Aquila Cilena – Geranoaetus melanoleucus
Ordine:
Falconiformes
Famiglia:
Accipitridae
Inglese:
Black-chested Buzzard-Eagle
Scientifico:
Geranoaetus melanoleucus
Ceco: káně orlí, Tedesco:
Agula ,danese: Andesvåge, Spagnolo: Águila Mora, Finlandese: marsuhaukka, Francese: Buse aguia, Italiano: Poiana-aquila pettonero, Giapponese: haiirooonosuri, giapponese: ワシノスリ,Olandese: Grijze Arendbuizerd, Norvegese: Høvdingvåk, Polacco: aguja, Portoghese: Aguia-chilena, Portoghese (Brasile): Águia-chilena, Russo: Чилийский сарыч, Slovacco: myšiak aguja, Svedese: Svartbröstad vråkörn, Mandarino: 鵟雕
L’aquila poiana petto nero (Geranoaetus melanoleucus) è un uccello rapace della famiglia degli Accipitridae. Essa vive in Sud America. Questa specie è nota anche come aquila poiana nera, aquila poiana grigia o per analogia con “aquila” o “aquila-poiana” in sostituzione di “poiana, l’aquila”, o come la cilena aquila blu. Con una lunghezza totale di circa 62-80 cm e di peso di circa 2 kg, l’aquila poiana petto nero è un enorme aquila di tipo “poiana” ( “falco” nella terminologia americana). E’ piuttosto lunga e ha una apertura alare di circa 175-200 cm, leggermente affusolata con la coda breve rispetto al corpo, colorato di nero, con punte di grigio in un fresco piumaggio. L’adulto ha un fondo bianco, a volte con sottili strisce nerastre; le sue parti superiori sono di colore grigio scuro con tonalità di nero, marrone o bluastro. Le piume del collo e le più basse scuro piume del petto sono un po’ allungate. Gli adulti hanno un colore grigio cenere e bianco nella zona delle ali, il bianco argenteo si vede chiaramente da lontano. La femmina si distingue per un colore rossastro cannella ed è notevolmente più grande del maschio. Non è molto vocale, vocalizza di solito quando è in volo e quando è vicino al nido. Alcuni suoni assomigliano ad un selvaggio ridere umano, altri sono un chiurlo simile a un fischio. Ci sono due sottospecie dell”aquila poiana petto nero, il Geranoaetus melanoleucus melanoleucos (vieillot, 1819) che vive nel sud est del sud
America, dal sud est del Brasile (Alagoas, Rio de Janeiro, e gli Stati di São Paulo), all Paraguay, l’Uruguay, e il nord est dell’Argentina. Il Geranoaetus melanoleucus australis (Swann, 1922) vive nelle Ande dal nord ovesf del Venezuela (Mérida) alla Colombia (Cordigliera Centrale, a volte nella Cordillera Occidental, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile, Argentina e ovest della Terra del Fuoco. Pur se non aggressivo, in circostanze normali, l’aquila poiana petto nero attacca ferocemente gli uomini se considera la sua prole minacciata. Costruisce il suo nido negli alti alberi o sulle pareti rocciose, o se questi non sono disponibili su piante ad alto fusto o addirittura sui cactus. Se non sono disponibili questi, può fare il nido nei cespugli o anche sul terreno. In Ecuador, la nidificazione può essere osservata durante tutto l’anno, mentre negli altri paesi potrebbe essere limitata a stagioni ma le informazioni sono scarse e un po’ contraddittorie. Il nido è una enorme massa di rami di circa 85 cm di diametro. Il maschio e la femmina si impegnano nel corteggiamento in volo, e copulano per un lungo periodo di alcune settimane. Poco si sa sulla reale nidificazione; il nido contiene di solito, da 1 a 3 uova che sono incubate per circa un mese. Grazie alla sua vasta gamma è considerata una delle specie con meno preoccupazione da parte della IUCN. Ormai è rara e in declino in alcuni luoghi, come ad esempio nel Rio Grande do Sul e Santa Catarina, stati del Brasile, o in parti dell’Argentina. Il declino in Argentina viene attribuito ad avvelenamento da stricnina, le esche impiegate dagli allevatori di ovini nel cercare di debellare i parassiti.
