiere colui che comunque gli fornisce una situazione di caccia, che in alcuni casi è anche finta. È una caccia che risponde al suo benessere, sia fisico, sia psicologico. Il poter cacciare è fondamentale per questi animali, dal momento che si tratta di predatori.

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Parliamo della pratica dell’incappucciamento.

Questo è molto interessante. Da responsabile di fattoria didattica, ho avuto modo di parlare con bambini e ragazzi di scuole medie inferiori e superiori. Ritengo che quello dell’incappucciamento sia un discorso molto importante per dare un insegnamento. Il cappuccio è stato introdotto in Europa da Federico II nel 1200 circa. Questo sistema era stato scoperto dagli arabi. A differenza di quanto possa pensare l’uomo, che lo vede come uno strumento assolutamente prevaricatore, nei falchi e nei rapaci in generale il cappuccio è invece uno strumento che infonde calma, che rende gli animali assolutamente tranquilli, perché evita loro gli stress che l’ambiente circostante può dare, quindi è uno strumento indispensabile in tutti i momenti in cui il falco deve essere sottoposto, per qualche ragione, vivendo con l’uomo, a degli stress. Utilizzo l’incappucciamento quando lo porto dal veterinario per un controllo, quando lo porto in macchina e, più in generale, per tutto quello che è un momento di fastidio al falco. Lui non vive la situazione di incappucciamento con paura, tant’è che quando lo si porta a volare, lo si porta incappucciato, si toglie il cappuccio e lo si lascia libero. L’animale, in questo modo è pronto a tornare subito, cosa che sarebbe impossibile se fosse disturbato dagli stimoli esterni.

Questo dipende anche dal disturbo dato dalla luce?

Non tanto dalla luce, piuttosto dai movimenti bruschi. È un predatore ma è anche un predato, per cui usa tantissima attenzione e, chiaramente, è diffidente verso tutto ciò che non conosce. Per esempio, un falco in cattività che, per la prima volta, vede un trattore o un cane che non conosce, tendenzialmente si infastidisce. Così pure di fronte ad una persona vestita in un modo diverso dal solito.

In ogni caso, l’incappucciamento rappresenta qualcosa di positivo, per questi rapaci.

Sì. Per questo motivo citavo le esperienze in fattoria didattica coi bambini, perché al bambino bisogna insegnare che con gli animali non è importante proiettare le nostre sensazioni ed emozioni, ma bisogna piuttosto studiare e capire quello che fa bene a loro, non solo quello che fa bene a noi.

Si tratta dunque di uscire un po’ dal nostro egocentrismo, dal nostro antropocentrismo?

Il motivo per cui ritengo la falconeria interessante e non da tutti – dal momento che bisogna avere il tempo e la sensibilità per praticarla – risiede nel fatto che forma individui in grado di rapportarsi in modo più attento e rispettoso non solo col falco, ma con tutti gli altri animali, che molto spesso sono prevaricati dall’uomo nel suo antropocentrismo. Infine, è possibile che anche il modo di rapportarsi agli altri esseri umani cambi, perché ci si abitua a ragionare in modo diverso, si apre la mente. Forse per questo la falconeria è sempre stata un momento in cui anche culture diverse trovavano un punto d’unione. Federico II, durante le crociate, aveva dei momenti di pausa durante i quali, con i vari sultani del posto con i quali era in battaglia, stabiliva delle tregue durante le quali facevano falconeria assieme.

Esistono tracce storiche di questo?

Ci sono, la falconeria ha una sua storia e può essere una buona bandiera del tentativo di trovare, attraverso una passione comune, le basi di una tolleranza fondata sul rispetto.

Insomma, i falchi nel corso della storia hanno agito quasi da “mediatori”.

Credo che la falconeria sia stata riconosciuta come patrimonio dell’Unesco proprio in quest’ottica. È una pratica che in Italia, per una serie di motivi, ci siamo quasi dimenticati e questo è stato un vero peccato, considerando che Federico II, Stupor Mundi, era un grande uomo, precursore dell’uomo nuovo, moderno. Era un falconiere e presso la sua corte, tra filosofi, medici, e poeti, c’erano anche falconieri. Molto spesso gli stessi uomini di cultura erano anche falconieri.

