Caccia col falco: tutto ciò che occorre sapere per esercitare l’attività venatoria in Italia e all’Estero

portoarmi1) Abilitazione esercizio venatorio.

L’abilitazione all’esercizio venatorio, necessaria per richiedere la licenza di porto fucile per uso caccia, si consegue a seguito di esami pubblici dinnanzi ad apposita commissione nominata dalla Regione in ciascun capoluogo di Provincia (art. 22 L. 157/92). Esso viene sostenuto per il primo rilascio e in caso di revoca della licenza.

Gli esami, svolti secondo le modalità stabilite dalle regioni, riguardano in particolare le seguenti materie: 

  • Legislazione venatorie
  • Zoologia applicata alla caccia con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili
  • Armi e munizioni da caccia e relativa legislazione
  • Tutela della natura e principi di salvaguardia di produzione agricola
  • Norme di pronto soccorso

 

2) Licenza di porto di fucile per uso caccia 

La licenza ha la durata di 6 anni e viene rinnovata non automaticamente ma dietro richiesta del titolare, associata a specifica documentazione medica di idoneità. Il documento rilasciato da organismo dello Stato è valido su tutto il territorio nazionale. 

Il modulo di richiesta, disponibile anche presso la Questura, il Commissariato di Pubblica Sicurezza o la stazione dei Carabinieri, può essere consegnato nei seguenti modi:

  • direttamente a mano: l’ufficio rilascia una regolare ricevuta;
  • per posta raccomandata con avviso di ricevimento;
  • per via telematica, con modalità che assicurino l’avvenuta consegna.

Alla richiesta si deve allegare:

  • due contrassegni telematici da euro 14,62, da applicare sulla richiesta e sulla licenza;
  • la certificazione comprovante l’idoneità psico-fisica, rilasciata dall’A.S.L. di residenza ovvero dagli Uffici medico-legali e dalle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato;
  • una dichiarazione sostitutiva di certificazione attestante l’abilitazione all’attività venatoria;
  • la ricevuta di pagamento della tassa di concessioni governative di Euro 168,00 più un’addizionale di Euro 5.16 (come previsto dall’art.24 della legge nr. 157 dell’11 febbraio 1992);
  • la ricevuta di pagamento della tassa di concessione regionale, fissata ogni anno dalle singole regioni;
  • la ricevuta di versamento di Euro 1,26 per il costo del libretto valido 6 anni, da pagarsi per il primo rilascio e alla scadenza dei sei anni, richiedendo all’Ufficio territoriale competente gli estremi del conto corrente della corrispondente Tesoreria Provinciale dello Stato (il costo del libretto è di Euro 1,45 per la versione bilingue);
  • due foto recenti, formato tessera, a capo scoperto e a mezzo busto;
  • la documentazione o autocertificazione relativa al servizio prestato nelle Forze Armate o nelle Forze di Polizia o certificato di idoneità al maneggio delle armi rilasciato da una Sezione di Tiro a Segno Nazionale;
  • una dichiarazione sostitutiva in cui l’interessato attesti:
    • di non trovarsi nelle condizioni ostative previste dalla legge;
    • le generalità delle persone conviventi;

Al posto delle dichiarazioni sostitutive può essere presentata la documentazione rilasciata dagli organi competenti.

Rinnovo

La licenza di caccia si rinnova alla scadenza del 6° anno. Nel periodo di validità viene rinnovata automaticamente con il pagamento della tassa di concessione governativa, che và versata prima dell’uso dell’arma per ciascun anno successivo a quello di emanazione della licenza. Per la domanda di rinnovo, che deve essere presentata prima della scadenza del titolo, va prodotta la stessa documentazione prevista per il rilascio, ad eccezione della certificazione attestante l’abilitazione all’esercizio dell’attività venatoria, la certificazione relativa all’idoneità al maneggio delle armi e la dichiarazione di non essere stato riconosciuto “obiettore di coscienza”, oppure l’istanza di revoca dello status di obiettore, trasmessa all’Ufficio Nazionale per il servizio civile.

