Aspergillosi nei falchi

aspergillosi
Le infezioni fungine rimangono una causa di significativa mortalità per tutto il mondo
animale, nonostante le più recenti ricerche e l’emergenza di nuovi agenti antifungini.
L’Aspergillosi aviare e’ un’opportunistica infezione che occorre in animali
immunocompromessi o quando questi vengono a contatto con un grande numero di spore
fungine. L’Aspergillosi e’ anche la più comune delle malattie negli uccelli selvatici mantenuti in
cattività. L’Aspergillosi può occorrere in tutte le specie aviari ma ci sono alcuni falchi
marcatamente più predisposti come girfalchi, astori, giovani poiane codarossa e aquile reali.
Fra le cause predisponenti vanno annoverate la scarsa ventilazione dei locali, lo stress legato
alle manipolazioni per la falconeria (abbassamento del peso corporeo) ed il caldo-umido
(specialmente per girfalchi). Aspergillus fumigatus e’ l’agente eziologico più comune ma anche
A. flavus, A. niger e A. terreus sono frequentemente isolati. Il trattamento più efficace e’ nelle
infezioni localizzate o diagnosticate precocemente mentre casi più gravi sono considerati al di
là di ogni possibile terapia con mortalità che si avvicina al 100/100.
Segni clinici
I segni clinici sono vari e dipendono dalla gravità della malattia. Possiamo includere perdita di
peso, inappetenza, dispnea, stridore inspiratorio, ridotta performance nel volo, tachipnea.
Possibile notare anche piumaggio arruffato e, nei casi più gravi, anoressia e biliverdinuria.
Sono discretamente frequenti gravi casi di infezioni dei seni paranasali che causano ostruzioni
degli stessi e finanche osteolisi.
Diagnosi
La diagnosi non e’ mai semplice poiché tali sintomi respiratori possono essere comuni anche
ad altre patologie come la Micobatteriosi e la Clamidofilosi.
I problemi ematologici comprendono leucocitosi, eterofilia, monocitosi e la presenza di
eterofili tossici e linfociti reattivi. Possibile anche l’elevazione degli enzimi epatici. Un quadro
ematico normale comunque non esclude la presenza della malattia. Le anomalie radiologiche
includono opacità nei sacchi aerei e ispessimento della trama bronchiale ma non sono
patognomoniche e quasi sempre tardive rispetto all’insorgenza della malattia. La diagnosi
definitiva e’ sempre affidata all’endoscopia dei sacchi aerei con l’evidenziazione di placche
coalescenti e granulomi. Il conseguente esame citologico e colturale dei tessuti prelevati per
biopsia e’ basilare per la diagnosi. Le alterazioni del quadro elettroforetico non sono
specifiche e possono essere specialmente utili per monitorare il decorso piuttosto che per la
prima diagnosi. Infezioni acute mostrano aumento delle proteine totali e delle betaglobuline
mentre quelle croniche mostrano un aumento delle gammaglobuline a volte unito all’aumento
anche delle betaglobuline.
La titolazione dell’antigene galattomannano, diffusa nella medicina umana, ha dato risultati
inattendibili in altro studio effettuato nel nostro ospedale.
Spesso la diagnosi clinica si basa su più esami collaterali piuttosto che su un unico risultato,
tanto e’ vero che anche la coltura da reperto bioptico di una colonia di Aspergillus può
insorgere per contaminazione ambientale ed e’quindi finanche questa da vedere nel contesto
generale diagnostico.

