“E così ci siamo riusciti.
La falconeria fa parte del futuro della caccia in Italia.
Pochi hanno contribuito realmente a questo risultato, molti se ne glorieranno senza aver fatto niente.
Ma in Italia questo accade spesso e noi tutti sappiamo benissimo riconoscere, e quindi ringraziare, le persone che effettivamente hanno consentito l’inserimento della falconeria nella Legge varata lo scorso 30 gennaio 1992.
Per primo perciò voglio rivolgermi al Presidente della Commissione Ambiente del Senato Sen. Maurizio Pagani che si era impegnato a darci una mano, allorché, dopo una sua visita al castello di Melfi, conobbe il nostro problema e, in una successiva nostra visita presso il Senato, poté documentarsi sui testi e le riviste “il falconerie nuovo” che avemmo il piacere di donargli in quell’occasione: grazie di cuore Presidente!!
Poi voglio ringraziare il mio più caro amico, perfetto compagno di caccia, ottimo scrittore e poeta, il Sen. Giovanni Pellegrino che avevo incaricato di coordinare tutti gli interventi al Senato e attraverso lui voglio ringraziare anche il suo partito, PDS e il suo rappresentante in seno alla Comm. Ambiente che è stato la goccia determinante a far traboccare il vaso a nostro vantaggio.
Tutto il resto, come peraltro accaduto alla Camera, non sarebbe bastato.
Chiuso questo argomento voglio parlare di questa rivista nata, come altre mie iniziative, per risolvere il problema dell’inserimento del falco come mezzo di caccia nella normativa venatoria.
Oggi che tutto è risolto non ha più senso che io continui con un impegno che mi è sempre più difficile rispettare: il lavoro, esploso quantitativamente d’improvviso, prende talmente tanto il mio tempo che quest’anno non ho potuto neanche volare un falco (a parte il breve episodio di Orte).
Avevo pensato di chiudere qui l’esperienza della Rivista, ma è più forte di me…, non ci riesco!
E allora ho deciso che, da ora in poi, la rivista uscirà una volta all’anno, probabilmente a fine anno (ma senza impegno), e sarà un mio omaggio a tutti i falconieri italiani.
Nessuna quota, quindi da pagare (d’altronde i falconieri italiani, tranne rari esempi, si sono spesso dimostrati più che tirchi!).
Finiranno così, mi auguro, le voci di chi, non sapendo cosa trovare da ridire, ha addirittura sostenuto che io mi sarei arricchito (o avrei comunque guadagnato) attraverso le iniziative che ho promosso (la Federazione, Melfi).
Ho tanta vergogna per la pochezza morale ed intellettuale di siffatti individui che non hanno neanche il coraggio civile di confrontarsi direttamente con me su queste calunnie.
Spero che presto qualcuno possa sostituirmi nel ruolo di Segretario della FIF, mi libererò così delle carte e delle troppe responsabilità, potrò dire ciò che penso, ed uscire fuori da tutto, tornando ad essere solo un uomo, con un falco sul pugno e un cane al guinzaglio”.
Nicola De Marco
E’ il 1992, l’alba di una nuova era per la Falconeria italiana. Un ciclo che si chiude, la luce in fondo al tunnel. Nelle parole di Nicola trapela tutto l’entusiasmo di chi ha ottenuto un ambito successo; l’agognata legge che tutelerà la Falconeria in futuro ora era realtà.
Faccia riflettere questa lettera tutti coloro che imprecano sulla 157, perché sappiano quali sforzi sono stati fatti per raggiungerla, e quanti pochi se ne stiano facendo per migliorarla. Credo che se la metà degli sforzi che si fanno per sputare sentenze o trovare patetiche scuse che legittimino la propria incapacità, fossero usati per cercare soluzioni, oggi avremmo una legge sulla Falconeria degna di essere annoverata nei manuali di diritto.
Un ultima sferzata nella parte finale a chi lo aveva accusato di lucrare con le sue iniziative. I suoi riferimenti sono chiari e chi allora ha vissuto quel periodo sa chi sono gli interessati, ma questa è un’altra storia!
Matteo D’Errico
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