3)Polizza assicurativa

Il suo scopo è quello di garantire la responsabilità civile verso terzi per eventuali danni provocati dal maneggio delle armi durante l’esercizio della caccia.  La legge definisce massimali di 1.000.000.0000 di lire suddivisi in 750.000.000 di lire per danni alla persone e 250.000.000 di lire per danni ad animali e cose.   È inoltre prevista una polizza antinfortunistica per il cacciatore con massimale di 100.000.000 di lire. Le associazioni venatorie si occupano di tale aspetto proponendo pacchetti assicurativi specifici ed ampliati rispetto a quelli minimi previsti per legge. Oltre alle associazioni venatorie – i sindacati dei cacciatori – la maggior parte delle compagnie assicurative offrono polizze assicurative per l’esercizio della caccia.

4)Tesserino venatorio

Consente l’esercizio della caccia nelle A.T.C. (Ambiti Territoriali di Caccia) di residenza e non. Il tesserino venatorio è valido su tutto il territorio nazionale ed è rilasciato dal Comune di residenza del cacciatore. I requisiti per richiedere il tesserino sono:

a) possesso della licenza di caccia, b) versamento della tassa di concessione governativa e regionale e c) pagamento per l’A.T.C. E’ possibile il ritiro del tesserino venatorio durante tutto il periodo di caccia. Il tesserino venatorio è un mezzo di controllo delle quantità e delle specie prelevate e a tal fine deve essere riconsegnato, entro i termini stabiliti, al Comune di residenza o, in caso di cambio di residenza, al Comune che lo ha rilasciato.


Norme di riferimento:

legge 11 febbraio 1992, n.157 (norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio)

 

 

 

I requisiti per diventare falconiere

Happy-FalconerLa falconeria è un’arte ed una scienza e senza dubbio è difficoltosa e impegnativa, ma diventare falconieri non è impossibile, se ritenete di avere la necessaria passione e costanza, la strada è già aperta davanti a voi.

Il problema, semmai, è quello di imparare la tecnica.
Da questo punto di vista è fondamentale investire quanto più possibile, una buona formazione tecnica è la base per poter arrivare a diventare falconieri con successo: il falconiere è una persona che non si ferma di fronte agli ostacoli, non deve fermarsi altrimenti non riuscirà mai nella sua impresa; l’apprendimento e la formazione tecnica richiedono impegno e investimento, anche economico, quindi il neofita falconiere non deve fermarsi a questo primo ostacolo né cercare di “saltarlo” altrimenti si troverà a risolvere successivamente molti più problemi.

I requisiti per iniziare.

Fondamentalmente le caratteristiche di base richieste da queste 3 attività sono le stesse e vengono elencate e descritte di seguito:
1) Conoscenza di base
Per quanto riguarda la conoscenza di base c’è da dire che io non consiglio assolutamente di iniziare da zero. Se prima non si possiede una esperienza di base sull’allevamento e detenzione in cattività di altri animali o meglio ancora di altri uccelli, io non consiglierei di dedicarsi direttamente ai rapaci.
Gli uccelli rapaci sono animali “difficili” rispetto ad un classico “animale domestico” quale potrebbe essere un cane o un gatto o un pesce rosso o un canarino. Se non si ha nessuna esperienza di allevamento e gestione di uccelli in cattività è obbligatorio acquisirla, prima di passare ai rapaci. Non ne è necessaria tanta, diciamo che comprarsi un bel pappagallo potrebbe permettere di farsi l’esperienza necessaria in poco tempo (1 anno circa) e con semplicità e senza spese economiche notevoli.
Passato questo anno di tirocinio si può iniziare a pensare a dedicarsi ai rapaci, ovviamente partendo da specie semplici ed economiche e quindi più adatte alla propria condizione di neofita e che possano assecondare gli errori che si fanno sempre all’inizio (è inevitabile, ma sbagliando si impara).
Se invece si possiede già una base di esperienze di allevamento di altre specie di uccelli, si può passare direttamente al rapace, sebbene, come detto prima, si debba scegliere una specie “facile”.
Non si può pensare di iniziare direttamente con un Falco pellegrino e magari con l’obiettivo di portarlo subito a caccia.
Questo potrebbe essere fatto ma solo se si ha alle spalle un buon appoggio (corso di falconeria e/o falconiere che possa seguirvi passo passo).
2) Passione per gli animali e voglia di imparare e ottenere dei risultati
La passione è la base di tutto, se manca è inutile anche solo pensarci a diventare falconiere. La falconeria è un’arte e come tale è pronta a darci anche tante delusioni, sebbene si cerchi sempre di procedere nel modo più preciso, gli errori si fanno sempre e c’è il rischio che la perdita o la morte di un rapace possano mettere a rischio le nostre intenzioni e farci mollare tutto. A questo punto è inutile anche iniziare. Per il resto c’è poco da dire, la passione e la voglia di ottenere risultati o ci sono o non ci sono. Voi le avete? Se sì continuiamo.
3) Requisiti minimi: Tempo, Spazio, Soldi, Impegno (TSSI)
Non preoccupatevi, esiste molta variabilità nei requisiti minimi che bisogna avere, per questo è importante sapere a priori cosa si intende fare e quali sono le possibilità offerte dalla falconeria e tutte le sue versioni moderne. La descrizione dei requisiti TSSI per ogni variante della falconeria moderna richiede molto spazio e verrà analizzata negli articoli successivi. Sulla base di tali requisiti il neofita dovrebbe capire quale tipologia di falconeria si adatta maggiormente alle proprie possibilità e quindi anche quale specie di rapace acquistare e quale percorso formativo seguire.

