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La Falconeria negli Aeroporti

Da cacciatori ad angeli custodi dei viaggiatori. Come dire: anche i falchi fanno carriera. Alle dirette dipendenze della torre di controllo dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, il rapace si occupa infatti della protezione dei velivoli in partenza e in decollo dallo scalo. Allontanando gabbiani, cornacchie e pavoncelle dalla pista, non c’è più il rischio che qualche pennuto finisca nei motori dei velivoli, con conseguenze più o meno gravi al velivolo. L’aeroporto regionale è uno dei primi in Italia ad avere adottato questo particolare servizio. E non da poco.

Sono infatti ormai dieci anni che gli otto falchi addestrati e diretti da Aldo Miconi di Tarcento (nella foto a sinistra),  tengono a bada gli uccelli. L’impiego dei falchi pellegrini è stato infatti avviato, prima sperimentalmente, poi in pianta stabile, all’inizio del 1987. Con ottimi risultati, tanto che all’estero hanno preso esempio anche da casa nostra per avviare un servizio anti-gabbiani.

Anche l’aeroporto Marco Polo in Venezia adotta l’allontanamento dei volatili a mezzo falchi dove con successo e con piena soddisfazione delle autorita’ aeroportuali opera il falconiere Gianni Di Lenardo, con diversi falchi di basso e alto volo con tecniche adatte ad non disturbare le attività aeroportuali. Un altro Aeroporto che sta sperimentando con successo questa tecnica è quello di Torino Caselle.

Dall’ottobre, dell’anno scorso anche l’aeroporto di New York utilizza i falchi racconta Miconi- e in quattro mesi c’è stato un calo del 65 per cento dei danni riportati dagli aeromobili in transito. E scusate se è poco. Ronchi, si diceva, è l’unico scalo ad adottare l’impiego dei rapaci. Un sistema naturale che però, curiosamente, non trova spazio presso altri aeroporti altrettanto a rischio come Genova, Roma-Fiumicino e Cagliari. In questi dieci anni di attività gli otto esemplari addestrati da Miconi, si sono decisamente guadagnati la pagnotta.

 

Dagli 850 interventi del primo anno racconta Miconi- siamo passati a circa 80. Dopo un periodo di prova, il servizio di protezione delle piste è stato esteso a tutti i 365 giorni dell’anno, dall’alba al tramonto. Da qualche tempo a questa parte, c’è meno lavoro del solito. Pochi stormi di gabbiani: forse gli uccelli hanno imparato la lezione e ora girano al largo. Gli otto falchi, tutti veterani (uno di loro ha raggiunto la veneranda età di sedici anni), vivono all’interno dell’aeroporto. L’allevamento è a Tarcento, a casa Miconi, dove proprio in questi giorni è nato un falchetto pellegrino. Auguri al futuro controllore di volo.
 

 

(L’aeroporto assume il falco)


 

I veri signori dei cieli sono loro, i falchi. Non quei buffi volatili, enormi, lucenti e impacciati che portano tante persone nella loro pancia ma che cadono come piombo se un uccelletto entra nei loro muscoli. E da vero signore dei cieli il falco domina il suo spazio, atterrisce le possibili prede, sgombera il volo a queste goffe ali meccaniche.

 

L’aeroporto del Friuli Venezia Gulia ha deciso di affidarsi, stipulando un contratto di prestazione professionale, a un falconiere, Aldo Miconi, di Tarcento, per il servizio di protezione al volo, promuovendo un esperimento in atto già dal 1988. In quell’anno furono effettuati 700 interventi, cioè i falchi hanno dovuto “mostrare gli artigli” per altrettante volte a gabbiani e altri uccelli di passo, scacciandoli dall’area di volo. Attualmente gli interventi sono circa 50, dovuti, per lo più, alla presenza di poche decine di gabbiani in transito occasionalmente. Un indubbio successo: i falchi ammaestrati (in genere pellegrini) con il loro comportamento predatorio dissuadono gli altri uccelli dall’invadere il loro spazio. Gli attacchi di questi rapaci non sono cruenti, funzionano solo da deterrente. Lo stesso metodo è utilizzato da altri aeroporti nazionali e internazionali.

 

Da uno studio condotto dall’ente di gestione dello scalo internazionale di New York, il “J.F. Kennedy”, è risultato che l’uso dei falchi ha fatto registrare, nel periodo giugno-settembre ’96, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una riduzione del 66 per cento dei danni riportati sugli aeromobili in transito e causati dai volatili. Ma l’uso dei falchi va completato con delle misure preventive di tipo ambientale, tenendo in considerazione la posizione dell’aeroporto rispetto ai flussi di migrazione dell’avifauna. Queste misure vanno dal miglioramento e pianificazione della vegetazione, al controllo degli insetti (principale cibo di molti uccelli) al miglioramento della raccolta dei rifiuti solidi, alla gestione delle acque stagnanti (habitati ideali per stormi di limicoli).L’uso dei falchi per evitare pericolosi contatti degli uccelli con gli aerei si è dimostrato quindi validissimo a Ronchi dei Legionari, uno scalo posto a poca distanza da importanti aree di passo dell’avifauna, come la laguna di Grado e Marano. All’aeroporto militare di Rivolto, invece, posto sulle magre praterie del medico Friuli, paradossalmente c’è, seppur ridotto, il problema inverso. Infatti gli uccelli che si librano più frequentemente sulle piste di volo delle Frecce tricolori, sono proprio varie specie di falchi, che trovano nei prati sgombri e protetti, cibo in abbondanza. Qui gli altri uccelli si guardano bene dall’avvicinarsi. Ai passeggeri che attendono i voli allo scalo regionale, quindi, capiterà spesso di vedere librarsi in cielo splendidi esemplari di falco pellegrino. Se osservano bene sulla zampa noteranno un anello di riconoscimento e una fettuccia di cuoio. La prima è la “carta d’identità” dell’uccello, la seconda è il “cordone ombelicale” che lo lega al falconiere.Ronchi dei Legionari è un’aeroporto che si sta attrezzando per offrire servizi sempre più a livello europeo, rinnovando e potenziando le sue strutture con le più innovative tecnologie, ma nello stesso tempo un’arte antica e nobile, la falconeria garantisce una migliore sicurezza di volo.
Tratto da:  www.aviomedia.com


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Federico Lavanche
Federico Lavanchehttps://www.falconeria.org
Sono il fondatore di questo sito, pratico la falconeria dal 1992 e mi diletto a scrivere articoli sulla falconeria. Cerco di proporre l'immagine della falconeria per quello che è cioè una Passione Sana, a contatto con la Natura, un mezzo di caccia assolutamente non pericoloso ne invasivo, a zero impatto ambientale. Faccio del mio meglio per far capire, a chi la contrasta, che prima di scrivere sulla falconeria, bisogna conoscerla profondamente ;) Mi considero un po' il "custode" di questo sito che, dal 1997 "racconta"attraverso eventi, informazioni e personaggi, la falconeria in Italia.

1 commento

  1. tovo molto bello questo articolo,amo la natura e gli animali,fin da bambino ammaestravo canarini per avere un rapporto di amicizia con loro…e poi sono passato a pappagalini e piccioni…e mi piacerebbe poter diventare un falconiere e lavorare negli aeroporti, se qualcuno può dirmi a chi mi dovrei rivolgere..mi farebbe veramente un enorme favore…e complimenti ai falchi e ai suoi istruttori…..

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