Nick Fox

nick FoxPhoto – courtesy of Christina Hauschildt
Testo di Jevgeni Shergalin

Il Dr. Nick Fox è un noto falconiere, ornitologo, allevatore di falchi, imprenditore, artista e scrittore.
Oggi 63enne, è nato il 23 dicembre 1949 da una famiglia numerosa in un paesino della campagna inglese, di cui il padre era, nel dopo guerra, il parroco.
Da bambino ha trascorso gran parte della sua infanzia in ospedale, sottoposto a cure mediche dolorose. Questa triste circostanza gli ha permesso di comprendere in modo profondo l’essenza e la filosofia della vita, insegnandogli a diventare un buon osservatore e valutare con attenzione lo svolgersi dei fatti. Ancora ragazzino Nick ha sviluppato un grande apprezzamento per la brevità della vita umana e soleva ripetere: “La vita non è una prova generale” e “Ci viene dato un solo colpo”.

Sicuramente la sua vita e il suo stile di vita, ben rappresentano questo concetto.

Da bambino sognava di diventare un bravo falconiere. Il suo primo rapace fu un gheppio. All’epoca era impossibile acquistare qualsiasi attrezzatura di falconeria e quindi Nick si ritrovò a dover realizzare da solo cappucci, guanti e geti.

Nick si è laureato all’Università di St-Andrews University in Scozia e per ottenere il suo dottorato di ricerca, si è trasferito dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda. Qui ha trascorso 4 anni, vivendo in modo molto frugale, principalmente sul lato di un pendio di montagna, per osservare e studiare l’unico rapace di queste isole – il falco della Nuova Zelanda – chiamato anche “Girfalco” del sud. Da allora questo falco e questo paese hanno un posto speciale nel suo cuore – Si è innamorato sia del falco della Nuova Zelanda che di questo paese dall’incredibile natura.
Dopo il completamento della sua tesi in Nuova Zelanda con la Canterbury University, ha fatto ritorno in Inghilterra. Tutti gli ornitologi sono romantici. E anche i falconieri lo sono. Sono costantemente con lo sguardo rivolto al cielo. Nick era quindi doppiamente romantico, e fin dall’infanzia aveva mostrato un grande talento per il disegno. Quest’abilità l’ha portato a Carmarthen, una piccola città di provincia, per insegnare il disegno naturalistico presso il locale Collegio di Tecnologia e Arte.

In questo periodo della sua vita, ha avuto la fortuna di incontrare Barbro, un’affascinante donna svedese che con le sue due figlie, la sua buona volontà, l’entusiasmo e la gioia di vivere ha costruito una relazione speciale con Nick. Si sono sposati e si sono trasferiti in un’umile casa colonica nel sud-ovest del Galles. Passo dopo passo hanno ristrutturato questa casa.

Dalla fine del 1980, ha iniziato ad allevare falchi per importanti falconieri degli Emirati Arabi Uniti. E oggi, quasi 30 anni dopo, la progenie di questi falchi allevati in cattività è riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Ha partecipato attivamente a un progetto di conservazione del Nibbio reale in Galles e ad un altro contro l’estinzione del Gheppio Mauritius. Tra le varie attività si è occupato anche l’allevamento di struzzi! Al fine di promuovere l’educazione e le conoscenze necessarie per diventare un buon falconiere e su come allevare in cattività le specie rare e minacciate, Nick per oltre 10 anni ha raccolto moltissime informazioni e materiale sugli uccelli da preda. Come risultato di questo incredibile lavoro di ricerca, nel 1995, la casa editrice canadese Hancock House Publishers ha pubblicato il suo primo libro “Understanding Birds of Prey” che, dopo un’entusiasmante accoglienza, è diventato in breve tempo un best-seller in tutto il mondo per tutti coloro che si occupano o sono interessati ai rapaci.

Diversi anni dopo il libro è stato tradotto in spagnolo. E ora in italiano!
Come complemento al libro, Nick ha anche sviluppato e prodotto una serie di DVD: “The Birds of Prey Management Series”. Insieme al libro, sono lo strumento educativo più completo per chi vuole avvicinarsi al complesso mondo dei rapaci e della falconeria.

