Fondamenti di Bioenergetica dei Rapaci

FONDAMENTI DI BIOENERGETICA DEI RAPACI

piccione

INTRODUZIONE:

 

Un essere vivente viene considerato tale se ha delle determinate caratteristiche, per es. l’accrescimento, il movimento, e soprattutto la riproduzione. Tutte queste attività richiedono Energia (E) che gli esseri viventi ricavano principalmente dall’alimentazione.

L’alimentazione ha due scopi principali e cioè:

  1. Fornire energia

  2. Fornire nuova massa corporea ( per la riproduzione, per il rinnovo delle cellule, la muta ecc.)

L’energia assunta con l’alimentazione è basicamente energia solare. Le piante iniziano il ciclo usando l’energia solare per trasformare l’anidride carbonica in zuccheri ( processo di fotosintesi), gli animali erbivori mangiano le piante e i carnivori mangiano gli animali erbivori.

Gli ucceli rapaci ( notturni e diurni ) sono, come dice il nome stesso, dei carnivori: la loro vita dipende quindi dagli animali erbivori che costituiscono la loro base alimentare.

L’energia assunta con l’alimentazione viene poi utilizzata per:

1)Compiere lavoro muscolare:  a)Volontario ( muscoli del movimento per es.)

b)Involontario (muscoli del tratto digestivo, del cuore)

2)Compiere lavoro mentale:      a)Volontario (calcolare la distanza della preda)

b)Involontario (controllo delle attività mentali da parte del

sistema nervoso.

BASI DELL’ ALIMENTAZIONE

L’alimentazione avviene a vari livelli; si parte dal livello macroscopico per arrivare al livello molecolare. Infatti alla base dell’alimentazione ci sono le molecole alimentari che possono essere raggruppate fondamentalmente in 4 gruppi principali:

1)Zuccheri: detti anche glucidi o carboidrati. Fanno parte di questa famiglia molecole nelle quali il rapporto tra Carbonio, Idrogeno e Ossigeno è di 1:2:1. Costituiscono la fonte primaria di energia metabolica e vengono distinti in Monosaccaridi (o zuccheri semplici per es. glucosio, fruttosio), Disaccaridi ( che derivano dall’unione di due monosaccaridi, per es il maltosio che è l’unione di glucosio e fruttosio) e Polisaccaridi ( grosse molecole formate anche da centinaia di monosaccaridi come per es il Glicogeno, l’Amido o la Cellulosa). L’energia da essi fornita ammonta a circa 4 kcal/gr

2)Grassi o lipidi: costituiscono un gruppo molto eterogeneo e ne sono esempi i Triacilgliceroli, i Fosfolipidi, o le Cere. Forniscono in media 9,3 kcal/gr

3)Proteine: sono grosse molecole costituite da unità più semplici che sono gli Aminoacidi. Le proteine formano la maggior parte della massa corporea degli animali ( le cellule ne sono ricchissime) per es. i muscoli sono costituiti alla base quasi esclusivamente di proteine ( tessuto magro). In genere forniscono 4 kcal/gr, ma poiché ogni gr di proteine è associato con n3-4 gr di acqua, l’energia che deriva dal metabolismo delle proteine è di circa 1 Kcal/gr.

4)Sostanze ausiliarie: per es sali minerali e vitamine. La loro funzione è quella di partecipare alle reazioni chimiche metaboliche  non  per fornire energia, bensì per facilitare queste reazioni (lavorando assieme agli Enzimi, perciò sono dette coenzimi). Inoltre i  sali  minerali assolvono anche altre funzioni quali per es. quelle strutturali ( andando a costituire le ossa nel caso del calcio).  Per avere uno sguardo di insieme di questi composti si guardino le seguenti tabelle:

 

VITAMINE
TIPONOMEAZIONE BIOLOGICA E SINTOMI DI CARENZA
LIPOSOLUBILIA RetinoloInterviene nella visione notturna. Stimola l’accrescimento e la resistenza alle infezioni.CARENZA: disturbi alla vista, infiammazioni degli occhi, frequenti infezioni e alterazioni cutanee e alle mucose.
DStimola l’assorbimento del calcio e la sua deposizione nelle ossa. Favorisce l’accrescimento e aiuta anche l’assorbimento del fosforo.CARENZA: rachitismo e ossa deboli.
E TocoferoloAntiossidante, mantiene funzionali i muscoli ed i globuli rossiCARENZA: problemi ai globuli rossi, fragilità, anemia e sterilità.
KFavorisce la coagulazione del sangue.CARENZA: disturbi nella coagulazione del sangue con conseguenti emorragie soprattutto in giovane età.
IDROSOLUBILIB1 TiaminaFavorisce il trofismo dei tessuti nervosi e partecipa alle reazioni di metabolizzazione dei carboidratiCARENZA: disturbi nervosi e ai muscoli, rigidità e paralisi alle zampe.
B2 RiboflavinaPartecipa alle reazioni metaboliche favorendoleCARENZA: crescita stentata, danni ai tessuti cutanei e problemi di accrescimento.
B3Difende dalle infezioni e partecipa alle reazioni metaboliche per favorirle.CARENZA: disturbi digestivi e nervosi ed irritazioni alle mucose.
B5Difende dalle infezioni ed aiuta il trofismo dei tessuti cutanei.CARENZA: disturbi neuromotori, cardiovascolari e gastrointestinali.
B6 PiridossinaFacilita e partecipa alle reazioni di metabolisemo delle proteine e dei grassi. Aiuta anche la formazione dei globuli rossi.CARENZA: problemi al tegumento, gastrointestinali e nervosi.
B9 Acido folicoCoinvolta nella sintesi del DNA e nella divisione cellulare.CARENZA: anemia.
B12Regola l’accrescimento perché è coinvolta nella sintesi del DNA e nella riproduzione cellulare. Partecipa alla produzione dei globuli rossi.CARENZA: Anemia e malformazioni dei globuli rossi
C Acido ascorbicoPartecipa alle reazioni respiratorie. Aiuta la resistenza alla fatica e alle infezioni. Mantiene sani i tessuti cutanei.CARENZA: rachitismo, problemi nella cicatrizzazione delle ferite, e problemi cutanei.
H BiotinaInterviene nel metabolismo dei grassi e dei carboidrati e nella sintesi degli aminoacidi. Aiuta il buon funzionamento del fegato.CARENZA: debolezza muscolare.

