Bunblefoot

L’angolo del Veterinario:

Il bumblefoot

Bumblefoot rimane una delle malattie più comuni e più serie dei rapaci.

Bumblefoot è una lesione infetta che interessa la sfera del piede e le punte delle dita. Bumblefoot è una malattia comune a molte specie di rapaci (particolarmente quelli tenuti in cattivita’ e rara in uccelli selvaggi) e tende a diventare, progressivamente , cronica e a volte inabilitante.   Se tale condizione capita ad accipitrini o poiane, rispondono di solito alla terapia ordinaria, mentre nei falconi i tassi di recupero sono di solito scadenti.

La Causa
Le zampe dei  Rapaci sono protette da uno strato spesso di pelle dura asciutta. Sul  fondo ci sono delle proiezioni dure (cuscinetti tarsali), che contribuiscono a distribuire il peso dell’animale al piede.
Questa malattia si  presenta per uno o due motivi. In primo luogo da qualsiasi penetrazione del piede, causata  da una spina, da un ente estraneo , da un filo spinato arrugginito  o qualunque altro oggetto tagliente o abrasivo che può introdurre simultaneamente l’ infezione nella pelle o nelle strutture più profonde del piede. Secondariamente,e più comunemente, uccelli in cattivita’,  possono procurarsi una piaga da pressione sulla parte inferiore dei piedi   (prendono peso eccessivo sui loro piedi ) questo perche’ tenuti legati su blocchi o pertiche inadatte, o semplicemente a causa di periodi di inattivita’. Se il peso è ricevuto in modo anomalo da certe parti del piede, il ricambio del sangue in queste aree è compromesso, e porta ad  una riduzione del sistema locale di difesa della pelle, tale che i batteri che  vivono naturalmente sulla pelle, possono penetrare queste difese ed entrare nel piede. Una volta che i tessuti sono influenzati, tendono a gonfiare, rendendo questa zona del piede ancor più prominente e quindi più inadatta per sopportare il peso quando l’ uccello sta  in piedi, quindi  questa zona si compromette ulteriormente . Quando i batteri entrano nel tessuto del piede, tutti i tentativi del medesimo di reagire sono è minimizzati dalla mancanza di afflusso sanguineo. Con il tempo i batteri penetrano in  modo più profondo nei tessuti del piede e a causa dell’infezione  e  del danneggiamento delle strutture più profonde puo conseguire un bumblefoot molto serio e paralizzante. Entro 3-5 giorni del trauma iniziale,  si viene a formare una barriera di tessuto cicatrizzato  intorno a qualsiasi zona dell’ infezione o dell’ infiammazione,che quindi protegge i batteri dagli effetti benefici del meccanismo di difesa interno dell’organismo (o degli antibiotici somministrati da un curatore), che sarebbe normalmente trasportato là dal ricambio di sangue. Questo meccanismo spiega la carenza di guarigioni spontanee,  la risposta all’ intervento chirurgico e il tasso di recidivita’ in molti casi .

 

Segni Clinici

Il bumblefoot per essere trattato con successo è di importanza fondamentale che sia riconosciuto in una fase iniziale. I casi possono essere classificati secondo la loro fase di sviluppo.
Nel primo stadio come si puo’ vedere da  figura I ,la zampa e’ caratterizzata  soltanto da cambiamenti superficiali e  ha quindi una prognosi favorevole, poichè  c’ è un infezione parziale.

In questo stadio la malattia risponde di solito a cambiamenti di modifica conservativa e protettiva, che includano il cambiamento delle superfici d’appoggio e l’applicazione di emollienti topici come la Preparation H  (Laboratori Di Whitehall). Ogni ulteriore fase è caratterizzata da cambiamenti più seri nel piede, in particolare alle strutture più profonde. Nel  II stadio  l’ infezione e’ localizzata ma non danneggia le strutture più profonde, mentre nella III  fase infezioni piu’ generalizzate  danneggiano le strutture più profonde. La fig II mostra un caso tipico della fase III, che richiederà inevitabilmente la chirurgia, dopo un’analisi  della sensibilità dei batteri presenti agli antibiotici. Per effettuare un intervento ambulatoriale,questo dovra’ essere fatto in una fase iniziale, mentre il materiale infettivo può ancora essere asportato in modo pulito e prima che l’ infezione abbia intaccato i tendini o le ossa. Nella fase IV, le strutture più profonde del piede sono danneggiate e la prospettiva che si presenta e’ molto seria, mentre nella fase V l’ osso è infettato e  tali casi sono  considerati come disperati, ed  e’ consigliata’ l’eutanasia.