Barbro è una grande appassionata di cavalli. Ha ereditato questa passione dalla sua famiglia. Anche a Nick piace molto l’equitazione. Dal 1990, ogni anno trascorrono insieme i mesi di agosto e settembre a Northumberland, nell’estremo nord della Scozia, a caccia di corvi con i falchi. Questa singolare forma di falconeria, si svolge solo a cavallo e sarebbe scomparsa da tempo senza l’impegno del gruppo Northumberland Crow Falcons, fondato da Nick e alcuni dei suoi amici. Queste sue esperienze di caccia sono descritte nel suo secondo libro ” Classical falconry ” pubblicato dallo stesso editore nel 2004. Amici provenienti da tutte le parti del mondo e dall’Europa, li raggiungono a caccia in Scozia durante l’estate ed è più probabile che il Tamigi cambi la direzione del suo corso, prima che Nick e Barbro cambino questa tradizione.

Sia Nick che Barbro hanno un forte senso della parola ‘internazionale’. Dopo l’inizio, a metà degli anni 1980, di un programma di stage, molti studenti e giovani provenienti da varie parti del mondo hanno passato diversi mesi con loro. Durante il tirocinio gli studenti acquisiscono competenze e “know-how” nell’allevamento di rapaci in cattività, e sotto la guida di avicoltori esperti, come Diana Durman-Walters e Martyn Patterson.

Nick non sa riposare. Semplicemente non conosce significato della parola riposare. Basta chiedere a chi gli sta accanto o Barbro! Quando è stanco dal lavoro d’ufficio, prende un trattore e si mette a lavorare nei campi. Il miglior riposo per lui cambiare tipo di attività!

Allo stesso tempo, è molto fortunato. Ogni anno lui e Barbro vivono due primavere e due estati, evitando le piogge torrenziali del Regno Unito e dell’Europa! Sono circondati dai fiori tutto l’anno. Da Marzo a Ottobre si trovano nell’emisfero boreale e lavorano in Galles, mentre da novembre a febbraio si trasferiscono nell’emisfero australe per seguire il progetto di conservazione del falco della Nuova Zelanda falco progetto, che hanno lanciato nel 2005.

Tre dei più importanti eventi di falconeria a livello mondiale – le 3 edizioni del Festival Internazionale di Falconeria – sono stati ideati e guidati da Nick. Il primo si è tenuto nel luglio 2007 a Englefield vicino a Londra, il secondo nel 2009 nella stessa località e il terzo nel 2010 ad Al Ain negli Emirati Arabi. Questi Festival hanno permesso ai falconieri provenienti da oltre differenti 60 nazioni, con cultura e tradizioni diverse, di ritrovarsi insieme e stabilire nuovi legami e amicizie. Il momento formale della Parata delle Nazioni a fine giornata, così come le discussioni informali davanti ai falò, i canti e i balli, sono un modo meraviglioso per promuovere una migliore comprensione delle situazioni universali e delle questioni riguardanti la falconeria.

Questi Festival hanno svolto un ruolo incredibilmente importante nel presentare la globalità della cultura e della tradizione della falconeria, nel lungo processo del riconoscimento da parte dell’UNESCO, avvenuto il 16 Novembre 2010, della Falconeria come Patrimonio Culturale Intangibile dell’Umanità. Nick ha sempre creduto in questo riconoscimento e il suo impegno a tale proposito è stato decisivo nel raggiungimento di questo risultato così importante per tutti quanti amano la falconeria e la salvaguardia della sua tradizione.

Durante la caotica organizzazione di questi eventi, con le immaginabili difficoltà organizzative e le scadenze a breve termine, quando tutto sembrava essere sull’orlo del collasso e della disperazione, Nick ha sempre continuato a sorridere, ad essere forte e ottimista – un vero motore positivo per molti membri del Comitato Organizzativo. Questa sua capacità è incredibile così come il suo senso inesauribile di ottimismo.

Nick è un mix splendido e unico di cultura, abilità pratiche e talento creativo. È un “perpetuum mobile”. Eppure, nonostante tutti i suoi successi è sempre sorprendentemente modesto, un uomo gentile e, di fatto, un vero gentiluomo inglese.

