25 APRILE – FESTAMBIENTE – LIMITE SULL’ARNO
Giovedi scorso, con nostro grande piacere, abbiamo preso parte alla bella manifestazione “Festambiente”. La nostra preannunciata presenza però ha suscitato, come ultimamente troppo spesso succede, una feroce reazione da parte di alcuni personaggi che si dicono legati al mondo animalista, i quali a mezzo di alcune lettere intimidatorie indirizzate all’amministrazione comunale che ha organizzato la manifestazione DIFFIDANO dal presentare i falconieri, in quanto si esibiscono in uno spettacolo anacronistico e diseducativo consigliando di favorire invece tutte quelle realtà che invece tutelano gli animali, come i centri recupero e tutte le associazioni animaliste e ambientaliste. Fortunatamente l’amministrazione comunale, il sindaco in primis, non si sono piegati a certi biechi ricatti. A loro tutta la nostra STIMA ed affetto per la presa di posizione che è difficilmente riscontrabile in questo clima politico dove si preferisce non esporsi a discapito del proprio pensiero. Un grazie vivo e sentito per la fiducia accordataci.
Non ci sorprendono le offese e l’aggressività nelle parole forbite e ben scritte di tali lettere. Oggigiorno è costume comune per molti parlare in “favore” degli animali ergendosi a paladini della natura, ma purtroppo spesso diventare fanatismo quando si parla di cose che non si conoscono e si agisce solo per punto preso, a testa bassa senza guardare, o meglio senza vedere. Non vogliamo parlare del fatto che la legge ci tutela, in quanto noi la rispettiamo ed applichiamo appieno, essendo in regola con tutta la documentazione necessaria e conoscendo la legge a volte meglio degli organi competenti. Ci interessa invece controbattere tutte le falsità che nelle lettere sono scritte.
Si parla di sport anacronistico, ma la falconeria è un’ARTE e non nasce nel Medioevo, ma è ben più antica, tanto antica e tanto universale che nel 2010 è divenuta Patrimonio dell’Umanità difesa dall’UNESCO. Chi parla di prevaricazione degli animali, che parla di antropocentrismo violento e coercitivo non conosce assolutamente la natura di questi animali che MAI si sottometterebbero all’uomo (nostra fortuna). L’unico modo per noi di stabilire un rapporto con loro è quello di conquistare la loro fiducia e proporci come collaboratori. Solo se facciamo le mosse giuste, se ci mettiamo al loro servizio si può sperare di mettere un rapace in volo e vederlo tornare al nostro richiamo.
Dobbiamo conoscere a fondo la natura dei rapaci e delle loro prede che per migliaia di secoli si sono evoluti insieme, solo così possiamo ricreare quelle situazioni che ci permettono di instaurare un rapporto paritario.
I rapaci non fanno niente che vada contro la loro natura, si rifiutano di volare se non ci sono le condizioni che si aspettano di trovare, ed è proprio questa la nostra grande sfida.
Noi ci sentiamo protettori di questi animali, e lo siamo stati al punto che se oggi possiamo con gioia ammirare il falco pellegrino in libertà, il merito è di quei falconieri che hanno impiegato la loro esistenza nell’allevare, nell’insegnare a cacciare e nel re immettere in natura le specie a forte rischio estinzione.
In Inghilterra come in molte altre nazioni del resto, dove la sensibilità e l’attenzione per questi animali è altissima, la stima per i falconieri è fuori discussione.
Nelle lettere si parla di dolore nel vedere questi animali costretti a fare una “dimostrazione di volo”, a noi invece addolora molto di più vedere alcune liberazioni di rapaci che vengono definiti “recuperati” da parte di quelle associazioni naturaliste/ambientaliste/animaliste, che operano, per proprio tornaconto, sotto i riflettori e a favore delle telecamere, senza poi far trapelare che una percentuale altissima di queste liberazioni finiscono con la morte del rapace al quale non si è dato modo di recuperare totalmente le facoltà predatorie, solo perché non si conoscono a sufficienza o non si sa come fare.
