La falconeria raggiungeva l’Italia da tre diverse rotte; dai falconieri arabi attraverso la corte normanna in Sicilia; dal nord attraverso l’influenza tedesca, e attraverso i contatti veneziani con i falconieri in Asia e in Oriente. Esiste una ricchezza di letteratura, arte e documenti sulla falconeria sia nel medioevo che nella prima età moderna.
Tra i falconieri più famosi o famigerati del periodo ci sono Lorenzo di Medici, Lucrezia Borgia, Francesco Foscari, il Doge di Venezia e il cardinale Orsini. E, naturalmente, il falconiere più famoso, rivendicato sia dall’Italia che dalla Germania, Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero (1154-1250).
A partire dal 1700 assistiamo ad un progressivo declino della falconeria in Italia. Nel 1900 la falconeria era quasi estinta. Un nuovo interesse ravvivato all’inizio del Novecento e la pubblicazione dei libri di falconeria di Chiorino e Filastori nel 1906 e nel 1908 contribuì a risvegliare l’interesse per questo sport. Lo stile “Coppaloni” o “all’italiana”, era uno stile di addestramento e di volo oltre che un nuovo modo “filosofico” di interpretare la magia della falconeria.
Il Dott. Coppaloni fu farmacista, medico, scultore eclettico, cinofilo e giudice di cani da corsa, allevatore di pointer, e non lasciò mai una carta sul suo lavoro o sulle sue tecniche di caccia. Il consiglio di Coppaloni è stato quello di cercare innanzitutto la purezza dello stile di volo, da perseguire sempre anche a costo di limitare il numero di uccisioni. Negli anni Sessanta, ha dimostrato il suo stile di caccia durante un incontro in Spagna, dove Felix Rodriguez de la Fuente stava volando cul levé alla pernice rossa con i falchi; la sua esibizione è stata accolta con entusiasmo. Fulco Tosti di Valminuto , il primo discepolo di Coppaloni, trascorse due anni sul campo di volo di Torrejon vicino a Madrid esibendo ai falconieri spagnoli la tecnica del Coppaloni.
Nell’anno 1967 Coppaloni organizzò un incontro a Settevene, vicino Roma. Tra le persone presenti all’incontro c’era il grande Renz Waller , presidente della German Falconers, Jack Mavrogordato , la signora Woodford , Charles De Ganay e altri. Alla fine, dopo tanti voli di caccia, c’è stato l’indimenticabile volo del pellegrino Frikki Pratesi , di nome Fulvia. Eseguì tutto il suo passo sopra il falconiere, ma rimanendo completamente nascosta, fino alla discesa per piegare in modo sorprendente la sua starna.
Oggi i falconieri italiani volano con i falconi su fagiani, pernici, quaglie, corvi e gazze, e gli astori su conigli e lepri. La caccia alla selvaggina classica è eccezionalmente difficile da praticare, a causa della competizione per la terra con forti interessi di tiro.
I musei italiani con importanti collezioni di falconeria includono il Castel del Monte e il Castello di Melfi, entrambi in Puglia, la Fortezza del Girifalco ad Arezzo, il Museo del Bargello a Firenze e la Biblioteca Vaticana a Roma. Particolare importanza riveste il Castello di Melfi; era il castello di Frederick von Hohenstaufen e continua a ospitare un incontro annuale sul campo di falconeria.
Ci sono molti club di falconeria locali e due nazionali. Come in altri paesi, i falconieri hanno aperto la strada ai programmi di reintroduzione della conservazione per pellegrini e gufi reali.
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