Vai alla presentazione del suo libro in italiano:

Torna a Tarquinia, dal 31 maggio al 2 giugno, la festa campestre più popolare d’Italia

slide07_bis-630x210

Una grande festa all’aria aperta a contatto con la natura, con tante attività per famiglie e ragazzi, per conoscere ed apprezzare il country living declinato in ogni suo aspetto. Questo, e molto altro, è Game Fair, unico esempio di festa campestre in Italia che richiama ogni anno decine di migliaia di visitatori da tutto il Paese e dall’estero (55.000 le presenze nell’Edizione dello scorso anno). Sarà ancora Tarquinia, la capitale Etrusca famosa nel mondo, ad accogliere la prossima Edizione della Manifestazione, in calendario dal 31 maggio al 2 giugno in località Spinicci, immersa nella natura incontaminata di una splendida tenuta privata di 40 ettari a ridosso del mare e aperta al pubblico per l’occasione.

Il 2013 si preannuncia come l’anno del rinnovamento. Questa Edizione si caratterizza infatti per un nuovo respiro nazionale ed internazionale, grazie al potenziamento voluto da Fiera di Vicenza e CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura), che hanno dato vita alla nuova società GFI Srl, organizzatrice dell’Evento. La vocazione a far crescere in Italia una nuova cultura delle attività all’aria aperta, farà dunque crescere, con questo appuntamento, ancora di più le attività Outdoor.

La festa presenterà giorni densi e ricchi di spettacoli e iniziative di ogni genere legati al mondo venatorio, del tiro, della cinofilia, della pesca, della vita all’aria aperta, della vita rurale, del cavallo. Una grande kermesse dell’outdoor a 360°, con un calendario di 150 Eventi nell’arco dei tre giorni. Spettacoli con cani, cavalli, falconieri, tiro a volo (prove per il pubblico ed esibizione dei campioni), percorsi di caccia, tiro ad aria compressa, ma anche arco e fionda, dimostrazioni e prove di pesca sia in acqua dolce che in mare, battesimi della sella. I calendari dettagliati delle iniziative saranno evidenziati in progressione sul sito www.gamefairitalia.it

gamefair2013

L’Evento è strutturato per riuscire a dare al pubblico molteplici occasioni per passare piacevoli giornate nella tenuta, con una serie di iniziative rivolte alle famiglie e ai ragazzi. Per il 2013 si replica uno splendido villaggio del gusto con i prodotti tipici di diverse realtà italiane, come per la passata edizione, ma in una veste ancora più completa; inoltre ci sarà la possibilità per i visitatori di sperimentare la splendida avventura dell’Indiana Park direttamente dalla Manifestazione con l’attraversamento del canale Cazzanello su un ponte tibetano.

Al Game Fair anzitutto è il “fare” che arricchisce la partecipazione dei visitatori. Sono tantissime le cose da fare e sperimentare all’interno dell’esposizione. Il principe delle attività è ovviamente il tiro con le numerosissime linee nelle quali gli appassionati possono provare le armi delle più prestigiose case armiere italiane e cimentarsi in diverse tipologie di piattelli. Ma la Manifestazione accoglie il tiro anche in una veste più ampia e consente di cimentarsi in tante altre declinazioni del tiro: dalle armi di riproduzione western ad avancarica al tiro alla fionda, dal tiro con l’arco a quello ad aria compressa, dal piattello laser al tiro virtuale.
La seconda e non meno importante dimensione è quella del “vedere”. Esibizioni di agility e dimostrazioni cinofile, dimostrazioni tecniche di pesca tra le più appassionanti, tra cui il surf casting, spettacoli di equitazione con dimostrazioni di ogni genere, prove dei falconieri con le loro straordinarie evoluzioni, dimostrazioni di Merca simulata, dimostrazioni e incontri con associazioni, allevatori e dimostratori di diverse discipline venatorie e di addestramento, spettacoli di falconeria e rievocazioni storiche.Game Fair è una Manifestazione imperdibile, una kermesse dalle caratteristiche uniche in tutta Italia. Unica per la quantità e qualità dell’offerta, unica per la capacità di coniugare tradizione ed evoluzione. L’appuntamento è dal 31 maggio al 2 giugno

