Voliera e Bagno rapaci

Prima di comprare un rapace bisogna essere certissimi di avere a disposizione tutto ciò che servirà a rendere la vita del nostro nuovo amico il più confortevole e felice possibile. Sarà infatti la principale premura del Falconiere avere il proprio rapace in Perfetta Forma Psico-Fisica. Per ottenere questo, sarà indispensabile un’efficente attrezzatura per non lasciare nulla al caso.

I temi trattati in questo spazio saranno:

 

Gli Alloggiamenti:

-La Falconiera

-Il Bagno

 

Equipaggiamento:

Guanto

Geti

Girella

Lunga

Cappuccio

Pertica Curva

Pertica Alta

Blocco

Logoro

Bilancia

Filagna

Scatola di trasporto

La Radio

Conclusioni

 

Alloggiamenti: La voliera

Questa struttura se costruita con buoni materiali vi durerà molti anni, pertanto rappresenta un sicuro investimento essenziale per poter alloggiare il nostro falco in modo sicuro e voi potrete dormire sonni tranquilli.

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 Il disegno rappresenta una voliera per falchi in addestramento ed abituati ad essere legati al blocco o alla pertica, non è assolutamente idonea per falchi tenuti completamente liberi.

Le voliere per tenere i rapaci liberi devono essere totalmente schermate con ombreggianti o con fogli di vetroresina in modo che il falco non possa mai toccare direttamente la rete di ferro. Le pareti dovranno essere lisce e prive di chiodi o viti o quant’altro possa ledere il rapace. Le finestre per la luce dovranno essere schermate con rete di nylon grossa o tubi di plastica verticali ed affiancati tra di loro.

Costruite la voliera ad Est in modo che il falco si goda il sole del mattino ma che sia riparato dal sole che va dalle 12 alle 15. Fornite sempre vicino al posatoio una vasca preferibilmente circolare con dell’acqua pulita. La profondità sarà di 10cm.

Per la costruzione della voliera, si possono utilizzare i materiali più disparati, ma io la preferisco in legno: economico, di facile lavorazione, duraturo e naturale; inoltre non trattiene calore.

Si possono usare con successo le mezze misure in legno di pino che si possono trovare in qualunque segheria. Generalmente le vendono in metri cubi e sono quasi tutte più lunghe di 2,5 mt e sono poco costose. Per la struttura portante è meglio usare pali in castagno affogati nel cemento a livello del terreno. La rete deve essere robusta (a prova di cani e volpi) ed elettrosaldata con una maglia che non permetta l’accesso anche a donnole e faine. Questa va inoltre interrata per almeno 25 cm sotto terra per evitare che i carnivori scavino gallerie fino a dentro la voliera. La rete ha anche la funzione di trattenere il rapace in addestramento qualora si sganciasse dal blocco.

Dal disegno si capisce la semplicità di costruzione.

La tettoia deve essere a spiovente e  provvista di gronda con scarico delle acque piovane all’esterno della voliera. Sul fondo è consigliabile spargere uno strato di 4-5 cm di ghiaione di fiume: igienico e facilmente lavabile . Sui lati si può piantare anche una siepe che oltre ad abbellire la struttura proteggerà ulteriormente il falco dai venti e dagli spaventi.

Ricapitolando: 4mt x 2,5 x 2,5 ;Struttura portante in castagno, tre lati costruiti con sottomisure affiancate, tetto a spiovente in sottomisure o ondulina, il resto in rete zincata elettrosaldata. Ricordatevi di interrare la rete anche sotto la porta….!!!!

Date le dimensioni della Voliera, con una certa esperienza, si potrà montare un altro posatoio più in avanti del precedente. Tra i due posatoi si metterà una sbarra di ferro o meglio di Inox, parallela al terreno longitudinalmente tra i due blocchi con le due estremità interrate per almeno 25 cm su cui scorre un grosso anello con attaccata la lunga del falco che scorrerà liberamente sulla sbarra.  Ciò consentirà al rapace di svolazzare agevolmente tra un posatoio e l’altro senza rischi. Spesso una lunga troppo lunga (scusate il gioco di parole) può risultare pericolosissima in quanto il falco, girando intorno alla base del blocco più volte può alla fine spaccarsi tutte le piume o peggio, morire. Sarà meglio montare sull’anello anche una girella per evitare che questa si attorcigli su se stessa. Il mio motto è “meglio una girella in più che in meno” e non ho mai trovato un falco attorcigliato.