Viene utilizzato in falconeria soprattutto per la caccia di conigli, lepri e volpi. E’ un animale molto simile al falco di harris, ha un carattere placido e sociale. Può essere volata insieme ad altre aquile della sua specie. Si stanno avendo i primi successi riproduttivi in cattività con soggetti provenienti dal sud America. Sta avendo grande sviluppo in Spagna e speriamo di vederne presto qualcuna in Italia!
Federico Lavanche
Come scongelare la carne per i rapaci
Poichè abbiamo a che fare con animali carnivori, un buon falconiere dovrebbe sapere che tipo di carne scegliere per alimentare il proprio rapace e anche come scongelarla correttamente.La carne mal scongelata può sviluppare una serie di batteri tossici per il falco che può portare anche alla sua morte. Generalmente, maggiore è la quantità di cibo contaminato ingerita , maggiore è la possibilità di manifestare la malattia (anche se, per alcune intossicazioni, quali il botulismo, è sufficiente ingerire piccolissime parti di alimento). Esistono delle condizioni nelle quali si sviluppano più facilmente i microrganismi , vanno quindi tenuti sotto controllo i seguenti parametri:
Temperatura:
Alla temperatura di congelamento (-18°C), i microbi non muoiono , restano, per così dire, “in letargo” senza riprodursi. In queste condizioni il rischio legato alla proliferazione batterica è bassissimo, quasi nullo.
In regime di temperatura refrigerata (tra 0 e +4°C) la maggior parte dei microbi si trova in una fase di pausa , solo alcuni ceppi possono riprodursi, anche se molto lentamente a queste temperature mentre alcuni ceppi possono tendere ad una lenta riduzione del numero di cellule vitali.
A temperatura ambiente , sopra il regime refrigerato e fino a 45°C e in qualche caso anche a temperature superiori, la maggior parte degli stipiti batterici cresce benissimo, soprattutto i patogeni che in queste condizioni possono produrre le loro micidiali tossine .
A regimi di temperatura crescente da 45 a 65°C e oltre vengono gradualmente resi incapaci di dividersi e poi, ad un ulteriore crescita della temperatura , vengono uccisi i batteri , anche quelli potenzialmente patogeni, quelli cioè che possono causare delle malattie.
Purtroppo le loro tossine resistono a queste temperature e possono provocare intossicazioni anche dopo che i batteri siano stati eliminati.
Durante le operazioni di cottura con temperature superiori a 100°C normalmente resistono solo le spore di alcuni batteri e muffe e alcune tossine termoresistenti, mentre tutti i stipiti microbici muoiono rapidamente a queste temperature.
Quindi nell’intervallo tra i 4°C e i 65°C abbiamo un aumento del rischio microbiologico in quanto è un ambito nel quale avviene la proliferazione microbica con possibile produzione delle relative tossine.
In questo intervallo esiste un optimum per le crescite batteriche, (20/45°C) che deve essere assolutamente evitato in quanto in queste condizioni la velocità di crescita specialmente degli stipiti potenzialmente patogeni diviene vertiginosa e in poche ore viene gravemente compromessa la salubrità degli alimenti.
Come scongelare il cibo?
- Il primo metodo, quello più consigliato, è di scongelare direttamente in frigorifero. Lo svantaggio è che il processo è parecchio lungo ma la carne non arriva mai al punto da iniziare la proliferazione batterica.
- Il secondo metodo è di utilizzare un contenitore abbastanza grande da contenere molta acqua fredda e di immergerci la carne direttamente.
- Il terzo metodo è di utilizzare un buon microonde con la funzione scongelo.
- Il quarto ed ultimo metodo è haimè quello più utilizzato ma il meno consigliato dei precedenti cioè lo scongelamento a temperatura ambiente tirando fuori dal freezer la carne alla sera per poi darla l’indomani….
E’ proprio sull’indomani che dobbiamo riflettere… Se l’indomani mattina troviamo la carne che si è scongelata ed è ancora fredda abbiamo ancora la sicurezza di dare da mangiare ai falchi cibo di buona qualità ma se gli diamo da mangiare al pomeriggio inoltrato… la carne sarà di certo a temperatura ambiente e, da diverse ore è avvenuta la proliferazione batterica… In questo modo siamo praticamente certi di dare da mangiare carne contaminata da tossine che accumulandosi all’interno dell’animale, ne possono provocare malattie, intossicazione e addirittura la morte.
Fate molta attenzione quindi, ne va della salute dei vostri protetti!
Federico Lavanche