Nella recente 3° Conferenza Internazionale di Biomedicina dei Rapaci tenutasi in Sud Africa, David Remple dal Dubai e Neil Forbes dall’Inghilterra, hanno presentato il risultato delle loro scoperte realizzate in un progetto di ricerca che utilizza una nuova tecnica nel trattamento delle infezioni , che  spesso  erano state responsabili di problemi nella terapia del bumblefoot . Remple e Forbes (1998) hanno descritto l’ uso  di mastice osseo impregnato di antibiotico utilizzato nel trattamento del bumblefoot. Con questo metodo, cioe’ con concentrazioni locali di antibiotico  si possono ottenere risultati migliori rispetto alle iniezioni o alla somministrazione di pillole senza contare sulla circolazione sanguigna, che in tali casi è spesso indebolita.Inoltre, sostanze che non potrebbero essere usate normalmente per iniezioni o in pillole, (in considerazione dei loro effetti tossici potenziali) possono essere  somministrate in modo sicuro in questa forma locale.

Gestione Clinica
Il primo punto per prevenire il bumblefoot è la formazione del curatore. La procedura di maneggiamento quotidiano e di controllo della salute del piede è inestimabile. Se i casi possono essere rilevati nella fase I,  teoricamente tutti risponderanno  immediatamente alla terapia conservatrice ( cioe’ trovare la causa del problema, ad esempio  pertiche inadatte e sostituirle con piu’ idonee). Sulla presentazione dei casi più seri occorera’ una diagnosi del rapace e  un esame clinico completo. Qualunque altro disturbo, causante  problemi al piede (per esempio lesioni spinali o pelviche ,vaiolo o geloni) o malattie generiche (carenze nutrizionali,aspergillosi,tubercolosi ecc..)si deve prendere in considerazione.