I requisiti del falconiere:

1) Bisogna essere almeno 16enni per potere iniziare a praticare la falconeria o una delle sue branche a meno che non si venga seguiti da degli adulti
2) Bisogna amare veramente gli animali e i rapaci in modo particolare.
3) E’ necessario che si sia in grado di rispettare tutti i bisogni e le necessità dei rapaci che si stanno tenendo in cattività. Ciò vuol dire: assicurare loro il corretto alloggiamento, i necessari spazi, la giusta alimentazione, clima, igiene ecc.
4) Il falconiere deve amare la natura, poichè per far volare i propri rapaci bisognerà stare sul campo per molte ore al giorno, sia con il caldo che con il freddo, il vento, la pioggia. Il falconiere deve amare questo contatto così diretto e stretto con la natura e le sue componenti, brutte o belle che siano.
Nel box di approfondimento riportato sotto ho voluto citare un elenco dei requisiti che dovrebbe avere un falconiere tratto da un famoso testo americano e che ritengo molto ben fatto.

CHECK-LIST: I REQUISITI DEL FALCONIERE (secondo Harold Webster)
1) La Falconeria non è cosa per tutti; la Falconeria non è per i bambini.
2) Se il vostro interesse nella Falconeria è principalmente quello di prendere della selvaggina, allora NON cimentatevi nella Falconeria.
3) Se il vostro interesse è solo mosso dal fatto che i rapaci sono spettacolari e lo sport insolito, allora NON cimentatevi nella Falconeria.
4) Se pensate che portare un falco sul pugno sia un bel modo per attirare l’attenzione, avete ragione; ma questa non è Falconeria.
5) Se amate gli uccelli e pensate che un falcone o un astore sarebbero insoliti animali domestici, fareste meglio a riconsiderare tutto, perchè non sono certo animali domestici!
6) Se volete cacciare nella stagione di caccia, pescare nella stagione di pesca, andare in vacanza d’estate e frequentare le località sciistiche di inverno e dimenticare l’unico divertimento finchè non torna di nuovo la giusta occasione, allora NON provate a tenere dei falconi.
7) Soprattutto, se siete una persona indaffarata, con incarichi in molti clubs, società e attività sociali, allora NON tentate di far entrare a forza da qualche parte anche la Falconeria, perchè semplicemente non avete tempo.
8) Se siete sensibili alle critiche, o vi preoccupate di “quello che dirà la gente”, allora decisamente evitate qualunque cosa abbia a che fare con queso sport.
9) Ma, se avete un profondo interesse per il mondo esterno; se amate la vita e gli esseri viventi con sufficiente profondità e ampiezza da essere più che sentimentali; se cogliete le occasioni e vi aspettate l’inaspettato, se riuscite a vedere nei predatori l’incarnazione di tutte quelle alte qualità che noi soprattutto ammiriamo, qualità di forza, coraggio, energia, coordinazione e perfezione fisica che li pongono al di fuori e sopra altre forme di vita; se riuscite ad afferrare nel loro modo di vivere qualcosa di spettacolare e drammatico che vi piacerebbe condividere, se tutto questo è la vostra ragione base per un tale interesse, allora la Falconeria è per voi e voi potrete, col tempo e la pratica, diventare un Falconiere.
10) Un’alta qualità desiderabile è un profondo senso di responsabilità nei confronti degli uccelli che tenete.
11) Se le vostre condizioni di lavoro nel posto in cui vivete sono tali per cui è impossibile far volare i vostri uccelli più di una volta a settimana, quasi sicuramente non otterrete molto dai vostri sforzi.
12) Se invece anteponendo a tutto la salute dei vostri falconi e sacrificando altre attività, vi è possibile mettere gli uccelli in volo da quindici minuti fino a un’ora al giorno, o anche un giorno si e uno no, e se potete far ciò in una tabella di tempo regolare, allora sarete praticamente sicuri di ottenere dei successi.