Le misure di questa voliera manterranno anche i curiosi e i cani ad una distanza tale che il falco rimarrà tranquillo e il vostro rapace passerà una vita al sicuro e in armonia con il suo nuovo mondo.

Nonostante tutte le cure poste, vi capiterà una mattina di trovare il falco libero all’interno della voliera e allora ringrazierete il cielo e sarete contenti della fatica fatta per la costruzione di questa struttura!!!

Il Bagno

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La cosa che non deve mai mancare ad un falco giardinato o in voliera è il bagno.

Andrà benissimo un sotto vaso o comunque un qualsiasi recipiente di forma proporzionata alla taglia dell’animale che si ospita. All’interno porrete ogni giorno acqua potabile e avrete cura ogni sette giorni di eliminare le alghe che si saranno formate.

E’ molto divertente vedere un falco che si fa il bagno ed è un indice di salute psico-fisica.

Grazie alle abduzioni il falco si disseterà e manterrà il suo pimaggio sempre efficiente e in perfetta forma.

Il Falconiere

Falconiere marocchino a cavallo  La Falconeria non è cosa per tutti; la Falconeria non è per i bambini.

Se il vostro interesse nella Falconeria è principalmente quello di prendere della selvaggina, allora NON cimentatevi nella Falconeria.

 

Se il vostro interesse è solo mosso dal fatto che i rapaci sono spettacolari e lo sport insolito, allora NON cimentatevi nella Falconeria.

 

Se pensate che portare un falco sul pugno sia un bel modo per attirare l’attenzione, avete ragione; ma questa non è Falconeria.

 

Falconiere dall' Alaska

Se amate gli uccelli e pensate che un falcone o un astore sarebbero insoliti animali domestici, fareste meglio a riconsiderare tutto, perchè non sono certo animali domestici!

 

 

 

falconiere pakistanoSe volete cacciare nella stagione di caccia, pescare nella stagione di pesca, andare in vacanza d’estate e frequentare le località sciistiche di inverno e dimenticare l’unico divertimento finchè non torna di nuovo la giusta occasione, allora NON provate a tenere dei falconi.

 

Soprattutto, se siete una persona indaffarata, con incarichi in molti clubs, società e attività sociali, allora NON tentate di far entrare a forza da qualche parte anche la Falconeria, perchè semplicemente non avete tempo.

 

Falconiere canadeseSe siete sensibili alle critiche, o vi preoccupate di “quello che dirà la gente”, allora decisamente evitate qualunque cosa abbia a che fare con queso sport.

 

Ma, se avete un profondo interesse per il mondo esterno; se amate la vita e gli esseri viventi con sufficiente profondità e ampiezza da essere più che sentimentali; se cogliete le occasioni e vi aspettate l’inaspettato, se riuscite a vedere nei predatori l’incarnazione di tutte quelle alte qualità che noi soprattutto ammiriamo, qualità di forza, coraggio, energia, coordinazione e perfezione fisica che li pongono al di fuori e sopra altre forme di vita; se riuscite ad afferrare Falconieri tunisininel loro modo di vivere qualcosa di spettacolare e drammatico che vi piacerebbe condividere, se tutto questo è la vostra ragione base per un tale interesse, allora la Falconeria è per voi e voi potrete, col tempo e la pratica, diventare un Falconiere.

 

Un’alta qualità desiderabile è un profondo senso di responsabilità nei confronti degli uccelli che tenete.

 

Falconiere KazakistanoSe le vostre condizioni di lavoro nel posto in cui vivete sono tali per cui è impossibile far volare i vostri uccelli più di una volta a settimana, quasi sicuramente non otterrete molto dai vostri sforzi.