 

 

SALI MINERALI
NOMEFUNZIONI
CALCIOCostituisce e mantiene sane le ossa. Aiuta la coagulazione del sangue e migliora il funzionamento del sistema nervoso.
FOSFOROContribuisce al funzionamento di nervi e muscoli e aiuta a mantenere sane le ossa.
MAGNESIOAttiva molte reazioni enzimatiche e facilita la produzione di proteine. Inoltre aiuta l’organismo ad utilizzare calcio e fosforo.
FERROForma l’emoglobina nei globuli rossi del sangue. Aiuta la crescita di muscoli, ghiandole e nervi.
RAMESupporta numerose reazioni chimiche.
ZINCOAiuta la cicatrizzazione delle ferite e contribuisce alla crescita di tutti i tessuti.

 

 

METABOLISMO

Con questo termine si indica l’insieme delle reazioni che avvengono nella cellula e si distinguono due fasi

1)Anabolismo: cioè degradazione delle sostanze nutritive con produzione di energia che viene accumulata in una molecola ad alta energia: l’ATP ( Adenosinatrifosfato) che viene poi usata dalle cellule come fonte energetica universale.

2)Catabolismo: cioè costruzione di nuove molecole (per es. proteine dei muscoli) con consumo di energia.

Alla fine il metabolismo serve per ricavare energia dalle sostanze assunte con l’alimentazione e per costruire nuove molecole chimiche che serviranno a rinnovare quelle vecchie nell’organismo.

Gli zuccheri sono la principale fonte di energia ma vengono usati anche i grassi e meno frequentemente le proteine.

L’organismo vivente accumula anche delle riserve sotto forma di:

1) Glucosio: proveniente dall’ultima alimentazione. Viene subito consumato.

2) Glicogeno: riserva alternativa di zuccheri ma anche essa viene consumata subito. In quasi tutte le cellule esiste un piccola quantità di zuccheri di deposito rappresentati dal glicogeno. Più ricche di questa sostanza sono le cellule muscolari e quelle epatiche (del fegato); quindi le riserve di glicogeno possono arrivare anche all’1 % della massa corporea in peso di un animale.

3) Grassi: costituiscono una riserva a lungo termine usata quando viene consumato tutto il glicogeno se non arrivano altre sostanze alimentari prima.

4) Proteine dei muscoli: sono l’ultima risorsa in caso di digiuno. Un eccessivo consumo (catabolismo) di tali proteine diventa dannoso per l’animale.

La maggioranza di tutte le reazioni metaboliche che sviluppano energia sottoforma di ATP avvengono nei mitocondri, che sono dei piccoli organuli localizzati in quantità variabile dentro ogni cellula ( da ciò si deduce che quanto più mitocondri ha una cellula e tanto maggiore sarà l’energia che essa potrà produrre).

CICLO ENERGETICO

Le catene di reazioni attraverso cui, degradando una molecola chimica, si ottiene energia sono di due tipi:

1)Aerobie: cioè reazioni che avvengono in presenza di ossigeno e funzionano come i motori termici delle automobili dove il combustibile ( benzina o zuccheri) viene bruciato in presenza di ossigeno per produrre energia, anidride carbonica e acqua ( che nelle macchine esce sotto forma di vapore o di condensa dalla marmitta)

2) Anaerobie: cioè senza la presenza di ossigeno; queste reazioni producono meno energia ed inoltre portano alla formazione (al posto dell’acqua) di acido lattico che porta come conseguenza alla sensazione di fatica muscolare ( e ai crampi quando è in eccesso).

Da quanto detto sopra allora, la produzione di energia dipende strettamente dal rifornimento di ossigeno che arriva alle cellule muscolari. Gli animali ottengono questo ossigeno attraverso la ventilazione polmonare ( respirazione: entra ossigeno ed esce anidride carbonica). I polmoni sono circondati da una grossa quantità di vasi capillari che contengono sangue. Ed è proprio il sangue che ha la funzione di catturare l’ossigeno dall’aria inspirata e trasportarlo nelle cellule di tutto il corpo che lo useranno per “bruciare” il combustibile (sostanze alimentari: zuccheri, grassi, proteine) e produrre così l’energia necessaria.