Le missioni, come falconieri che ci siamo prefisse sono molteplici, e oltre alla salvaguardia delle specie a rischio (noi non siamo predatori di nidi come nelle lettere velatamente si allude), oltre alle collaborazioni da sempre allacciate con le più famose organizzazioni mondiali per la reintroduzione di esemplari in natura, oltre alle varie consulenze (tra l’altro gratuite) fornite ai vari centri recupero che le chiedono, e a volte addirittura a veterinari, oltre alle partecipazioni ai monitoraggi (tramite cam) degli esemplari in natura, etc.., una delle missioni che sentiamo di più in questo momento è confrontarci con chi non conosce e non pretende di giudicare, di fare didattica, informazione, di alleggerire in qualche modo il vecchio retaggio di superstizioni e credenze che avvolgono il mondo ancora molto misterioso di questi animali. Possiamo consultare pochissimi dati scientifici e biologici, perché poche ricerche sono state fatte in questo campo, ma quelle poche ricerche svolte, sono quasi tutte ad opera di studiosi che si sono avvalsi di falconieri o che sono stati o diventati in seguito falconieri, perché non esiste altra arte come la nostra che opera con un cosi grande rispetto della natura e dell’integrità fisica e psicologica di questi animali.
Detto questo, a noi premeva risanare i danni che può fare una voce colta e preparata alla guerra delle parole, ma ignorante sui fondamenti di quello che esprimono, e crediamo di aver fornito una versione ben diversa dalle parole che certi “fondamentalisti” esprimono nei nostri confronti.
Un ennesimo GRAZIE all’amministrazione comunale di Limite sull’Arno per aver creduto in noi.
FALCONIERI FIORENTINI
Cari lettori di www.falconeria.org, vorrei condividere con voi la biografia di uno dei più illustri falconieri contemporanei americani, Frank Lyman Beebe. Buona lettura!
Frank nacque il 25 maggio 1914 a Lacombe, Alberta Canada. I suoi genitori erano emigrati dagli Stati Uniti alcuni anni prima. Frank era il secondo più giovane di sette figli. Al momento della sua nascita, suo padre era in guerra e tornò quando Frank aveva circa tre anni. Dopo il ritorno, il padre di Frank ebbe diritto a una fattoria fornita dal governo canadese ai sensi della legge Settlement Soldier. Traslocarono vicino Lacombe in un’epoca in cui gli indiani nativi seguivano ancora una vita nomade nella regione.
Nel 1924, la famiglia Beebe traslocò di nuovo, ma questa volta in McLeod Valle ovest di Edmonton, Alberta vicino a Pari. In questo luogo Frank trascorse i suoi anni di crescita. La grande foresta boreale, conosciuta anche come la taiga, circonda Valle McLeod. Frank trascorse innumerevoli ore ad esplorare questo mondo affascinante che furono le basi per il resto della sua vita. I montanari ancora vestiti di pelliccia estraevano l’oro nella zona. Questi sono gli uomini da cui Frank imparò a vivere all’ esterno la cui conoscenza gli ha permesso di portare avanti spedizioni nell’Artico per cercare falchi con poche risorse a sua disposizione e senza la possibilità di avere soccorso in caso di necessità. Era del tutto autosufficiente traendo la maggior parte del suo sostentamento dalla terra in questi viaggi solitari.
E ‘stato nel Val McLeod che la capacità artistica di Frank divenne sempre più iportante. Gran parte del suo tempo libero veniva speso a caccia di conigli, scoiattoli, e qualsiasi altra cosa che si muoveva, conservando le pelli per la vendita o per la propria analisi. Ha usato queste vere pelli per studiare e per imparare a disegnare con precisione gli animali nel suo mondo. Anche fino alla fine della sua carriera artistica, quando dipingeva, non usò mai fotografie di esemplari ma le immagini mentali acquisite nella sua mente da una vita di studio.
Il primo articolo scritto da Frank sulla falconeria fu nel dicembre 1920 sul National Geographic , lo sport dei re su Louis Agassiz Fuertes, che era la fonte primaria introduttiva di tanti aspiranti falconieri americani di quel periodo. Nel 1932, Frank prese un Astore di 2 mute e tentò di lavorare con questo uccello, ma la sua conoscenza della falconeria era troppo limitata per avere un vero successo. Inoltre, l’economia era in preda a una depressione e Frank dovette lasciare casa per trovare un mezzo per provvedere a se stesso. Fu un momento difficile e Frank parlò con molte famiglie nella sua regione, in cui si verificarono suicidi perchè morivano di fame. Si mise in viaggio alla ricerca di lavoro. Si ritrovò in British Columbia e con il suo ultimo dollaro decise di attraversare l’ Isola di Vancouver su un traghetto. Quando arrivò trovò un sacco di lavoro e decise di fermarsi e finì per stare lì per il resto della sua vita, tranne che per un 2 anni di assenza nella valle di Okanagan, BC dopo la pensione.
