Il Falconiere

Falconiere marocchino a cavallo  La Falconeria non è cosa per tutti; la Falconeria non è per i bambini.

Se il vostro interesse nella Falconeria è principalmente quello di prendere della selvaggina, allora NON cimentatevi nella Falconeria.

 

Se il vostro interesse è solo mosso dal fatto che i rapaci sono spettacolari e lo sport insolito, allora NON cimentatevi nella Falconeria.

 

Se pensate che portare un falco sul pugno sia un bel modo per attirare l’attenzione, avete ragione; ma questa non è Falconeria.

 

Falconiere dall' Alaska

Se amate gli uccelli e pensate che un falcone o un astore sarebbero insoliti animali domestici, fareste meglio a riconsiderare tutto, perchè non sono certo animali domestici!

 

 

 

falconiere pakistanoSe volete cacciare nella stagione di caccia, pescare nella stagione di pesca, andare in vacanza d’estate e frequentare le località sciistiche di inverno e dimenticare l’unico divertimento finchè non torna di nuovo la giusta occasione, allora NON provate a tenere dei falconi.

 

Soprattutto, se siete una persona indaffarata, con incarichi in molti clubs, società e attività sociali, allora NON tentate di far entrare a forza da qualche parte anche la Falconeria, perchè semplicemente non avete tempo.

 

Falconiere canadeseSe siete sensibili alle critiche, o vi preoccupate di “quello che dirà la gente”, allora decisamente evitate qualunque cosa abbia a che fare con queso sport.

 

Ma, se avete un profondo interesse per il mondo esterno; se amate la vita e gli esseri viventi con sufficiente profondità e ampiezza da essere più che sentimentali; se cogliete le occasioni e vi aspettate l’inaspettato, se riuscite a vedere nei predatori l’incarnazione di tutte quelle alte qualità che noi soprattutto ammiriamo, qualità di forza, coraggio, energia, coordinazione e perfezione fisica che li pongono al di fuori e sopra altre forme di vita; se riuscite ad afferrare Falconieri tunisininel loro modo di vivere qualcosa di spettacolare e drammatico che vi piacerebbe condividere, se tutto questo è la vostra ragione base per un tale interesse, allora la Falconeria è per voi e voi potrete, col tempo e la pratica, diventare un Falconiere.

 

Un’alta qualità desiderabile è un profondo senso di responsabilità nei confronti degli uccelli che tenete.

 

Falconiere KazakistanoSe le vostre condizioni di lavoro nel posto in cui vivete sono tali per cui è impossibile far volare i vostri uccelli più di una volta a settimana, quasi sicuramente non otterrete molto dai vostri sforzi.

 

Se invece anteponendo a tutto la salute dei vostri falconi e sacrificando altre attività, vi è possibile mettere gli uccelli in volo da quindici minuti fino a un’ora al giorno, o anche un giorno si e uno no, e se potete far ciò in una tabella di tempo regolare, allora sarete praticamente sicuri di ottenere dei successi.(Harold Webster)

Storia della Falconeria

Un po’ di Storia non guasta mai…

 

Falconeria antichità

 

(Foto 1) “Un piacere da gran signori”; la caccia col Falcone

falconiere a cavallo

 

(Foto 2) Falconiere a cavallo

 

Le origini della falconeria si perdono nella preistoria, ma è verosimile che le tecniche per addestrare uccelli da caccia siano state “inventate” indipendentemente in due o più luoghi diversi, probabilmente nell’Estremo Oriente (in Cina o in Mongolia) e nel Medio Oriente.

 

Diversi storici hanno suggerito l’ipotesi che i falchi venissero addestrati in Cina fin dal 2000 a.C. circa, ma la testimonianza più antica che possa essere considerata certa è un bassorilievo che illustra un falconiere col suo falco trovato nelle rovine di Khorsabad e che risale al regno del re assiro Sargon, vissuto intorno al 750 a.C.

 

Forse i primi ad addestrare falchi da caccia sono stati i cavalieri mongoli, ma è possibile che le tribù arabe abbiano tradizioni di falconeria altrettanto antiche.

 

falconerIn Europa fu introdotta probabilmente dalle popolazioni che la invasero nell’alto Medioevo da est, forse dagli Sciti o dai Sarmati che cavalcarono in Europa dalle steppe della Russia, e certamente veniva praticata dagli Unni di Attila.In seguito la falconeria raggiunse il culmine come istituzione della società feudale medievale sia nell’Europa cristiana sia nell’Islam, per tutto il periodo che va dal VI al XVII secolo.Durante questo periodo i falconi, o falchi nobili come allora venivano chiamati, furono tra i beni più preziosi degli aristocratici, e rigide leggi e norme complesse ne regolavano il possesso. Severe punizioni venivano inflitte a coloro che disturbavano o comunque danneggiavano i falchi selvatici, prelevavano giovani dai nidi senza la debita autorizzazione o rubavano falchi altrui. Viene da pensare che ci sarebbero pochi bracconieri di falchi al mondo se, come allora, si mozzassero le mani o si cavassero gli occhi per colpe di questo genere.

