Giovanni Camerini – Hoodmaker

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Ho iniziato a interessarmi e praticare falconeria già dai primi anni ’80 addestrando Gheppi con cui mi divertivo ad insidiare quaglie, seppur gabbiarole.Con il passare degli anni ho addestrato numerosi falconi di alto volo, ma mi sono specializzato nel basso volo con Astori e Sparvieri, rapaci stupendi, ottimi cacciatori, vere e proprie macchine alate da caccia.

Oltre alla bellezza dei rapaci sono sempre stato affascinato dai vari cappucci usati per tenere tranquilli i vari falconi, vere e proprie opere d’arte, che mani esperte e pazienti riuscivano a confezionare.

Durante i vari raduni di falconeria che si svolgevano in tutta Italia, ho sempre constatato che molti di noi si lamentavano del fatto che l’approvvigionamento delle varie attrezzature erano di difficile reperimento e quindi si dovevano rivolgere all’estero con costi molto elevati oppure arrangiarsi con le proprie mani.

Decisi pertanto di provare a cimentarmi nella costruzione dei cappucci, oltre al fatto che mi piaceva come diletto.

Pian piano, con il tempo, ho affinato le varie tecniche di cucitura e sono arrivato a produrre degli ottimi cappucci ben apprezzati sul mercato.

Il cappuccio in cui sono maggiormente specializzato è l’olandese, il Dutch, molto laborioso da costruire ma pur sempre il migliore, il più completo e quello che ci riporta alle antiche tradizioni di questa stupenda e difficile arte.

Ho ripreso il modello del famosissimo falconiere e trapper olandese Adriaan Mollen di Walkensvaard che li costruiva già a cavallo tra l’800 ed il ‘900 con le modifiche nell’apertura del becco apportate dall’americano Ron Rollins, usando i suoi blocchi su cui modellarli, affiancati poi dai blocchi di altro famosissimo americano, Steve Tait.

Tali cappucci vengono tagliati e cuciti completamente a mano con cuciture incrociate a “mezzo cuoio”; il pellame usato è il canguro naturale conciato al vegetale, pelle molto resistente e compatta, la migliore esistente sul mercato per confezionare tali oggetti.

Per la costruzione di questi particolari cappucci occorrono circa 3 ore di lavoro e possono essere personalizzati con i colori a scelta del cliente, oltre a costruirli con pelli particolarmente pregiate come l’iguana, il pitone, lo squalo, l’anaconda ecc.

Il cappuccio calzato dal falcone è anche un segno di distinzione di casta, basti pensare che i vari sceicchi arabi sono soliti farsi costruire cappucci preziosi, decorati in oro ed addirittura con gemme preziose incastonate e con il proprio stemma o logo personalizzato.

I vari cappucci che costruisco sono anche gli Arabi, i Siriani, gli Anglo-Indiani e i Kan del Kazakistan.

Fonte: la caccia.net

L’uso delle Aquile nella falconeria moderna

L’uso delle Aquile nella falconeria moderna è molto cambiato rispetto alla falconeria classica; oggi vengono usate soprattutto Aquile di specie molto calme e poco aggressive per dimostrazioni al pubblico; soprattutto Aquile delle steppe (Aquila rapax) ma anche Aquile di mare testa bianca (Haliaetus leucocephalus) e altre specie più rare in cattività. Sono abbastanza diffusi anche gli ibridi tra Aquila delle steppe e Aquila reale, prodotti in cattività con le tecniche dell’inseminazione artificiale, allo scopo di ottenere Aquile di grandi dimensioni ma docili e mansuete, prive dell’aggressività dell’Aquila reale pura.

17556_102597423105109_100000645545725_75831_3697616_nL’Aquila reale (Aquila chrysaetos) è l’unica specie, insieme alla molto più rara Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus) ad essere utilizzata realmente per la caccia. L’Aquila del Bonelli viene utilizzata quasi esclusivamente in Spagna, Portogallo, Austria e Germania da non più di una decina di falconieri: questa specie è estremamente rara in cattività (viene riprodotta in Europa da non più di 5 allevatori), e ha dei costi proibitivi (un esemplare nato in cattività costa quanto un Girfalco bianco, sulle 15.000-20.000 euro).  L’Aquila reale è invece relativamente più comune in cattività ed i suoi costi si sono enormemente abbassati negli ultimi anni. A differenza dell’Aquila delle steppe, che in natura si nutre soprattutto di carogne, l’Aquila reale è invece un predatore molto attivo e quindi molto adatto ad essere utilizzato a caccia. Tipicamente viene utilizzata per la caccia alla Volpe e al Lupo e per la caccia al Capriolo (raramente al Cervo e al Cinghiale); ma in Europa occidentale il principale uso venatorio che si fa dell’Aquila reale è per la caccia alla Lepre. In questa caccia l’Aquila reale è però molto svantaggiata a causa della sua grossa mole, della lentezza nell’accelerazione e della scarsa resistenza in volo battuto; l’ideale per la caccia alla lepre è la caccia in battuta in ambiente collinare, in cui l’Aquila reale può trarre vantaggio dall’altezza, partendo da un punto più alto e planando fino alla preda. Sul campo, a causa di questa sua lentezza, l’Aquila reale viene facilmente superata dall’Astòre, come numero di prede catturate; il suo unico vantaggio è che una volta agganciata la Lepre, il falconiere non ha bisogno di correre come un missile a recuperarla, poichè l’Aquila ha una presa forte e sicura; all’inverso, invece, cacciando le lepri con la femmina di Astòre si avrà sicuramente un maggior numero di “agganci” ma spesso l’Astòre a causa della sua piccola mole non riesce a trattenere le grosse Lepri perdendole e costringendo comunque il falconiere a delle corse sfrenate per i campi per giungere prima possibile a bloccare la Lepre sotto le zampe del rapace.

