Morfologia dei Rapaci

artigli_335ORIGINE

anatomia

La classe degli uccelli si è originata da quella dei rettili durante l’Era secondaria e fin dall’inizio della sua evoluzione si differenziò nei gruppi sistematici attualmente noti. Tra questi viene collocato l’ordine dei Falconiformi, detti anche rapaci diurni, il cui fossile più antico risale a sessanta milioni di anni fa. Questo esemplare aveva una struttura simile a quella dei Cataridi (Avvoltoi del nuovo mondo), è quindi probabile che i primi uccelli da preda avessero abitudini spazzine o necrofaghe.

 

 

 

 

CARATTERISTICHE FISICHE

peregrine falcon con nomenclaturaI rapaci diurni sono in generale di medie o grandi dimensioni, pur mostrando una notevole variabilità.Tra le non molte specie europee vi sono infatti giganti alati , come l’Avvoltoio monaco, che pesa oltre 10 Kg e ha quasi 3 mt di apertura alare, ed agili falchetti, come lo Smeriglio, di poco più di un etto e neppure sessanta centimetri d’apertura alare.Le femmine sono sovente più grandi dei maschi.
Questa caratteristica è molto accentuata nei rapaci con spiccate attitudini predatorie e che si nutrono principalmente di uccelli (Astori, Sparvieri, Falconi), diminuisce in quelli che catturano in prevalenza roditori, rettili e insetti (Poiane, Biancone, Gheppio), è poco evidente, o addirittura invertita, come nel Grifone, ove il maschio è più grande della femmina, nelle specie con tendenze spazzine o necrofaghe.

Esiste quindi una relazione tra dimorfismo sessuale ed abitudini predatorie.Varie ipotesi si sono fatte ma non completamente dimostrabili : freno all’ aggressività del maschio durante gli accoppiamenti, maggiore possibilità di difendere la prole da parte della femmina, migliore utilizzazione delle prede disponibili.

bc-308-lgLa testa dei rapaci è compatta e aerodinamica. Il becco, appiattito alla base, è caratterizzato dalla mandibola superiore fortemente ricurva e appuntita. Essa, nei Falconidi, è provvista di una protuberanza, chiamata “dente”, che serve a spezzare le vertebre cervicali delle prede. Tuttavia, come norma generale vengono utilizzati gli artigli. Il becco serve soprattutto per spezzettare, pulire e mangiare gli animali presi. Alla base della mandibola superiore vi è la cera di colore giallastro o grigiastro, in cui si aprono le narici. La struttura delle zampe varia notevolmente in relazione alle abitudini delle singole specie: il Biancone, che cattura anche serpenti velenosi, le ha protette da squame molto spesse ; il Falco pescatore le ha provviste di speciali rugosità sotto i polpastrelli per facilitare la presa sui pesci; gli Sparvieri ed i Falconi hanno dita molto lunghe, adatte alla cattura di uccelli in volo; infine gli Avvoltoi, sono provvisti di artigli poco affilati e corti. Le dita sono notevolmente mobili e grazie alla particolare struttura di tendini, si richiudono meccanicamente sia nell’afferrare la preda che sul posatoio. Esse sono armate di artigli, molto sviluppati soprattutto nelle specie che catturano animali vivi. I tarsi sono generalmente nudi, rivestiti da squame gialle o grigiastre, ma in certe specie, come le Aquile, sono “calzati”, cioè ricoperti da penne. Le gambe, eccettuato il Falco pescatore, sono provviste di particolari penne allungate, che formano i “calzoni”.