Il cuore è la pompa che fa circolare il sangue attraverso i vasi sanguigni che sono di varie dimensioni ( vene, arterie e capillari; questi ultimi portano il sangue alle singole cellule). Ma il ruolo fondamentale è affidato ai globuli rossi: cellule sanguigne che hanno la funzione di legare l’ossigeno a livello dei polmoni, trasportarlo e consegnarlo alle altre cellule che ne hanno bisogno. Si deduce allora che un alto numero di globuli rossi darà all’animale la possibilità di avere più ossigeno a disposizione e quindi renderlo in grado di fornire un maggiore e migliore lavoro muscolare.

Le basi biologiche di questi 3 fenomeni sono molto complesse ma questo breve sunto ci basta per capire cosa accade nei nostri rapaci.

LA BIOENERGETICA

 

Con questo termine si indica una branca della scienza moderna che ha lo scopo di studiare i cicli energetici e le loro interazioni ( alimentazione, respirazione, circolazione, lavoro muscolare, lavoro mentale ecc.).

Come anticipato in queste pagine cercherò di darvi le nozioni fondamentali di bioenergetica per gestire al meglio i vostri rapaci.

Prima di procedere però è necessario fare una notazione sulla quantificazione dell’energia: cioè come si misura l’energia negli esseri viventi? L’unità di misura più usata è la Caloria (cal) che è la quantità di energia necessaria per fare innalzare la temperatura dell’acqua di 1 grado centigrado. Una misura alternativa è il joule che corrisponde a circa 4 calorie.

Ricordo che 1Kcal= 1000 calorie ed 1Kj= 1000 joule.

E adesso riprendiamo il discorso, considerando i vari usi che un animale fa dell’energia acquisita con l’alimentazione.

A questo proposito si distingue un:

  1. METABOLISMO BASALE O RATA METABOLICA BASALE (BMR: Basal Metabolic Rate): che è definito come l’ammontare di energia di cui un animale ha bisogno per mantenere le sue funzioni vitali basali ( “a filo di acceleratore”). L’energia in questo caso serve principalmente per il funzionamento del sistema nervoso e del sistema muscolare involontari che sono appunto quelli che garantiscono le principali funzioni vitali dell’animale in questione e cioè: battito cardiaco, contrazioni peristaltiche degli intestini ( per la digestione ), respirazione, circolazione sanguigna , controllo nervoso involontario degli organi di senso, della circolazione ecc. Sotto questa quantità minima di energia l’animale muore.

  2. METABOLISMO INTERMEDIO : è l’energia aggiuntiva di cui ha bisogno un animale per compiere tutte le altre  funzioni vitali secondarie ma non meno importanti, quali la termoregolazione. Ci sono per es. alcune specie di rapaci che con il passare dalla stagione estiva-autunnale a quella invernale hanno bisogno anche di un 15% di energia metabolica in più per soddisfare le aumentate esigenze metaboliche. In conseguenza di ciò soprattutto per le specie più piccole, con l’arrivo dell’inverno, il falconiere dovrebbe incrementare il peso dell’animale di un 5% in più rispetto al peso di volo normale.

  3. METABOLISMO TOTALE: Comprende l’energia aggiuntiva alle 2 precedenti di cui l’animale necessita per volare, muoversi, riprodursi ecc. In questo caso la richiesta energetica può aumentare rispetto al metabolismo basale anche fino ad 8 volte nel caso di rapaci molto attivi. Anche in questo caso i rapaci di piccola mole sono i più soggetti al rischio di collasso. Se per es. lasciate il vostro moschetto di Sparviere a stomaco vuoto per tutta la mattinata per poi farlo volare nel pomeriggio, l’unica cosa che potrà succedervi è un collasso dell’animale. Il perché lo capirete più avanti.

Questi 3 metabolismi sono misurati in quantità di energia al giorno e più comunemente in Kcal/day o Kjoule/ day ( cioè quantità di E. al giorno).

 

 

ALLOMETRIA

Altro importante concetto è la dipendenza delle esigenze metaboliche dalla massa corporea dell’animale. Infatti, voi penserete, un’ Aquila reale consuma di più rispetto ad un Gheppio. In realtà avviene all’opposto nel senso che l’affermazione precedente è giusta ma in senso assoluto: invece relativamente alla massa corporea dell’animale si ha che più esso è piccolo e maggiore sarà la sua esigenza energetica. Quindi si ha una differenza tra gli uccelli più piccoli e quelli più grossi e ciò perché con il diminuire della mole di un uccello (ma anche di un animale qualsiasi), aumenta il rapporto superficie/peso e quindi la superficie disperdente calore. In relazione a ciò gli animali a temperatura corporea costante (omeotermi) come gli uccelli e i mammiferi di dimensioni molto piccole, hanno un BMR, una frequenza respiratoria e cardiaca molto elevati e ciò per riuscire a mantenere costante la temperatura nonostante la loro piccola mole; tutto ciò ovviamente implica un notevole spreco di energia. Allora per es. un’Aquila reale a digiuno completo può vivere anche per una settimana mentre un Gheppio comune non arriva ai 3 giorni. Altro esempio: uno Sparviere ha bisogno di assumere giornalmente con l’alimentazione cibo per un totale del 25% del suo peso corporeo, mentre un Pellegrino necessita di circa l’8-15 %, e per finire un’Aquila reale ha bisogno solo di un 5% . Un’ Aquila reale può mangiare in un solo pasto anche 1,5 kg di cibo e cioè circa 6 volte di più del suo fabbisogno energetico giornaliero e con questo pasto tirare avanti per diversi giorni. Ma d’altro canto, un rapace più piccolo, come uno Sparviere deve mangiare molto più frequentemente, poiché ha bisogno, in senso relativo di più cibo.