Gli stadi di apprendimento

I) Biologia dei rapaci
Oltre che arte la falconeria deve essere definita anche come “Scienza”: ciò perché si tratta di una attività strettamente collegata ad esseri viventi (i rapaci).
Come nelle gare di Formula 1, dove si ha a che fare con delle macchine, e dunque tutto si basa sulle scienze ingegneristiche, al fine di ottenere il massimo, così nella falconeria, dove si ha a che fare con dei rapaci cioè degli esseri viventi, tutto si basa sulle scienze biologiche: la conoscenza della biologia dei rapaci è la base assolutamente imprescindibile da cui partire per diventare bravi falconieri; solo conoscendo la biologia dei rapaci è possibile ottenere da essi il massimo risultato ed evitare la gran parte dei classici problemi della falconeria (malattie, traumi, fughe, morte dei rapaci etc.).
E’ importante che il falconiere sia prima di tutto un ornitologo: che impari a osservare gli uccelli e i rapaci in modo particolare, anche in natura e a conoscerne il comportamento e l’ecologia. Comprare un buon libro sull’identificazione e sulle abitudini dei rapaci italiani è quindi il primo passo. Da un punto di vista più biologico il falconiere deve conoscere alla perfezione:
1) La fisiologia alimentare e muscolare dei rapaci: ciò è fondamentale al fine di gestire correttamente il peso e la fame dei propri rapaci, che sono i punti cardine su cui si basa un buon addestramento; compiere un errore nella gestione del peso/fame dei rapaci in cattività vuol dire perderli, farli ammalare, ucciderli o non ottenere risultati di buon livello nell’addestramento.
2) L’etologia generale: è la base per capire i principi dell’addestramento, come il condizionamento, l’apprendimento, l’imprinting, la reattività etc. Anche questi elementi rappresentano delle basi assolutamente fondamentali per addestrare correttamente un rapace
3) L’etologia dei rapaci: il falconiere deve saper “comunicare” con i suoi rapaci, e per questo motivo deve saperne interpretare correttamente i segnali attraverso il loro “linguaggio del corpo”; ad ogni postura, movimento, comportamento del rapace corrisponde una informazione che il falconiere deve saper cogliere ed interpretare e a cui deve reagire in un determinato modo; per esempio: cosa vuol dire se il rapace respira col becco aperto? Cosa vuol dire se tiene le ali un po’ abbassate? Cosa vuol dire se sta in posizione eretta? Cosa vuol dire se piega la testa in alto inclinandola verso un lato?
4) La eco-etologia specie-speficia: è scontato che il falconiere debba conoscere molto approfonditamente le abitudini in natura della specie di rapace che sta addestrando; dove vive, cosa mangia, come caccia, la sua fenologia e così via.

II) Gestione di animali in cattività
In 10 anni di esperienza didattica mi è capitato spessissimo di formare neo-falconieri.
Molte delle persone che mi hanno contattato spesso si sono lamentate del fatto che era stato loro suggerito di “comprarsi un pappagallo”.
In questo suggerimento, purtroppo, c’è una verità molto importante: se non avete mai avuto possibilità di gestire un animale in cattività e in modo particolare un uccello (canarini, pappagalli etc.), la strada per diventare falconieri è molto più lunga. Se rientrate in questa categoria di persone, senza esperienze nell’ornicoltura (allevamento di uccelli in cattività), il vostro percorso verso la falconeria si allunga.
Quindi prima di acquistare un rapace il mio consiglio è di cimentarvi nell’allevamento di qualche altra specie ornitica (il pappagallo va benissimo, ma anche canarini o tortore).
Questa esperienza di base vi darà le conoscenze necessarie per capire cosa vuol dire gestire un rapace in cattività ed è un passo che non deve essere saltato!
Dopo questa esperienza che deve durare almeno 1-2 anni, potete iniziare a pensare al vostro primo rapace.
Da questo punto di vista sarà importantissimo, ovviamente, conoscere a fondo e perfettamente le tecniche di gestione in cattività dei rapaci: esigenze climatiche, alloggiamenti, posatoi, alimentazione, comportamento dei rapaci in cattività, gestione alimentare, gestione sanitaria etc.