preview2Gli occhi dei rapaci sono assai sviluppati rispetto alle dimensioni del corpo: quelli dell’Aquila reale sono più grandi di quelli dell’uomo. Le strutture ossee attorno agli occhi forniscono un saldo attacco ai muscoli che regolano l’apertura della pupilla, la curvatura delle lenti e i piccoli movimenti oculari e tutti contribuiscono a localizzare velocemente, a mettere a fuoco con precisione e ad adattarsi bene alle diverse intensità luminose. L’iride può essere scura e brillante come nei Falconi, o più in generale, vivacemente colorata, variando dal marrone al giallo ambra od al rosso aranciato. Nel complesso, mostrano un’espressione selvaggia e fiera. Tutti questi caratteri denotano anche una grande acutezza visiva. Gli uccelli da preda sono infatti capaci di distinguere una forma in movimento a grandissima distanza ed il potere di risoluzione dei loro occhi è probabilmente superiore a quello di tutti gli altri vertebrati. E’ molto probabile che possano anche apprezzare i colori. L’insieme di queste proprietà deriva dalla particolare struttura del cristallino e dal gran numero di cellule sensoriali (coni e bastoncelli) di cui è provvista la retina. In esse vi sono inoltre due fovoee, una rivolta di lato ed una in avanti, dando un campo visivo di 250°, di cui 50° a visione binoculare fondamentale per calcolare le distanze della preda. Gli occhi sono protetti e puliti sia dalle normali palpebre che da una terza palpebra trasparente a scorrimento orizzontale , chiamata membrana nittante. Essa durante il volo è calata sugli occhi impedendone una eccessiva disidratazione ed è anche abbassata durante le lotte. Il forte sviluppo delle arcate sopracciliari, che accentua l’espressione feroce di alcuni Accipitridi ha funzioni protettive.

L’orecchio dei rapaci è visibile solo negli Avvoltoi con testa e collo nudi, essendo soltanto un piccolo foro tra le piume del capo. Tuttavia l’udito è ben sviluppato, soprattutto nelle specie che cacciano “d’ascolto” nel fitto della boscaglia come lo Sparviero e l’Astore. Un Astore ben addestrato trova il suo maestro nascosto tramite il suono del suo fischietto.

Pesi di volo approssimativi in Falconeria

Tengo a precisare che i pesi di volo sottoelencati sono solamente indicativi poiché ogni rapace pur della stessa specie e sesso differisce notevolmente l’uno dall’altro sia come struttura fisica che come recettività all’addestramento.

Nome Comune

Nome Scientifico

Peso Maschio (gr)

Peso Femmina (gr)

Aquila del Bonelli

Hieraaetus Fasciatus

1.588-1.788

1.872-2.420

Aquila Rapax

Aquila Rapax

2.211-2.551

3.175-4.820

Aquila Reale

Aquila Chrysàetos

2.495-3.629

4.309-5.607

Astore

Accipiter Gentilis

624-907

907-1588

Black Shahin

Falco Pelegrinoides Peregrinator

482

765

Cooper

Accipiter Cooperi Cooperi

340

510

Cooper

Accipiter Cooperi Mexicanus

283

425

Falco di Barberia

Barbary Falcon

680

690

Falco Pellegrino

Falco Peregrinus

510-680

879-1.021

Falco Pellegrino

Falco Peregrinus Calidus

454

680-822

Falco Pellegrino

Falco Peregrinus Pealey

624-680

1.134-1.276

Gheppio

Falco Tinnunculus

213

241

Gheppio Americano

Falco Sparverius

149-177

177-227

Girifalco

Falco Rusticulus

1.106-1.191

1.360-1.588

Gufo Reale

Bubo Bubo

1.701-2.155

2.268-2.722

Harris

Parabuteo Unicinctus

510-680

793-1.198

Lanario

Falco Biarmicus

425-567

680-794

Laggar

Falco Jugger

359-397

567-765

Lodolaio

Falco Subbuteo

177

227

Poiana Comune

Buteo Buteo

680

879

Poiana Coda Rossa

Buteo Jamaicensis

850-1.049

1.304-1.474

Poiana Ferrugginosa

Buteo Regalis

992-1.417

1.474-2.155

Prateria

Falco Mexicanus

425-567

680-907

Sacro

Falco Cherrug

765-907

1.021-1.247

Shahin

Falco Pelegrinoides Babylonicus

425

624

Smeriglio

Falco Columbarius

156-184

198-256

Sparviero

Accipiter Nisius

127-198

227-340

Il peso di volo del falco è fondamentale nella Falconeria perchè da esso deriva il diverso grado di ricettività all’addestramento e aggressività nella caccia. Il falco viene trattato come un atleta: viene alimentato nel migliore dei modi, viene fatto volare il più possibile perchè si muscoli, e il suo peso viene giornalmente rilevato e annotato dal falconiere insieme al giudizio del volo a quel determinato peso. Ricordo al lettore che la cosa a cui tiene di più il Falconiere è fare di tutto per mantenere in perfette condizioni di salute e quindi di caccia il proprio falco.