Durante la seconda guerra mondiale, Frank ottenne un posto di lavoro in laboratorio lavorando sugli insetti facendo test e studi sulla peste bubbonica. I giapponesi stavano tentando di introdurre questa malattia da qualche parte nel Nord America occidentale. Frank rimase a lavorare a questo progetto durante la guerra per anni, disegnando illustrazioni di insetti per il laboratorio e sui prelievi di campioni. Frank fu sposato in questo periodo con Vera Hynes ed ebbero quattro figli insieme. (Vera morì nel gennaio del 2000. Frank si risposò con Klara Roesch il 13 ottobre 2001.)
Dopo la guerra, Frank lavorò per due anni presso la BC Museo Provinciale a Victoria come illustratore. Frank amava il suo lavoro, ma il salario era insufficiente per provvedere alla sua nuova famiglia. Così riuscì a trovare un posto di lavoro con la Stanley Park Zoo come guardiano dello zoo, una posizione che ha tenuto per sette anni. Durante questo periodo, ha continuato a dipingere e anche iniziato a scrivere professionalmente. Frank , allo zoo ha avuto l’opportunità di unirsi al Museo Provinciale spedizioni alle isole di Langara dove ha potuto osservare falchi pellegrini di Peale. Da qui provennero i suoi primi uccelli da falconeria.
Nel 1953, Frank ebbe la possibilità di rientrare nel Museo con uno stipendio molto più alto rispetto la sua posizione precedente, questa volta come capo illustratore e artista . Rimase al museo per quasi 22 anni, fino alla pensione all’età di 60 anni nel 1974. Durante la sua permanenza, Frank fornì le illustrazioni per i manuali sulla natura pubblicati dal Museo. Il tema trattato in questi numerosi manuali, copriva la gamma della flora e della fauna della regione. In quasi ogni pagina di questi libri viene inserita una illustrazione di Beebe ne vennero stampati a migliaia. Alcuni dei disegni creati da Frank sono tutt’oggi presenti nel museo. Per il suo progetto finale, il direttore del Museo gli promise di fargli scrivere e illustrare i Falconiformi della British Columbia (1974). Questo trattato incentrato sul pellegrino del Peale e su altri rapaci regionali fu un lavoro ragguardevole e,ad oggi, è ancora utilizzato dai biologi che studiano i rapaci. Questo fu l’apice di una carriera illustre al museo.
Data la sua reputazione, a Frank fu chiesto di illustrare un libro sui fiori al di fuori della serie del Museo. Nel libro “Fiori selvatici nel nord-ovest del Pacifico” (HR Larson Publishing Co., 1964) gli autori, George & Winifred Hardy, disse questo su Frank: Frank L. Beebe non ha bisogno di presentazioni come artista nel ritratto preciso e inimitabile oggetti di storia naturale, siano essi insetti, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi e soprattutto fiori. Il suo lavoro è ben noto in molti articoli pubblicati, e le opere scientifiche. Ha un genio per l’osservazione dettagliata e una facoltà rara per la registrazione di tali dettagli nella forma e nel colore che rende l’identificazione della cosa reale una certezza. Le sue linee impareggiabili [sic] dei “fiori selvatici nel Pacifico nord-occidentale ‘è una continuazione di quelle ritratte nel libro compagno sulle” Wild Flowers nelle Montagne Rocciose.’ L’arte è inutile in senso scientifico senza rappresentanza, precisione al millimetro, di stame, petali, di piume in scala. Vista la reputazione di Mr. Beebe in arte e precisione nei minimi dettagli, fu selezionato per illustrare ‘Fiori selvatici nel Pacifico nord-occidentale’. Per la precisione e la bellezza di espressione questa rappresentazione dei fiori selvatici nel nord-ovest del Pacifico è senza pari.