III) Tecniche di addestramento
Adesso avete il vostro primo rapace e sapete bene come tenerlo in cattività; è quindi arrivato il momento di iniziare con l’addestramento. Anche in questo caso mi trovo costretto a dirvi che è assolutamente fondamentale conoscere per bene sia l’etologia generale che sta alla base delle tecniche di addestramento, sia le tecniche di addestramento stesse, sia in generale sia applicate ai rapaci.

IV) Il primo rapace: il rapace “scuola”
Esiste una grossa differenza tra il primo rapace che avrete e che addestrerete e tutti gli altri.
Il primo rapace infatti è un rapace “scuola”, che garantirà al neofita falconiere la prima esperienza, che è la base di partenza per i successivi livelli di addestramento.
Il primo addestramento che un falconiere farà su un rapace sarà dunque un “addestramento scuola” (ed il rapace è per questo chiamato “rapace scuola”): durante questo addestramento il falconiere imparerà tantissime cose e, inevitabilmente, commetterà anche molti errori.
Se il rapace “scuola” non viene scelto oculatamente, gli errori, anche piccoli, commessi dal falconiere potranno avere conseguenze anche molto gravi: il rapace può ammalarsi, scappare o morire.

Paolo Taranto

Falco Pellegrino (Falco peregrinus)

IMG_1578Falco Pellegrino (Falco peregrinus)

Il falco pellegrino ha una lunghezza compresa tra 34 e 58 cm, e un’apertura alare di 80-120 cm.Maschi e femmine hanno piumaggio simile ma, come in molti altri rapaci, sono caratterizzati da un marcato dimorfismo sessuale per cui le femmine sono circa il 30% più grandi dei maschi.Il peso varia quindi dai 440-750 g dei maschi, ai 910-1500 g delle femmine. Le fluttuazioni dei valori tengono conto anche delle sottospecie.

Caratteristiche fisiche
MaschioFemmina
Dimensioni34 – 46 cm46 – 58 cm
Apertura alare80 – 100 cm104 – 120 cm
Peso440 – 750 g910 – 1 500 g

Il dorso e le ali appuntite degli adulti sono solitamente di un colore che va dal nero bluastro al grigio ardesia, con alcune striature caratteristiche delle sottospecie. La punta delle ali è nera.

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La parte inferiore è striata con sottili bande marrone scuro o nere.La coda, dello lo stesso colore del dorso ma con striature nette, è lunga, sottile e arrotondata alla fine con una punta nera e una banda bianca a ciascuna estremità. La testa nera contrasta con i fianchi chiari del collo e la gola bianca.La “cera” del becco e le zampe sono gialle, mentre il becco e gli artigli sono neri.La punta del becco ha un intaglio, risultato di un adattamento biologico, che permette al falco di uccidere le prede spezzando loro le vertebre cervicali del collo.

I giovani immaturi sono caratterizzati da un colore più bruno con parti inferiori striate che invece che barrate; la “cera” e l’anello orbitale è blu pallido.

Sottospecie:

Sono state descritte numerose sottospecie di falco pellegrino e di queste 19 sono accettate dall’ Handbook of the Birds of the World.

