Uomo e Falco, 40 secoli insieme

IMG_9414“L’arte della falconeria nel 2010 è stata riconosciuta dall’Unesco un patrimonio culturale dell’intera umanità, da tutelare e da consegnare alle future generazioni.
E’ una delle più antiche relazioni tra uomo e falco, risalenti a più di 4000 anni fa. La falconeria è una attività tradizionale con gli uccelli rapaci addestrati a prendere prede nel loro habitat. Si tratta di una attività naturale, perché il falco e la preda si sono evoluti insieme nel corso di milioni di anni, la loro interazione è un dramma antico. Il falco è adattato a cacciare la preda e la preda si è evoluta in molti modi per sfuggire al falco. Questo porta ad una visione affascinante, nel modo in cui funziona la natura e pone una sfida intellettuale per il falconiere nella sua comprensione del comportamento. Il suo compito è quello di portare gli attori insieme sul palco della natura. Per fare questo il falconiere deve sviluppare una forte relazione e sinergia con il suo rapace.”

DSC_1817Al giorno d’oggi preservare falconeria consiste nel mantenere non solo la cultura tradizionale che costruisce abilità pratiche di empatia con gli animali, ma anche la conservazione dei rapaci e le loro prede attraverso la conservazione degli habitat naturali.
Bisogna pertanto incoraggiare la falconeria nel contesto di un uso sostenibile della fauna selvatica. La falconeria è una stupenda arte millenaria che attualmente sta rivivendo una fase importante della storia contemporanea in quanto in essa è racchiuso qualcosa che va aldilà della semplice percezione umana del più antico atto predatorio messo in atto per la sopravvivenza.
Nell’ addestrare un falco, oltre alle tecniche di base, ormai descritte in molti trattati e volumi, e alle tecniche moderne, coadiuvate dalla tecnologia che facilita il compito di un falconiere, ci sono innumerevoli sfaccettature e accorgimenti che possono variare di molto le performance di un rapace.
Non bisogna dimenticare che i rapaci non sono macchine e che bisogna essere bravi anche nel comprendere il comportamento dell’animale senza stressarlo e rafforzando sempre positivamente con adeguata ricompensa ogni corretto svolgimento dell’addestramento. I falchi sono animali fieri e nobili e non saranno mai completamente sottomessi all’uomo, ma lo accetteranno nella loro esistenza come coadiuvante nella ricerca di prede. La conquista della fiducia del proprio rapace è un percorso graduale che ha bisogno di tempo e pazienza e che si rafforza sempre di più grazie alla costanza e al lavoro fatto insieme. E’ è un percorso di crescita sia per il falconiere, nel tentativo di mettere il proprio rapace nelle migliori condizioni psico-fisiche al fine di insidiare il selvatico, e sia per il falco che giorno dopo giorno vede aumentare sempre più le proprie possibilità di predazione proprio grazie al lavoro fatto col suo falconiere. La Falconeria è un “arte” nel vero senso della parola, dove nel praticarla ogni giorno ti accorgi sempre di più che non sei tu ad appropriartene ma è “Lei” che ti possiede e ti appassiona sempre più.
No sarai mai ricompensato da grandi carnieri, ma quelle poche e intense emozioni che proverai quando il tuo falco finalizzerà al meglio un’ azione di caccia lasceranno un segno indelebile nel tuo animo.
Quando questo accade sembra quasi che il tempo intorno a te si fermi, non ti accorgi di nulla di quello che ti accade intorno, nessun pensiero, nessuna preoccupazione niente del mondo moderno sembra sfiorarti.
Solo poco dopo ti rendi conto che hai assistito e partecipato ad un evento unico e straordinario, che solo la natura nella sua drammatica perfezione ti può regalare.