Se la causa è da attribuire al modo di tenere il rapace, la lesione  probabilmente sara’ simile o identica nella gravita’ e nella posizione su entrambi i piedi. I problemi in questo caso variano dal semplice stazionamento per periodi eccessivi su posatoi inadeguati (spesso troppo lisci o duri),  o attrezzature inadeguate (come geti Aylmeri o sonagli che urtano ripetutamente ferendo il tarso o il piede), a ferite dovute al colpire o afferrare recinzioni o altri materiali usati nella costruzione delle voliere. Un’altra causa e’ da attribuire al modo in cui certi rapaci colpiscono il logoro o il selvatico ,infatti possono avere la brutta abitudine di colpire con eccessiva forza con i loro piedi la selvaggina o il logoro ricavandone ripetute lesioni e danni ai piedi.  Se questo accade nel volo al logoro, un disegno migliore , un logoro piu’ leggero di peso, o un  uso più attento  può aiutare. Se la causa è  conseguenza d’una escoriazione, questa può essere dovuta dal modo in cui  l’ uccello è catturato in voliera, o per l’eccessiva crescita degli artigli, o dovuta alla puntura di un corpo estraneo o al ferimento dovuto al morso di un selvatico (scoiattoli, ratti etc.)
Il Bumblefoot non colpisce mai soltanto un piede. Non appena un piede è interessato, il peso supplementare  sopportato dal piede buono, fara’ in modo che anche esso subisca un bumblefoot da necrosi pressoria . Se soltanto un piede sembra affetto, l’ azione dovrebbe essere intrapresa per ridurre il peso sopra la superficie intera del piede buono, comprese le punte, piuttosto che semplicemente la sfera del piede, per impedire  che la malattia attacchi il  secondo piede. La stessa cosa capita a qualunque rapace con  ferite al piede, infatti il piede sano sopporterà più peso del solito e dovrebbe essere imbottito adeguatamente, se questo non viene fatto, un bumblefoot si svilupperà velocemente(per i falchi in particolare). Poichè ci sono vari sistemi per curare e prevenire il bumblefoot.  l’amputazione della  zampa di un rapace dovrebbe  essere evitata.
In tutti i casi il primo punto è prendere un tampone per esaminare i batteri e vedere che antibiotico puo’ essere efficace. In alcuni casi gli antibiotici per il piede possono  essere efficaci, mentre nei casi più seri, (ed in quelli che non rispondono al farmaco),  sarà indicato l’intervento chirurgico.   In questi casi i rapaci  sono anestetizzati ordinariamente usando Isoflorane, il piede viene disinfettato e la parte infetta  rimossa chirurgicamente.Sopra la  ferita, verranno poste delle imbottiture fascianti  impregnate di  antibiotico . In questo modo si continuera’ a  scaricare gli antibiotici nella zona locale che circonda il tessuto precedentemente infettato, per un periodo di mesi.  .
E’ di importanza fondamentale che la pressione  sia alleviata efficacemente dal luogo di funzionamento ( la sfera del piede).  Negli ultimi anni sono stati sviluppati  un certo numero di sistemi differenti per realizzare questo. A seconda della specie si avranno strutture differenti .Per  quelle piccole verranno utilizzati rivestimenti di fibre naturali,per le più grandi   ingessature fatte da gomma piuma rigida o un’imbottiture fascianti ecc.. Queste fasce vengono realizzate sulla parte inferiore alla base di ogni dito dove il dito stesso incontra il cuscinetto del piede.   Il risultato finale è che il cuscinetto del piede ‘ non regge alcun peso e l’ aria è libera di passare intorno alla ferita.Le preparazioni sono fatte da gomma piuma rigida, da plastica, da legno o da un cerchio di corda, ampiamente riempito con gomma piuma ed ovatta. Gli antibiotici verranno somministrati  per via orale o iniezione per 14 – 21 giorni.Queste preparazioni  sono ingombranti, ma in effetti sembrano molto comode per loro, anche se bisognera’ tagliare il cibo, poichè l’ uccello non e’ in grado di tenerlo fermo mentre porta queste preparazioni.
Conclusione
Bumblefoot è stato un’ afflizione seria degli uccelli da falconeria per  migliaia di anni. Una descrizione dettagliata è stata fatta dall’ imperatore Frederico II di Svevia (1194-1250) nel suo trattato monumentale, De Arte Venandi cum Avibus.    Il riferimento  iniziale al trattamento chirurgico della malattia compare in Falconry, pubblicato nel 1615 (cooper 1980). Tuttavia malgrado la si conosca da tanto tempo, tale disturbo resta quello di gran lunga più diffuso nei rapaci in cattivita’.  Una totale pulizia chirurgica è tuttora consideratea essenziale per un efficace trattamento anche quando si usino schiume da ingessatura. Una corretta e totale eliminazione della pressione sul cuscinetto del piede che segua il trattamento chirurgico è essenziale. Ogni parte di questo regime di trattamento è fondamentale, e si ottiene una durata notevole della cura che  incrementa significativamente  sui tassi precedentemente segnalati di recupero.

 

Si ringrazia per la traduzione: Iuri Montarani.

 

Per Approfondimenti:

Treating Bumblefoot in Birds of Prey By Melissa A. Gray

Legge 4058 sulla Falconeria, falconieri negli aeroporti

Legge 4058 sulla Falconeria : intervista ad Andrea Brusa, Presidente dell’Unione Nazionale Cacciatori Falconieri.

Sig. Presidente, come ha reagito l’UNCF alla notizia della votazione della Camera sulla Legge 4058 riguardante la Falconeria?

L’Unione Nazionale Cacciatori Falconieri esprime soddisfazione per il parere positivo emesso lo scorso 8 marzo dalla Camera dei Deputati nei confronti della Legge 4058.
falconiere aeroportoLa legge modifica l’articolo 22 della Legge 157/92 inserendo due importanti innovazioni inerenti la Falconeria.
La prima e’ che le tutte le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano dovranno disciplinare le modalita’ di autorizzazione e di utilizzo della Falconeria con proprie leggi.
La seconda, assicura la presenza dei falconieri negli aeroporti giudicati idonei all’utilizzo della Falconeria per il bird-control, con l’intendimento di diminuire fortemente il numero degli incidenti aerei dovuti all’impatto con gli uccelli che occupano in modo assiduo le piste di decollo ed atterraggio.

In pratica quali potrebbero essere gli sviluppi concreti derivanti dal recepimento della Legge attuato dalle Regioni?