 

quadretto falconeriaOgni gradino della scala sociale aveva un falcone o un altro falco come simbolo del proprio rango: l’aquila reale era riservata all’imperatore; il girifalco al re; il falcone gentile ossia una particolare femmina di pellegrino al principe; il tipico pellegrino al conte; il bastardo o pellegrino
terzuolo(maschio) al barone; il falco sacro al cavaliere; il lanario al nobile di campagna; lo smeriglio alla dama; il lodolaio ai paggi; mentre i falchi “ignobili” erano destinati alle classi sociali inferiori; così l’astore femmina ai piccoli proprietari terrieri, l’astore maschio ai poveri, la femmina di sparviero ai preti e il maschio di sparviero, il cosìdetto moschetto, ai chierici di rango inferiore.In quegli anni ogni maniero aveva la sua falconiera e la carica di falconiere dava grande prestigio. I vassalli si presentavano sempre alle funzioni di corte coi falchi sul pugno, ma soprattutto la falconeria era parte integrante della vita dei guerrieri. I falchi figuravano spesso come offerte di pace e oggetti di scambio nei trattati tra cristiani e saraceni nel periodo delle crociate. Per mille e più anni i falconi godettero di una popolarità e di un grado di protezione da ogni molestia da parte dell’uomo, raramente accordati ad altri animali nel corso della storia umana.

 

L’uso del fucile per la caccia e la gestione intensiva delle riserve, oltre a sconvolgimenti sociali come la rivoluzione industriale in Inghilterra e la rivoluzione francese sul continente, portarono a partire dal diciassettesimo secolo a cambiamenti che nell’arco di un centinaio di anni condussero al declino della falconeria.

 

All’inizio del ventesimo secolo l’atteggiamento dell’uomo verso i falconi appare ormai comletamente ribaltato, e per lungo tempo il nobile pellegrino e tutti i suoi parenti – lo smeriglio, il lodolaio e perfino il gheppio oltre che gli astori, aquile-vennero considerati animali nocivi dai guardiacaccia e dai loro padroni e dai cacciatori di anatre e di selvaggina pregiata.I falchi venivano abbattuti senza pietà, avvelenati, catturati con le trappole, le loro uova e i loro piccoli distrutti nei nidi.Quando venivano catturati nelle reti dagli uccellai venivano accecati, spiumati vivi o crocefissi. Nella parte estrema della Calabria ogni anno falchi pecchiaioli, poiane, capovaccai, sparvieri, astori e altri venivano impallinati dai cacciatori per puro diletto.

 

Come se queste carneficine non fossero state sufficienti, all’inizio del diciannovesimo secolo si diffuse tra i naturalisti una nuova moda: collezionare uova di uccelli; e naturalmente le uova dei falconi erano particolarmente ricercate, a causa della loro grande bellezza, della relativa rarità e della difficoltà nel procurarsele.

 

Durante questo periodo un pugno di falconieri continuò a praticare il proprio sport in Europa. E’ vero che questi falconieri catturavano un certo numero di falchi adulti e immaturi di passo e prelevavano giovani dai nidi – o pagavano i guardiacaccia per farsi cosegnare i giovani che essi altrimenti avrebbero ucciso; ma gli effetti delle loro azioni sulle popolazioni selvatiche possono essere considerate irrilevanti in confronto alle distruzioni effettuate dai guardiacaccia, contadini, cacciatori e di allevatori di piccioni viaggiatori.

 

falconiere e dama

(Foto 3) Un cavaliere scrisse: “di tre cose mi dilettai enormemente; le armi, le donne e la caccia col falcone”.

 

Dal 1700 al 1930 i falconieri furono praticamente i soli a difendere i falconi dalle distruzioni a tappeto e a sostenere la loro bellezza e la loro utilià nella trama della natura. Nel complesso si può dire apertamente che i falconieri sono stati e continuano ad essere fra i più attivi protezionisti delle specie selvatiche di falchi.

Quando si scoperse il ruolo del DDT nella distruzione dei falchi pellegrini e di alcuni altri uccelli da preda, se ne parlò con un interesse e una preoccupazione che non erano mai stati suscitati dalle antiche statistiche sulle distruzioni dei secoli passati.Ora nella maggior parte dei paesi i falchi sono considerati specie protette e ne sono proibite l’uccisione e la cattura.