Glossario usato in falconeria

Questi sono i termini usati in falconeria da migliaia di anni tramandati da maestro ad allievo e così via fino ad oggi.

vocabolario-bowling

Abbassare: dare meno cibo al falco perché possa eseguire prontamente gli esercizi oppure se è troppo grasso come dopo la muta

Ayimeri: geti sfilabili con facilità

Alto volo: il falco è ad una ragguardevole altezza. Si fa con i falconi: pellegrino, lanario, sacro, girifalco

Armare: mettere i geti, il sonaglio, il doppio anello e la lunga

Basso volo: fatto con astore e sparviero che rincorrono la preda

Beccata: pezzettino di carne data al falco con la mano

Carreggiare: il falco cerca di asportare la preda o il logoro

Cavalcare: quando il falco monta e resiste contro vento

Cera: membrana molle alla base del becco

Condizione: il falco è in ottima condizione, pronto all’obbedienza, allo stimolo del cibo

Cortesia: dare al falco un compenso in cibo dopo che ha catturato la preda o dopo che ha eseguito bene un esercizio

Cura: resti di peli e di piume che il falco restituisce dal becco in forma di pallottola

Falconare: andare a volare o cacciare coi falconi o accipitridi

Falconiera: stanza dedicata ai falchi

Flette: quando il falco intercala al volo battuto la pausa o planata

Giardinare: esporre all’aperto il falco su un blocco o su pertica curva

Gozzo pieno: porzione abbondante di cibo

Guarnire: usato per indicare il logoro con carne

Hagard: è un falco vecchio

Imprintato: è il falco che si comporta come se il falconiere fosse il suo genitore

Introdurre: un falco è introdotto quando, dopo le prime lezioni, si mostra docile e dopo aver ucciso la sua prima preda

Lanciare: quando si inizia la caccia con i falconidi gettandoli via dal pugno

Logoro: preda finta guarnita di carne per richiamare il falco

Lasciare: quando si inizia la caccia con gli accipitridi e, aprendo la mano, si lasciano i geti

Mezzo gozzo: mezza porzione di cibo

Monte: il falco vola molto in alto, sopra il falconiere o il cane

Moschetto: è il maschio dello sparviero

Muta: è il cambio di tutte le piume che si verifica annualmente

Nidiaceo: falco nato in cattività a 4 mesi dalla schiusa

Passata: esercizio di volo per muscolare il falco: il falco in volo viene chiamato col logoro; mentre sta per ghermirlo gli viene di proposito ritirato così che lui ritorni in volo. Lo si può ripetere più volte consecutivamente.

Passo: è il falco adulto di età superiore ai due anni. Sono così chiamati perché un tempo venivano catturati all’epoca del passo

Pendolino: quando il falco in volo va su e giù

Picchiata: discesa verticale ad ali semichiuse sopra la preda in volo

Pileo: parte superiore della testa

Remiganti: penne delle ali lunghe e resistenti, atte al volo. Quelle in punta all’ala si dicono primarie e sono le più robuste, quelle interne si dicono secondarie e sono le più deboli e più corte.

Scartare: quando la preda, all’avvicinarsi del falco, fa lo zig zag per sfuggire

Schiumare: il falco passa sopra la preda sfiorandola senza afferrarla

Scivolata: il falco scende sulla preda in picchiata perché è lontana

Sorare: quando il falco, soprattutto d’estate, sale altissimo per rinfrescarsi, gira in tondo planando ed è indifferente ai richiami del falconiere e al logoro

Soro: è il falco del primo anno non ancora mutato

Spirito santo: il falco sta fermo sospeso in aria pur battendo le ali: è una caratteristica del gheppio e di qualche altro falco

Terzuolo: è il maschio dei falconi forse perché pesa 1/3 meno della femmina

Timoniere: penne della coda

Traina: pelle di coniglio impagliata alla quale viene legata della carne e con una corda di 15 mt. La si trascina davanti all’astore o al falcone.

Vivo: piccione o starna o altri uccelli vivi