pellegrino su anatraOggigiorno, a differenza di altri tempi, reperire un falco è molto più semplice in quanto ormai sono numerosi gli allevatori esteri (ancora pochi italiani però in crescita) che riproducono rapaci, ovviamente si parla di allevamenti certificati che rilasciano documento CITES e di cessione. E’ assolutamente vietato detenere e catturare rapaci selvatici e il falconiere moderno è ben conscio che la legge va rispettata e che procurarsi falchi illegalmente comporta gravi conseguenze, non solo per lui penalmente ma per tutta la categoria che in questi ultimi anni ha visto crescere in Italia e in Europa il proprio numero di appassionati e che vuole definitivamente far capire all’ opinione pubblica che la Falconeria è soprattutto rispetto della natura e della legge.
I falchi da falconeria si suddividono sostanzialmente in due categorie: alto-volo e basso-volo. Per l’alto-volo si utilizzano i falconidi tra cui i migliori risultano essere senza dubbio il Falco pellegrino, ll Girifalco, il falco Sacro e lo Smeriglio. Sono chiamati d’ alto-volo proprio per la loro tecnica di caccia dove utilizzano quote elevate di volo per poi sferrare la picchiata sulla preda sottostante e catturarla in volo. E’ compito del falconiere coadiuvato dall’ausilio del cane da ferma che deve trovare e far involare il selvatico al di sotto del falco, che da altezza molto elevata e centrato sul falconiere sferra l’ attacco conclusivo.
Per il basso volo la tecnica è differente in quanto si cercano di sfruttare le migliori doti di accelerazione orizzontale e manovrabilità dei rapaci dalel “ali corte” quali sono l’astore e lo sparviere.
I falchi di basso volo, una volta individuata la preda, vengono lanciati direttamente dal pugno all’inseguimento da una media-lunga distanza, dipende dalle capacità e dalla forza, in modo da assistere ad inseguimenti mozzafiato dove spesso si provano emozioni indescrivibili con veloci scartate e accelerazioni che esaltano le doti del falco e anche le capacità dei selvatici che lottano per la vita.
Alla base di un buon addestramento ci sono molte componenti che devono essere seguite e comprese per far si che il falco non subisca stress e si ottenga un ammansimento adeguato, il falconiere deve conquistare la fiducia del proprio animale e deve conoscere bene i fondamentali della falconeria perché alcuni errori nella gestione del rapace si pagano a caro prezzo.
Un falconiere deve essere prima di tutto un etologo, capire i comportamenti, le reazioni alle varie fasi dell’addestramento, deve saper riconoscere i primi sintomi di una lieve patologia prima che diventi grave già dalla semplice osservazione del piumaggio, delle feci del suo comportamento, ovviamente non si deve sostituire ad un buon veterinario (specializzato in rapaci) che deve eseguire i controlli di routine sul falco.
Un falconiere attento sa quando il suo falco ha qualcosa che non va perché è a stretto contatto con lui tutti i giorni e col tempo e l’esperienza, positiva e negativa, impara a gestire al meglio il suo rapace, per far si che questo accada deve avere pazienza, meticolosità, passione, amare non solo i rapaci ma tutta la natura , bisogna avere un enorme rispetto anche per i selvatici che si cercano di insidiare e cercare di salvaguardare sempre l’equilibrio sottile che madre natura impone sugli esseri viventi per la lotta per la vita, in un azione di caccia col falco noi non siamo altro che semplici spettatori.
Il falco è l’attore principale di questa stupenda “commedia” e il falconiere ha il compito di mantenerlo in ottime condizioni psico-fisiche con la giusta alimentazione e il corretto addestramento.
Non è semplice spiegare tutto quello che la Falconeria può rappresentare, è un arte con più di 4000 anni di storia e tradizione che si sono tramandati di padre in figlio, da maestro ad allievo, dove anche attraverso gli scambi di esperienze interculturali questa somma arte ha potuto giovare di miglioramenti continui nelle sue tecniche di addestramento e di salvaguardia dei rapaci.
Tutte le leggi più antiche di protezione dei rapaci sono state influenzate e volute proprio dai falconieri che da sempre conoscono l’importanza della protezione dei rapaci senza dei quali la loro arte cesserebbe di esistere.