Eppure lei tiene a sottolineare che non si tratta di un’attività per tutti.

Non èun’attività per tutti perché non è da tutti mettersi in sintonia con questi animali, non è da tutti la dedizione che ci vuole per farsi capire, il tempo necessario per costruire questo percorso di falconeria. Non si nasce falconieri e non lo si diventa in un giorno. Lo si diventa in una vita. Oggi che l’uomo è abituato al “tutto e subito”, anche con gli animali. Io, come allevatore, sconsiglio fortemente l’acquisto. Cerco di dissuadere il più possibile perché sono animali che richiedono anni di dedizione.

Esclusi tutti i casi in cui ci si avvicina alla falconeria con inconsapevolezza, quali sono i motivi sani per cui uno si può avvicinare a questa disciplina?

I motivi sani dovrebbero essere anzitutto un profondo amore per la natura, per le regole della natura. E poi avere il desiderio e la passione di interagire con un animale che è diverso da noi per tanti motivi. In primo luogo, è un animale che, comunque, benché sia allevato in ambito domestico, è selvatico come mentalità. Tante volte, i nostri più cari compagni – cani, gatti, cavalli – non ci fanno più vedere questo aspetto, perché sono stati troppo tempo con l’uomo. L’essere rispettosi del falco vuol dire, prima di averlo, prima di poterlo tenere, studiarlo, conoscerlo, essere persone anche sufficientemente motivate da rinunciare ad avere l’animale fino a quando non si è pronti per poterlo tenere nel modo corretto.

Già solamente questo crea una selezione naturale.

Su 100 interessati, forse un paio decidono di dedicarsi davvero ad essa, ma ritengo che questa non sia una cosa negativa. Credo che il bello della falconeria sia questo, dovrebbe essere praticata da chi è in condizioni di farlo ma anche conosciuta, osservata e apprezzata nei suoi contenuti da chi non può praticarla.

C’è tanta distanza tra falco allevato e libero?

Sì, la differenza è evidente. Ci sono anche tante pratiche riguardanti la riproduzione che vengono applicate per far sì che il falco, fin da cucciolo, abbia rapporti con l’uomo e con l’ambiente circistante l’uomo. Questo in natura non avviene.

Si sente qualche volta parlare di falconeria come sport. Cosa ne pensa?

È evidente che la falconeria è qualcosa di molto più profondo che non uno sport. Niente vieta però che in quelle fasi che chiamiamo di “routine quotidiana” – in cui lo si fa volare e si creano delle situazioni per cui il falco ha l’opportunità di svilupparsi fisicamente e mentalmente – l’uomo, in questo caso per il proprio piacere ma senza andare a rovinare quello che è il rapporto con l’animale, può fare delle attività “sportive”. Se io alleno il mio falco perché questo gli fa bene, e misuro la velocità con cui lui giunge da un punto all’altro, posso creare delle gare di velocità. Io mi diverto e il falco non viene assolutamente “snaturato”, perché lui quel tratto lo farebbe comunque. Il fatto di farlo in velocità è una caratteristica che lui sviluppa nel suo modo di fare. Lo sport nasce in questo concetto.

Cosa può fare chi volesse avvicinarsi al mondo della falconeria?

Ogni regione ha un gruppo di falconieri attivo, le scuole si stanno creando, ce ne è la necessità. Per quanto riguarda la bibliografia, un possibile testo è “Conoscere gli uccelli da preda” dello studioso Nick Fox. Ornitologo, ha scritto questo libro dove dà alcune indicazioni partendo dalla conoscenza biologica ed ecologica dei rapaci, per poi arrivare anche al rapporto con l’uomo. Chiaramente non sono testi esaustivi, non è che aver letto il libro significhi essere diventati falconieri, ma quanto meno si inizia a conoscere qualcosa sulla falconeria.

