La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Coppia Riproduttiva

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino
 

 

BREEDING STOCK (La Coppia Riproduttiva)

Purtroppo solo alcuni individui si accoppieranno e si riprodurranno in cattività con successo; il primo obiettivo nello sviluppo di una colonia o anche solo di una coppia riproduttiva in cattività è dunque quello di selezionare uno stock adatto. La variabilità che esiste fondamentalmente è tutta una questione di selezione genetica: il canarino per es., soggetto a centinaia di anni di selezione genetica artificiale in cattività, è diventata una razza geneticamente “domestica”, infatti ponendo assieme in una gabbia di adatte dimensioni una femmina ed un maschio di canarino ben difficilmente la loro riproduzione naturale verrà inibita, a meno che non subentrino fattori ambientali non genetici. Non c’è dubbio dunque che la predisposizione di un falcone a riprodursi in cattività sia determinata e dalla sua costituzione genetica e dalle condizioni ambientali non genetiche, cioè dal tipo di comportamento che esso ha appreso sin dal suo primo giorno di vita ( compreso l’imprinting) che ne condiziona l’adattamento alla vita in cattività. Se quasi tutti i canarini si riprodurranno in cattività senza problemi, non tutti i Pellegrini faranno altrettanto con la stessa facilità.

Dunque, in poche parole, il fattore principale che condiziona le performance in cattività è l’adattamento dell’animale a questo stile di vita, e l’adattamento ha sia una componente genetica sia una componente appresa.

Nel reperire gli uccelli per la creazione di uno stock riproduttivo bisogna quindi tenere conto di alcuni fattori che aiuteranno subito ad evitare a priori alcuni tipici problemi della propagazione in cattività dei rapaci:

1) Se si intende procedere con la riproduzione naturale, assicurarsi che tanto i maschi quanto le femmine siano imprintati naturalmente sulla loro stessa specie, (cioè che siano stati allevati dai loro genitori naturali,”parent reared”); occorre evitare quindi gli esemplari imprintati sull’uomo (cioè che siano stati allevati a mano, “hand reared”) o su altre specie ( nel caso siano stati allevati da genitori adottivi quali il Sacro o il Lanario, “cross fostered”).

2) Se invece si ha la possibilità di usare l’inseminazione artificiale andrà bene qualsiasi individuo sia esso imprintato naturalmente o artificialmente; inoltre si avrà il vantaggio di scavalcare il problema dell’incompatibilità di coppia.

3) Scegliere per formare le coppie, individui non geneticamente correlati ( troppo imparentati ) e soprattutto assicurarsi che gli individui stessi non siano nati da genitori troppo correlati e possano dunque presentare possibili anormalità di origine genetica.

4) E’ preferibile reperire gli esemplari in giovane età piuttosto che da adulti già maturi ( con lo scopo di risparmiare tempo) e accoppiarli da subito in modo da permettere la formazione di un certo affiatamento tra i partners; tale sistema permetterà di evitare problemi di aggressività e di disadattamento al locale ed alle circostanze di allevamento.

5) Tenere conto della sottospecie: cioè evitare di usare un maschio di una sottospecie diversa della femmina; tale ibrinazione risulterà inutile praticamente e dannosa in quanto inquinerà il pool genetico. Inoltre informarsi sempre della sottospecie esatta a cui appartengono gli individui che si stanno usando allo scopo di assicurare loro le migliori condizioni climatiche e fotoperiodiche ( le sottospecie nordiche, per es. il Pealei, hanno bisogno di una manipolazione artificiale del fotoperiodo se allevate in regioni diverse da quelle di origine).

6) Se possibile richiedere un pedigree e comunque cercare di usare individui molto addomesticati cioè nati in cattività da un elevato numero di generazioni non correlate: essi infatti saranno geneticamente più adattati alla vita in cattività (ricordate il canarino).

7) Assicurare infine le migliori condizioni ambientali ed alimentari .

Normalmente i falconi vengono tenuti in coppia fissa per tutto l’ anno sebbene alcuni allevatori pensino sia importante separare la coppia durante l’inverno.