La possibilita’ delle Regioni di regolamentare in toto la normativa della Falconeria sul proprio territorio, svincola di fatto i falconieri a dover acquisire la licenza di caccia obbligatoriamente collegata al porto d’armi, come fin’ora e’ accaduto poiche’ previsto dalla legge 157/92. Anche se assimilare legalmente un falco ad un fucile e’ evidentemente grottesco, l’articolo 13 e l’articolo 22 della legge 157/92 parlavano chiaro ed i successivi articoli della vecchia legge non facevano particolari distinzioni fra le due armi con le quali si puo’ attuare il prelievo venatorio(arco e fucile) ed i falchi, anche loro considerati “mezzo di caccia” consentito.
In effetti, sebbene sia corretto che il Falconiere conosca le norme dell’attivita’ venatoria e che collabori alla gestione della caccia iscrivendosi agli ambiti di caccia, rispettando i calendari e le specie come tutti gli altri cacciatori, pareva quasi paradossale che dovesse sottostare formalmente anche a tutte quelle norme che derivano esclusivamente dalla pericolosita’ del maneggio di un’arma.

Aumentano quindi le possibilita’ di praticare la Falconeria anche al di fuori della pratica venatoria?

Certamente. Ricordiamo che, per esempio, gli obbiettori di coscienza non potevano acquisire il porto d’armi e quindi non potevano neppure avere la licenza di caccia e di conseguenza praticare la Falconeria.
C’e’ poi una parte di Falconieri che sono appassionati non tanto della caccia, quanto del “volo” dei falchi e con la nuova legge sara’ possibile creare abilitazioni svincolate dal prelievo venatorio un po’ come accade oggi per gli appassionati del tiro al volo.
Il volo al logoro (simulacro di cuoio di un uccello, utilizzato per il richiamo del falco verso il falconiere o per l‘allenamento) e’ usato in tutte le esibizioni pubbliche o le rievocazioni storiche in cui i falchi vengono fatti volare a scopo dimostrativo. Anche l’utilizzo dei falchi per liberare aree di interesse pubblico frequentate da uccelli opportunisti come gli storni ed i piccioni nei centri urbani, i corvidi, i laridi o gli ardeidi negli allevamenti ittici, e’ un’attivita’ che ultimante viene sempre piu’ richiesta, poiche’ efficace ed incruenta. Ed anche in questi casi il porto d’armi non si capiva bene a cosa servisse.

Anche nel campo del “sociale” ci sono sostanziali riconoscimenti da parte della 4058 …, parliamo di Aeroporti…

Il secondo comma della legge riguardante i falchi e la sicurezza aero-portuale, proviene da un discorso che parte da lontano e in cui l’UNCF ha sempre creduto.
Gia’ nella Conferenza Programmatica della FIdC nel Giugno del 2002, la neo-nata settoriale UNCF si ripropose di portare avanti un discorso di collaborazione concreta con gli organismi ministeriali e
d aero-portuali (ENAC, Bird Strike Commitee) che da subito si mostrarono sensibili ed interessati durante un incontro ufficiale con il Presidente UNCF a Roma alla fine del 2003.

In pratica come pensa di poter collaborare concretamente l’UNCF con le strutture aero-portuali che dovessero aver bisogno del servizio di Falconeria?

Con la creazione di un Albo dei Falconieri Italiani, gia’ esistente, al quale sono iscritti soltanto i Falconieri realmente attivi e riconosciuti dall’UNCF. Rendendo quindi immediatamente disponibile un serbatoio di potenziali accreditati collaboratori per le necessita’ degli aeroporti.
Le societa’ aeroportuali spesso non sono in grado di valutare le “professionalita’” in questo tipo di attivita’, nuova e poco conosciuta. Avere un riferimento accreditato a cui rivolgersi e’ importante e confortante, soprattutto se sotto l’egida di una seria e grande associazione riconosciuta a livello nazionale, come la FidC.