Note storiche

In Italia la Manifestazione giunge alla sua 23^ Edizione. A livello internazionale, invece, il Game Fair è un evento nato in Inghilterra nel 1950 a cura della «Country Landowners Association», un’organizzazione di gentiluomini di campagna che intendeva in questo modo valorizzare quel tipo di cultura e tradizione, occupandosi di riunire periodicamente tutti gli amanti della caccia, dei cani, dei cavalli, della pesca e della vita in campagna.
Attualmente questa Manifestazione è estesa dall’Inghilterra alla Francia, dalla Spagna agli Stati Uniti e all’Italia. Nel nostro Paese la manifestazione arrivò per ultima, trovando tuttavia il terreno ideale per presentarsi in una veste nuova, con l’inserimento di elementi e di tratti che sono propri della cultura e della tradizione che fanno riferimento alla vita rurale italiana.
La prima esperienza italiana risale al 1991-1997 e fu svolta sul Lago di Bracciano presso la Tenuta Odescalchi. Successivamente, fino al 2002, la Manifestazione è stata organizzata, anche grazie all’interessamento della Regione Toscana, nella Tenuta Bellavista Insuese di Collesalvetti (LI). Fino al 2006 è stata scelta, invece, la Tenuta Santa Barbara nel comune di Bracciano (Roma), a due passi dal lago omonimo. A partire dal 2007 la manifestazione si svolge a Tarquinia, in località Spinicci.

gamefairitalia.it
www.vicenzafiera.it

Info
Meneghini&Associati Press Office Fiera Vicenza SpA
M +39 347/1010498
Cinzia Di Rosa
dirosa@meneghinieassociati.it

M +39 340/2930207
Andrea Fasulo
pressoffice@meneghinieassociati.it

Falconeria in Spagna

El autor con su peregrino y una cercetaAutore: Andrés López Sánchez, presidente dell’AECCA (Asociación Española de Cetrería y Conservación de Aves Rapaces)

Fotografie: Berta Peinado y Andrés López

Traduzione: Ricardo Manuel Olmos de León

 

Se si dovesse definire l’attuale situazione della falconeria in Spagna con soltanto una parola, forse si dovrebbe usare il termine “plurale”, per descrivere l’enorme diversità che caratterizza la caccia con i falchi in Spagna. Questa pluralità è il risultato di un adattamento pratico a tanti ecosistemi, paesaggi e prede diverse, ed a una regolazione legale eterogenea e complessa, dipendente dai capricci arbitrari e soggettivi di ognuna delle diciassette regioni autonome che formano il complicato mosaico geopolitico del territorio spagnolo.

La caza de patos por altanería  es sublime           La falconeria praticata nei monti fitti del nord del paese, eredità vivente del periodo visigotico, non ha nulla a che fare con quella che si svolge nelle ampie pianure del centro e del sud, che rievoca lo splendore musulmano dell’ antico periodo andaluso. Oggi in Spagna si caccia con falchi dalle zone steppose del sudest ai boschi più folti delle montagne pirenaiche o cantabriche, passando per una assortita rappresentazione di ambientazioni naturali come le lave canarie, le marisme e campagne andaluse, le secche e ostili mesete castigliane, le accidentate montagne levantine e baleariche e i fitti faggeti, pinete, querceti e rovereti che le cirdondano.

Le leggi che regolano questa attività in ognuna delle singole regioni non hanno niente in comune ed ovviamente, condizionano lo svolgimento quotidiano della falconeria nella regione in cui viene praticata. Se in una regione è consetito l’utilizzo di certe specie di falchi per la caccia, in altre, è invece vietato, spesso senza criteri  di

Híbrido de gerifaltexperegrino

conservazione o argomenti scientifici. È così grande la mancanza di dialogo fra le diverse amministrazioni regionali che è possibile trovare una provincia in cui si può usare per la caccia il maschio di una specie mentre nella provincia vicina è assolutamente vietato e si possono soltanto utilizzare le femmine di quella specie particolare. L’incongruenza delle norme arriva al punto di consentire la caccia di alcune specie di selvaggina nella riva di un fiume e vietarla nell’altra solo per il fatto di appartenere a regioni diverse; questo fatto crea delle divergenze che danno forma al polemico panorama venatorio attuale del nostro paese.
Ciò nonostante, la falconeria in Spagna, anzichè essere danneggiata, in questo maremagnum legale, si è ampiamente diffusa, abituandosi a questa pluralità che è quasi diventata un nuovo simbolo d’identità. Da una parte c’è la “vecchia guardia”, un

