La Passione diventa Lavoro

falconieraLorena Pagnucco è una falconiera. Tutte le mattine, alle 7.30, comincia il suo lavoro nella sede del Servizio Igiene Ambientale di Acm a Mirano.
Con lei l’inseparabile falco, lì per allontanare i gabbiani che planano sui rifiuti del centro di raccolta, in cerca di cibo, disperdendoli poi nelle vicinanze.

Una società per i falchi ad uso deterrente. Viene da Arzene Lorena, nel pordenonese, dove con il marito è titolare di una società che addestra falchi ad uso deterrente. Per lavoro si sposta in tutto il Triveneto al servizio di aziende ospedaliere, ristoranti, imprese ittiche.

Con Acm ha un contratto di un anno e un impegno lavorativo quotidiano, almeno fino alle 14.30, quando sopraggiungono gli ultimi camion. «E’ sorprendente – racconta Lorena – come i gabbiani sappiano perfettamente gli orari dei mezzi e quali siano i più appetibili; li aspettano e piano piano tendono ad avvicinarsi. Ma hanno anche imparato a conoscermi; infatti, appena mi vedono scendere dalla macchina, ancora senza falco e attrezzatura, subito scappano via».

Un trasmettitore per sapere sempre dove sono. Con sé Lorena porta otto falchi ogni giorno, alternandoli nel volo per non stancarli troppo: un po’ di cibo prima di iniziare (ma non molto altrimenti chi glielo fa fare di volare di nuovo?), e poi via in alto fra le nuvole.

Un trasmettitore di pochi grammi legato alla zampina le consente di sapere sempre dove si trova il falco che, al fischio della padrona, si appresta a planare, sapendo che a terra lo aspetta un bel premio: «Al mio richiamo estraggo dalla tasca un simulacro con legato un pezzo di carne che serve esclusivamente per il recupero: è la sua ricompensa per aver volato bene».

E’ un lavoro paziente quello dell’addestramento, che comincia quando i falchi (nati tutti in cattività, così vuole la legge) sono in tenera età, ad appena quaranta giorni di vita.
Poco per volta tra il volatile e la padrona si stabilisce un rapporto di fiducia, una complicità che il falco non tradirà mai: «Se qualcosa non funziona è perché io ho sbagliato da qualche parte. Ma se l’animale si sente protetto e sicuro, non ti tradisce, è leale fino in fondo».

Una passione diventa lavoro. Prima che un lavoro, quella di Lorena e suo marito è una passione vera per gli animali e la natura: «Non ti svegli certo una mattina decidendo di fare il falconiere; è stato mio marito, che è cresciuto in mezzo all’avifauna, a trasmettermi l’amore per questa professione. La falconeria, d’altronde, è un’arte ma non tutti, come diceva Federico II di Svevia (l’imperatore fu un esperto falconiere, ndr), sono in grado di praticarla».

E tolto il cappuccio… Lorena invece deve averla imparata bene quest’arte, a giudicare dall’entusiasmo che emanano le sue parole e dalla compostezza del falco che, legato al suo braccio con un buffo cappuccio simile ad un elmetto (serve a tenerlo tranquillo), assapora placido il meritato riposo.

Salvo poi rivelare la sua vera natura di predatore ben attento a guardarsi alle spalle quando Lorena, per la foto a GV, gli toglie il cappuccio; ed ecco allora l’occhio guardingo, il capo in perenne movimento e lo sbatter d’ali quasi a farsi bello davanti all’obiettivo.

Lorena è orgogliosa del suo falco e quando le chiediamo qual è la soddisfazione più grande del suo lavoro, la risposta non si fa attendere: «E’ quella di vederlo rientrare dal volo, è sapere che lui è lì in alto che aspetta un mio fischio per scendere. Cosa potrei volere di più?».

Paola Vescovi
Tratto da Gente Veneta , no.10 del 2007


Postato 2007-11-18, 16:13:55 da admin

La falconeria e la salute mentale

falconeria

Rapaci e depressione.

Vi sembrano un pò come i cavoli a merenda? Non è cosi per l’Asl 13 di Novara che sta portando avanti un progetto unico, affascinante, che ha già raccolto buoni risultati, sull’utilizzo della falconeria nel trattamento dei pazienti con disagio mentale.

Siamo alla prima esperienza in ambito psichiatrico italiano di utilizzo di questi uccelli, per stimolare la sensibilità affettiva, il ruolo, il gioco del rispetto e della forza nei soggetti con disturbi gravi delle relazioni sociali.