 

Se invece anteponendo a tutto la salute dei vostri falconi e sacrificando altre attività, vi è possibile mettere gli uccelli in volo da quindici minuti fino a un’ora al giorno, o anche un giorno si e uno no, e se potete far ciò in una tabella di tempo regolare, allora sarete praticamente sicuri di ottenere dei successi.(Harold Webster)

Storia della Falconeria

Un po’ di Storia non guasta mai…

 

Falconeria antichità

 

(Foto 1) “Un piacere da gran signori”; la caccia col Falcone

falconiere a cavallo

 

(Foto 2) Falconiere a cavallo

 

Le origini della falconeria si perdono nella preistoria, ma è verosimile che le tecniche per addestrare uccelli da caccia siano state “inventate” indipendentemente in due o più luoghi diversi, probabilmente nell’Estremo Oriente (in Cina o in Mongolia) e nel Medio Oriente.

 

Diversi storici hanno suggerito l’ipotesi che i falchi venissero addestrati in Cina fin dal 2000 a.C. circa, ma la testimonianza più antica che possa essere considerata certa è un bassorilievo che illustra un falconiere col suo falco trovato nelle rovine di Khorsabad e che risale al regno del re assiro Sargon, vissuto intorno al 750 a.C.

 

Forse i primi ad addestrare falchi da caccia sono stati i cavalieri mongoli, ma è possibile che le tribù arabe abbiano tradizioni di falconeria altrettanto antiche.

 

falconerIn Europa fu introdotta probabilmente dalle popolazioni che la invasero nell’alto Medioevo da est, forse dagli Sciti o dai Sarmati che cavalcarono in Europa dalle steppe della Russia, e certamente veniva praticata dagli Unni di Attila.In seguito la falconeria raggiunse il culmine come istituzione della società feudale medievale sia nell’Europa cristiana sia nell’Islam, per tutto il periodo che va dal VI al XVII secolo.Durante questo periodo i falconi, o falchi nobili come allora venivano chiamati, furono tra i beni più preziosi degli aristocratici, e rigide leggi e norme complesse ne regolavano il possesso. Severe punizioni venivano inflitte a coloro che disturbavano o comunque danneggiavano i falchi selvatici, prelevavano giovani dai nidi senza la debita autorizzazione o rubavano falchi altrui. Viene da pensare che ci sarebbero pochi bracconieri di falchi al mondo se, come allora, si mozzassero le mani o si cavassero gli occhi per colpe di questo genere.

 

quadretto falconeriaOgni gradino della scala sociale aveva un falcone o un altro falco come simbolo del proprio rango: l’aquila reale era riservata all’imperatore; il girifalco al re; il falcone gentile ossia una particolare femmina di pellegrino al principe; il tipico pellegrino al conte; il bastardo o pellegrino
terzuolo(maschio) al barone; il falco sacro al cavaliere; il lanario al nobile di campagna; lo smeriglio alla dama; il lodolaio ai paggi; mentre i falchi “ignobili” erano destinati alle classi sociali inferiori; così l’astore femmina ai piccoli proprietari terrieri, l’astore maschio ai poveri, la femmina di sparviero ai preti e il maschio di sparviero, il cosìdetto moschetto, ai chierici di rango inferiore.In quegli anni ogni maniero aveva la sua falconiera e la carica di falconiere dava grande prestigio. I vassalli si presentavano sempre alle funzioni di corte coi falchi sul pugno, ma soprattutto la falconeria era parte integrante della vita dei guerrieri. I falchi figuravano spesso come offerte di pace e oggetti di scambio nei trattati tra cristiani e saraceni nel periodo delle crociate. Per mille e più anni i falconi godettero di una popolarità e di un grado di protezione da ogni molestia da parte dell’uomo, raramente accordati ad altri animali nel corso della storia umana.

 

L’uso del fucile per la caccia e la gestione intensiva delle riserve, oltre a sconvolgimenti sociali come la rivoluzione industriale in Inghilterra e la rivoluzione francese sul continente, portarono a partire dal diciassettesimo secolo a cambiamenti che nell’arco di un centinaio di anni condussero al declino della falconeria.

 

All’inizio del ventesimo secolo l’atteggiamento dell’uomo verso i falconi appare ormai comletamente ribaltato, e per lungo tempo il nobile pellegrino e tutti i suoi parenti – lo smeriglio, il lodolaio e perfino il gheppio oltre che gli astori, aquile-vennero considerati animali nocivi dai guardiacaccia e dai loro padroni e dai cacciatori di anatre e di selvaggina pregiata.I falchi venivano abbattuti senza pietà, avvelenati, catturati con le trappole, le loro uova e i loro piccoli distrutti nei nidi.Quando venivano catturati nelle reti dagli uccellai venivano accecati, spiumati vivi o crocefissi. Nella parte estrema della Calabria ogni anno falchi pecchiaioli, poiane, capovaccai, sparvieri, astori e altri venivano impallinati dai cacciatori per puro diletto.