  • Falco peregrinus peregrinus, la sottospecie di riferimento, descritta da Tunstall nel 1771, si riproduce nella parte temperata dell’Eurasia tra la tundra a nord e i Pirenei, il Mar Mediterraneo e la cintura alpina a sud. Nell’Europa è essenzialmente stanziale, mentre è migratore in Scandinavia e Asia. I maschi raggiungono un peso di 580-750 g, mentre le femmine pesano 925-1030 g.La sottospecie comprende brevirostrisgermanicusrhenanus, e riphaeus.
  • Falco peregrinus calidus, descritto da John Latham nel 1790, precedentemente conosciuto come leucogenys include il caeruleiceps. Si riproduce nella tundra artica dell’Eurasia, da Murmansk ai fiumi Yana e Indigirka, in Siberia. È completamente migratore e d’inverno si sposta verso sud fino all’Africa sub-sahariana. Vive prevalentemente attorno a insediamenti in zone umide. È di colore più chiaro del peregrinus, specialmente sulla testa. I maschi pesano 588-740 g, le femmine 925-1333 g.
  • Falco peregrinus japonensis, descritto da Gmelin nel 1788, include kleinschmidtipleskei; l’ harterti sembra riferirsi a integrazioni con calidus. Si trova dal nordest della Siberia alla Kamchatka (anche se forse qui è rimpiazzato dalpealei), e in Giappone. Le popolazioni del nord sono migratorie, quelle giapponesi stanziali. È simile al peregrinus, ma i giovani sono anche più scuri dei piccoli anatum.
  • Falco peregrinus macropus, descritto da Swainson nel 1837 è il Falco pellegrino australiano. Si trova in tutta l’Australia, tranne che nel sud-ovest. È non migratore e simile al brookei nell’aspetto, ma è più piccolo e con la regione auricolare interamente nera; le zampe sono in proporzione più grandi.
  • Falco peregrinus submelanogenys, descritto da Mathews nel 1912, è il Falco pellegrino del sud-ovest dell’Australia; non migratore.
  • Falco peregrinus peregrinator, descritto da Sundevall nel 1837, è noto come Falco pellegrino indiano, Shahin nero o Shahin indiano.
Era noto in precedenza come Falco atriceps o Falco shahin. L’areale comprende l’Asia meridionale a partire dal Pakistan attraverso India,Bangladesh, Sri Lanka fino alla Cina sud occidentale. In India, lo Shaheen è presente in tutti gli Stati, eccetto l’Uttar Pradesh, soprattutto nelle regioni collinari e rocciose. È presente anche nelle isole Andamane e Nicobare. Depone in genere da tre a quattro uova, con i pulcini in grado di volare dopo 48 giorni e una percentuale di sopravvivenza di 1,32 pulcini per nido. In India nidifica oltre che sulle scogliere, anche su edifici o strutture costruite dall’uomo come i ripetitori per la telefonia cellulare.Nello Sri Lanka la stima di coppie in fase riproduttiva era di una quarantina nel 1996.È non migratore, piccolo e scuro, con sottopancia rossiccio. Nello Sri Lanka questa sottospecie preferisce le colline più elevate, mentre il migratore calidus è avvistato più frequentemente lungo le coste. In Pakistan è il simbolo della locale Aeronautica militare.
  • Falco peregrinus anatum, descritto da Bonaparte nel 1838,è conosciuto come Falco pellegrino americano, o “Falco anatra” come indica il suo nome scientifico. Attualmente vive prevalentemente nelle Montagne Rocciose, mentre in precedenza era comune in tutto il Nord America, dalla tundra al Mexico settentrionale, dove gli sforzi di reintroduzione cercano di ristabilire la popolazione.Gli adulti di anatum svernano nella zona di riproduzione, tranne quelli che si riproducono molto a nord. Gli esemplari più vagabondi che raggiungono l’Europa sembrano appartenere alla variante più settentrionale e migratoria tundrius, che è considerata distinta solo dal 1968. È simile al peregrinus, ma un po’ più piccola; gli adulti hanno un colore più chiaro e meno caratterizzato al di sotto, mentre i giovani sono un po’ più scuri e marcati. Il peso dei maschi è compreso tra 500 e 570 g, le femmine tra 900 e 960 g.
  • Falco peregrinus cassini, descritto da Sharpe nel 1873, è noto anche come Falco pellegrino australe. Comprende il kreyenborgi, o falcone pallido una forma di leucismo tipica soprattutto del Sud America e che per lungo tempo è stata considerata una specie separata.Il suo areale comprende il Sud America e va dall’ Ecuador alla Bolivia, Argentina, Chile, Terra del Fuoco eIsole Falkland.È non migratore e simile al peregrinus, ma un po’ più piccolo e con la regione auricolare nera. La variante kreyenborgi è di un grigio medio con piccole striature sotto e la testa simile al Falco cherrug, anche se la regione auricolare è bianca.