La tabella sottostante illustra le linee guida per i dosaggi alimentari nei rapaci in funzione della loro massa corporea:

 

PESO DEL RAPACEPESO (%) DEL CIBO RICHIESTO GIORNALMENTE
100-200 gr18-25 %
200-800 gr11-19%
800-1200 gr7-11 %
4000-10.000 gr3,5-6 %

 

 Questi concetti sono bene illustrati dalla TEORIA ALLOMETRICA (Allometric Scaling), che mette in rapporto la massa corporea degli animali con le loro più svariate attività (metabolismo, rata cardiaca, rata respiratoria, lunghezza della vita, ecc.) attraverso una equazione matematica. In generale la relazione matematica che intercorre tra una variabile e la massa corporea dell’animale è data da:

y=78 (M)0,74

dove y è la variabile che noi vogliamo calcolare ( per es.la rata metabolica basale), 78 è la costante da applicare alla formula in base alla variabile che vogliamo calcolare ( nel nostro caso 78 è la costante da usare per calcolare la rata metabolica basale, e il risultato che otterremo sarà in Kcal/day), M è la massa corporea dell’animale espressa in chilogrammi e l’esponente 0,74 è una costante fissa di questa equazione per taxon animale ( nel nostro caso 0,74 è la costante fissa per tutti gli uccelli non passeriformi, quindi anche per i rapaci, mentre per i passeriformi sarà 129 e per i mammiferi placentali avremo una costante pari a 70).

Allora per es. se vogliamo calcolare la rata metabolica basale (BMR) di un maschio di Gheppio comune (Falco tinnunculus) del peso di 210 gr, e cioè di 0,210 kg, avremo: BMR=78 (0,210)0,74 che da come risultato 24,57 Kcal/day.

In tabella sono illustrati altre variabili calcolabili con le rispettive formule allometriche per uccelli non passeriformi (rapaci). Inoltre l’equazione allometrica si rivela di notevole importanza anche per il calcolo dei dosaggi dei medicinali per specie di cui non si conoscono questi dati.

 

PARAMETROFORMULA
LUNGHEZZA DELLA VITA IN CATTIVITA’ (IN ANNI)28,3 (M)0,19
LUNGHEZZA DELLA VITA SELVATICA (IN ANNI)17,6 (M)0,20
LUNGHEZZA DEL CICLO RESPIRATORIO (IN SEC)3,22 (M)0,33
LUNGHEZZA DEL CICLO CARDIACO (IN SEC)0,39 (M)0,23
RATA CARDIACA (BATTITI AL MINUTO)155 (M)-0,23
FREQUENZA RESPIRATORIA (RESPIRAZIONI AL MIN.)17,2 (M)-0,31
CONSUMO DI OSSIGENO (IN UNITA’ DI VOLUME)11,3 (M)0,72

APPLICAZIONI DELLA BIOENERGETICA

 

 

Abbiamo detto che un animale ha bisogno di una quantità variabile di E. sulla base della sua attività . Ma le esigenze energetiche dipendono anche da altri fattori come vedremo qui di seguito.

Abbiamo detto che la BMR ( rata metabolica basale) è la quantità minima di energia di cui necessita un rapace per rimanere vivo e che essa può essere calcolata con apposite formule. Alla BMR bisogna moltiplicare dei valori per calcolare la rata metabolica totale sulla base delle circostanze in cui si trova l’animale. Allora la BMR può essere considerata come l’energia di cui necessita un rapace in condizioni standard e cioè per es. un Gheppio in cattività, senza attività fisica, non malato, non stressato, non in riproduzione, non in muta, non in crescita, in peso costante ed in condizioni di termoneutralità.

I fattori per cui moltiplicare la BMR di un rapace in funzione delle circostanze sono:

  1. x 1,5: per uccelli malati e/o stressati

  2. x 1,5 :per uccelli in riproduzione

  3. x 1,2 :per uccelli in fase di muta

  4. x 1,5 : per uccelli in fase di sviluppo ( pulli)

  5. x 1,15 : all’abbassarsi della temperatura ambiente

  6. x : 8-? ( uccelli selvatici, in riabilitazione o da falconeria)

Preciso che queste cifre sono solo approssimative e non è detto che diano dei risultati certi. Per es. considerando le esigenze energetiche di rapaci in continua attività di volo ( per es in falconeria), bisogna calcolarle specificamente, come verrà discusso successivamente.

Questi dati sono utili per calcolare la rata alimentare da fornire al nostro rapace in funzione delle varie circostanze , ma per poter fare ciò è necessario conoscere i valori energetici dei principali tipi di cibo usati per alimentare i rapaci in cattività.