Renz Waller,falconiere tedesco, nel 1940 ha riprodotto in cattività il primo falco pellegrino., l’uso indiscriminato del DDT ha causato negli anni ’50 e ’60 un declino a livello mondiale della popolazione dei falchi pellegrini, arrivando quasi alla loro completa estinzione in Inghilterra e negli Stati Uniti mentre oggi si possono vedere diverse coppie nidificare in diverse città italiane e nel mondo.
E sono stati proprio i falconieri, molti di loro anche veterinari ed ornitologi, con i loro progetti sperimentali di riproduzione in cattività e di rilascio in natura ad evitarne l’estinzione. L’ornitologo Tom Cade, grande appassionato di falconeria, nel 1970 ha dato inizio presso la Cornell University ad un programma di riproduzione del falco pellegrino in cattività e, due anni più tardi, assieme ad altri 4 falconieri, ha fondato il Peregrine Fund. Oggi il Peregrin Fund è una delle più grandi organizzazioni mondiali che si occupa della protezione di oltre 20 specie di rapaci in pericolo nel mondo, molti dei quali nemmeno utilizzati in falconeria. Le tecniche utilizzate in falconeria per l’addestramento dei falchi si sono anche dimostrate le migliori e le più efficaci per la riabilitazione e la reintroduzione dei rapaci selvatici che hanno subito incidenti in natura.
Un consiglio che voglio dare a chi vuole seriamente avvicinarsi a questa stupenda arte è quello di cercare un falconiere con esperienza disposto a prendervi sotto la sua “ala” in modo da capire sin da subito cosa comporta questa passione, non solo in termini di tempo e denaro, ma anche di costanza, pazienza e sacrificio perché in falconeria è facile andare incontro a delusioni ed è difficile raggiungere ottimi risultati senza l’applicazione delle componenti sopra descritte. Un falconiere al vostro fianco oggigiorno non è più cosa rara, certo è che non tutti sono disposti ad avere qualcuno che gli ronza intorno con continue domande, magari per voi importanti, forse banali, quindi è anche molto importante farsi prima una base leggendo qualche buon testo, e dopo essere presente al fianco del falconiere e imparare osservando con i vostri occhi i piccoli dettagli.
Spesso sono proprio i piccoli dettagli che fanno la differenza tra un “Falconiere” e uno che tiene semplicemente un falco sul pugno.
Francesco De Simone.

Falconeria – stile italiano o alla Coppaloni

Filippo Rautiis con Ernesto Coppaloni alle prove di Bolgheri foto: Pointer del passato Pointerlucaniae.com
Filippo Rautiis con Ernesto Coppaloni alle prove di Bolgheri foto: Pointer del passato Pointerlucaniae.com

Lo stile “Coppaloni” o “all’italiana” oltre ad essere uno stile vero e proprio di addestramento o di volo era ed è uno stile “filosofico”, inteso come il vedere ed interpretare le magie della falconeria.
Dal momento che tale Dr Coppaloni, medico farmacista, scultore eclettico e di fama, cinofilo e giudice di cani da gara, allevatore di pointers, non ha mai lasciato uno scritto sul suo operato, viene spesso ricordato ed emulato dai suoi amici ed allievi, non ultimo da Giampiero Del Mastro Calvetti, deceduto pochissimi mesi orsono, che racconta e spiega la persona e l’attività del famoso falconiere.

Coppaloni fu allievo del grande mestro E. Nasturzio, uomo appassionato di cani, cavalli e falchi, il quale gli dette molte indicazioni sull’alto volo, il quale e sua volta, era supportato da certo inglese Mr Frost, assunto come falconiere professionista dal Nasturzio (per la biografia di Frost documentarsi sul libro “Bird in the hand” di Roger Upton).
Le regole o norme base erano:

1) Dopo aver lanciato il falco, mani in tasca finchè il rapace non abbia raggiunto l’altezza di
caccia (in breve: falco in volo mani in tasca)
2) Logoro visto, logoro dato
3) Amare i propri falchi

in pratica queste tre massime semplici ma importanti erano il succo dell’essenza del volo, mentre il resto erano solo delle tecniche che potevano essere adottate alle circostanze

Coppaloni usava solo falchi di cattura rifiutandosi di maneggiare i nidiacei.

Come dice Del Mastro Calvetti, il Coppaloni era sempre alla ricerca di uno stato estatico attraverso lo spettacolo naturale, vista la sua vena e sensibilità artistica.

Anche nella sua attività cinofila come in falconeria, era sempre alla ricerca del soggetto trascinato da una incontenibile passione, dotato di grandi mezzi naturali, ma non coercito da un addestramento eccessivo all’ubbidienza.

Egli sosteneva, come nei cani (supportato dai giudici Colombo e Radice), la supremazia del “puro, folle”, ovvero un soggetto, sia esso cane sia esso falco, che spaziasse mettendo in mostra così le sue doti portate alla massima possibilità accettando il rischio, talvolta, di sfuggire al controllo piuttosto che essere mortificato nel suo slancio da un addestramento repressivo.

In pratica questo modo di vedere e sentire di Coppaloni lo riviveva nel falco esaltandolo ancora di più perchè il filo che collega il falco al falconiere è ancora più tenue di quello che lega il cane e più forte è l’ansia di vedere l’istinto della vita selvaggia riprendere il sopravvento.

Pertanto, falchi di passo, mani in tasca, sudore freddo lasciando che il soggetto salga e combatta col vento, esplorando tutta la volta del cielo a suo piacimento, appena riconoscibile da un falco selvatico, fiduciosi che verrà a piazzarsi in buona posizione per l’attacco ma pronti, qualora un imprevisto dovesse allontanarlo, ad avere nel logoro un mezzo potentissimo di richiamo.

Questo strumento era l’unico artifizio che usava, ma usato come l’estremo mezzo per ristabilire il contatto tra falco e falconiere mentre tutta la comunicazione precedente era solo affidata a gesti impercettibili.

Altra raccomandazione del Coppaloni era di ricercare innanzitutto la purezza dello stile di volo che doveva essere sempre perseguito anche a costo di limitare il numero delle prede qualora fosse necessario.

Coppaloni aveva orrore (o pietà) per il falchi ammaestrati come gli animali del circo. Immaginare una splendida tigre che si aggira nella jungla e poi vederla nella gabbia del suo domatore mentre assume a comando posizioni ridicole e senza più alcuna dignità può spiegare il modo di vedere di Ernesto Coppaloni.

Egli viveva l’amore per il falco come identificazione, cioè il trasferire il proprio “io” in quell’essere lanciato lassù tra le nubi; il falco era il mezzo con cui lo spirito del falconiere si libera di tutti i vincoli materiali e raggiunge l’apice della emozione.

FÉLIX RODRÍGUEZ DE LA FUENTE
FÉLIX RODRÍGUEZ DE LA FUENTE

Negli anni ’60 Coppaloni dimostrò il suo stile di caccia durante una riunione di caccia in Spagna, organizzata da Felix Rodriguez de la Fuente, il quale cacciava le pernici a cul levè, ricevendo entusiasmo.
L’allievo Fulco Tosti di Valminuta per ben due anni applicò e mostrò ai falconieri spagnoli il metodo Coppaloni tanto che il grande Felix, alcuni anni dopo, gli mandò a dire per bocca di Del Mastro Calvetti che gli spagnoli avevano imparato il suo metodo.

In altre occasioni di raduni e cacciate sia Coppaloni che i suoi allievi dimostrarono la validità del loro metodo con mirabili voli tanto che il grandissimo falconiere tedesco e pioniere della riproduzione in cattività Renz Waller dichiarò con schiettezza: “i pifferi di montagna vennero per suonare e furono suonati”! riferendosi alla bellezza esaltante di quei voli ed ai falconieri tedeschi che credevano di aver tutto da insegnare.

Duranti i vari raduni nei paesi europei queste dimostrazioni erano frequentissime tanto che fu definito da tutti lo “stile italiano” .

In pratica, lo stile italiano o alla Coppaloni è anche uno stile di vita, filosofico se vogliamo, tanto che moltissimi buoni falconieri di tutto il mondo cacciano con questo spirito.

Per conto mio, ho sempre criticato questo gruppo di falconieri, non per la loro non bravura, anzi, ma per il loro circolo chiuso, dove niente trapelava e dove nessuno poteva entrare a farne parte. Forse l’errore più grosso di Coppaloni e amici è stato proprio quello di non diffondere al di fuori del loro circolo questa allora nuova e valida filosofia.

Giovanni Camerini

Falconeria- l’arte antica di addestrare e cacciare con i falchi seconda edizione

Titolo:     Falconeria- l’arte antica di addestrare e cacciare con i falchi seconda edizione
BookID:     00
Autori:     Giovanni Camerini
ISBN-10(13):     00
Data pubblicazione:     09-06-2012
Number of pages:     281
Lingua:     Italiano
Prezzo:     50  + spes

Immagine:     copertina libro tuscanyhoods
Descrizione:     Dopo il successo della Prima edizione, non poteva mancare la ristampa de:”Falconeria- l’arte antica di addestrare e cacciare con i falchi”; libro riveduto, corretto ed ampliato con numerose foto a colori e disegni esplicativi e con l’aggiunta di capitoli sulle tecniche di caccia con i falconi, astori e sparvieri e sull’allevamento dei rapaci in cattività al naturale e con inseminazione artificiale; prenotabile fin da adesso.Manda l’ordine a: Giovanni Camerini