Dopo il pensionamento, Frank si buttò a capofitto nella pittura, la scultura, la scrittura, e, naturalmente, falconeria. Ha venduto la sua arte in gallerie commerciali di tutto il Canada occidentale. Ha ampliato il suo lavoro per breve tempo nella scultura in pietra. Ha apprezzato molto gli effetti meravigliosi che poteva creare dalla pietra ollare e dalla giada. Le sculture in pietra di Frank erano molto richieste e ben quotate. Egli amava lavorare in tre dimensioni e ha dovuto trovare nuovi modi per esprimere il suo talento. Lo trovò in sculture in legno e sculture morbide. Frank diventò il padrone della creazione di effigi realistichi di rapaci in schiuma e lattice. Erano così realistici e ben colorati che sembravano vivi.
Frank scrittore, fu uno dei più prolifici e più letti autori contemporanei sulla falconeria. Frank e Hal Webster collaborato su ciò che è diventata la bibbia sulla falconeria in questo continente ‘nordamericano Falconeria & Hunting Hawks (1964),’ il libro di falconeria più utilizzato in Nord America. Questo fu il primo manuale incentrato sulla falconeria del Nord America. Questo lavoro promosse la falconeria in Nord America com mai prima di allora. Senza questo capolavoro, la comunità di falconeria del Nord America sarebbe notevolmente più piccola, e, in termini politici, notevolmente più debole. Purtroppo, invece di ricevere riconoscimenti da falconieri esperti, Frank e Hal furono ridicolizzati da alcuni per il fatto di aprire le porte della falconeria alle masse. Frank e Hal furono emarginati a causa della loro sforzi nel tentativo di rendere la falconeria e i rapaci a disposizione di tutti.
Le più recenti pubblicazioni di Frank comprendono: The Myth of the Vanishing Peregrine (1970), Hawks, Falcons and Falconry (1976), A Falconry Manual (1984), FALCOSCAM: Nineteen Eighty Four (1984), The Compleat Falconer (1992), e The Hoax of the Century(1999). David Hancock, proprietario della Hancock House Publishers, afferma che Frank L. Beebe, il falconiere … è stato uno dei principali Falconieri del Nord America. I suoi precedenti libri sull’argomento sono in gran parte responsabili per lo stato attuale e la popolarità di questo sport antico. Non era solo un profondo conoscitore dei falchi pellegrini di Peale e ricercatore di girifalchi ma è stato un pioniere come allevatore di falchi e di essere stata la prima persona ad allevare falchi pellegrini in cattività nel Nord America nel 1967 (l’anno successivo, David Hancock e Larry Schramm sono riusciti ad allevare falchi pellegrini). In seguito, David Hancock fornì una coppia di falchi pellegrini di Peale al Dott. Heinz Meng e Frank insegnò al dottor Meng la tecnica del loro allevamento. Il Dr. Meng poi insegnò al dottor Tom Cade che curava la reintroduzione del falco pellegrino attraverso il Peregrine Found.
Oltre ai suddetti trattati, scrisse anche numerosi articoli scientifici. Un articolo uno di questi è The Marine Peregrines of the Northwest Pacific Coast pubblicati dalla Condor, 1960. Altri articoli comprendono: Piracy by the Red-tailed Hawk on the Peregrine Falcon (Condor 1960); The Bald Eagle (Victoria Naturalista 1944); Experiments in the Husbandry of the Peregrine (Raptor Notizie Research 1967). Inoltre, scrisse molto su periodici di falconeria.
Fu membro fondatore del Wild Raptor Take Conservancy, oltre ad essere il suo primo presidente, così come il primo destinatario del suo premio abbonamento vitalizio. Frank, con il suo amico Hal Webster, fu co-fondatore della NAFA (North American Falconry Association). E ‘un peccato che questa organizzazione non dette mai a Frank o Hal il giusto riconoscimento che meritano due uomini così eccezionali.
Frank era un uomo che diceva le cose come le vedeva e non aveva paura di dire la verità, anche se ciò poteva offendere alcune persone. Era uno che instancabilmente ha combattuto per ciò che riteneva giusto, facendo di lui un uomo fuori dal comune, e la comunità di falconeria è il più ricca per questo. Non aveva un atteggiamento elitario verso lo sport, nella convinzione che ogni persona con la volontà e mezzi per diventare un falconiere dovrebbe essere in grado di diventarlo. Un uomo del calibro di Frank è molto raro e dovremmo essere molto grati per il grande contributo dato.
