Dentista e falconiere

BeppeNon è l’«altro» falconiere. È un falconiere. E uno dei più bravi. Certo lo si vede spesso a fianco di Alduino Ventimiglia, magari al Game Fair, tutto vestito alla bisogna e su un cavallo bardato, con in mano il falco dell’occasione. Sono molto amici i due, chissà Giuseppe Bàgordo con il Falco , forse anche per antiche e comuni origini normanne.

Il nonno abitava in Puglia e si portava dietro un cognome francese, Bagard. Ma Beppe Bagordo, fiorentino di Lastra a Signa, cinquant’anni ben portati, una moglie, Maria, che condivide con lui la passione per l’allevamento di cavalli tolfetani, antica razza italiana dimostratasi peraltro adatta alla falconeria, due figli da iniziare alla nobile arte, è falconiere originale che viene da lontano. Ha sempre il sorriso sulle labbra. Abbozzo: fa il medico odontoiatra e deve curare l’immagine professionale, oltre a quella individuale. Ma no, è nel suo carattere franco e gentile, sempre disponibile con le persone, sempre sorridente appunto.

C’è insomma qualcosa del cavaliere nobile nel suo modo di fare. Spontaneo o acquisito? Spontaneo. «La passione per la falconeria è qualcosa di innato.Figurati che un mio nipote di 4 anni ce l’ha già nel sangue. Magari non è ereditaria, perché, ad esempio, uno dei miei figli non ce l’ha. Ma per me non saprei spiegarla diversamente. Il mio primo falco l’ho avuto all’età di 12 anni e da allora non ho mai abbandonato questa passione. Ho avuto ovviamente degli alti e bassi nel coltivarla, in relazione agli studi e al lavoro, però è sempre stata costante, in pensieri ed opere. Sono arrivato ad avere fino a 20 falchi. Adesso ne ho 4, di cui 3 pellegrini, la specie forse più bella e la più entusiasmante per le sue picchiate veloci. E un’attività, quella della falconeria, che vuole dedizione e pratica continua. Nonostante gli impegni di lavoro, un giorno sì e uno no sono ad allenare i falchi nelle campagne vicino a Firenze. Ci vado anche a caccia in qualche riserva.

Fino a qualche anno fa sono stato pure in Ungheria perché le vaste pianure di quella nazione, nonché la numerosa presenza di selvaggina, permettono delle belle cacciate. Un tempo avevo anche un cane da ferma, adesso non lo posso tenere più. Fra l’altro il cane deve essere particolarmente addestrato e, per certi aspetti, deve avere caratteristiche diverse da quelle che pretende un normale cacciatore cinofilo. Ad esempio occorre che il cane non riporti, oltre a dover sopportare la presenza del falco o di altri rapaci, il che non sempre è semplice ad insegnare, in relazione al carattere dell’animale. Se riportasse toglierebbe il lavoro conclusivo al falco, quello appunto di stracciare la preda a terra e in questo modo si vanificherebbe la funzione stessa del rapace».

Senti Beppe, quando ho visto le tue esibizioni e quelle di altri falconieri, mi sono sempre preoccupato che gli uccelli ritornassero sul logoro. E questo 1′ addestramento più difficile? «Ma no. Basta che all’inizio il falco sia trattenuto da un lungo filo, poi si adatta bene a ritornare, anche perché tutte le volte viene ricompensato con del cibo. L’insegnamento più difficile è invece quello di farlo salire a monte, di farlo cioè librare alto nel cielo perché solo in questo modo può avvistare bene la preda e lanciarsi in picchiata, come fanno i falchi pellegrini. Poi ovviamente occorrono tante altre accortezze e, nel caso degli spettacoli, come del resto a caccia, la reciproca accettazione e confidenza fra falco e cane e falco e cavallo, come pure la presenza della gente. Per far bene tutto questo sarebbe importante che le attuali associazioni di falconieri si riunissero fra loro e, unendo le forze, potessero disporre di alcune riserve di caccia, una per le tre aree geografiche italiane, in cui addestrare al meglio i loro rapaci. È questo il futuro di una falconeria non tanto elitaria, ma che nasce da una passione vera». Volesse il cielo!

«Falconieri si nasce. Non è un fatto di censo o di élite. Si tratta di una passione dell’animo umano»

A cura di Massimo Scheggi tratto da DIANA


Postato 2009-02-07, 16:01:38 da admin

Centro infestato dai piccioni Scatta l’emergenza Falconieri

piccioni-come-rattiAumenta a dismisura la presenza dei volatili: guano e sporcizia nelle vie e nei palazzi storici. Anche l’ingresso di palazzo Roverella deturpato. Nonostante la sterilizzazione la città è invasa,
Sono migliaia. Hanno invaso i palazzi del centro, le vie , i giardini, i portici di piazza Vittorio e persino l’ingresso dell’Accademia dei Concordi. E se pochi esemplari rendono più poetici gli angoli delle città, troppi diventano un vero e proprio incubo.

“I piccioni sono troppi, stanno invadendo il centro. Fino a pochi anni fa sul mio terrazzo si posavano di tanto in tanto. Ora lo hanno invaso. Sporcano dappertutto e anche la via è diventata un rifugio per centinaia di questi volatili”. Questo l’appello di una lettrice che abita nella zona di via Badaloni. Ma numerose sono state le segnalazioni dei nostri lettori che abitano in altre strade del centro, non solo in case più vecchie ma anche in palazzi di recente costruzione che si affacciano su Corso del Popolo.