Ci sono gia’ alcune realta’ attive in questo senso…

Diversi aeroporti italiani utilizzano gia’ i falchi come deterrente all’ingombro della piste da parte degli uccelli, ma questa legge sancisce una definitiva e forte volonta’ di andare veramente a fondo con il problema. E viste le statistiche degli incidenti aerei dovuti all’impatto con uccelli, forse ce n’era veramente bisogno…
L’UNCF ha sempre sostenuto che i sistemi tradizionali di bird-control (cannoncini, ultrasuoni, deterrenti visivi etc) sono mezzi costosi a cui gli uccelli si abituano in tempi assolutamente brevi, opinioni anche avvallate da risultati di studi scientifici da sempre ben noti agli etologi.
Purtroppo oggi, malgrado il tanto sbandierato amore verso tutto cio’ che e’ “ecologico”, quando si giunge al concreto, viene ancora data una maggiore credibilita’ alla tecnologia piuttosto che ai sistemi naturali, ma, in verita’, nessuno strumento costruito dall’uomo e’ ancora riuscito ad eguagliare l’atavica e genetica paura che un rapace in volo di caccia incute in qualsiasi preda.

E con il mondo protezionista, quali sono i rapporti?

Con gli animalisti purtroppo il dialogo e’ inesistente, per usare un eufemismo, poiche’ le loro posizioni verso tutti gli animali che vivono in cattivita’, non permettono alcuna mediazione.
I protezionisti in senso generale, speriamo abbiano preso coscienza del fatto che, poiche’ da decenni gli uccelli rapaci sono giustamente protetti, tutti i rapaci utilizzati in falconeria provengono rigorosamente dalla riproduzione in cattivita’ e rispettano le norme della Convenzione di Washington e di tutte le successive normative in merito. Oggi acquistare un falco pellegrino nato in cattivita’ non e’ piu’ complicato o costoso rispetto al comprare un cavallo o un cane di razza.
I Falconieri hanno collaborato, e continuano a farlo, ad innumerevoli progetti di reintroduzione di rapaci in natura ed alla loro riabilitazione. Speriamo vivamente che i pregiudizi siano superati dai risultati e che si apra una nuova stagione di collaborazione fra la Falconeria e l’ambientalismo, cominciando magari dal servizio negli aeroporti…
Probabilmente, come abbiamo visto nella percentuale di voto alla Camera (415 favorevoli, 3 contrari), ci voleva una legge per convincere gli scettici: ora c’e’.

 


Postato 2005-05-04, 17:43:41 da admin

Bird Control : Procedure per evitare Impatti con Volatili

falconiere aeroporto

Oggetto: Direttiva sulle procedure da adottare per la prevenzione dei rischi di impatto con volatili negli aeroporti.

1. PREMESSA

La convenzione tipo per l’affidamento delle gestioni aeroportuali allegata alla Circolare Ministeriale n. 13775 AC del 16-10-1998 all’art. 4 punto C6 stabilisce l’obbligo da parte dei gestori aeroportuali di provvedere “a porre in essere ogni dovuta azione per prevenire rischi da volatili”, obbligo peraltro già vigente per le gestioni totali.
La Commissione “Bird Strike Committee Italy”, istituita con D.M. Trasporti e Navigazione dell’11 marzo 1993, n. 1/BSC 1 ed in linea con le previsioni dell’annesso ICAO n. 14 AERODROMI, ha elaborato le procedure contenute nella presente circolare, da adottare sugli aeroporti, da parte delle Direzioni di aeroporto e delle Società di gestione, per la prevenzione dei rischi di impatto con volatili.
La presente circolare contiene inoltre delle linee guida sulle dotazioni minime di risorse e mezzi da destinare sugli aeroporti, allo scopo di cui sopra.

2. DIRETTIVA SULLE PROCEDURE DA ADOTTARE PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI DI IMPATTO CON VOLATILI NEGLI AEROPORTI

Premesso che con separato provvedimento è stato sancito l’obbligo della raccolta e della segnalazione alle competenti Autorità dei dati degli impatti di volatili con aeromobili, ciascuna Società di gestione di un aeroporto aperto al traffico commerciale di linea dovrà predisporre una ricerca di tipo naturalistico ambientale allorché negli ultimi dodici mesi si sia verificato anche uno solo dei seguenti casi negli spazi aerei sovrastanti il sedime aeroportuale e, anche all’esterno di esso, ad un’altezza pari o inferiore a 300 ft.:

a) impatti di volatili con aeromobili di numero pari o superiori a 5 per 10.000 movimenti;
b) impatto multiplo o ingestione di uccelli;
c) impatto con volatili che abbia prodotto danni all’aeromobile;
d) ripetute osservazioni di volatili che per numero e concentrazione siano in grado di causare gli eventi di cui alle lettere b) e c).