Trattamento
La diagnosi di Aspergillosi dovrebbe essere sempre confermata dato che il trattamento
prevede la somministrazione a medio – lungo termine di farmaci costosi e anche
potenzialmente tossici. Il trattamento si dimostra più efficace se la somministrazione
sistemica (usando Itraconazolo o Voriconazolo) e’ accompagnata da nebulizzazione e
applicazione del principio attivo sulle lesioni in corso di endoscopia. A volte e’ necessaria
l’asportazione chirurgica delle lesioni.
Anni fa la mia struttura ha iniziato un approccio terapeutico con il Voriconazolo che
e’attualmente considerato la terapia di scelta dell’Aspergillosi anche in altre specie aviari. Il
Voriconazolo e’ un triazol-derivato di seconda generazione derivato dall’evoluzione in
laboratorio del Fluconazolo. E’ commercializzato in composizioni per via endovenosa e in
compresse da 50 e 200 mg.
Da noi viene utilizzato attualmente alla dose di 12,5 mg/kg BID o di 18 mg/kg SID. Il
Voriconazolo e’ preparato sciogliendo le compresse da 200 mg in 20 ml di soluzione salina e
conservando la soluzione non utilizzata in frigorifero. La terapia con Voriconazolo ha un costo
di circa un euro al giorno per un falco di 800 grammi (pellegrina). Nei falchi il Voriconazolo e’
ben tollerato ai dosaggi terapeutici anche quando viene la terapia generale e’ abbinata a
quella locale e alla nebulizzazione. Negli ultimi mesi il mio ospedale sta mettendo a punto un
protocollo per la somministrazione del Posaconazolo nei falchi.
Il Posaconazolo (Noxafil-Shering) e un nuovo potente triazol derivato che e’ un risultato
dell’evoluzione in laboratorio della molecola dell’Itraconazolo ed e’ commercializzato
dall’anno 2007 per pazienti umani affetti da Aspergillosi e refrattari al trattamento con
Amfotericina o Itraconazolo. Il Posaconazolo inibisce la sintesi dell’ergosterolo che e’ un
componente essenziale della membrana fungina inibendone la crescita. Il suo meccanismo di
azione e’ fondamentalmente lo stesso degli altri triazol derivati ma il suo effetto inibitore e’
significantemente maggiore.
Il Posaconazolo e’ attivo anche per la terapia e la prevenzione di altre specie fungine come
Scedosporium, Candida e Histoplasma. In studi in vitro effettuati da circa un anno su colture
fungine da falchi il Posaconazolo ha avuto un’azione sempre uguale o superiore
all’Itraconazolo e in alcuni casi superiore anche a quella del Voriconazolo. Questi risultati di
MIC 90 si allineano perfettamente a quelli effettuati in studi su casi di Aspergillosi umani. Il
prodotto e’ commercializzato in soluzione orale alla concentrazione di 40 mg/ml ed ha un
costo molto elevato (terapia costa 4 euro giornalieri per kg di peso di falco). Abbiamo
utilizzato il Posaconazolo alla dose di 12.5 mg/kg BID in falchi con sicura diagnosi di
Aspergillosi e non abbiamo rilevato nessuno degli effetti indesiderati elencati per pazienti
umani. Il prodotto e’ sempre stato utilizzato per somministrazione tramite siringa e tubo
metallico direttamente nel gozzo al mattino mentre veniva somministrato nel cibo
(inoculazione in quaglia eviscerata) alla sera. Abbiamo sviluppato questo protocollo per
evitare lo stress all’animale di essere incappucciato e contenuto per 2 volte al giorno. Dopo la
somministrazione al mattino e’ stato offerto del cibo.
Finora le endoscopie di controllo (ancora in corso) si sono mostrate soddisfacenti ma il tasso
di successo e’ risultato uguale o inferiore rispetto a quello del Voriconazolo.
Gli aggiornamenti saranno dati durante la comunicazione orale in quanto lo studio e’ ancora
in corso.

Antonio Di Somma
Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti

Tricomoniasi in falchi da alte prestazioni

tricomoniasi rapaci

La Tricomoniasi e’ la più comune fra le malattie che colpiscono i rapaci. L’obiettivo di questo
studio e’ stato di stabilire la prevalenza di falchi per uso sportivo che sono affetti da
Trichomonas negli Emirati Arabi. Il tasso di infezione nei colombi, naturali portatori e
serbatoi della malattia, e’ stato investigato in quanto questi animali giocano un ruolo
importante nell’addestramento e nell’alimentazione dei rapaci.
Nel periodo fra Settembre 2000 e Marzo 2002 , un totale di 2654 falchi sono stati esaminati al
Dubai Falcon Hospital. 85 sono stati i rapaci risultati positivi per Trichomonas gallinae
(percentuale di positività del 3,1%).
Per stabilire la prevalenza della malattia nei colombi, ne sono stati esaminati 3 gruppi, tutti
usati per l’addestramento dei falchi. La percentuale di colombi positivi per Trichomonas e’
stata più alta di quella rilevata da un precedente lavoro di Bailey negli Emirati arabi (1997). Il
range di animali positivi dei tre gruppi e’ risultato fra il 52% e il 99%.
Nei falchi il trattamento con Carnidazolo (25 mg/kg per una volta) e’ stato meno efficace di
quello con Dimetridazolo (50/70 mg/kg per 5 giorni).
Nei colombi il trattamento con Carnidazolo (per 1 o 2 giorni) e’ risultato non risolutivo
mentre dopo la terapia con Dimetridazolo (20 g in 30 litri di acqua da bere) tutti gli uccelli
erano negativi.
Considerazioni di questo studio: l’aumentata consapevolezza dei falconieri e l’uso di carni
alternative hanno ridotto le percentuali di falchi affetti da Tricomoniasi.
Il Dimetridazolo e’ veramente efficace e sicuro nei falchi nonché essenziale per il trattamento
dei colombi.