Basta passeggiare per le vie del centro per capire che la situazione segnalata dai lettori sta arrivando, in certi punti della città, a livello di guardia.
Il problema non è la presenza dei piccioni quanto il loro numero. Infatti la sovrappopolazione di questi animali, che in certe zone di Rovigo è palese, porta a un particolare tipo di inquinamento biologico. Il guano dei piccioni può causare, oltre alla sporcizia, veri e propri danni, intasando le grondaie e deturpando le vie. Danni a palazzi e monumenti perché la componente acida degli escrementi erode le pietre e ne altera la struttura. Sotto i portici, a pochi passi dall’ingresso di Palazzo Nodari, il selciato è sporco di guano e i pennuti si affollano sotto le volte. La cartolina del nuovo ufficio del turismo non è delle migliori: la vecchia farmacia le Tre Colombine che da poco ospita lo Iat dovrebbe essere ribattezzata, almeno quanto a numeri .

Ma è nel cortile di palazzo Palazzo Roverella che si vede quanto danno possa fare all’immagine di una città non arginare la presenza piccoli animaletti. Il tappeto verde che dovrebbe guidare il visitatore alla mostra sull’Art Decò e le doghe di legno del pavimento hanno cambiato colore: tutte d’un grigio venato di bianco. Sono gli escrementi dei piccioni.
Questi animali possono essere un pericolo per le persone perché, nidificando sui terrazzi o vicino alle abitazioni, possono causare reazioni allergiche, che possono derivare dalla puntura delle zecche dell’animale o altri tipi di malattie come la salmonellosi o la toxoplasmosi.

I privati cittadini hanno ingaggiato la loro battaglia contro i pennuti in molti palazzi rodigini. Si sono attrezzati con i cosiddetti respingitori metallici, oggetti che, fra l’altro, in molti comuni sono stati messi al bando a favore di quelli sintetici. infatti gli spuntoni d’acciaio causano il ferimento dei piccioni e di altri volatili e per questo banditi perché lesivi.
In molti comuni d’Italia sono stati i comuni a prendere provvedimenti severi. A Venezia per esempio il Comune ha vietato di buttare il riso alle coppie che si sono appena sposate. A Boston hanno messo persino del filo spinato sui balconi. Più incruenta la scelta di molti piccoli borghi della toscana: si sono rivolti a falconieri professionisti che solo in determinate ore del giorno lasciano volteggiare i falchi attorno alle cinte murarie per dissuadere le colonie di piccioni.

A New York si è preferita la tecnologia: è stato organizzato un piccolo esercito di falchi-robot per spaventare i piccioni e convincerli a trasferirsi in campagna. I robot, dicono i fautori nel sistema futuristico, sono perfette imitazioni di un vero falco: girano la testa, scuotono le ali, e lanciano suoni identici a quelli dei veri falchi in piume e ossa.

A Rovigo il Comune ha scelto per abbattere il numero degli animali la sterilizzazione chimica che secondo alcuni esperti può risultare inutile o addirittura dannosa per altre specie di volatili se non unita a provvedimenti complementari fra questi la creazione di piccionaie per attirarli e somministrare loro i mangimi per sterilizzarli e soprattutto interventi di recupero del patrimonio urbanistico per ridurre i siti di nidificazione.

di Tiziana Piscopello

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com


Postato 2009-02-25, 21:07:24 da admin

A GORIZIA “LE GIORNATE DI FALCONERIA” 25 E 26 LUGLIO

falconeria-300x225Lo splendido castello di Gorizia ospiterà la terza edizione della manifestazione “Le giornate di Falconeria”, una manifestazione di carattere internazionale che ogni anno richiama appassionati da tutta Europa, oltre che un folto pubblico affascinato dagli splendidi rapaci.

Alcuni anni fa i falconieri tedeschi avevano lanciato una manifestazione analoga, limitandola però ad un evento esclusivo per i falconieri. Problemi organizzativi avevano infatti impedito lo svolgersi di ulteriori edizioni. Così l’Uncf (Unione nazionale cacciatori falconieri) decise di portare la manifestazione in Italia, implementandola con momenti di incontro tra falconieri, di studio e di apertura alla cittadinanza. L’iniziativa ha lo scopo di creare un momento di incontro tra i produttori e i falconieri europei e di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica europea sull’arte della falconeria, per mostrare al mondo che qualsiasi persona può solo trarre benefici etici e culturali dall’interazione con il magnifico mondo dei rapaci. Molte le iniziative in programma, dalla mostra didattica di 52 esemplari di rapaci diurni e notturni di 30 specie differenti, alle esibizioni in cui verrà mostrato al pubblico il volo libero dei rapaci, coinvolgendo persone di ogni età in questa esperienza. Di particolare interesse da parte dei media e della cittadinanza è stato il corso di falconeria per bambini, che verrà ripetuto anche nella terza edizione, implementandolo con un numero maggiore di rapaci di indole particolarmente tranquilla e indicati per essere maneggiati anche da giovanissimi aspiranti falconieri. Espositori selezionati verranno sistemati in modo tematico e tutti i rapaci saranno muniti di certificato veterinario di buona salute e di provenienza.
Attesi falconieri da 40 paesi del mondo, in particolare per quanto riguarda l’Europa da Francia, Spagna, Austria, Ungheria, Olanda, Repubblica Ceca, Slovenia, Germania, Repubblica Slovacca.


Postato 2009-06-30, 23:04:25 da admin