Sara Chessa

fonte: http://www.pianeta4zampe.it/

Torna per il ventiseiesimo anno consecutivo Game Fair 2016

gamefair27-29 maggio 2016 – Grossetofiere – località Braccagni (GR). Quest’anno la bella stagione inizia il 27 maggio con Game Fair. Per tre giorni, la fiera evento del vivere la natura promette di regalare emozioni e passioni agli amanti dell’outdoor. Una irripetibile avventura tra cani, cavalli e cavalieri, falchi e falconieri, carrozze, soft air, linee di tiro, percorsi enogastronomici e tante altre attrazioni e sorprese.

logoGrosseto: La Natura fa meraviglie al Game Fair, che torna per il ventiseiesimo anno consecutivo e si conferma come la più grande Manifestazione italiana delle attività all’aria aperta. L’appuntamento è dal 27 al 29 maggio a Grosseto, frazione di Braccagni in località Madonnino, nel cuore della Maremma toscana, terra ricca di storia e di innumerevoli bellezze naturali. Esempio unico di fiera campestre in Italia, Game Fair raccoglie in sé la tradizione venatoria, l’arte della falconeria, la cinofilia, i cavalli, il battesimo della sella per i più piccoli, tutte le discipline del tiro sportivo e del tiro a volo, lo spettacolo della falconeria, i percorsi enogastronomici, con gli assaggi di pietanze tipiche a cura dei produttori agricoli nazionali. Dal 2013 la Manifestazione è organizzata dalla società GFI S.r.l., costituita da Fiera di Vicenza S.p.A. e da CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura), dal 2015 in collaborazione con Grossetofiere S.p.A. Nella scorsa edizione ha registrato 35mila visitatori e la presenza di 180 espositori, con una crescita di circa il 6% rispetto al 2014.

Corrado Facco, Direttore Generale di Fiera di Vicenza S.p.A., Presidente e Amministratore Delegato di GFI Srl, dichiara: “Dopo i risultati molto positivi e la bellissima esperienza della passata edizione, anche quest’anno abbiamo scelto di organizzare Game Fair nella straordinaria location di Grosseto, grazie alla rinnovata e preziosa collaborazione di Grossetofiere. L’incantevole scenario della Maremma rappresenta infatti il contesto ideale, nel cuore dell’Italia, per ospitare la Manifestazione di riferimento per tutti gli amanti della natura, dello stile country e delle attività outdoor, e che annovera tra i propri espositori le più importanti aziende del settore. Anche quest’anno proporremo un format che si caratterizza per l’alta qualità dei prodotti e soprattutto per un contenuto esperienziale unico, capace di soddisfare le diverse community di appassionati. Game Fair è un insieme di tanti eventi spettacolari, che vuole valorizzare le molteplici espressioni, e una nuova cultura, dell’attività e delle discipline sportive all’aria aperta, il tutto in armonia e nel pieno rispetto della natura e dell’ambiente”. Nei tre giorni di apertura, saranno oltre 250 gli eventi e gli spettacoli (anche interattivi) per i visitatori, distribuiti nei 75 ettari riservati alla Fiera e articolati in Area Espositiva, Ring Spettacoli, Ring Cani, Ring Dimostrazioni, Ring Sfilate, Levrieropoli, Coursing Bassotti, Area Cani da ferma, Arena Benelli. Lo scopo della Manifestazione è soprattutto quello di promuovere la cultura delle attività outdoor presso il grande pubblico, dagli appassionati della country life alle famiglie, ai bambini. Un’occasione imperdibile per trascorrere una breve vacanza in un angolo fra i più suggestivi del nostro Paese: la Maremma grossetana, tra la Toscana e il Lazio.

I cani e i cavalli saranno anche quest’anno gli indiscussi protagonisti di Game Fair. Il mondo della cinofilia sarà presente attraverso un gran numero di dimostrazioni ed esibizioni. Gli appassionati di cani da caccia potranno ammirare gli esemplari più belli durante le sfilate, le dimostrazioni di riporto e di conduzione di Retriever, Epagneul Breton, Segugi Maremmani, Grifon Bleu, Spaniel, Bracchi Francesi e Levrieri.

L’equitazione è, da sempre, l’aspetto più spettacolare di Game Fair. Per la ventiseiesima edizione, il Ring Spettacoli ospiterà gli show dei cavalli spagnoli e dei Butteri maremmani, le dimostrazioni di monta da lavoro, di guida e conduzione del gregge, le performance degli artisti del Roman Riding e di Gigaritmik, unico esempio italiano di abbinamento tra ginnastica ritmica ed equitazione, e la Horse & Hound Parade. Immancabile il tradizionale Battesimo della Sella per i bambini che vogliono avvicinarsi, in tutta sicurezza, alla disciplina dell’equitazione.