  • Falco peregrinus pealei, descritto da Ridgway nel 1873, è conosciuto anche come “Falco di Peale” e include il rudolfi. Si trova nella costa del Pacifico nord-occidentale dell’America, a partire dallo stretto di Puget lungo la Columbia Britannica (comprese le isole Regina Carlotta, nel Golfo dell’Alaska e nelleisole Aleutine, fino alla costa orientale russa del Mare di Bering. Si può trovare anche nelle isole Curili e nella costa della Kamchatka. È un non-migratore. È la sottospecie più grande, tanto che sembra un tundrius più scuro e di grandi dimensioni, o un grande e striato anatum. Ha un becco molto grande. I giovani possono avere una cresta più chiara.
  • Falco peregrinus tundrius, descritto da C.M. White nel 1968, era stato incluso nel leucogenys. Vive nella tundra artica del Nord America e della Groenlandia. Migra per svernare nell’America Centrale e nel Sud America. Gli esemplari più vagabondi che raggiungono l’Europa appartengono a questa sottospecie, che era in precedenza unificata con l’ anatum. È l’equivalente americano del calidus. Come dimensioni è più piccolo e più chiaro dell’ anatum. La maggior parte degli individui hanno la fronte e la regione auricolare chiara con la cresta scura, diversamente dal calidus. I giovani sono più tendenti al marrone e meno al grigio dei calidus, e più chiari degli anatum.
  • Falco peregrinus madens, descritto da Ripley e Watson nel 1963, è caratterizzato da dicromatismo sessuale. È un non-migratore delle isole di Capo Verde; la specie è in serio pericolo in quanto sembrano sopravvivere solo sei-otto coppie.I maschi hanno un colore rosso slavato sul capo, la nuca, le orecchie e il dorso; il sottopancia è bruno-rosato. Le femmine sono di un bruno intenso diffuso, soprattutto sul capo e nuca.
  • Falco peregrinus minor, descritto da Bonaparte nel 1850. Precedentemente veniva spesso chiamato perconfusus.Ha una distribuzione scarsa e a chiazze nelle aree sub-sahariane e nel Sud Africa e si spinge lungo le coste atlantiche fino al Marocco. È un non-migratore piuttosto piccolo e scuro.
  • Falco peregrinus radama, descritto da Hartlaub nel 1861, si trova nel Madagascar e nelle isole Comore. È non-migratore.
  • Falco peregrinus brookei, descritto da Sharpe nel 1873, è conosciuto anche come Falco pellegrino mediterraneo o Falcone maltese. Comprende ilcaucasicus e molti tipi della proposta razza punicus, anche se alcuni potrebbero appartenere ai pelegrinoides o loro ibridi dell’Algeria. Si trovano in tutta l’area mediterranea a partire dalla Penisola iberica, tranne che nelle zone più aride del Caucaso. È un non-migratore, più piccolo del peregrinus e con una sfumatura ruggine nel sottopancia. I maschi pesano circa 445 g, le femmine fino a 920 g.
  • Falco peregrinus ernesti, descritto da Sharpe nel 1894, si trova dall’ Indonesia alle Filippine e a sud di Papua Nuova Guinea e nell’arcipelago delle Bismarck. La sua separazione dal nesiotes è da confermare. È un non-migratore, più scuro del peregrinus con dense barrature zona auricolare nera.
  • Falco peregrinus furuitii, descritto da Momiyama nel 1927, si trova nelle isole Izu e Ogasawara. È un non-migratore, piuttosto raro, forse limitato ad un’unica isola.[5] Ricorda il pealei, ma è più scuro specie sulla coda.
  • Falco peregrinus nesiotes descritto da Mayr nel 1941, si trova nelle isole Figi e forse anche a Vanuatu e in Nuova Caledonia. È un non-migratore.
  • Falco peregrinus pelegrinoides, descritto da Temminck nel 1829, si trova nelle isole Canarie, Nord Africa, Vicino Oriente e Mesopotamia. È molto simile albrookei, ma con dorso più chiaro, collo ruggine e parte inferiore giallina con poche marcature. È più piccolo del peregrinus, con le femmine che pesano attorno a 610 g.
  • Falco peregrinus babylonicus, descritto da Sclater nel 1861,si trova nell’Iran orientale, lungo le catene montagnose dell’Hindu Kush, Tien Shan e Monti Altaj. Pochi esemplari svernano nel nord dell’India, soprattutto in aree semideserte. È più chiaro del pelegrinoides, simile a un piccolo Falco biarmicus chiaro. I maschi pesano 330-400 g, le femmine 513-765 g.