Un tipico problema che spesso inibisce la riproduzione, è quello dell’eccessiva aggressività delle femmine nei confronti dei maschi; la soluzione in tal caso potrebbe essere quella di mettere sul blocco la femmina legandola con i geti e la lunga a una pertica bassa, per lasciare invece il maschio libero nella voliera; questa procedura sembra avere un buon effetto nel tenere a freno la femmina e nel permettere al maschio di stabilire una sufficiente dominanza, così che nel giro di 4-6 settimane quando la femmina verrà nuovamente rilasciata, i due coniugi saranno capaci di vivere insieme senza nessun pericolo di aggressività. Un’altra soluzione è quella di separare momentaneamente la femmina in un locale adiacente visibile dal maschio così da favorire una familiarizzazione a distanza tra i coniugi e permettere al maschio di stabilire una dominanza e conoscere più a fondo il locale ( con gli eventuali nascondigli e vie di fuga). Il problema dell’aggressività non sopravviene con i giovani falconi che vengono allevati insieme sin dai primi giorni di vita.

Inoltre per superare i problemi di eccessiva aggressività eo di maschi privi di iniziativa verso le femmine, sono state sperimentate delle terapie ormonali stimolanti. In seguito alla somministrazione artificiale di testosterone diluito si è ottenuto un incremento delle attività corteggiative e copulative.

Il maschio del Pellegrino (terzuolo), che è molto più piccolo della femmina e più attivo ed eccitabile come partner durante il periodo precedente la deposizione, ha speciali problemi nell’ adattarsi alle condizioni fisiche e sociali della vita in cattività. Può accadere che il corteggiamento aereo, stimolante ed importante nel promuovere un completo sviluppo sessuale del maschio, possa essere inibito in una voliera, con il conseguente blocco del ciclo riproduttivo . L’esperienza ha mostrato che invece le femmine in cattività raggiungono più facilmente le condizioni riproduttive piene e riescono ad entrare in estro ed a deporre le uova con maggiore facilità rispetto a quella con cui i maschi riescono a copulare ed eiaculare. Questo il motivo per cui molto spesso si ha la deposizione di uova infertili da parte delle coppie di falconi. Il problema può essere risolto usando voliere di forma rettangolare.

 

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino:Nutrizione

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino
 

 

FEEDING (Nutrizione)

 

L’alimentazione avviene attraverso porte o sportelli accessibili dall’esterno. La dieta consiste soprattutto di pulcini di pollo di cinque settimane di età , occasionalmente di quaglie, ratti, conigli, e pulcini di pollo di un giorno di età (D.O.C. “Day Old Chick” ). Anche la testa di pollo è un cibo adatto ed economico e può costituire la base principale della gestione alimentare di una colonia riproduttiva: unica precauzione è quella di ammorbidirla prima con un martello. I ratti e i conigli vengono sviscerati, ma tutti gli altri tipi di cibo vengono invece forniti interi. Viene inoltre data una supplementazione vitaminica e minerale soprattutto durante il periodo di muta e quello riproduttivo. Inoltre l’aggiunta di vitamine e sali minerali è fondamentale nei casi in cui non si abbia la possibilità di assicurare una certa variabilità alimentare: dunque evitare di fornire per lungo tempo lo stesso tipo di cibo, ma differenziare la dieta periodicamente.

E’sempre bene lasciare le piume ed il pelo nei cibi forniti allo scopo di favorire il rigurgito delle borre che hanno l’importante funzione di manternere in buona salute il tratto gastro-intestinale.

Da un punto di vista quantitativo non bisogna esagerare e sovralimentare gli uccelli. L’ esigenza metabolica standard di un pellegrino in cattività è di circa 90 chilocalorie al giorno. Solo nei primi giorni si fornirà cibo abbondante e così ci si renderà conto della quantità media di cibo consumata dai due membri di una coppia; in base a ciò ci si regolerà per il tempo successivo. Comunque, come riferimento si può usare la tabella alimentare sotto illustrata.

TIPOQUANTITA’
QUAGLIA1 (180 gr)
PULCINO3 (75 gr)
TOPO4 (100 gr)

Bisogna però tenere conto del fatto che le esigenze alimentari si modificano periodicamente: in inverno gli uccelli avranno bisogno di una maggiore supplementazione di cibo soprattutto se alloggiati in voliere esterne, e anche nel periodo riproduttivo bisognerà fornire più cibo sia per le aumentate esigenze metaboliche delle femmine in deposizione sia per favorire un maggiore scambio di cibo tra i coniugi durante le parate corteggiative.

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Strutture

 La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino

HAUSING (Strutture)

 

L’ambiente della voliera deve fornire le adeguate condizioni fisiche e sociali per la riproduzione. Per i grossi falconi il minimo essenziale è che ogni coppia venga tenuta in una voliera separata così che gli uccelli possano sviluppare un certo senso di territorialità; ci deve inoltre essere un adatto sito per la nidificazione, e un adatto insieme di pertiche, oltre che uno spazio aperto per il corteggiamento e la riproduzione.