Materiali e metodi.
Presso il Dubai Falcon Hospital sono stati esaminati 2654 falchi durante il periodo fra
Settembre 2000 e marzo 2002. Percentuali di falchi inseriti in questo studio: 38% pellegrini
(Falco peregrinus), 20% sacri (Falco cherrug), 8% girfalchi (Falco rusticolus), 19% ibridi
girfalco/pellegrino, 13% ibridi girfalco/sacro , 2% altre specie.
Alcuni di questi falchi sono stati presentati per routinarie vaccinazioni e sverminazioni
mentre altri presentavano segni clinici di malattia. Tutti i falchi esaminati sono stato testati
per il Trichomonas. I campioni per la ricerca sono stati raccolti dall’orofaringe e dal gozzo
mediante tamponi umidi. Per umidificare i campioni e’ stato preferito il ringer lattato.
Il range di protozoi mobili identificati e’ andato da 1 a 65 per campo microscopico (100X).
In vetrini ben preparati abbiamo verificato che i protozoi cominciavano a non esibire più
movimenti dopo 20 minuti e risultavano tutti morti quando il vetrino si essiccava (circa 65
minuti dalla raccolta). Questo fa pensare che in ambiente umido (acqua da bere) il parassita
possa sopravvivere molte ore anche in assenza del suo ospite.

Tricomoniasi in falchi
Su 2654 falchi testati, 85 (percentuale del 3%) sono risultati positivi per Trichomonas
gallinae. Su questo numero di uccelli positivi 29 (34%) erano stati presentati in ospedale per 11
segni clinici riferibili alla malattia mentre 58 ( 66%) raggiungevano la nostra struttura per
vaccinazioni di routine. La distribuzione della malattia e’ stata uniforme fra le varie specie.
I segni clinici riferiti sono stati generici : vomito, anoressia, scarsa performance nel volo,
riduzione del peso corporeo, debolezza. Solo in 6 uccelli sono state ritrovate larghe placche
caseose nell’orofaringe. Tutti questi ultimi 6 falchi presentavano problemi nell’ingoiare il cibo
e la terapia, oltreché medica, e’ stata anche chirurgica con attenta rimozione delle placche.
Trattamento medico: i falchi positivi sono stati divisi in 2 gruppi. 72 falchi sono trattati con
Carnidazolo (25 mg/kg per una sola volta) e 13 sono stati quelli trattati con Dimetridazolo
(50/70 mg/kg per 5 giorni).
Tutti gli uccelli trattati con Dimetridazolo sono stati ritestati nei giorni successivi al
trattamento e sono risultati negativi dopo solo 2 giorni di terapia. Del gruppo dei falchi trattati
con Carnidazolo ne sono stati ritestati 20 soggetti dopo breve termine e uno di questi
risultava ancora positivo. Lo stesso soggetto appariva positivo dopo altri 2 trattamenti con
Carnidazolo e 1 ciclo di metronidazolo (50 mg/kg per 5 giorni). Lo stesso falco e’ risultato
invece negativo dopo il trattamento con Dimetridazolo (70 mg/kg per 5 giorni).
Tutti i falchi hanno sopportato bene i trattamenti ed i sintomi (se la Tricomoniasi era l’unico
problema) sono scomparsi.
Tricomoniasi nei colombi
In Marzo 2002 abbiamo controllato 3 differenti gruppi di colombi per determinare la
percentuale di colombi infetti. Tutti gli animali testati appartenevano a falconieri che li
utilizzavano per addestramento dei falchi.
Colombi viaggiatori da un centro di allevamento che opera in isolamento: 95.8% positive su
un totale di 310 uccelli esaminati.
Colombi non viaggiatori da Dubai: 26 positivi su un totale di 49 esaminati (51%).
Colombi viaggiatori acquistati in Iraq: 49 positivi su un totale di 50 esaminati (98%).
Questi risultati concordano con lo studio di Bailey in U.A.E del 1997 che denotava un minor
tasso di infezione da Trichomonas in uccelli catturati recentemente, comunque le nostre
percentuali di positività sono significativamente più alte.
Per controllare l’efficacia del trattamento sono stati selezionati colombi di 3 mesi di età dal
primo gruppo (allevamento chiuso). Tutti gli uccelli selezionati non presentavano lesioni
visibili, tutti però erano positivi per Trichomonas, presentavano ottimo stato di salute
generale e non avevano lesioni da Pox nelle parassitosi intestinali.
I colombi sono stati divisi in 4 gruppi:
I gruppo: trattamento con Dimetridazolo (Emtryl )666 mg per litro di acqua da bere per 7
giorni.
II gruppo:trattamento con Carnidazolo (1 compressa di Spatrix per un giorno).
III gruppo: trattamento con Carnidazolo (1 compressa di Spartrix per 2 giorni consecutivi ).
IV gruppo: gruppo di controllo, nessun trattamento.
Tutti i 4 gruppi sono stati confinati in voliere isolate e l’acqua veniva cambiata 2 volte al
giorno.
Dopo 8 giorni tutti gli uccelli trattati con Dimetridazolo risultavano negativi mentre 16 erano
quelli positivi nel II gruppo (Carnidazolo per un giorno) e 3 quelli positivi del III gruppo
(Carnidazolo per 2 giorni). Tutti gli uccelli del IV gruppo risultavano invece ancora positivi. Da
notare che i colombi del I gruppo erano negativi già dopo 3 giorni di trattamento con Dimetridazolo.
Alla fine del mese di Marzo 2002 abbiamo trattato circa 5000 colombi del medesimo centro di
allevamento. Dopo 5 giorni di trattamento 31 giovani colombi presentavano i segni
neurologici tipici della tossicità relativi al trattamento con Dimetridazolo ma tutti sono
migliorati quando abbiamo sospeso il farmaco.