Metodi di Caccia:

falco pellegrinoI metodi di caccia del falco pellegrino sono tutti condizionati dalle sue caratteristiche fisiche. Il falco pellegrino è un abile cacciatore in grado di attaccare anche le prede a mezz’ aria. Contrariamente a quanto si crede, esso non è in grado di volare in orizzontale a velocità importanti. R. Meinerzhaghen ha cronometrato numerosi esemplari in inseguimento di prede, potendo constatare che la velocità massima va collocata fra i 105 e i 110 chilometri orari: insufficiente, per esempio, per raggiungere il colombaccio (Columba palumbus) o il piccione (Columba livia) o ancora la maggior parte delle anatre selvatiche, cioè molte delle sue prede principali. Al contrario, nella picchiata, il falco pellegrino è imbattibile. Mebs ha cronometrato più volte un esemplare, lanciatosi dal campanile della cattedrale di Colonia, a velocità fra i 252 e i 324 chilometri all’ora.

Peregrine Falcon Flight From Walt Whitman Bridge Camden & PhiladelphiaMa il falco, normalmente, caccia da altezze ben maggiori, dalle quali dovrebbe raggiungere e forse superare la velocità critica di cui il suo corpo, ad ali chiuse, è capace (in breve, velocità critica è quella che un corpo, di determinati peso e forma, può raggiungere, accelerato dalla forza di gravità e rallentato dalla resistenza dell’aria). Hangte, nel 1968, ha potuto calcolare che la velocità critica del falco pellegrino è da collocarsi fra i 368 e i 384 chilometri all’ora.

Un’altra caratteristica importante del falco pellegrino è la rigidità delle penne remiganti, importante per la manovrabilità alla fine della picchiata. Ma penne rigide significa anche penne fragili. Quindi la cattura deve sempre avvenire in spazi aperti, evitando il rischio di colpi con rami e perfino fogliame. In conseguenza, la strategia di caccia del falco pellegrino consiste nel tentativo di portarsi in posizione dominante nei confronti della probabile preda. Questo può essere ottenuto in uno dei seguenti modi: trovare un posatoio in posizione elevata, per esempio su un monte; guadagnare quota, quasi sempre sfruttando una termica, e poi pattugliare dall’alto i terreni favorevoli, e infine, più di rado, aggredire una preda dal basso, spingerla a fuggire verso quote altissime e, se è capace di portarsi sopra di lei, infine inseguirla in picchiata.

Peregrine and speed gaugeLa cattura vera e propria avviene con la cosiddetta “stoccata”, un colpo sferrato con entrambi gli artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o ferire la preda, che cade a terra, dove viene uccisa con il potente becco. Più raramente il falco ghermisce la preda (come invece fanno i falchi che cacciano all’inseguimento). Mai la colpisce con il becco o (come sostiene qualche antico testo) con il petto. Da quanto abbiamo detto, si può capire che, salvo su terreni innevati o molto nudi, il Falco pellegrino non caccia mai a terra e mai animali terrestri. Il fabbisogno quotidiano del falco pellegrino è pari a circa 140 grammi di carne. Con i bocconi inghiotte volentieri un poco di piume, che poi rigetta il mattino dopo, prima di riprendere le attività venatorie.

E’ il falco da sempre più apprezzato e utilizzato nella falconeria moderna e classica. E’ un rapace intelligente, docile, ottimo cacciatore di alto volo. Si nutre al 95% di uccelli, rondini comprese che grazie alla sua enorme velocità cattura al volo. In falconeria viene scappucciato quando il cane è in ferma. Il falco parte dal pugno del falconiere per iniziare un volo a spirale. Arrivato ad una altezza di 50-80 mt, si da il comando al cane di far sfrullare la selvaggina. Il falco in volo, chiude le alie ed in picchiata, piomba sulla preda o per ghermirla (afferrarla con gli artigli) o per stoccarla (colpirla col petto). Presente in tutto il mondo, riprodotto in cattività con successo da diversi decenni, non è più in pericolo di estinzione e gode di ottima salute nei suoi naturali territori di nidificazione. Idoneo per caccia, manifestazioni, bird control.

Lunghezza:cm 38-48.
Apertura alare:cm 80-110.
Peso maschio:gr 400-650
Peso Femmina:gr 700-1000
Giorni di incubazione:28-30
PELLEGRINO:dal latino peregrinus “straniero” perchè si sposta molto rapidamente ( come se apparisse da lontano).
ALTRO:Calidus = focoso, Brookei = dal nome dell’ornitologo inglese A.B.Brooke.
Altre Lingue:Inglese: Peregrine; Francese: Faucon Pèlerin; Tedesco: Wanderfalke; Spagnolo: Halcòn Comùn.