Al proposito si guardi la seguente tabella:

 

TIPO DI CIBOENERGIA TOTALE (Kcal/gr)GRAMMI EQUIVALENTI A 100 gr DI TOPO
TOPO1,57100
PICCOLI UCCELLI1,31120
LEPRE1,19132
PULCINI DI POLLO (DOCs)1,08145
CONIGLIO1,01155
CUORE DI MANZO1,01155

 Un altro fattore di estrema importanza che bisogna considerare è quello della METABOLIZABILITA’ del cibo. Da ricerche effettuate sui rapaci in cattività si è ottenuto che in media il coefficiente di metabolizabilità per questi uccelli si aggira attorno al 75%, cioè a dire che se voi date al vostro Pellegrino 100 gr di topo che contengono dunque 157 Kcal, in realtà il rapace ne otterrà solo il 75% e cioè 117,75 Kcal.

Adesso, in possesso di questi dati è possibile calcolare la rata alimentare da fornire al nostro falco in una determinata condizione.

 

Vediamo allora un esempio applicativo:Rapace: Astore (Accipiter gentilis)

Sesso : femmina

Peso : 1,0 kg

Stagione :autunno ( normale range termoneutrale)

Non in muta, non in riproduzione, non stressato, nessuna attività (tenuto in voliera).

Calcoliamo il suo BMR con la formula BMR=78 (1)0,74 = 78Kcal/day

Allora se come cibo usiamo i topi, poiché un topo contiene 1,57 Kcal al grammo otteniamo che dobbiamo fornire al nostro astore circa 78/1,57 =50 gr di carne di topo al giorno e visto che un topolino da laboratorio pesa circa 26,7 gr dovremo fornirgli due topi al giorno.

Questo è però un calcolo approssimativo perché per gestire l’alimentazione dei rapaci in cattività è necessario considerare anche altri fattori quali per esempio la composizione a livello di macro e micro-nutrienti del cibo usato. Se infatti noi fornissimo veramente due topi al giorno alla nostra femmina di Astore in voliera, essa ingrasserebbe a causa del notevole accumulo di grassi. Quindi da un punto di vista energetico il calcolo che abbiamo fatto è esatto ma dal punto di vista plastico (massale) otterremmo un ingrassamento dell’animale.

Per farsi un’idea di quanto detto si veda la seguente tabella:

CARATTERISTICARATTOTOPOPOLLODOCPASSEROTOPO SELVATICOCAVALLETTA
PESO MEDIO (gr)32526,7386,741,227320,21
MATERIA SECCA (%)34,435,433,527,631,635,731,9
GRASSO (% della materia secca)22,124,926,924,915,96,016,03
PROTEINE (6Xn) (% della materia secca)62,856,156,762,264,957,375,7
FIBRE (% della materia secca)2,41,72,00,80,433,85
ENERGIA TOTALE CONTENUTA (Kcal/gr di materia secca)5,785,845,936,025,394,155,02
CALCIO (% della materia secca)2,062,381,941,362,942,850,31
FOSFORO (% della materia secca)1,481,721,401,002,352,661,27
ZINCO ( mg/Kg)129,2134,6158,0106,9109,8105,5200,2
RAME ( mg/Kg)4,58,04,53,212,613,750,3
FERRO ( mg/Kg)175,7239,1146,8121,8592,0332,3331,4
MANGANESE( mg/Kg)7,511,79,03,011,414,925,1
TIAMINA ( mg/Kg)13,38,516,0

Bisogna notare però che i valori dati nella tabella sopra dipendono notevolmente dall’alimentazione con cui sono allevati gli animali analizzati ( per es. polli, pulcini di pollo, topi e ratti da laboratorio) e dalla parte che di questo animale voi fornite come cibo al vostro falco, nel senso che il collo di pollo ha sicuramente un contenuto di gasso molto più elevato rispetto al petto o all’ala. E’ da notare inoltre che il cibo fresco ha sempre un contenuto energetico maggiore rispetto a quando esso viene congelato.

GERARCHIE METABOLICHE

Dopo che avete fornito al vostro rapace un pasto abbondante, la digestione durerà circa 6 ore durante le quali l’animale userà direttamente l’energia ricavata dal cibo. L’altra energia ricavata dal pasto verrà immagazzinata nel fegato sottoforma di glicogeno, il quale può essere riconvertito rapidamente in energia usata dal falco per altre 6 ore. Il cibo rimanente, nella forma di molecole digerite verrà accumulato sottoforma di grassi e proteine dei muscoli. Ricapitolando il falco con un pasto ha ottenuto energia per 6 + 6 = 12 ore; allora se non è già arrivato un secondo pasto, il rapace dopo queste 12 ore, tirerà avanti, dal punto di vista energetico, usando le riserve di grasso.

Le principali riserve energetiche nel nostro rapace allora le troviamo sottoforma di:

  • Glicogeno nel fegato

  • Grasso nel tessuto sottocutaneo lungo quasi tutta la superficie corporea

  • Proteine nei muscoli

Gli organismi viventi quindi sono programmati per usare tali riserve in maniera ordinata: quando il glicogeno si esaurisce, si inizierà ad usare il grasso, e quando il grasso finisce si inizierà a catabolizzare le proteine dei muscoli. Ma questa ultima fase è piuttosto dannosa soprattutto per i piccoli rapaci e comunque se dura molto a lungo. Infatti le proteine danno una energia pari ad 1/4 rispetto a quella fornita dal grasso. Inoltre, se la perdita di grasso migliorerà la condizione fisica del nostro rapace da falconeria facendolo calare di peso, invece il metabolismo proteico dei muscoli risulterà dannoso in quanto il falco perde peso ma anche forma fisica (potenza muscolare)

IN CONCLUSIONE

Il discorso potrebbe continuare per questa via ma al momento mi interessava fornire le basi per comprendere la bioenergetica muscolare dei rapaci. Non escludo però che in un prossimo futuro potrei continuare il discorso relativo alla bioenergetica alimentare.

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Crescita Pullus

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino

REARING YOUNG (Crescita dei Pullus)

I pulcini appena nati rimangono nell’unità di schiusa per circa un giorno. Vengono posti all’interno di un piccolo recinto costruito con della rete metallica e imbottito con crinolina, un morbido materiale che è comunemente usato per la pollicoltura. Appena il pulcino si è asciugato, di solito nel giro di due ore, il suo morbido piumino viene ulteriormente asciugato con un batuffolo di cotone. È imperativo che l’unità di schiusa debba essere tenuta il più pulita possibile per prevenire infezioni batteriche e fungine specialmente nell’ombelico ( che conviene sempre disinfettare subito dopo la schiusa). Dopo i primi 2 giorni di vita passati nell’unità di schiusa in pulcini vengono spostati in una unità di allevamento o mamma artificiale (“brooder”) dotata di un sistema di riscaldamento che opera a circa 36 gradi; questa unità è costituita da una scatola o una bacinella il cui fondo viene ricoperto con un abbondante quantità di ghiaia che viene poi modellata a formare una sorta di coppa, sopra la ghiaia vengono posti alcuni fogli di carta assorbente che dovranno essere cambiati almeno due volte al giorno; ma la rapidità dello sviluppo dei pulcini richiede cambi repentini nella temperatura ambiente per un’adeguata termoregolazione dei loro corpi. Per questo motivo è bene concentrare la fonte di calore solo su un punto della scatola in modo tale che i pulcini spostandosi possono scegliere la migliore temperatura in funzione delle loro esigenze termo regolatorie. A circa 10-14 giorni di età i piccoli possono essere tenuti alla temperatura ambiente della stanza di allevamento (20-22 gradi circa).

 

Il primo pasto viene dato non appena il pulcino riesce ad alzare la sua testa dopo 24 ore dalla schiusa. L’allevatore può stimolare ulteriormente il neonato imitando il “chup” della femmina, mentre presenta una piccola quantità di carne finemente tritata sulla punta arrotondata di un paio di pinzette. Il cibo da somministrare è costituito da carne netta ricavata da muscoli pettorali, fegato e reni di quaglie, il tutto finemente tritato o omogenizzato, utilizzando anche il sangue della carcassa della quaglia per inumidire la poltiglia così ottenuta. Quando si stanno allevando diversi giovani è bene preparare giornalmente una certa quantità di quaglie togliendogli la pelle, il becco, le zampe, il tratto digestivo, e il grasso in eccesso e macinando tutto il rimanente. Per rendere tale dieta più completa vengono aggiunte piccole quantità di vitamine e sali minerali supplementari (SA-37) oltre che di calcio. Il cibo deve essere sempre macinato fresco ogni giorno. Le quaglie devono essere uccise facendo in modo tale che il corpo trattenga il sangue che agisce appunto da umidificatore per la carne tritata. Durante nei primi pochi giorni di vita i pulcini vengono alimentati 2-4 volte ogni ora. A ogni pasto deve essere somministrata una piccola quantità e non bisogna sovralimentare i pulcini appena nati con un solo pasto dato tutto in una volta, perché ciò può risultare in un avvelenamento, o in un’infiammazione del gozzo. Mentre il pulcino si sviluppa, accade altrettanto per la capacità del gozzo, e quindi i pasti possono divenire via via più grossi e meno frequenti. Quando essi sono capaci di mangiare da soli il cibo viene posto in piccoli contenitori all’interno della mamma artificiale, e a circa due settimane di età i pulcini di pollo usati come cibo, vengono lasciati tutti interi al fine di provvedere anche una certa quantità di materiale per la formazione delle borre. Man mano che in pulcini crescono il cibo viene ridotto a pezzettini sempre più grossi finché non si arriverà a dare i polletti tutti interi. Ciò avviene approssimativamente quando i giovani Pellegrini hanno il piumaggio quasi completamente sviluppato e cioè a circa 25 giorni di età.

Tutti i pulcini dovrebbero essere alimentati con dei cibi supplementati da vitamine e sali minerali come per esempio A1 Raptor , Avimix (Vetark) o Vitahawk. L’uso di supplementi alimentari dovrebbe iniziare già a partire dal secondo giorno di vita. Molti allevatori non usano supplementi alimentari perché pensano che anche gli uccelli selvatici non li usano, ma bisogna dire che intanto allo stato selvatico i rapaci non allevano più della metà dei pulcini che allevano in cattività e in oltre, si deve notare che, anche nei rapaci selvatici si riscontrano frequentemente malformazioni delle ossa e della carena dello sterno.Molte patologie riscontrate nei pulcini provengono da errori durante l’incubazione delle uova ( o nella temperatura o nell’umidità). Tali variazioni rispetto alla normalità fermeranno lo sviluppo dell’embrione o lo danneggeranno, provocando fallimento nella retrazione del sacco del tuorlo, torcicollo, zampe storte o piegate, atrasia, oppure pulcini particolarmente deboli e poco sviluppati. Tali condizioni possono avere anche altre cause, quali l’alimentazione della femmina .

A questo punto ( circa 25 gg di età) i piccoli vengono posti all’interno di voliere piuttosto grandi dove possono così svolazzare liberamente. In tali voliere vengono immessi sia i pulcini allevati naturalmente dai genitori sia i pulcini allevati a mano; in queste condizioni diventa difficile distinguere fra gli uccelli che sono stati allevati nell’uno o nell’altro modo. Si è visto che i Pellegrini allevati a mano in gruppi di diversi esemplari sono capaci di riprodursi normalmente.

Dunque nel caso dei pulcini nati in incubatrice la maggior parte delle volte essi verranno allevati a mano. I giovani uccelli rapaci in questo caso vengono allevati solo dall’allevatore che praticamente prende completamente il posto dei genitori. In poche parole non viene fatto nessun tentativo di nascondere il contatto con gli umani, gli uccelli sono posti al massimo contatto con le persone, con animali, con differenti luoghi ed eventi. Quando sono ormai completamente sviluppati, ed inizieranno a volare, essi non avranno nessuna paura: potranno seguire l’allevatore fuori e volargli intorno. Non ci sarà nessun bisogno di usare la “lunga”, o altre tecniche per non perdere l’uccello. Inoltre gli uccelli così allevati inizieranno a volare quando sono ancora molto grassi e quando riceveranno ancora diversi pasti al giorno. Allora quando iniziano a volare, l’ammontare di cibo fornito giornalmente dovrà essere diminuito per ottenere una certa misura di controllo e per evitare che l’uccello diventi troppo indipendente e distratto. A questo punto gli uccelli iniziano a gridare (“screaming”) per il cibo così come fanno i giovani uccelli selvatici quando vedono i loro genitori. Se questi uccelli vengono utilizzati a caccia e avranno successo, le grida termineranno, come avviene anche nei rapaci selvatici. Se invece non avranno successo nella caccia, le grida persisteranno. Di solito questi falchi saranno molto aggressivi nei confronti degli esemplari della loro stessa specie e solitamente non si riprodurranno naturalmente in cattività una volta raggiunta la maturità sessuale. Tenendo un uccello che grida fuori da qualsiasi contatto con gli umani, all’interno di una grossa voliera “skylight” per circa un anno, spesso si otterrà il risultato di riuscire a renderlo apparentemente normale.

Dunque le alternative per tirare su i giovani falchi sono:

1)Allevamento a mano(“hand rearing”) con imprinting totale sull’uomo, nel caso i pulcini vengano tenuti isolati gli uni dagli altri .

2)Allevamento a mano che coinvolge giovani della stessa età allevati tutti assieme in gruppi e a contatto con l’uomo (“creche rearing”). Questo metodo produce uccelli rapaci che accetteranno gli umani e possono anche reagire socialmente ad altri uccelli della stessa specie; quando essi saranno maturi, saranno capaci di riprodursi in maniera naturale o con metodi artificiali (inseminazione artificiale), in base al loro grado di esposizione agli umani e agli altri uccelli.

3)Allevamento “creche rearing” isolato: simile al precedente ma in questo caso gli uccelli avranno un minimo contatto con l’uomo. Essi verranno alimentati inviando loro il cibo attraverso una botola con scivolo. Questo metodo di allevamento produce uccelli più nervosi rispetto al precedente , ma tali uccelli saranno ancora più addomesticati rispetto agli uccelli allevati direttamente dai genitori in maniera naturale. I giovani uccelli allevati in questo modo sono ancora capaci di riprodursi con metodi naturali o artificiali.

4)Allevamento da parte dei genitori naturali (“parent rearing”) o adottivi della stessa specie (“cross fostering”), sia in voliere aperte (parziale imprinting sull’uomo) sia in voliere “skylight” (nessun imprinting sull’uomo).

Spero di essere stato utile in qualche modo ai lettori che ringrazio per l’attenzione. Comunque per ultriori informazioni sulle tecniche, le attrezzature, i falchi, le bibliografie, non esitate a contattarmi.

Paolo Taranto

La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino: Incubazione Artificiale

 La Riproduzione in Cattività del Falco Pellegrino

INCUBAZIONE

 

La percentuale di schiusa si aggira attorno a valori compresi tra il 75% e l’85% per quanto riguarda uova fertili di falco pellegrino incubate in una piccola incubatrice ad aria forzata (Marsh Farm Roll-X) mantenuta ad una temperatura dell’aria di 37, 5 gradi centigradi e a una umidità relativa di circa il 40%. L’umidità può variare ma non deve superare il 45% durante la maggior parte del periodo di incubazione; altrimenti non ci sarà una sufficiente trazione nella camera d’aria per permettere una normale schiusa. Le uova vengono tenute in una griglia per uova di gallina di medie dimensioni, con la loro estremità maggiore posta a formare un angolo di 45 gradi.