Al Game Fair ci sarà spazio anche per il Tiro Sportivo, con le performance del campione di tiro al piattello Renato Lamera e la possibilità, per chi lo desideri, di mettersi alla prova con le armi delle più prestigiose case armiere sulle dieci linee di tiro a disposizione, sotto l’occhio vigile degli esperti. Inoltre, attività di tiro dinamico sportivo, tiro con replica western e avancarica, tiro a palla e tiro con l’arco, tiro con la fionda e ad aria compressa, tiro virtuale con il laser shot. Nella passata edizione oltre 10.000 persone si sono cimentate nel tiro al piattello e sono state esplose 72.000 cartucce.

Altro punto di forza di questa edizione del Game Fair sarà costituito dal gruppo I Falconieri del Re, che offriranno anche quest’anno un entusiasmante spettacolo, a piedi e a cavallo, esibendo le loro abilità e quelle dei rapaci nell’antica tradizione della falconeria. Come sempre si prevede il tutto esaurito nella tribuna del Ring Spettacoli: in un’aura magica, sulle note di un commento musicale, si svolgerà un affascinante intreccio di voli che lascerà estasiato il pubblico, trasportandolo in atmosfere d’altri tempi.

Da segnalare, infine, il “Game Fair Award”, 7a edizione, premio giornalistico e culturale ideato nel 2010 dall’autrice Rossana Tosto che viene attribuito a chi si sia distinto in modo particolare nella professione di narratore di fatti e di luoghi, e i cui destinatari sono amministratori pubblici, giornalisti, documentaristi, scrittori. Nel corso delle scorse edizioni il “Game Fair Award” è stato assegnato a oltre 200 professionisti. La premiazione si svolgerà il 21 maggio a Grosseto presso la suggestiva Piazza Dante.

Tutto questo è il Game Fair: un universo di cultura e natura, pronto a sorprendere da ogni angolatura. Perché, come insegna Aristotele, “in tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso”.

Game Fair è un evento nato in Inghilterra nel 1950 per iniziativa della “Country Landowners Association”, un’organizzazione di gentiluomini di campagna che intendeva valorizzare la cultura rurale riunendo periodicamente gli amanti della caccia, dei cani, dei cavalli, della pesca e della vita in campagna. Attualmente è presente in Inghilterra, Francia, Spagna, Stati Uniti e Italia, dove ha ormai assunto gli elementi propri della tradizione nostrana. Le prime edizioni italiane si tennero, tra il 1991 e il 1997, sul lago di Bracciano presso la Tenuta Odescalchi. Successivamente, fino al 2002, la Manifestazione venne organizzata nella Tenuta Bellavista Insuese di Collesalvetti (LI). Due edizioni supplementari si sono svolte in Calabria e una a San Daniele del Friuli. Fino al 2006 si è scelta, invece, la Tenuta Santa Barbara nel comune di Bracciano (Roma), nei pressi del lago omonimo. Dal 2007 al 2014 la Manifestazione si è svolta a Tarquinia, in località Spinicci. Dal 2015 è ospitata da Grossetofiere.

Dove: Centro Fieristico di Braccagni, località Madonnino, Grosseto
Quando: da venerdì 27 a domenica 29 Maggio 2016, dalle 9.00 alle 18.30
Prezzi: biglietti d’ingresso Intero 13,00 € Ridotto 10,00 €
(bambini dai 6 ai 12 anni, con licenza caccia e pesca, residenti a Grosseto)
Gruppi 7,00 €
Bambini fino a 5 anni gratis.
Info www.gamefairitalia.it

 

La normativa per conseguire la Licenza di caccia e la Licenza di falconiere in Andalucia

cetreria in andaluciaIn questi ultimi giorni si accumulano diverse discussioni sui Forum di Falconeria, Associazioni e tra i falconieri stessi, in merito ad una nuova regolamentazione della Falconeria italiana.
Vorrei illustrare come é regolamentata in Spagna, e specificatamente in Andalusia, la Falconeria, la detenzione dei rapaci e il conseguimento della licenza di caccia e di quella da falconiere, avendo vissuto in diretta tutta la procedura. Con questo contributo mi auguro di poter dare qualche utile spunto affinché anche da noi si possa avere una regolamentazione, che sicuramente, non accontenterá tutti, ma possa quantomeno essere un inizio per poterla attuare.
Cominciamo con il concetto di Falconeria dal punto di vista spagnolo.