La ricerca, condotta da esperti qualificati nella materia, dovrà contenere:

1) Identificazione delle specie coinvolte, eventuale habitat all’interno dell’aeroporto, numero delle presenze mensili, orari preferiti di presenza, zone di concentrazione nell’aeroporto, descrizione dei movimenti giornalieri
2) Localizzazione delle eventuali fonti di attrazione dei volatili presenti in aeroporto;
3) Valutazione della potenziale pericolosità dei volatili per la navigazione aerea.

La ricerca dovrà iniziare entro 6 mesi dal verificarsi degli eventi che l’hanno richiesta, o dalla data della presente direttiva, se già verificatisi, ed avrà una durata non inferiore a 12 mesi consecutivi; la stessa sarà presentata all’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC) ed al Bird Strike Committee Italy per il tramite del Direttore dell’aeroporto. La ricerca comunque non interrompe l’uso dei sistemi di prevenzione eventualmente già adottati.

L’ENAC, entro 30 giorni dalla presentazione della ricerca, e sentito il BSCI, stabilirà con provvedimento motivato se la situazione faunistico ambientale dell’aeroporto esaminato richieda l’adozione di uno specifico piano di gestione e controllo della popolazione ornitica.
In caso affermativo, la società di gestione dell’aeroporto sarà tenuta alla predisposizione ed all’applicazione di uno specifico piano di prevenzione e controllo, d’intesa e con il coordinamento del Direttore dell’aeroporto interessato.

Decorsi dodici mesi dall’inizio dell’attuazione delle misure previste nel piano, la società di gestione sottoporrà all’ENAC ed al BSCI una relazione riepilogativa contenente i dati statistici degli impatti del periodo.
In caso di risultati negativi, l’ENAC, sentito il BSCI, potrà imporre la predisposizione di un nuovo piano contenente misure più adeguate.

3. LINEE-GUIDA SULLE DOTAZIONI MINIME, DA ASSICURARE NEGLI AEROPORTI PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI DI IMPATTO

Di seguito si forniscono alcune linee-guida per la predisposizione del piano di prevenzione e controllo contro i rischi derivanti dalla presenza di volatili negli aeroporti.
Le misure per la riduzione dei rischi da impatto con volatili consistono generalmente in quattro azioni a carattere permanente:

l. L’informazione
2. Il controllo della fauna
3. L’allontanamento incruento
4. Il monitoraggio

1) Elemento basilare è l’informazione nei confronti di tutti gli operatori aeroportuali sui rischi dovuti alla presenza di volatili. Il piano dovrà perciò contenere una parte descrittiva atta a stimolare il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli operatori stessi. Inoltre l’informazione deve essere rivolta anche al personale navigante: necessaria è perciò anche la sensibilizzazione degli Enti ATS, così come la previsione e l’organizzazione per una adeguata azione informativa ai piloti tramite BIRDTAM, AIC, briefing pre volo, o anche con comunicazioni t/b/t.

2) Il controllo della fauna si esercita attraverso il controllo dell’ambiente aeroportuale: il piano deve quindi prevedere almeno:
– l’eventuale riformulazione dei contratti di utilizzazione agricola dell’aeroporto in senso compatibile con i rischi di bird strike, con particolare riferimento all’altezza minima dell’erba e alle modalità dei tagli periodici;
– la progressiva scomparsa di ogni elemento suscettibile di attrarre volatili (alberi, pozze d’acqua, cespugli, arbusti, ecc.) nelle aree circostanti le aree di manovra degli aeromobili;
– la gestione ecologica dei grandi manufatti (hangar, capannoni, ecc.) per l’eliminazione della fauna stanziale;
– l’eliminazione o il controllo di discariche, rifiuti alimentari ecc.;
– le iniziative assunte, d’intesa con il Direttore dell’aeroporto, presso gli Enti del territorio per l’analisi degli eventuali fattori di rischio esterni all’aeroporto ma influenti su di esso.

