Il Guanto:
Il guanto ha la funzione di proteggere la vostra mano sinistra (perchè è li che tradizionalmente e per comodità si porta il falco) dagli artigli e dalla pressione che questi esercitano sul vostro pugno. Ve ne sono di diverse forme e taglie ma l’importante è che sia di spessore giusto per il tipo di rapace che dovete maneggiare. Il falco va “sentito”, quindi scegliere un guanto da astore per uno sparviero è ridicolo e assurdo. La sensazione è un po’ come essere tutt’uno con l’animale, sentire quando stringe, quando ha perso l’equilibrio o quando è totalmente rilassato. Non deve essere troppo rigido da ostacolare la chiusura del pugno ma non troppo morbide da slabbrarsi, tagliarsi o peggio forarsi. Non deve essere ne troppo largo ne troppo stretto ma deve aderire bene alla mano.
Tutti i guanti da Falconeria sono dotati di un robusto anello all’altezza del polso.
Su di esso viene fissata una lunghina di cuoio con alla fine un moschettone per assicurare la girella del falco quando lo si trasporta sul pugno.
Alla base del guanto troviamo il fiocco o pon-pon che oltre ad avere un effetto estetico ha anche la funzione di impugnatura quando non indossiamo il guanto.
Molti falconieri, quando hanno il falco in volo che siè decentrato troppo, ruotano sopra la propria testa il guanto afferrandolo proprio dal pon-pon.
I Geti :
I geti sono delle strisce di pelle che rimangono permanentemente legate con un apposito nodo ai tarsi dei rapaci in addestramento.
Tramite i geti è possibile assicurare il falco al blocco o alla pertica o è possibile trattenerlo sul guanto.
Sono fondamentali come le redini per il cavallo e devono sempre essere controllati perchè siano sempre in ottimo stato: morbidi e ingrassati. I geti vecchi sono rigidi e secchi e
tendono a rompersi facilmente.
E’ logico che i geti devono essere proporzionati alle dimensioni degli animali. Le strisce possono
essere larghe 1,03- 1,05 cm.
Per astori e pellegrini vanno bene geti lunghi 20-22 cm e per gli stessi animali si può calcolare come distanza tra i due tagli del geto di 5-6 cm.
Fate attenzione che non siano troppo stretti da ledere il tarso dell’animale ma neanche troppo larghi da permettere la fuoriuscita della zampa…!
Nel dopo guerra sono stati inventati dei geti fantastici chiamati aylmeri: sono composti da un braccialetto chiuso con un occhiello e un geto a bottone che passa all’interno dell’occhiello.
Questo tipo di geto è una genialata perchè permette al geto a bottone di ruotare su se stesso all’interno dell’occhiello, rendendo impossibile l’attorciliamento del geto su se stesso.
Grazie a questa invenzione si sono scampati innumerevoli incidenti.
Un’altra possibilità che da questa invenzione è di poter volare il falco senza geti ma solo con i braccialetti. Nelle figure sono illustrati i modi per legare i geti ai tarsi e la foto dei geti aylmeri nonchè della pinza per mettere gli occhielli.
La girella :
La girella ha il compito fondamentale di evitare pericolosi attorciliamenti tra i geti e la lunga, infatti viene interposta tra di esse.
Originariamente era di bronzo, ora è supertecnologica: inossidabile, provvista al suo interno di cuscinetti a sfera che diminuiscono tantissimo l’attrito che si forma durante la rotazione degli anelli posti alle sue estremità. Questa rimane sempre attaccata ai geti tranne che durante il volo del rapace. Controllatene sempre l’usura e la funzionalità; ne va della vita del falco!
La lunga :
La punta la infiliamo lell’anello libero della girella fino a quando incontra il nodo, l’altra estremità viene annodata con il caratteristico nodo del Falconiere alla pertica o al blocco.
E’ importante stabilire il materiale per la preparazione delle lunghe a seconda dei rapaci. Anche questo articolo deve eseere dimensionata per spessore e sezione al peso del falco.
Ci sono falchi che tendono a beccare costantemente la lunga fino a tagliarla di netto (generalmente alcuni falchi di alto volo) con i quali bisogna usare lunghe di cuoio mentre con il basso volo si possono usare indifferentemente qualsiasi tipo di materiale.
Una buona caratteristica che ogni lunga dovrebbe avere è un po’ di rigidità che consente al falco che gira intorno alla base del blocco di far seguire con questo movimento l’anello alla base del blocco a cui è legata la lunga evitando l’attorciliamento.
Possiamo avere per nostra comodità lunghe fisse cioè costantemente legate alla pertica da un lato e provviste di moschettone dall’altra o le classiche lunghe “sfilabili” da annodare ogni volta. In ogni caso, e lo ripeto controllate l’usura delle vostre lunghe e non aspettate “domani” perchè potrebbe essere troppo tardi!
Il cappuccio :
Credo che l’invenzione del cappuccio abbia veramente dato una grande svolta al mondo Falconeria. Grazie al cappuccio si può trasportare il proprio falco ovunque: lo mantiene tranquillo, come se riposasse anche se intorno a voi c’è l’inferno. Il trasporto in macchina ad esempio è fattibile esclusivamente grazie all’uso del cappuccio ameno che non parliamo di animali così abituati a tutto e di razze particolarmente mansuete come falchi di harris, red-tail, gheppi che del cappuccio non hanno bisogno.
Anche molti astorieri non usano il cappuccio ma usano la scatola da trasporto di cui parlerò più avanti.
In commercio, si possono trovare di diversi tipi di cappucci confezionati con diverse qualità di pelli e di diverse colorazioni taglie e modelli.
-Angloindiani
-Arabi
-Olandesi
Le differenze sono nel design e nel tipo di chiusura sul retro.
Il cappuccio deve:
1) calzare perfettamente alla testa del falco in modo che non gli dia fastidio.
2) Non deve toccare assolutamente gli occhi, quando succede trovate nell’interno, in corrispondenza degli occhi le lacrime.
3) deve avere il taglio del becco ben fatto in modo che gli permetta di nutrirsi e di espellere la borra anche se il miglior cappuccio può risultare pericoloso in questo delicato istante perchè può provocare il soffocamento.
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