Il Dipartimento di Salute Mentale nord dell’ASL n. 13 – diretto dal dott. Michele Vanetti – attiva numerose iniziative finalizzate all’integrazione ed al superamento di pregiudizi e discriminazioni. Tra i tanti progetti si distinguono quelli del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) di Borgomanero, diretto dalla dott.ssa Piera Macinini, che abbiamo intervistato per approfondire l’argomento.

E’ curiosa l’associazione tra salute mentale e falconeria. Non è la prima volta, infatti, che un’esibizione viene proposta per richiamare l’attenzione sul disagio psichico.

E’ vero, l’ultima manifestazione di falconeria – giunta alla quarta edizione – è avvenuta sabato 13 ottobre, a Bolzano Novarese.
Come si svolge?
L’esibizione, centrata sull’antica arte della Falconeria, rappresenta un’esperienza di grande tradizione ed importanza culturale, oltre che ripropone uno spettacolo affascinante dei tempi antichi.

Come è nata l’idea di associare un’esibizione con i falchi alla salute mentale?
L’iniziativa nasce da un progetto che ha visto coinvolti Angelo La Versa (infermiere professionale del SPDC) e la dottoressa Piera Mainini, in collaborazione con il Maestro Falconiere Fabrizio Piazza.

Perché proprio un’iniziativa di questo tipo?
Innanzi tutto l’evento incuriosisce ed attira l’attenzione sia delle persone che dei mezzi di informazione.
Contribuisce, quindi, a sensibilizzare le persone al disagio psichico che rappresenta ancora oggi purtroppo un problema importante. Si creano momenti di socializzazione tra gli ospiti del Centro e gli utenti del Dipartimento di Salute Mentale nord, attraverso i giochi ed i contatti con i rapaci.
Si creano situazioni che mettono insieme le persone…
Certamente, si dà la possibilità agli ospiti del Centro di confrontarsi con i visitatori, anche in relazione ai loro lavori esposti per l’occasione.
Prosegue nel mondo interiore dei giovani pazienti l’esplorazione, l’osservazione, la valutazione, degli stimoli ed i vissuti rievocati dal falco, simbolo di potenza e di perfezione.
Puo’ aiutarci a capire…
L’esperienza di avere un falco sul proprio pugno protetto da un antico guanto suscita emozioni uniche. Lo sguardo del guerriero alato richiama alla mente antichi codici di onore e rispetto, oggi troppo spesso dimenticati. Il rapace temuto per la sua aggressività crea paura, ma in realtà pretende solo rispetto.

E’ un’esperienza affascinante, unica nel suo genere?
Il programma di terapia tramite l’utilizzo dei rapaci, è un iniziativa unica nel suo genere sul territorio nazionale. E’ un percorso, però, ancora agli inizi della sua esplorazione.

Chi contribuisce all’evento?
Sono molte le persone che lavorano intorno al progetto. Bisogna ringraziare gli ospiti, il personale del Centro ISPAM, i volontari, gli educatori, gli infermieri e gli assistenti sociali.
Per le abilità, la competenza e la disponibilità il Maestro Falconiere Fabrizio Piazza e i suoi cavalieri alati delle antiche famiglie dei: Sacri, Pellegrini, Lanari, Girifalco ed, infine, il maestoso Gufo Reale, fieri testimoni di 3000 anni di storia.
Un lavoro di gruppo…

Con questa iniziativa si vuole dare voce alla sofferenza delle persone con cui lavoriamo, dare voce a chi è difficilmente ascoltato nella vita di tutti i giorni.

ASL 13 Novara – 15/10/2007


Postato 2007-12-03, 21:14:02 da admin

Stretta di vite sui porti d’arma

Rinnovoportodarmi

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella seduta del 23 novembre, ha ritenuto di approvare un disegno di legge di «revisione delle norme in materia di porto e detenzione di armi, di accertamento dei requisiti psico-fisici dei detentori, nonché in materia di custodia di armi, munizioni ed esplosivi».
Questi, a grandi linee, i contenuti del DDL, presentati sul sito del Ministero dell’Interno e le reazioni delle principali Associazioni del settore

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella seduta del 23 novembre, ha ritenuto di approvare un disegno di legge di «revisione delle norme in materia di porto e detenzione di armi, di accertamento dei requisiti psico-fisici dei detentori, nonché in materia di custodia di armi, munizioni ed esplosivi».
Questi, a grandi linee, i contenuti del DDL, presentati sul sito del Ministero dell’Interno e le reazioni delle principali Associazioni del settore