Conclusioni
I colombi che sono utilizzati per l’addestramento dei falchi in Dubai presentano un’alta
prevalenza di positività per Trichomonas gallinae.Tuttavia i falchi da noi controllati hanno
manifestato una minor prevalenza della malattia rispetto agli studi in Medio Oriente di Bailey
e Samour (1997).
La consapevolezza dei falconieri circa la trasmissione della malattia e’ migliorata grazie al
lavoro degli staff dei vari Falcon Hospital. Siamo personalmente testimoni che molti gruppi di
falconieri evitano ormai di cibare i falchi con i colombi. Richiamano e addestrano i rapaci con “
logori” inanimati.
Il trattamento con Carnidazolo e’ stato generalmente efficace nei falchi ma uno di questi ha
manifestato resistenza al farmaco dopo 3 trattamenti.
Il trattamento con Dimetridazolo e’ stato efficace nei rapaci dopo soli 2 giorni di terapia. Per il
trattamento profilattico nei colombi il Dimetridazolo e’ da ritenere abbastanza sicuro se
somministrato in periodi non troppo caldi.
Diagnosi precoce e trattamento dei positivi, asintomatici soggetti sono requisiti fondamentali
per evitare il propagarsi della malattia nei falchi. Ulteriori studi sono in programma per
rilevare la naturale resistenza nei falchi e per determinare la patogenicità dei differenti ceppi
di Trichomonas.

Antonio Di Somma
Maddalena Garlinzoni
Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti

Enterotossemia da Clostridium perfringens

Clostridium Perfringens

Sommario
Negli ultimi anni vi e’ stato un gran dibattito sulla patogenicità del Clostridium Perfrigens
(precedente nome; Clostridium Welchi) nella medicina dei rapaci. La pericolosità del C.
perfrigens e’ considerata dai vari ricercatori in maniera completamente differente. Per Gerlach
e’ un normale commensale del tratto digerente dei rapaci, dei fagiani e di tutti gli uccelli che
hanno 2 ciechi ben sviluppati. Per Hendereicht e Isenbugel e’ un colonizzatore che provoca
enterite mortale e gangrena gassosa a livello muscolare dopo ferita penetrante. Illustri
ricercatori che si occupano di falchi come Coles, Forbes, Samour e Cooper non lo citano
nemmeno come causa di malattia nei falchi. Per Wernery in “ Raptor Biomedicine” e’ un
pericoloso patogeno opportunista, responsabile di un numero alto di morti improvvise e
apparentemente senza motivo nei rapaci. Ma allora dov’e’ la verità?