3) Vi sono diversi mezzi di disturbo e di allontanamento incruenti, fissi o mobili; tra questi si segnalano gli artifizi pirotecnici, le armi da fuoco con munizioni a salve, i richiami bioacustici (distress call), i cannoni a gas propano, i generatori di suoni ad alta frequenza, i falchi addestrati, alcuni cani da pastore (border collie), ecc.
La loro efficacia è varia e si diversifica a seconda delle circostanze ed a seconda della specie cui si rivolge.
Un sistema di tipo fisso dovrà essere adottato in tutti gli aeroporti in cui sia stata riscontrata la necessità di uno specifico piano.

4) Per monitoraggio si intende il controllo quotidiano delle presenze di volatili e la loro registrazione per specie, numero ed ubicazione, nonché la verifica dell’efficacia dei sistemi di allontanamento.

Da tenere sempre presente è che i risultati migliori si ottengono con la connessione integrata e costante delle quattro azioni sopra descritte, e con la perseveranza.

Elemento comune di ogni piano deve essere la costituzione di un servizio di controllo e allontanamento volatili, BIRD CONTROL UNIT o B.C.U.

Compito del BCU sarà quello di dare esecuzione al piano verificandone i risultati.
Questione essenziale è che il Servizio non deve intervenire solo nel momento dell’allontanamento, ma esercitare un’azione continua di pattugliamento, di vigilanza sul sedime e di disturbo della fauna con modalità tali da indurla a considerare l’aeroporto luogo sgradevole e non sicuro.

Un esempio di BCU ritenuto funzionale per un aeroporto di media grandezza dovrebbe prevedere le seguenti dotazioni di organici e mezzi:

• Un Coordinatore responsabile
• Un Agente presente in aeroporto HJ tutto l’anno
• Un Agente presente con carattere di stagionalità ma reperibile tutto l’anno.

Il personale dovrebbe essere adeguatamente addestrato e dovrebbe ottenere l’autorizzazione ad operare dal competente Direttore di aeroporto, anche a seguito di verifiche teorico-pratiche sulla conduzione dei mezzi e sull’uso dei dispostivi specifici.

L’Unità dovrebbe muoversi all’interno dei sedime aeroportuale con carattere di regolarità ma anche di imprevedibilità.

• Veicolo fuori strada 4 X 4 tipo “pick up” con pianale posteriore;
• Radio UHF veicolare e almeno due portatili, sulle frequenze di TWR o GROUND
• Almeno due tipi di sirena bitonale
• Sistema di illuminazione speciale sul tetto del veicolo e fari ad alta luminosità
• Sistema di diffusione sonora autoportato (amplificatore + altoparlanti)
• 1 lettore di cassette e/o CD e cassette/CD con richiami bioacustíci, oppure un sintetizzatore di suoni
• 1 pistola Very per segnali pirotecnici-luminosi e relative cartucce
• 2 pistole con munizioni a salve con varie possibilità di effetti sonori

4. VERIFICHE SULL’ADOZIONE LOCALE DELLE PROCEDURE DI PREVENZIONE DEI RISCHI DI IMPATTO

La verifica sull’adozione locale delle procedure di prevenzione dei rischi di impatto volatili è affidata alle competenti direzioni di circoscrizione aeroportuale.

Allegati:

ELENCO DELLA DO*****ENTAZIONE E DELLA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALI

ENTI, ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI COMPETENTI AD ESEGUIRE RICERCHE DI TIPO NATURALISTICO AMBIENTALE

IL DIRETTORE GENERALE
AVV. PIERLUIGI DI PALMA

ALLEGATO 1

ELENCO DELLA DO*****ENTAZIONE E DELLA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALI

Bird Strike Committee Italy: Controllo dei Volatili nelle Aree Aeroportuali – 1992 (Libero adattamento della pubblicazione CAP 484 – Bird Control on Aerodrome, British Civil Aviation Authority, 1981)

Bird Strike Committee Italy: Manuale Informativo per il Controllo dei Volatili nelle Aree Aeroportuali Italiane – Roma, 1995

Bird Strike Committee Europe: The Green Booklet – Some Measures Used in Different Countries for Reduction of Bird Strike Risk Around Airports – 1990

SITI INTERNET

Bird Strike Committee Italy www.ssnet.it/utenti/battvtr

Bird Strike Committee USA www.birdstrike.org

Bird Strike Committee Canada www.tc.gc.ca/aviation/wildlife/htm

FAA www.faa.gov

National Transportation Safety Board www.ntsb.gov