VICENZA – Nascerà virtualmente domani a Marostica, nel vicentino, una nuova figura professionale che, in tempi di crisi occupazionale, non avrà che l’imbarazzo della scelta nello scegliere le «aree di crisi» nelle quali operare. Nel corso di una cerimonia ufficiale, avverrà infatti l’investitura dei primi 23 falconieri diplomati, che hanno partecipato al primo corso europeo di qualificazione professionale. Si tratta di un progetto pilota iniziato alla fine del 2004 da un’idea del direttore del Museo Ornitologico di Marostica, Salvatore Foglio e grazie al sostegno della Regione Veneto. Nel campo della falconeria si tratta del primo esempio in Europa di un diploma riconosciuto dallo Stato, con titolo per l’ammissione ai pubblici concorsi, in grado di rispondere alle continue richieste da parte di enti pubblici e privati di formare una figura professionale che possa intervenire in aree a rischio come aeroporti, discariche, allevamenti intensivi, colture agricole e città d’arte.
Per un anno tutti i fine settimana, per complessive 350 ore di lezione teoriche e pratiche, gli aspiranti maestri falconieri provenienti da Veneto, ma anche da Trentino, Lazio e Calabria, hanno appreso a Marostica i segreti di una professione con radici antichissime che oggi può rivelarsi una scommessa occupazionale per il futuro dai molti appeal: la possibilità di svolgere un’attività in proprio a progetto, uno stipendio più che dignitoso, nessuna ricerca affannosa di un datore di lavoro ma, soprattutto, la certezza di poter lavorare all’aria aperta, spesso in contesti architettonici di grande interesse storico. «La Regione Veneto ha indetto un nuovo concorso per altri 25 posti – racconta Foglio – nell’arco di un mese abbiamo già ricevuto oltre 500 domande da tutta Italia; visto che si tratta della prima iniziativa del genere su scala europea, ci stiamo organizzando per ospitare e formare falconieri di tutto il continente».
A dispetto delle credenze comuni, la falconeria è una professione da sempre votata all’incruenza: se ai tempi delle Crociate era proprio il regalo di un falcone a sancire l’armistizio tra cristiani e saraceni, oggi viene usato, come sottolinea Foglio, «sfruttando l’elemento etologico della psicologia animale: dunque nessuna uccisione di altre specie, perchè basta la sua presenza a far allontanare gli ospiti indesiderati». Dai luoghi comuni va bandita anche l’idea che quello del falconiere sia un mestiere prettamente maschile: «intanto perchè l’uccello utilizzato è la femmina – svela Foglio – che vive per almeno 20 anni ed è grande quasi il doppio del maschio, che viene definito ’terzuolò perchè di un terzo più piccolo». E poi perchè la falconeria, almeno in tempi moderni, parla sempre più al femminile. Dei 23 neo patentati falconieri, sette sono donne. «Non è un lavoro prettamente maschile – chiarisce Foglio – anzi le donne hanno una maggiore predisposizione ad ammansire e quindi a sfruttare le doti dell’animale».
Lo conferma anche una delle sette falconiere, Lisa Causin, 28 anni, di Mira (Venezia), una laurea in scienze forestali e un’occupazione a tempo determinato alla Regione Veneto. «All’inizio del corso – sottolinea – avevo solo voglia di capire e di conoscere questo mondo, poi è subentrata la passione e il sogno di trasformarla in una attività lavorativa». L’idea di Lisa, che da aprile diventerà proprietaria del suo primo animale, è di trovare lavoro nel campo della reintroduzione e recupero dei rapaci. Le richieste di personale qualificato vengono gestite per ora dalla struttura di Marostica che fornisce all’interessato l’elenco dei diplomati falconieri ritenuti idonei a svolgere l’attività richiesta. L’ultilizzo dei rapaci si è dimostrato ad esempio l’unico mezzo efficace per tenere lontani altri uccelli: dai gabbiani nelle discariche ai piccioni nei centri storici, per finire con i volatili che creano negli aeroporti il problema del bird-strik
e, la collisione degli uccelli con i motori degli aerei in fase di decollo e di atterraggio che altri sistemi come gli ultrasuoni non hanno risolto in modo definitivo.
Rosanna Codino
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it
24/2/2006
Postato 2006-02-25, 16:37:05 da admin
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