17556_102599416438243_100000645545725_75922_2745616_nLe Aquile, in generale, sono tra i rapaci più grandi e potenti e per questo possono diventare molto pericolose anche per l’uomo e gli animali domestici. Mentre però un’Aquila delle steppe o un’Aquila di mare, hanno un istinto predatorio ed una aggressività limitata, l’Aquila reale invece può diventare molto più pericolosa. Se imprintate le Aquile, come tutti gli altri rapaci, perdono la paura verso l’uomo e dunque non esitano ad attaccare, artigliare o beccare sia il falconiere sia persone estranee. Praticamente tutti i falconieri che hanno avuto un’aquila reale conservano ancora delle cicatrici in qualche parte del corpo (solitamente mano, braccio, schiena, gambe, collo).

Per la loro mole e il loro fascino, quasi tutti gli appassionati di rapaci e di falconeria vorrebbero possedere un’Aquila, soprattutto un’enorme Aquila reale, e i prezzi del mercato che si stanno abbassando possono indurre facilmente le persone a fare “una pazzia” e comprare uno di questi esemplari. Io però consiglio di far prevalere la ragione prima di fare questa “pazzia”, tenendo in considerazione i seguenti fattori:

1) Preparazione tecnica ed esperienza: prima di prendere sul pugno un’Aquila, il falconiere deve assicurarsi di possedere la necessaria preparazione tecnica ed esperienza; io consiglio, di arrivare “gradualmente” a questo rapace passando da altri rapaci intermedi che permettano di “farsi le ossa”; prima di arrivare all’acquisto di un’Aquila reale dunque il falconiere dovrebbe farsi una base con una Poiana di Harris o, meglio ancora con una Codarossa, preferibilmente femmina; come gradino intermedio sarebbe utile passare anche per la Poiana Ferruginosa, che per taglia e morfologia si avvicina molto ad un’Aquila; l’esperienza con queste grosse poiane (Codarossa e Ferruginosa) insegna al falconiere quali sono le “cautele” da prendere e soprattutto permette di fare esperienza con la gestione alimentare dei grossi rapaci. Se si è in grado di addestrare e far volare al pugno e al logoro una grossa femmina di Ferruginosa non si dovrebbero avere grossi problemi a gestire anche un’Aquila delle steppe. Per chi invece volesse acquistare un’Aquila reale, bisognerebbe passare, come gradino precedente, dall’Aquila delle steppe e dall’Astòre (quest’ultimo permette di fare esperienza con la gestione di rapaci estremamente attivi, predatori e aggressivi).

31199_1464025680358_1224981311_1311546_4257570_n2) Pericoli: prima di acquistare un’Aquila bisognerebbe considerare molto attentamente il pericolo che questo rapace può costituire per il falconiere stesso, per altre persone inclusi soprattutto i bambini e per gli animali domestici. E’ da evitare di imprintare totalmente questi rapaci, e dunque ci si deve scontrare (ed avere la necessaria preparazione tecnica) con la gestione in cattività e l’addestramento di rapaci non imprintati.

3) Scopi: questo è, secondo me, il parametro principale da valutare; il falconiere che intende acqustare un’Aquila dovrebbe prima chiedersi: “perchè? a cosa mi serve?”; trovare una risposta a questa domanda è di importanza critica. Se volete un’Aquila per usarla in esibizioni al pubblico potete al massimo scegliere un’Aquila delle steppe o una Poiana ferruginosa. Se volete un’Aquila per vostro gusto personale la situazione si complica: se avete esperienza dell’addestramento e se soprattutto avete già passato i gradini precedenti (Poiana codarossa/Ferruginosa) potete comprare un’Aquila delle steppe; ma se non avete la necessaria esperienza e preparazione tecnica ma soprattutto se la vostra intenzione è di comprare un’Aquila per tenerla come soprammobile in voliera o peggio ancora legata al blocco… beh, lasciate stare! Per il benessere fisico e psicologico di questi rapaci, è necessario comunque addestrare le Aquile e portarle a volare libere, è eticamente (e legalmente) da vietare l’acquisto di questi rapaci se non si è in grado di assicurare loro il necessario benessere.  Se, infine, il vostro obiettivo è andare a caccia con l’Aquila valutate questo: in Italia è già difficile cacciare e trovare prede adatte a rapaci molto più piccoli, per l’Aquila reale non ci sono prede adatte su gran parte del territorio italiano ed è comunque molto difficile ottenere permessi per la caccia al capriolo, senza contare che la caccia con l’Aquila va effettuata solo in territori collinari e non pianeggianti.