«Annunciato dal ministro dell’Interno Amato, dopo il caso dell’uomo che aveva aperto il fuoco dal balcone della sua casa di Guidonia, il disegno di legge contiene disposizioni importanti che riguardano anche la cura nella custodia delle armi e la verifica periodica dei requisiti.
[…] Le novità più rilevanti del ddl riguardano l’introduzione del nulla osta alla detenzione, che si aggiunge al vigente nulla osta previsto per l’acquisto dell’arma, nonché il requisito dell’idoneità psicofisica e della capacità tecnica al maneggio dell’arma, anche per chi voglia semplicemente detenerla.
Altre disposizioni importanti riguardano la maggior cura nella custodia delle armi per evitare gravi evenienze e la verifica periodica della idoneità psico-fisica.
Con il ddl vengono modificati alcuni punti del testo unico n.773 del 1931, in particolare, è vietata la vendita o la cessione di armi comuni a privati senza il nulla osta all’acquisto e alla detenzione. Vengono rideterminate, altresì, le sanzioni come l’arresto e l’ammenda per chi aliena le armi, sia per l’acquirente che per il cessionario.
Il questore è l’autorità preposta al rilascio del nulla osta che in nessun caso può essere rilasciato a minori. Il nulla osta abilita all’acquisto dell’arma che deve avvenire entro due mesi dalla data del rilascio. Decorso questo termine senza che l’acquisto sia avvenuto, occorre rinnovare la richiesta.
Il nulla osta all’acquisto è valido per il trasporto non più soltanto nei luoghi di privata dimora ma anche, nei casi di bisogno accertato, all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale. Non è richiesto il nulla osta per i titolari di porto d’armi, di licenza di collezione di armi antiche, artistiche, rare o di interesse storico, limitatamente a tali armi e per le persone che hanno diritto di andare armate per la loro qualità permanente, limitatamente al numero ed alla specie delle armi loro consentite. Non è richiesto il nulla osta per i titolari di licenza di porto d’armi sportivo, per tiro a volo o per l’esercizio dell’attività venatoria solo ed esclusivamente con riguardo all’acquisto e al trasporto delle armi specificamente destinate a tali attività.
[…] La licenza di portare armi ed il nulla osta al loro acquisto e alla loro detenzione non possono essere rilasciati a chi non dimostri di avere l’idoneità psicofisica e la capacità tecnica al maneggio delle armi. Per i titolari di licenza di porto d’armi per uso venatorio e di tiro a volo, l’idoneità psicofisica al maneggio delle armi viene verificata ogni tre anni. L’idoneità psicofisica e la capacità tecnica devono essere comprovate al momento del rilascio, mentre l’idoneità psicofisica deve essere confermata periodicamente per tutta la durata della detenzione.
[…] Rilevanti conseguenze discendono dalla perdita dell’idoneità psicofisica. In tal caso il prefetto adotta i provvedimenti inibitori sul presupposto di un possibile abuso da parte del soggetto che abbia perso i fondamentali requisiti pure per la semplice detenzione. Le armi e le munizioni, infatti, devono essere consegnate senza diritto ad indennizzo all’ufficio di polizia o dei carabinieri, per la successiva cessione ad enti autorizzati o per la distruzione.
[…] Nei confronti di coloro che detengono armi o munizioni acquisite in forza di una licenza di porto d’armi scaduta e non rinnovata, si applicano le disposizioni relative alla detenzione di armi. Per coloro che detengono, invece, armi o parti di esse e munizioni di qualsiasi specie, acquisite legalmente ma non denunciate, è prevista la non punibilità a condizione che, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore delle relative disposizioni e, comunque, prima dell’accertamento del reato, provvedano a denunciarne la detenzione all’ufficio di polizia o comando dei carabinieri, competenti per territorio oppure cedano le armi o le munizioni a soggetti autorizzati a detenerle, ovvero a consegnarle, senza diritto ad indennizzo, agli uffici di polizia o dei carabinieri, competenti per territorio.
Si è ritenuto, infine, di rivedere la disciplina relativa ai soggetti legittimati a portare senza licenza le armi in un’ottica che miri a limitare il numero delle persone che possono andare armate».


Postato 2007-12-28, 16:03:26 da admin