 

Come se queste carneficine non fossero state sufficienti, all’inizio del diciannovesimo secolo si diffuse tra i naturalisti una nuova moda: collezionare uova di uccelli; e naturalmente le uova dei falconi erano particolarmente ricercate, a causa della loro grande bellezza, della relativa rarità e della difficoltà nel procurarsele.

 

Durante questo periodo un pugno di falconieri continuò a praticare il proprio sport in Europa. E’ vero che questi falconieri catturavano un certo numero di falchi adulti e immaturi di passo e prelevavano giovani dai nidi – o pagavano i guardiacaccia per farsi cosegnare i giovani che essi altrimenti avrebbero ucciso; ma gli effetti delle loro azioni sulle popolazioni selvatiche possono essere considerate irrilevanti in confronto alle distruzioni effettuate dai guardiacaccia, contadini, cacciatori e di allevatori di piccioni viaggiatori.

 

falconiere e dama

(Foto 3) Un cavaliere scrisse: “di tre cose mi dilettai enormemente; le armi, le donne e la caccia col falcone”.

 

Dal 1700 al 1930 i falconieri furono praticamente i soli a difendere i falconi dalle distruzioni a tappeto e a sostenere la loro bellezza e la loro utilià nella trama della natura. Nel complesso si può dire apertamente che i falconieri sono stati e continuano ad essere fra i più attivi protezionisti delle specie selvatiche di falchi.

Quando si scoperse il ruolo del DDT nella distruzione dei falchi pellegrini e di alcuni altri uccelli da preda, se ne parlò con un interesse e una preoccupazione che non erano mai stati suscitati dalle antiche statistiche sulle distruzioni dei secoli passati.Ora nella maggior parte dei paesi i falchi sono considerati specie protette e ne sono proibite l’uccisione e la cattura.

 

Il trattato internazionale sul commercio delle specie di fauna e flora in pericolo di estinzione ha incluso il falco pellegrino, il falcone di Barberia, il gheppio delle Mauritius, il gheppio delle Seychelles e la razza di Aldabra del newtoni nell’appendice 1, quella che riguarda le specie sottoposte a protezione più rigida; tutte le altrespeci del genere Falco sono incluse nell’appendice 2, il successivo grado di restrizione.

Contemporaneamente nacquero centri di recupero rapaci, società di appassionati di falchi e organizzazioni per la riproduzione in cattività in tutte le parti del mondo. In nessun momento della storia i falconi e i loro parenti pennuti sono stati tanto amati dal pubblico e così ben studiati come lo sono oggi.

 

Anche la falconeria non è mai stata popolare come oggi.

Tom Cade asserisce che ci sono più falconieri ora che in qualsiasi momento del passato e viene praticata ormai in ogni parte del mondo.

 

Alcuni si oppongono alla falconeria sostenendo che è inumano e crudele tenere una creatura selvatica in cattività; ma io credo che siano molto più numerosi quelli che ammettono che fintanto che siano ben accuditi gli animali possono essere tenuti in cattività per ragioni scientifiche, di educazione, negli allevamenti per la riproduzione.

 

La falconeria inoltre ha molti meriti particolari. Essa è generalmente considerata come la forma di caccia più completa e più difficile mai concepita, e richiede da parte del falconiere un alto grado di attenzione, sensibilità e devozione. Spinge il cacciatore ad un profondo attaccamento alla natura, a studi pratici di storia naturale e spesso a vere e proprie ricerche di carattere scientifico sugli uccelli da preda.

 

La falconeria è un tipo di caccia completamente sicura. Nessun falconiere ha mai ucciso un’altra persona o ha fatto danni con i suoi falchi. Oggi si potrebbe cacciare con un falco in luoghi dove è pericoloso o addirittura illegale farlo con il fucile, e quando la sovrappopolazione avrà finito per rendere la caccia col fucile un’attività impraticabile e socialmente inaccettabile, sarà ancora possibile andare a caccia con i falchi addestrati.