La Falconeria é l’arte tradizionale cinegética di tenere ed addestrare un rapace per la caccia di prede selvatiche nel loro ambiente naturale (Manuale dell’esame per falconiere andaluso, in seguito abbreviato come MEFA).
Quando ho importato in Andalusia la mia femmina di Harris ho dovuto far domanda alla Giunta di Andalusia, sezione Medio Ambiente e Protezione del Territorio, per ottenere un permesso di addestramento. Far parte di un’Associazione di Falconeria era ovviamente indispensabile! Del resto, oltre all’utilitá, nella quota annua é compresa automáticamente una polizza assicurativa, obbligatoria.
Prima del rilascio del permesso sono venute le guardie forestali a casa mia per controllare come era tenuto il rapace. Hanno verificato la documentazione in mio possesso (denuncia di nascita in cattivitá rilasciata dall’allevatore italiano e documento di cessione dallo stesso alla sottoscritta, ovviamente con tutti i dati e marcature dell’animale). Hanno fotografato l’anello inamovibile ed hanno preso le misure della voliera.
Dopo qualche settimane ho ricevuto il permesso, che ha la validitá di un anno, dopodiché si deve dare l’esame per essere riconosciuto come falconiere. Peró prima si deve conseguiré un tesserino di identificazione di cacciatore, che servirá poi al rilascio della licenza di caccia, una volta conseguita quella di falconiere.
La licenza di caccia é suddivisa in diverse categorie, a seconda se si caccia con arma da fuoco (cat. A), o senza (cat.B), se si caccia con uso di richiami o se si cacciano ungolati.

Per praticare la Falconeria é sufficiente l’esame della licenza di caccia SENZA arma da fuoco, quindi la B ed in seguito, dopo il conseguimento della licenza di falconiere, si avrá la cat. C1, apposta per la Falconeria.
Il predetto tesserino di identificazione di cacciatore si consegue partecipando ad un corso di quattro giorni, organizzato dalla Federazione Caccia, al termine del quale si svolge il test dell’esame in presenza dei rappresentanti della Giunta andalusa.
Non mi soffermo sul contenuto della materia di esame, ma ammetto che era extremamente facile. Una quarantina di domande, delle quali almeno 29 delle relative risposte dovevano essere esatte.
Con il tesserino in tasca avrei dovuto attendere la data dell’esame di falconiere, che in genere si tiene una volta all’anno, esame che avrei dovuto sostenere dopo che era trascorso l’anno del permesso di addestramento. Ma nel frattempo la legislazione é stata modificata. Da poche settimane chi desidera conseguiré la licenza da falconiere deve prima dare un esame di teoría e dopo un anno quello di pratica. Fortunatamente, a seguito anche di numerose proteste di coloro che erano in possesso del permesso di addestramento, come la sottoscritta, ci é stato concesso di poter essere esaminati contemporáneamente sulla teoría e sulla pratica.
Anche in questo caso Associazioni e Giunta andalusa collaborano strettamente. Le Associazioni provvedono a dare le comunicazioni relative alle prove di esame ai loro iscritti ed a organizzare i luoghi per le prove teoriche e pratiche, in genere presso ritrovi per la caccia o, nel mio caso, presso un Poligono di tiro.
L’esame di teoría era facilissimo, il mio l’ho sostenuto vicino a Siviglia e consisteva in 12 domande, con la possibilitá di sbagliarne 3. Quello organizzato vicino a Cordoba prevedeva 20 domande, probabilmente altrettanto facili. Io non ho dovuto sostenerlo in quanto avevo superato giá l’esame di teoría a Siviglia, ma dovevo ripetere quello di pratica e potevo farlo un’altra volta a Cordoba.
La mia Associazione ha messo a disposizione dei suoi iscritti il predetto MEFA, stilato dalla Federazione Caccia Andalusa, composto da 6 capitoli inerenti a:

