La falconeria è un’arte ed una scienza e senza dubbio è difficoltosa e impegnativa, ma diventare falconieri non è impossibile, se ritenete di avere la necessaria passione e costanza, la strada è già aperta davanti a voi.
Il problema, semmai, è quello di imparare la tecnica.
Da questo punto di vista è fondamentale investire quanto più possibile, una buona formazione tecnica è la base per poter arrivare a diventare falconieri con successo: il falconiere è una persona che non si ferma di fronte agli ostacoli, non deve fermarsi altrimenti non riuscirà mai nella sua impresa; l’apprendimento e la formazione tecnica richiedono impegno e investimento, anche economico, quindi il neofita falconiere non deve fermarsi a questo primo ostacolo né cercare di “saltarlo” altrimenti si troverà a risolvere successivamente molti più problemi.
I requisiti per iniziare.
Fondamentalmente le caratteristiche di base richieste da queste 3 attività sono le stesse e vengono elencate e descritte di seguito:
1) Conoscenza di base
Per quanto riguarda la conoscenza di base c’è da dire che io non consiglio assolutamente di iniziare da zero. Se prima non si possiede una esperienza di base sull’allevamento e detenzione in cattività di altri animali o meglio ancora di altri uccelli, io non consiglierei di dedicarsi direttamente ai rapaci.
Gli uccelli rapaci sono animali “difficili” rispetto ad un classico “animale domestico” quale potrebbe essere un cane o un gatto o un pesce rosso o un canarino. Se non si ha nessuna esperienza di allevamento e gestione di uccelli in cattività è obbligatorio acquisirla, prima di passare ai rapaci. Non ne è necessaria tanta, diciamo che comprarsi un bel pappagallo potrebbe permettere di farsi l’esperienza necessaria in poco tempo (1 anno circa) e con semplicità e senza spese economiche notevoli.
Passato questo anno di tirocinio si può iniziare a pensare a dedicarsi ai rapaci, ovviamente partendo da specie semplici ed economiche e quindi più adatte alla propria condizione di neofita e che possano assecondare gli errori che si fanno sempre all’inizio (è inevitabile, ma sbagliando si impara).
Se invece si possiede già una base di esperienze di allevamento di altre specie di uccelli, si può passare direttamente al rapace, sebbene, come detto prima, si debba scegliere una specie “facile”.
Non si può pensare di iniziare direttamente con un Falco pellegrino e magari con l’obiettivo di portarlo subito a caccia.
Questo potrebbe essere fatto ma solo se si ha alle spalle un buon appoggio (corso di falconeria e/o falconiere che possa seguirvi passo passo).
2) Passione per gli animali e voglia di imparare e ottenere dei risultati
La passione è la base di tutto, se manca è inutile anche solo pensarci a diventare falconiere. La falconeria è un’arte e come tale è pronta a darci anche tante delusioni, sebbene si cerchi sempre di procedere nel modo più preciso, gli errori si fanno sempre e c’è il rischio che la perdita o la morte di un rapace possano mettere a rischio le nostre intenzioni e farci mollare tutto. A questo punto è inutile anche iniziare. Per il resto c’è poco da dire, la passione e la voglia di ottenere risultati o ci sono o non ci sono. Voi le avete? Se sì continuiamo.
3) Requisiti minimi: Tempo, Spazio, Soldi, Impegno (TSSI)
Non preoccupatevi, esiste molta variabilità nei requisiti minimi che bisogna avere, per questo è importante sapere a priori cosa si intende fare e quali sono le possibilità offerte dalla falconeria e tutte le sue versioni moderne. La descrizione dei requisiti TSSI per ogni variante della falconeria moderna richiede molto spazio e verrà analizzata negli articoli successivi. Sulla base di tali requisiti il neofita dovrebbe capire quale tipologia di falconeria si adatta maggiormente alle proprie possibilità e quindi anche quale specie di rapace acquistare e quale percorso formativo seguire.
I requisiti del falconiere:
1) Bisogna essere almeno 16enni per potere iniziare a praticare la falconeria o una delle sue branche a meno che non si venga seguiti da degli adulti
2) Bisogna amare veramente gli animali e i rapaci in modo particolare.
3) E’ necessario che si sia in grado di rispettare tutti i bisogni e le necessità dei rapaci che si stanno tenendo in cattività. Ciò vuol dire: assicurare loro il corretto alloggiamento, i necessari spazi, la giusta alimentazione, clima, igiene ecc.