Patogenesi
Le Clostridiosi sono malattie provocate da batteri del genere Clostridium che sono batteri
bastoncellari, gram positivi, anaerobici e produttori di spore. Le malattie più frequenti negli
uccelli sono provocate da Clostridium perfrigens e botulinum. Le malattie da Clostridi sono
una minaccia costante per quasi tutte le specie aviarie e anche in molti mammiferi. I Clostridi
sono organismi produttori di tossine e da queste dipende la loro patogenicità. Il Clostridium
Perfrigens e’ comune nel terreno e anche nel tratto intestinale di molti animali ( compreso
l’uomo) e causa malattie solo in particolari condizioni. Il carattere ubiquitario dei Clostridi
rende la loro eradicazione virtualmente impossibile e per il controllo della malattia si rende
obbligatoria la profilassi curando l’igiene della carne offerta come cibo e cercando di evitare
tutti i fenomeni stressanti che possono danneggiare il già delicato sistema immunitario dei
falchi. I falconieri spesso congelano grandi quantità di cibo per i falchi che vengono scongelate
e utilizzate al momento del bisogno. Se il processo di congelamento e’ lento si sviluppano le
condizioni ideali per la moltiplicazione batterica. Ancora più pericolosa e’ la pratica dello
scongelamento in acqua calda che diventa un brodo colturale per il Clostridium.

Segni clinici
Clostridium perfrigens può essere responsabile di entrotossemia con enterite necrotica, di
dermatomiosite con gangrena gassosa e inoltre può essere contaminante e colonizzare le
pododermatiti ( intrattabili casi di bumblefoot). L’enterossemia acuta e subacuta , come anche
l’enterite emorragica, sono dovute a Clostridium perfrigens dei tipi A e B. Gli animali colpiti
possono morire anche entro una sola ora dall’inizio dei segni clinici. Nella forma iperacuta
viene notata solo severa depressione e morte nell’arco di poche ore. Nella forma acuta il falco
e’ anoressico, depresso e rigurgita qualsiasi cibo gli venga somministrato . Le feci sono prima
diarroiche per poi diventare emorragiche e fortemente maleodoranti. Il quadro
sintomatologico non e’ patognomonico e’ può essere ricollegato a vari tipi di malattie acute.

Diagnosi
Data l’importanza di una diagnosi precoce si utilizza il risultato del Gram stain su materiale
fecale e il corteo sintomatologico per iniziare la terapia antibiotica e di supporto. Il
ritrovamento di grandi quantità batteri bastoncellari gram-positivi e’ comunque di relativo
valore diagnostico poiché vengono ritrovati anche in feci di falchi asintomatici. All’esame
macroscopico post mortem si noterà enterite emorragica,cardiomegalia ed epatomegalia. I
campioni post mortem devono includere materiale intestinale da animali morti da poche ore
poiché i clostridi sono precoci invasori dei cadaveri e il loro ritrovamento tardivo non ha
valore diagnostico. La diagnosi di enterotossiemia da Clotridiosi e’ data dall’identificazione di
tossine clostridiche nel duodeno degli animali. Il Clostridium può essere coltivato anche da
materiale fecale di animale in vita ma il suo ritrovamento non ha un grande significato in
quanto e’ normale commensale della flora intestinale. La corretta procedura diagnostica
consiste quindi in coltura anaerobica, antibiogramma e test per la tossina ( la più patogena e’
l’alfatossina lecitinasi).

Terapia
L’enterotossemia clostridica e’ spesso diagnosticata troppo tardi e il falco muore prima del
possibile trattamento. Comunque la terapia antibiotica con amossicillina e tetracicline può
essere efficace. In supporto alla terapia antibiotica anche la terapia reidratante per via
endovenosa o intraossea ed in aggiunta adsorbenti intestinali . E’ riportato che l’uso di
antisiero iperimmune di origine bovina può essere utilizzato con discreto successo.

Profilassi
E’ importante stare attenti alla pratica dello scongelamento della carne ed evitare
assolutamente di scongelare la carne in acqua calda dove si verificano le condizioni ideali per
il moltiplicarsi del Clostridium perfrigens. Spesso le teste di pollo e i colli di pollo sono
contaminati da sangue, muco e rigurgito dallo stomaco. Questi prodotti dovrebbero essere
accuratamente sciacquati in acqua fredda prima e dopo il processo di congelamento. Esiste un
vaccino inattivato prodotto in Germania ( Enterovac) da ripetere ogni anno. E’ prodotto da 4
differenti ceppi di Clostridium perfrigens.

Conclusioni
Il Clostridium perfrigens e’ un patogeno opportunista che vive nell’apparato digerente dei
falchi. L’enterotossemia ( molte volte dal quadro iperacuto e fatale) avviene quando, per un
qualsiasi motivo, si rompe il delicato equilibrio e si riduce la resistenza dell’ospite . Le tossine
prodotte dal Clostridium in moltiplicazione vengono allora assorbite attraverso la mucosa
intestinale e causano la mortale enterossemia.

Antonio Di Somma
Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti