Storie di cani , di Astori e 1/2 astorieri

È una data che devo segnarmi.. il giorno in cui devo dare ad Axel 800,00 euro e adesso ti spiego il perché.

Il sole oramai era sparito v’era pochissima luce , ma decido lo stesso , verso le 17,30 , di uscire con il Falco ed Axel a cercare la solita lepre che il mio vicino vede tutte le sere nel suo campo e qualche volta anch’io.
Sono previdente e porto sul capo la lampada a led da 600 lumen… non si sa mai …e mi avvio in campo.
Oramai è quasi buio e passando tra un frutteto e un bosco alla mia destra, vedo d’un tratto, alzarsi tra i rami degli alberi un rapace che scappa via , la battezzo come Poiana , ma poteva essere anche un Astore , Nahani , mi strappa dal pugno , io cerco di trattenerla , ma lei s’invola all’inseguimento del rapace. Lei se vede un uccellino piccolo , tipo passero o storni , manco se lo guarda , ma se vede un uccello grande , che sia rapace o altro gli corre dietro e cerca d’ammazzarlo , non ci si può far nulla , è la sua natura, l’Astore è nato per uccidere. Io resto attonito anche perché andare su una Poiana significa rischiare di farsi male per lei , ma non posso farci più nulla , oramai è andata e la vedo sparire dietro al rapace nel bosco. Ovviamente spero che non sia riuscita a prenderlo , uno perché la Poiana è specie non cacciabile è particolarmente protetta come tutti i rapaci, due perché se gli fosse arrivata addosso , c’è da dire che la Poiana ha artigli anch’essa, ed anche se non concepiti come quelli dell’Astore adatti ad ammazzare , sono pur sempre artigli ed avrebbero potuto ferire la mia bimba. Con me resta Axel , Nahani la vedo sparire nel buio , accendo la torcia sul capo , poi sfilo dalla tasca la radio ricevente, l’accendo e cerco la localizzazione del falco.
Cerco invano per un quarto d’ora al buio pesto , tra un ginepraio di rovi e spini che mi impediscono la mobilità in mezzo al bosco, la lampada mi fa una bella luce e così non faccio fatica a controllare il segnale della radio , ma di Nahani nessuna traccia. Oramai mi stavo già rassegnando a tornare a casa senza il Falco, “ tornerò a cercarla domattina “ mi dicevo, anche se star fuori di notte per un falco come lei può essere rischioso per via dei predatori notturni, e già sapevo che questa notte non avrei dormito, quando ad un tratto mi viene un’idea . Ho sempre con me un fischietto che uso in addestramento per richiamare il Falco, lo prendo, ci soffio dentro e al termine del fischio , Nahani mi risponde , fischio ancora e lei di nuovo risponde e la sento avvicinarsi , il suono del campanello che porta alla zampa è sempre più vicino , fino a quando la vedo tra i rovi zampettare come un ratto , avvicinarsi ai miei piedi e chiedermi di salire al pugno . Io mi chino e lei ci sale sopra . Per fortuna il rapace le era scappato via ,ma soprattutto, per fortuna che lei era tornata da me, io la cercavo, ma è stata lei a trovarmi, chiamandomi e facendosi sentire con i suoi versi striduli da imprintata malefica che mi distrugge i timpani ogni volta che viene a casa anche se ha il gozzo pieno come un tacchino 🦃 , probabilmente aiutata anche dalla luce, poiché spesso faccio addestramento in notturna con la luce al capo proprio per impratichirla a queste evenienze. Ovviamente anche se non aveva catturato , l’ho premiata con un bel pezzo di petto di piccione che avevo con me e così siamo tornati verso casa. Ma… uscito dal bosco mi accorgo di aver perso la radio, cerco nella tasca della giacca, ma non trovo nulla. Decido di mettere un bastone all’ingresso dell’uscita del bosco come segnale… “adesso vado a casa , lascio il Falco e poi ritorno a cercare la radio “ mi dico tra me, e così faccio.
Torno ad uscire di casa , un buio pesto, freddo cane , un quarto d’ora per raggiungere il bosco , questa volta però ho le mani libere e con me c’è solo Axel , Nahani l’ho lasciata a casa a spiumare un’ala di piccione come cena .

Arrivo sul posto , metto Axel a sedere e gli faccio annusare la tasca dove avevo la radio e poi gli do’ il comando “suchen aport” che in tedesco significa cerca e riporta . Ma ho poche speranze perché lo vedo interessato alla traccia della lepre . Così mi metto a cercare io, tra rovi e spini al buio , il prezioso oggetto costatomi euro 800,00 . Cerca e ricerca ma nulla di fatto, intanto ogni tanto nel buio gridavo “ Axel aport”, ma Axel mi girava attorno, facendosi i cavolacci suoi . Esco dal bosco, vado un po’ in su e ritrovo in campo il segnale che avevo lasciato dove finiva il frutteto e iniziava il bosco , il bastoncino di legno e mentre sto per ripercorrere la strada che avevo fatto prima, ma a ritroso , per vedere dove mi fosse caduta la radio sento Axel che mi viene dietro nel buio , lo sto quasi per sgridare , dicendogli “ caxxo fai dietro, porca misericordia, stai d’avanti a cercare la radio cosa servi dietro di me? “ , quando mi giro e vedo che ha la radio in bocca e mi chiede di prendergliela…Che emozione… a momenti non ci credo , ma la prendo e lui me la lascia , lo abbraccio stretto e gli do tre baci sul tartufo , il suo grande naso marrone che sente di tutto , poi continuo a riempirlo di complimenti e lo ringrazio. Lui è visibilmente felice, io ancora più di lui . In una sera avevo riportato a casa il Falco e la radio che avevo persi . La radio praticamente mi è costata quasi quanto il Falco ed ora ad Axel devo 800, 00 euro . 💶
Michele Moffa

Falconeria in Spagna

La mia ormai trentennale passione per l’alto volo e più specificatamente per i pellegrini, ha fatto siche da quattro anni puntualmente nel mese di gennaio, io e un’altro “integralista” come me, cidedichiamo, per una decina di giorni, alla caccia della mitica rossa in Spagna, nella regione dellaCastiglia-La Mancia.Il tipo di territorio è molto aperto, enormi estensioni di grano duro con assenza quasi totale di alberi.

Il terreno è molto pietroso tantè che i pietroni raccolti dai contadini vengono ammucchiati qua e la ecostituiscono gli unici ripari naturali per le pernici, che condividono con i conigli selvatici.E’ singolare infatti vedere come l’asprezza del territorio abbia indotto le pernici residenti a sfruttarele profondità delle tane dei conigli per sfuggire ai predatori, umani o di altro genere!

Rispetto alla caccia tradizionale che facciamo da noi , questa è molto diversa. Il cane qui non è cosìfondamentale.

La caccia si svolge prevalentemente dalla macchina: si osserva il terreno, siindividuano le pernici in pastura, e si cerca di approcciarle. Bisogna cercare di non forzarle ma difarle avvicinare il più possibile ai mucchi di pietre o ai cespugli, magari utilizzando proprio lamacchina, andando loro imcontro pianissimo.Questo lavoro è importantissimo in quanto queste pernici sono in costante allarme proprio perchèabituate ad una forte pressione da parte di predatori naturali e anche dai falchi dei falconieripresenti ogni giorno da ottobre a febbraio.

Una volta che le pernici si sono fermate, bisogna essere rapidissimi nel liberare il falco e stare fermivicino alla macchina.Normalmente quando il falco inizia a salire le pernici si fermano definitivamente, allora si aspettal’ascesa del falco fino ad un’altezza ottimale che normalmente non dovrebbe essere inferiore ai 70 –100 metri.

Una volta ottenuta l’altezza ottimale, dobbiamo centrare il falco. La centratura deve essere perfetta,in quanto i rifugi sono ad una distanza di circa duecento metri gli uni dagli altri,quindi la picchiatadeve essere perpendicolare e fulminea. Purtroppo noi, per lo meno noi dell’Italia del nord, dobbiamoscontrarci con un’ostacolo molto difficile da superare: il vento.

In questi altipiani infatti soffia costantemente con un’intensità che varia dai 25 ai 50 Km orari eoltre.Riuscire a centrare ad un’altezza ottimale un falco con queste condizioni implica una potentemuscolatura del falco,che lo renda in grado di contrastare la forza del vento e di in cavalcarlo.Come dicevo prima noi dobbiamo, qualora il falco abbia raggiunto l’altezza desiderata, iniziarel’approccio sopravento e cercare assolutamente di fare partire le pernici col vento in coda. In questafase un buon cane può fare la differenza in quanto ci può segnalare con precisione la posizione deiselvatici.

E’ noto infatti che il coefficente di penetrazione del vento della pernice è maggiore rispetto a quellodi un falco in picchiata contro vento, in quanto il falco più grande avrà una superficie maggioreesposta al vento contrario della pernice più piccola e, nel tempo impiegato nella discesa,il falcoverrà frenato dal vento, mentre la pernice riuscirà a raggiungere il riparo.

Al contrario se noiriusciamo a farle partire col vento in coda (Cosa difficilissima!!) la maggior superficie del falco lofavorirà accellerandolo ulteriormente e riuscirà ,se tutto è stato fatto con precisione, a colpire lapernice.

Normalmente vengono stoccate violentemente e, rotolando sul terreno roccioso, muoiono più perlesioni provocate dalle pietre che dall’impatto del falco. Raramente vengono legate.

Paolo Caprioglio 2007