4) Il falconiere deve amare la natura, poichè per far volare i propri rapaci bisognerà stare sul campo per molte ore al giorno, sia con il caldo che con il freddo, il vento, la pioggia. Il falconiere deve amare questo contatto così diretto e stretto con la natura e le sue componenti, brutte o belle che siano.
Nel box di approfondimento riportato sotto ho voluto citare un elenco dei requisiti che dovrebbe avere un falconiere tratto da un famoso testo americano e che ritengo molto ben fatto.
CHECK-LIST: I REQUISITI DEL FALCONIERE (secondo Harold Webster)
1) La Falconeria non è cosa per tutti; la Falconeria non è per i bambini.
2) Se il vostro interesse nella Falconeria è principalmente quello di prendere della selvaggina, allora NON cimentatevi nella Falconeria.
3) Se il vostro interesse è solo mosso dal fatto che i rapaci sono spettacolari e lo sport insolito, allora NON cimentatevi nella Falconeria.
4) Se pensate che portare un falco sul pugno sia un bel modo per attirare l’attenzione, avete ragione; ma questa non è Falconeria.
5) Se amate gli uccelli e pensate che un falcone o un astore sarebbero insoliti animali domestici, fareste meglio a riconsiderare tutto, perchè non sono certo animali domestici!
6) Se volete cacciare nella stagione di caccia, pescare nella stagione di pesca, andare in vacanza d’estate e frequentare le località sciistiche di inverno e dimenticare l’unico divertimento finchè non torna di nuovo la giusta occasione, allora NON provate a tenere dei falconi.
7) Soprattutto, se siete una persona indaffarata, con incarichi in molti clubs, società e attività sociali, allora NON tentate di far entrare a forza da qualche parte anche la Falconeria, perchè semplicemente non avete tempo.
8) Se siete sensibili alle critiche, o vi preoccupate di “quello che dirà la gente”, allora decisamente evitate qualunque cosa abbia a che fare con queso sport.
9) Ma, se avete un profondo interesse per il mondo esterno; se amate la vita e gli esseri viventi con sufficiente profondità e ampiezza da essere più che sentimentali; se cogliete le occasioni e vi aspettate l’inaspettato, se riuscite a vedere nei predatori l’incarnazione di tutte quelle alte qualità che noi soprattutto ammiriamo, qualità di forza, coraggio, energia, coordinazione e perfezione fisica che li pongono al di fuori e sopra altre forme di vita; se riuscite ad afferrare nel loro modo di vivere qualcosa di spettacolare e drammatico che vi piacerebbe condividere, se tutto questo è la vostra ragione base per un tale interesse, allora la Falconeria è per voi e voi potrete, col tempo e la pratica, diventare un Falconiere.
10) Un’alta qualità desiderabile è un profondo senso di responsabilità nei confronti degli uccelli che tenete.
11) Se le vostre condizioni di lavoro nel posto in cui vivete sono tali per cui è impossibile far volare i vostri uccelli più di una volta a settimana, quasi sicuramente non otterrete molto dai vostri sforzi.
12) Se invece anteponendo a tutto la salute dei vostri falconi e sacrificando altre attività, vi è possibile mettere gli uccelli in volo da quindici minuti fino a un’ora al giorno, o anche un giorno si e uno no, e se potete far ciò in una tabella di tempo regolare, allora sarete praticamente sicuri di ottenere dei successi.
Gli stadi di apprendimento
I) Biologia dei rapaci
Oltre che arte la falconeria deve essere definita anche come “Scienza”: ciò perché si tratta di una attività strettamente collegata ad esseri viventi (i rapaci).
Come nelle gare di Formula 1, dove si ha a che fare con delle macchine, e dunque tutto si basa sulle scienze ingegneristiche, al fine di ottenere il massimo, così nella falconeria, dove si ha a che fare con dei rapaci cioè degli esseri viventi, tutto si basa sulle scienze biologiche: la conoscenza della biologia dei rapaci è la base assolutamente imprescindibile da cui partire per diventare bravi falconieri; solo conoscendo la biologia dei rapaci è possibile ottenere da essi il massimo risultato ed evitare la gran parte dei classici problemi della falconeria (malattie, traumi, fughe, morte dei rapaci etc.).