E ‘difficile descrivere appieno i suoi contributi alla falconeria e la nostra comprensione dei rapaci. La sua intuizione, la conoscenza e le sue capacità erano al di sopra della maggior parte delle persone. Ha aperto le nostre menti ad un intero nuovo mondo. Era un’icona oltre ogni immaginazione per la maggior parte dei Falconieri. La nostra comunità di falconeria si è arricchita con la sua partecipazione e si è impoverita con la perdita di un grande uomo.
Il 20 ° secolo sarà pensato come una rinascita per la falconeria e il periodo dal 25 Maggio 1914 al 15 Novembre 2008 devono essere ricordate come l’epoca che ha prodotto uno dei più grandi falconieri della falconeria contemporanea.
Con il termine “animalisti” si definiscono quelle persone che ritengono che vada accresciuta la tutela giuridica ed etica nei confronti delle specie animali differenti dall’uomo.
È un termine nato di recente, infatti prima degli anni ottanta con “animalista” si intendeva soltanto «chi dipinge e scolpisce soggetti animali». Con il tempo,nell’ultimo decennio del secolo scorso(detta così sembra una cosa vecchissima), il termine ha assunto il significato attuale, ovvero l’adesione ad un insieme di teorie ed atteggiamenti , non solo tra i singoli ma anche tra movimenti e organizzazioni, volti ad ottenere il riconoscimento degli obblighi morali di ogni essere umano nei confronti degli animali ed il superamento dello specismo, cioè della convinzione che le regole etiche si applichino solo all’uomo e non alle altre specie.
ciò che ricercano gli animalisti, oltre all’attività individuale,è un impegno concreto e profondo in ambiti collettivi per contrastare ogni attività connesse allo sfruttamento animale. Questo porta alla nascita di un tentativo di sensibilizzare alla sofferenza, alla violenza degli animali proponendo delle “vie” di sostenibilità su tutti i prodotti di consumo attraverso proposte all’uso ecologico dei mezzi di trasporto, alla scelta delle vacanze (boicottaggio di regimi o di pratiche barbare nei confronti degli animali), e così via, in un’ottica volta ad orientare ogni scelta verso l’alternativa meno violenta per uomini, animali ed ambiente.
Vi sono anche individui e gruppi che si dichiarano animalisti in quanto collaborano di volta in volta con le persone interessate alla lotta o all’abolizione di singole pratiche di sfruttamento, prigionia o sofferenza animale .
Purtroppo però, come da titolo, questo “movimento” ha involontariamente creato quei puristi, o per meglio identificarli “quei fanatici”, che come in ogni movimento ideologico nascono e contribuiscono solo a recare danni a chi ha una visione diversa dalla loro e a portare in cattiva luce chi invece pratica con senno il proprio operato.
È successo in tutto il mondo che gruppi di fanatici “animalisti” han recato danni a singoli per liberare animali da quello che per loro era il giogo della schiavitù, quando invece han portato solo alla morte di animali non abituati alla vita selvatica o addirittura uccidendo degli esemplari nel tentativo di compiere una loro dimostrazione di dissenso ( animalisti danno fuoco al parco Zoom di Torino).
Per questo gli animalisti rischiano di essere un problema nella falconeria, poiché persone poco ben informate o con intenti poco onesti, possono formulare pensieri basati su idee sbagliate, rendendoli poi noti a tutti e dando così un’idea sbagliata a chiunque li ascolti, così come possono agire in “aiuto” del rapace causando più danni che aiuti.
Con questo non voglio dire che qualsiasi animalista sia in torto nell’essere contrario alla falconeria, ma credo che con modo e fare adeguato se ne può pacificamente parlare e discutere, poiché certi si può stare che non c’è falconiere che non tratti al meglio quelli che per lui non sono animali ma dei compagni.
Ho voluto mettere questo post poiché leggendo in vari forum di falconeria ho trovato vari topic che esponevano i problemi che volontariamente o meno degli animalisti poco informati sulla falconeria han recato a dei falconieri che non facevano altro che esercitare la loro passione e a volte pure in aiuto della comunità(com’è ad esempio il bird control)
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