Baharí a la codorniz

insieme di esperti falconieri,scelto, ridotto, chiuso, poco interessato agli eventi ed impermeabile alle nuove tendenze, che praticano le modalità tradizionali di caccia nelle loro riserve o terreni di sempre. D’altra parte, una fiumana crescente di aspiranti, molto portati per i raduni, riunioni e forum di opinione, aperti a tutte le novità e, in genere, più legati all’ambiente urbano e con obiettivi molto diversi da quelli venatori. Mentre la “vecchia guardia” rimane in disparte e diventa vecchia, le nuove generazioni si propagano e si erigono a rappresentanti attuali di una falconeria incipiente e diversa che si mostra più vicina e attraente all’opinione pubblica. Il problema è che si rischia di confondere modi e obiettivi, che si snaturi l’essenza tradizionale, il valore storico, culturale e venatorio.
Diversi fattori costituiscono la causa di questo cambiamento. Verso la metà del secolo

Azor con azulónscorso, il dottore Félix Rodríguez de la Fuente diffuse l’arte della falconeria in Spagna dopo un lungo periodo di stallo e, un minuscolo gruppo di falconieri dovettero “reinventare” una tecnica venatoria dimenticata nei polverosi scaffali delle biblioteche. Questa prima generazione di falconieri diffusero il loro apostolato fino agli ultimi decenni del ventesimo secolo, quando la nostra passione comune viveva uno dei momenti più felici con lo sviluppo dell’allevamento in cattività dei rapaci e l’apparizione e susseguente miglioramento delle attrezzature di telemetria. Proprio quando tutto stava procedendo al meglio, un decreto nel 1989 dichiarava la falconeria vietata per legge, motivandola con il fatto che si trattasse di una modalità di caccia di massa e non selettiva. Con questo colpo irrazionale, si spinse di nuovo l’arte della falconeria, con il suo maggiore peso culturale venatorio mai conosciuto, nelle catacombe della storia, nel buio più assoluto. Non ci fu altro modo che adattarsi, reinventarsi, cavarsela con una soluzione improvvisata di emergenza.

Gavilán en un campo florido con los colores nacionales

La soluzione all’interdizione del ’89, fu, che col passare del tempo, la falconeria diventasse rigorosamente a scopo sportivo. Fu creata una normativa specifica di competizione e si idearono e svilupparono una serie di eventi e raduni regolati che consentirono di continuare con l’allenamento dei falchi in volo libero. Nello stesso tempo si lottava con tutti i mezzi e argomenti disponibili cercando di levare quel divieto, la qual cosa provocò un logorio senza paragone per il fatto di dover trattare con diciassette interlocutori (uno per ogni regione), diversi come le tendenze politiche dei responsabili delle negoziazioni, che mai presero le decisioni secondo la posizione più appropriata in ogni occasione, ma in base ai migliori risultati elettorali che avrebbero ottenuto. La lotta continuò ancora con dibattiti, miglioramenti, negoziazioni e speranza.

Harris con azulón

Questa tappa basata sulle competizioni e raduni ha creato le basi per il futuro a tutt’oggi valide. Ci sono tanti falconieri che allenano i propri falchi soltanto per la competizione e non per la caccia. Partecipano passando da un campionato all’altro col falco sul pugno con l’unico scopo di trovare altri concorrenti come loro, scambiare amicizia, tecniche e idee; di caccia si parla poco o niente,è anche vero che esistono eccezioni importanti.
Harris a la liebreIl basso volo è dominato dalla poiana di Harris, usata in tutta la Spagna, soprattutto nelle mani dei falconieri giovani anche se non è raro trovare dei maestri falconieri che la usano con grande successo. La maggioranza va a caccia del coniglio o della lepre, alcuni con il cane e altri senza; c’è chi porta il falco sul pugno e c’è chi lo lascia libero aspettando tra gli alberi la fuga della selvaggina. Certi falconieri cacciano con un solo harris e altri  ne volano più di uno insieme. È più raro trovare dei falconieri che caccino anatre, pernici, cornacchie, gazze o gabbiani; però ce ne sono,benchè sparsi per tutto il paese. Gli astorieri sono meno, anche se attualmente si percepisce un incremento con l’aggiunta di alcuni falconieri che sono passati dalla poiana di Harris dei loro primi anni, al secondo livello di complessità in compagnia degli astori. Negli ultimi tempi si è incrementato l’utilizzo delle sottospecie nordiche, anche se la maggioranza continua ad usare le razze iberiche e centroeuropee dell’astore per la cattura delle stesse prede che catturano con l’Harris.