E’ importante che il falconiere sia prima di tutto un ornitologo: che impari a osservare gli uccelli e i rapaci in modo particolare, anche in natura e a conoscerne il comportamento e l’ecologia. Comprare un buon libro sull’identificazione e sulle abitudini dei rapaci italiani è quindi il primo passo. Da un punto di vista più biologico il falconiere deve conoscere alla perfezione:
1) La fisiologia alimentare e muscolare dei rapaci: ciò è fondamentale al fine di gestire correttamente il peso e la fame dei propri rapaci, che sono i punti cardine su cui si basa un buon addestramento; compiere un errore nella gestione del peso/fame dei rapaci in cattività vuol dire perderli, farli ammalare, ucciderli o non ottenere risultati di buon livello nell’addestramento.
2) L’etologia generale: è la base per capire i principi dell’addestramento, come il condizionamento, l’apprendimento, l’imprinting, la reattività etc. Anche questi elementi rappresentano delle basi assolutamente fondamentali per addestrare correttamente un rapace
3) L’etologia dei rapaci: il falconiere deve saper “comunicare” con i suoi rapaci, e per questo motivo deve saperne interpretare correttamente i segnali attraverso il loro “linguaggio del corpo”; ad ogni postura, movimento, comportamento del rapace corrisponde una informazione che il falconiere deve saper cogliere ed interpretare e a cui deve reagire in un determinato modo; per esempio: cosa vuol dire se il rapace respira col becco aperto? Cosa vuol dire se tiene le ali un po’ abbassate? Cosa vuol dire se sta in posizione eretta? Cosa vuol dire se piega la testa in alto inclinandola verso un lato?
4) La eco-etologia specie-speficia: è scontato che il falconiere debba conoscere molto approfonditamente le abitudini in natura della specie di rapace che sta addestrando; dove vive, cosa mangia, come caccia, la sua fenologia e così via.
II) Gestione di animali in cattività
In 10 anni di esperienza didattica mi è capitato spessissimo di formare neo-falconieri.
Molte delle persone che mi hanno contattato spesso si sono lamentate del fatto che era stato loro suggerito di “comprarsi un pappagallo”.
In questo suggerimento, purtroppo, c’è una verità molto importante: se non avete mai avuto possibilità di gestire un animale in cattività e in modo particolare un uccello (canarini, pappagalli etc.), la strada per diventare falconieri è molto più lunga. Se rientrate in questa categoria di persone, senza esperienze nell’ornicoltura (allevamento di uccelli in cattività), il vostro percorso verso la falconeria si allunga.
Quindi prima di acquistare un rapace il mio consiglio è di cimentarvi nell’allevamento di qualche altra specie ornitica (il pappagallo va benissimo, ma anche canarini o tortore).
Questa esperienza di base vi darà le conoscenze necessarie per capire cosa vuol dire gestire un rapace in cattività ed è un passo che non deve essere saltato!
Dopo questa esperienza che deve durare almeno 1-2 anni, potete iniziare a pensare al vostro primo rapace.
Da questo punto di vista sarà importantissimo, ovviamente, conoscere a fondo e perfettamente le tecniche di gestione in cattività dei rapaci: esigenze climatiche, alloggiamenti, posatoi, alimentazione, comportamento dei rapaci in cattività, gestione alimentare, gestione sanitaria etc.
III) Tecniche di addestramento
Adesso avete il vostro primo rapace e sapete bene come tenerlo in cattività; è quindi arrivato il momento di iniziare con l’addestramento. Anche in questo caso mi trovo costretto a dirvi che è assolutamente fondamentale conoscere per bene sia l’etologia generale che sta alla base delle tecniche di addestramento, sia le tecniche di addestramento stesse, sia in generale sia applicate ai rapaci.
IV) Il primo rapace: il rapace “scuola”
Esiste una grossa differenza tra il primo rapace che avrete e che addestrerete e tutti gli altri.
Il primo rapace infatti è un rapace “scuola”, che garantirà al neofita falconiere la prima esperienza, che è la base di partenza per i successivi livelli di addestramento.
Il primo addestramento che un falconiere farà su un rapace sarà dunque un “addestramento scuola” (ed il rapace è per questo chiamato “rapace scuola”): durante questo addestramento il falconiere imparerà tantissime cose e, inevitabilmente, commetterà anche molti errori.
Se il rapace “scuola” non viene scelto oculatamente, gli errori, anche piccoli, commessi dal falconiere potranno avere conseguenze anche molto gravi: il rapace può ammalarsi, scappare o morire.
Paolo Taranto