Attualmente sul mercato ci sono ottime incubatrici supercollaudate da allevatori di fama internazionale. Potete trovare la lista dei produttori tra i Link di questo sito.

Per l’incubazione vengono usate con successo incubatrici ad aria forzata cioè con un motore provvisto di ventola che muove l’aria all’interno della stessa in modo che la temperatura sia uniforme in ogni zona. Assicurarsi che i termometri e gli igrometri siano precisi e ben funzionanti. Anche un buon termostato è essenziale e oggigiorno esistono quelli digitali che offrono una variazione di temperatura di 0.2 °C. E’ sempre meglio che l’incubatrice abbia 2 termostati: uno digitale e l’altro a membrana che interverrà nel aso il termostato digitale si rompa. Inoltre è fortemente consigliato effettuare, nel periodo precedente l’incubazione, un completa disinfettazione e sterilizzazione delle incubatrici e di tutte le attrezzature (usando del permanganato di potassio e formalina in proporzioni 1:2).Le uova in incubatrice vengono girate (“turning”) da 4 a 8 volte al giorno da un motorino provvisto di motoriduttore, come fa la femmina in natura. Bisogna cercare di eliminare eventuali vibrazioni prodotte dalla ventola e dal voltauova. Esse sono dannosissime e dimezzano di molto la percentuale delle nascite.

Due volte al giorno le uova mentre vengono raffreddate tenendole alla temperatura ambiente della stanza di incubazione ( “cooling”) per circa 10-15 minuti. Ogni cinque giorni si procede con il peso delle uova (“weighting”) e con la speratura (“candling”) allo scopo di determinare la condizione dell’embrione e della camera d’aria. Infatti la dimensione e la condizione della camera d’aria negli ultimi stadi di incubazione sono importanti indicatori di come sta procedendo l’incubazione.

E’ molto importante accennare al concetto del controllo del peso delle uova durante l’incubazione. Sviluppandosi, infatti, l’embrione metabolizza le riserve alimentari immagazzinate nell’uovo e producendo di conseguenza molecole di acqua che evaporano attraverso le minuscole porosià del guscio . Bisogna mantenere un perfetto equilibrio tra l’acqua persa nei processi evaporativi e l’umidità all’interno dell’incubatrice. Per effettuare tale tipo di controllo si deve prima conoscere qual è il peso dell’uovo subito dopo la sua deposizione; allora si misura la lunghezza (L) e la larghezza (l) delluovo appena prelevato dal nido ( 1 sett. dopo la sua deposizione) e si applica la formula: w = 0,0005474(L x l)2

dove w è il peso dell’uovo appena deposto. A questo punto si deve procedere in modo da far perdere all’uovo circa il 16% del suo peso iniziale durante tutto il periodo di incubazione fino alla schiusa. Se per es. l’uovo in questione pesa 45 grammi, sapendo che nel Pellegrino il periodo di incubazione dura in media 31 gg, e calcolando il 16 % di 45 gr otteniamo come risultato che l’uovo durante tutto il periodo di incubazione deve perdere 7,2 gr e cioè circa 0,23 gr al giorno. Se viene monitorato il peso dell’uovo ogni giorno risulterà statisticamente difficile ottenere risultati precisi, dunque le misurazioni del peso verranno effettuate ogni 5-6 gg. Per ottenere la perdita di peso desiderata dovremo aumentare l’umidità relativa aggiungendo più acqua nell’incubatrice nel caso in cui l’uovo sta perdendo troppo peso e, viceversa diminuire l’umidità, togliendo acqua, nel caso in cui l’uovo non sta perdendo il necessario peso (per il controllo del peso esiste un apposito software che può essere reperito attraverso il sito dell’ Avian Management Service )

Dopo 30-31 giorni di cova, l’ uovo inizia a mostrare segni di cambiamenti interni. La speratura in questo momento, mostrerà che l’ embrione in sviluppo adesso ha iniziato a rompere la camera d’ aria che, se prima era sferica, adesso è elleittica. Inoltre l’ embrione ora occupa una area maggiore dentro il guscio. Tutto questo susseguirsi di cambiamenti interni è chiamato “pipping”.

Per nasere il pulcino richiederà molto più ossigeno rispetto a quello che esso assorbe normalmente con la diffusione attraverso il guscio, quindi iniziano ad entrare in funzione ora i suoi polmoni ed i suoi sacchi aeriferi. Adesso la funzione delle membrane corioallantoiche non serve più ed esse vanno in declino, ma questo processo verrà completato solo alla schiusa. Il pulcino adesso si trova in un momento di transizione in cui sta sviluppando le forze per rompere il guscio e uscire fuori dall’uovo.

Le uova nello stadio di “pipping” vengono spostate in una unità di schiusa (“hatcher”)costituita da un’altra incubatrice ad aria ferma, a una temperatura di circa 37 gradi e a una umidità relativa dell’ 80-85% che previene la disidratazione.E’ provato infatti che l’aria forzata prodotta dalla ventola al momento della schiusa, secchi eccessivamente la membrana dell’uovo ostacolando la nascita del pulcino.