Azor al conejoPochi sono i falconieri che si dedicano agli sparvieri. I motivi sono, in primo luogo, la delicatezza e le accortezze nella loro cura e gestione e, in secondo luogo, la scarsità di selvaggina legale alla portata di questa specie, a causa di limitazioni come il merlo, recentemente tolto, in alcune regioni, dall’elenco delle specie cacciabili. Con lo sparviere si catturano tordi, storni, quaglie, gazze, taccole e, raramente, alzavole, piccioni o pavoncelle. Negli ultimi anni incomminciano a essere usati altri sparvieri, particolarmente lo sparviere bicolor, anche se il numero è ancora poco significativo.

Il gruppo di falconieri che cacciano con le grandi aquile è ancora molto ridotto in Spagna, sebbene chiaramente in crescita. La specie preferita è l’aquila reale che normalmente viene addestrata per la caccia della lepre o del coniglio, anche se qualche appassionato è riuscito a catturare la volpe, il capriolo o addirittura il camoscio.
Baharí peleando con cornejaCon i falconi, la modalità predominante è quella del volo a monte (altanería), e l’ibrido girfalco x pellegrino è il falco preferito, anche se molti falconieri cacciano con pellegrini, soprattutto baharíes (F. p. brookei). La preda più ricercata per il volo a monte in Spagna è la pernice rossa, sempre più rara e difficile da trovare nei territori appropriati; questo fatto spinge molti falconieri a combinare i rilasci di piccioni con la caccia sporadica di pernici. Con la modalità del volo a monte si cattura anche qualche quaglia d’estate (agosto-settembre) e diverse specie di anatre nella stagione venatoria: germano reale, mestolone comune, alzavola, canapiglia, fischione, moriglione,… e, a dire la verità, sono pochissimi gli specialisti che hanno un falcone pronto tutta la stagione per questa modalità così impegnativa ed esclusiva.

Il volo a vista è una tecnica anche usata con i falconi per la cattura di gazze e cornacchie, voli un po’ in disuso (soprattutto la caccia della cornacchia,  per la difficoltà del volo ed il pericolo della preda) sebbene sta diventando sempre più frequente la caccia della gazza con il falco aplomado, volo promettente che ha sempre più adepti. Anche i gabbiani si cacciano in modo simile, generalmente con l’uso di ibridi.

La perdiz roja, principal protagonista de muchos lances

Il gruppo degli appassionati dei gheppi è cresciuto dalla recente introduzione del gheppio americano nella faconeria spagnola; con questo falchetto si riescono a catturare i diffidenti storni delle periferie e qualche quaglia.Come si diceva all’inizio, la falconeria spagnola offre una grande diversità di prede, di falchi e di punti di vista per condividere sogni e voli in una ambientazione ancora attraente e allettante,in un paesaggio che ancora nasconde emozioni per chi decide, per alcune ore, di essere parte integrante di un ambiente naturale, ricco, selvaggio e vario, in un palcoscenico degno di un’arte di caccia antica quanto l’essere umano e viva come la passione che, ogni giorno, si sveglia nelle migliaia di cuori dei falconieri di tutto il mondo.

real con zorro

Cari amici falconieri, vi invitiamo a conoscere un po’ più da vicino i nostri campi, le nostre prede e i nostri sogni condivisi. Speriamo che nella Spagna troviate lo specchio in cui vedervi riflessi, sempre che sia di vostro gradimento! Vi aspettiamo.

 

Si ringrazia per la condivisione: AECCA: www.aecca.org

Copyright 2013 www.falconeria.org , www.aecca.org, riproduzione vietata.