La dimensione ideale per una voliera varia dai 9 ai 35 mt2, in funzione del “tipo” di esemplari che si stanno allevando ( selvatici, ingiuriati permanentemente, imprintati, coppie naturali) con una altezza di 3-3,5 mt al vertice . I materiali da usare per i pannelli delle pareti laterali, del tetto e delle travi di sostegno, sono l’acciaio o altri metalli ed il legno, mentre bisogna evitare le materie plastiche eccetto che per le onduline del tetto. Il fondo è coperto da ghiaia grezza di due o più centimetri di diametro sopra la quale vi è un ulteriore strato di ghiaia di minor diametro e più liscia. Sotto ogni pertica viene sparsa della paglia per facilitare le operazioni di pulizia. Ogni voliera ha inoltre dei sistemi per fornire artificialmente acqua e luce (oltre che calore), controllati da interruttori o timer automatici.

La forma della voliera è notevolmente importante: le forme rettangolari strette foniscono una maggiore distanza di volo pur mantenendo la stessa area rispetto alle forme quadrate ( è dunque meglio un 3 x 6 piuttosto che un 4,5 x 4,5 a parità di area in mt2 ).

Per i falconi le voliere devono essere fornite di una varietà di posatoi, di tipo “shelf” o “ledge”, posti a varie altezze sulle pareti, oltre che di due lunghe pertiche da lato a lato alle due estremità del locale per favorire i lunghi voli. È conveniente tenere la parte centrale della stanza completamente libera per non ostruire il volo dei rapaci e perciò non bisogna porre nè rami nè alberi nel centro della stanza.

 

Nella figura a fianco viene mostrata una pertica a piattaforma che come si vede è ricoperta da un tappetino di erba sintetica (Astroturf).

 

Le migliori piattaforme da nido sono risultate essere quelle di forma triangolare (lato 1 mt) poste su un angolo all’altezza di circa 2,5-3 mt. È conveniente utilizzare due piattaforme a due angoli opposti della voliera, infatti ciò sarà utile quando, dopo avere prelevato le uova della prima covata, la femmina si accinge a deporre una seconda covata e molto spesso utilizzerà l’altra piattaforma da nido libera, così come avviene in natura.

E’ necessario considerare oltre che le dimensioni e l’ambiente interno della voliera anche la sua configurazione. Infatti le voliere possono essere completamente chiuse da tutti i lati con la luce proveniente solo dal tetto (“skylight”) oppure possono avere una o più pareti aperte, cioè coperte solo dalla rete metallica. Ci sono delle notevoli differenze nell’uso di queste due configurazioni. Le voliere “skylight” hanno solide mura laterali ( costituite da pannelli metallici o di legno) e un tetto aperto alla luce, chiuso solo dalla rete; esse danno la massima opportunità di riprodursi agli uccelli eccessivamente nervosi e poco domestici. I pulcini che nascono in questo tipo di voliere hanno contatto solo con i loro genitori e con i loro fratelli o sorelle, ma non vedono nessun essere umano e nessun altro elemento esterno. Il loro unico contatto con l’esterno è l’udito . Purtroppo con questo metodo di allevamento vengono prodotti normalmente pochi uccelli. Inoltre non è possibile ispezionare con precisione i giovani e quindi eventuali problemi patologici non verranno individuati, di conseguenza diviene di fondamentale importanza mantenere un livello igienico il più alto possibile. I giovani uccelli che nascono in queste voliere e che vi vengono allevati non sono portati a caccia dai loro genitori e saranno nervosi e paurosi nei confronti degli umani e nei confronti dell’ambiente attorno alla voliera. In questo modo il loro addestramento per la falconeria sarà simile a quello praticato sugli uccelli completamente selvatici; infatti essi non avranno nessuna esperienza di volo o di caccia prima di essere addestrati e inoltre saranno imprintati solo sulla loro stessa specie. I falchi pellegrini allevati in questo modo sono più nervosi rispetto ai pellegrini selvatici.Aggiungendo alle voliere delle finestre o usando delle voliere con pareti in parte chiuse da pannelli ed in parte da rete, si permetterà agli uccelli di entrare più in contatto con gli umani e con la vita esterna; i rapaci nati e allevati in queste voliere avranno bisogno di un addestramento meno intenso e possono essere fatti volare per la falconeria a un peso maggiore rispetto agli uccelli nati nelle voliere “skilight”. Gli uccelli nati nelle voliere parzialmente aperte saranno in parte imprintati sugli umani in base al grado di contatto che avranno avuto con essi.