1. ASPETTI GENERALI
Concetto di Falconeria
Visione storica della Falconeria
Specie dei falchi utilizzati nella Falconeria
Mantenimento dei falchi ed equipaggiamento
Modalitá di caccia
Terminologia specifica usata nella Falconeria

2. TECNICA DI ADDESTRAMENTO ALLA CACCIA
Concetti fondamentali dell’addestramento
Fasi dell’addestramento
Tecnica del basso volo
Tecnica dell’alto volo
La caccia
La telemetría

3. MANTENIMENTO E CURA DEI FALCHI
Alimentazione
Protocollo sul mantenimento e cura del falco
Descrizione e consigli sulle possibili infermitá del falco
Anatomia dei falchi utilizzati nella Falconeria

4. LEGISLAZIONE
Requisiti amministrativi del falconiere: licenza di falconiere, licenza di falconeria e permessi ed autorizzazioni per cacciare in terreni cinegetici
Specie cacciabili e specie protette
La Falconeria nel Regolamento dell’Ordine della Caccia

5. COMPETIZIONI SPORTIVE
Competizioni
Norme generali

6. ETICA
Compromesso ético del falconiere
Decalogo ético

La prova pratica, in presenza di giudici dell’Associazione e di rappresentanti della Giunta andalusa, che controllavano ulteriormente la documentazione dell’esaminando e quella del falco, consisteva in semplici richiami al pugno del falco e al logoro per i falconi. Ovviamente non veniva giudicata solo la risposta al richiamo, ma anche la postura del falconiere. Chi lo desiderava poteva effettuare i richiami in filagna, ma quasi nessuno ne ha fatto uso.

Le prove teoriche e pratiche si sono svolte nello stesso giorno, alla prova pratica si poteva accederé solo se si superava quella teorica. Ma, come sopra menzionato, ora le due prove sono state divise in una di teoría e, se superata, dopo un anno quella di pratica. In tal modo si ha la possibilitá di addestrare il proprio falco per un anno e prepararsi all’esame pratico senza piú dover richiedere il permesso di addestramento.

Una volta superati i due esami ed ottenuta la licenza di falconiere, si viene automáticamente iscritti nel Registro di Falconeria del Servizio Centrale, imprescindibile requisito per richiedere la licenza di caccia per la Falconeria (cat. C1). Inoltre, sempre con la licenza di falconiere, si richiede alla Giunta andalusa un permesso di detenzione del falco utilizzato in Falconeria.

Sintetizzando, per praticare la Falconeria i requisiti necessari indicati nel MEFA sono:

Avere 16 anni compiuti
Essere in possesso della licenza di falconiere
Essere in possesso della licenza di caccia A o B e della licenza C1
Avere il permesso di detenzione del falco

C’é poi tutta la normativa in merito alle riserve di caccia (quasi tutte prívate) e loro utilizzo.

Un punto a sfavore della norma vigente, é che la licenza di falconiere é valida SOLO per la regione nella quale la si é ottenuta. Nel caso si pratichi la caccia con il falco in regione diversa, si deve preventivamente richiedere un’autorizzazione all’Autoritá competente, che la rilascia previo pagamento di una tassa.

A mio parere gli esami, sia per la licenza di caccia, che quelli di teoría per conseguiré la licenza di falconiere, dovrebbero avere un livello piú difficile, ma bisogna considerare che qui in Spagna la caccia e la Falconeria hanno una lunga tradizione per cui l’accesso a tali pratiche viene facilitato. Gia´ci sono normative molto piú restrittive e senza dubio si arriverá a raggiungere un livello standard europeo che accontenti un po’ tutti, la ferrea regolamentazione tedesca (che prevede licenza di caccia come in Italia ed un esame da falconiere che ha un manuale di oltre 1.000 domande da studiare), quella blanda spagnola, quella italiana ancora da inventarsi!!

Perdonate se troverete alcune parola stranamente accentate o modificate, ma la mia tastiera spagnola corregge automáticamente!!

Margherita Sporeni