Dalla Lav soltanto una provocazione, con l’aquila Lotito non fa bracconaggio

aquila-lazio-milan1Claudio Lotito contro gli animalisti. Dopo il video annuncio del presidente della Lazio, che dal sito ufficiale della società ha fatto sapere di aver reclutato un’aquila che dovrà volare sopra lo Stadio Olimpico prima di tutte le partite, la Lav (Lega Antivivisezione) si scaglia contro l’iniziativa. “È vietato dal regolamento del Comune – spiega Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione animalista – ed è possibile il reato di bracconaggio. La Lav ha chiesto l’intervento del Corpo Forestale dello Stato e delle Polizie Provinciale e Municipale a tutela delle norme in vigore. Inoltre deve essere verificato se l’animale è entrato in Italia con le necessarie certificazioni e se viene detenuto secondo le norme minime vigenti”.
Non è invece contrario all’iniziativa il dottor Mauro Cavallo, medico veterinario ed esperto in medicina dei rapaci che ha rilasciato un’intervista a Tiscali Notizie. “Parlare di bracconaggio, in questo specifico caso, non ha senso. Il termine bracconaggio – specifica l’esperto che collabora anche con la Lipu e il Wwf – significa ‘caccia illegale di specie non cacciabili’. Nello Stadio Olimpico l’aquila ‘di Lotito’ non effettuerà una battuta di caccia, ma bensì una esibizione di volo che avrà poi dei risultati, positivi o negativi, in base alla capacità del falconiere che dovrà far volare il rapace in un ambiente alquanto atipico. L’unica cosa sui cui si può obiettare è che si fa volare l’animale in condizioni non naturali”.
Si tratta di una iniziativa provocatoria – “Personalmente – sottolinea Cavallo, che è anche presidente dell’Associazione sarda per la falconeria e la tutela dei rapaci – credo che l’iniziativa di Lotito, come anche la presa di posizione della Lav, vogliano essere per diversi motivi delle provocazioni. Il presidente della Lazio cerca di mostrare la propria ‘potenza’, magari nei confronti degli avversari, cosa che peraltro facevano anche gli antichi romani e persino i nobili del Medioevo, mentre la Lav protesta probabilmente più che per l’illegalità dell’iniziativa per l’uso di un animale regale per una manifestazione comunque ‘non indispensabile’”.
Il veterinario: “Giusto verificare le certificazioni e le condizioni dell’aquila” – Il veterinario, responsabile del settore avifauna presso la Clinica Veterinaria S. Giuseppe a Cagliari, si è detto invece più che d’accordo sulla volontà della Lav di verificare le certificazioni e le condizioni di detenzione dell’aquila. “E’ giusto – ha commentato il dottor Cavallo -. Gli organi preposti devono verificare se l’animale è tenuto in buone condizioni e se lo stesso è in possesso dei certificati di nascita. Nella falconeria è espressamente vietato utilizzare soggetti provenienti dalla natura: i falconieri devono servirsi quindi di soggetti acquistati negli allevamenti autorizzati e dunque in possesso del certificato Cities. La nostra associazione, come tutte le altre associazioni di falconeria italiana, condanna fermamente l’utilizzo di falchi non allevati in cattività”.
La falconeria è comunque un’arte antichissima, millenaria, che merita rispetto. La stessa Unesco, accogliendo una infinità di richieste provenienti da tantissimi paesi del mondo, ha inserito l’arte della falconeria tra quelle che fanno parte del patrimonio dell’umanità. Avvicinare pertanto il bracconaggio a tale nobile arte risulta pertanto quasi offensivo. La falconeria moderna è sostenitrice dell’ambiente. “La nostra associazione – ci tiene a precisare il veterinario – nasce dalla passione di Eleonora d’Arborea, giudichessa di Oristano, che con la Carta Delogu fu la prima a promuovere la protezione dei falchi sardi. Noi, pertanto, ci consideriamo una associazione ambientalista”.
L’aquila laziale, intanto, trascorre questi giorni incurante della polemica in corso. Da due giorni si trova a Formello dove, tra un volo e l’altro, si concede spuntini a base di pollo, salmone e coniglio: la società sportiva ha già speso oltre 2mila euro per i suoi servigi. I giocatori e lo staff tecnico, nel mentre, l’hanno accolta come fosse una della famiglia. Degli operai stanno provvedendo a costruirle un rifugio per la notte: una voliera extra lusso. Dal canto suo la Lazio si dice convinta di aver espletato tutte le pratiche burocratiche in modo corretto e soprattutto di aver lanciato questa iniziativa con intenti ben diversi da quelli adombrati dagli animalisti. L’appuntamento per il primo volo dell’aquila, che al momento non ha un nome ma che probabilmente verrà chiamata Libertà, resta fissato per il pre-partita di Lazio-Milan.