 

Il trattato internazionale sul commercio delle specie di fauna e flora in pericolo di estinzione ha incluso il falco pellegrino, il falcone di Barberia, il gheppio delle Mauritius, il gheppio delle Seychelles e la razza di Aldabra del newtoni nell’appendice 1, quella che riguarda le specie sottoposte a protezione più rigida; tutte le altrespeci del genere Falco sono incluse nell’appendice 2, il successivo grado di restrizione.

Contemporaneamente nacquero centri di recupero rapaci, società di appassionati di falchi e organizzazioni per la riproduzione in cattività in tutte le parti del mondo. In nessun momento della storia i falconi e i loro parenti pennuti sono stati tanto amati dal pubblico e così ben studiati come lo sono oggi.

 

Anche la falconeria non è mai stata popolare come oggi.

Tom Cade asserisce che ci sono più falconieri ora che in qualsiasi momento del passato e viene praticata ormai in ogni parte del mondo.

 

Alcuni si oppongono alla falconeria sostenendo che è inumano e crudele tenere una creatura selvatica in cattività; ma io credo che siano molto più numerosi quelli che ammettono che fintanto che siano ben accuditi gli animali possono essere tenuti in cattività per ragioni scientifiche, di educazione, negli allevamenti per la riproduzione.

 

La falconeria inoltre ha molti meriti particolari. Essa è generalmente considerata come la forma di caccia più completa e più difficile mai concepita, e richiede da parte del falconiere un alto grado di attenzione, sensibilità e devozione. Spinge il cacciatore ad un profondo attaccamento alla natura, a studi pratici di storia naturale e spesso a vere e proprie ricerche di carattere scientifico sugli uccelli da preda.

 

La falconeria è un tipo di caccia completamente sicura. Nessun falconiere ha mai ucciso un’altra persona o ha fatto danni con i suoi falchi. Oggi si potrebbe cacciare con un falco in luoghi dove è pericoloso o addirittura illegale farlo con il fucile, e quando la sovrappopolazione avrà finito per rendere la caccia col fucile un’attività impraticabile e socialmente inaccettabile, sarà ancora possibile andare a caccia con i falchi addestrati.

Federico Lavanche

federico LavancheMi chiamo Federico, vivo in Piemonte, sono sposato e ho 2 bellissime bambine. 

Federico1Da sempre i miei interessi sono gli animali, la natura, la pesca , le moto, la subacquea, il bricolage ma soprattutto la Falconeria. Ironia della sorte ho il piacere e l’onore di portare il nome dell’Imperatore scienziato, etologo, e falconiere che ha scritto il famoso trattato di falconeria “De arte venandi cum avibus“. Mi interesso alla falconeria fin da bambino e la pratico dal 1992. Dal 1997 mi occupo della gestione di questo sito con impegno e grande attenzione. Credo che questo sito rappresenti in maniera adeguata la grande passione che si cela dietro un Falconiere. Senza passione, non si fa nulla, impossibile trattare con gli animali, impossibile mettere il falco in ala e ottenere le prime soddisfazioni di caccia! Quello che mi interessava di più era di fornire più informazioni possibile su quest’Arte e descriverla per quello che è: “una forma di caccia ecologica, leale, avvincente, a zero impatto ambientale, sicura, nel pieno rispetto della Natura“. Per me la Falconeria è tutto, non una semplice passione, non un sofisticato sport ma uno stato d’essere. E’ un totale coinvolgimento con il mio rapace libero nella natura che interagisce continuamente con me e con il mio cane. E’ un lavoro di squadra, è una passeggiata con un compagno di volo inseparabile è una emozione quotidiana, è adrenalina pura! Mi considero uno spettatore privilegiato che assiste in prima persona alla magia del volo e della caccia.Volare il mio falco mi gratifica, mi rende felice, mi emoziona ed è un piacere vedere che il mio astore sta bene e che ha sempre voglia di affrontare una nuova sfida, un nuovo volo.E’ l’unica attività che mi fa star bene in pace con me stesso, con i miei rapaci immersi nel verde all’aria aperta.Ho sempre preso delle decisioni nella vita in funzione ad essa. Ogni lavoro fatto “doveva avere il requisito principale” di permettermi di volare i miei rapaci almeno 2 volte a settimana. Non ho mai accettato un trasferimento senza che ci fosse la possibilità di avere nella nuova abitazione una struttura per i miei animali. Penso che la falconeria sia davvero una scelta di vita, una “Grande Malattia incurabile“.

1Per praticare questo sport si deve avere: passione per gli animali, sensibilità per capirli, tenacia, determinazione e coerenza per addestrarli, coraggio e sangue freddo per volarli e aggiungo.. un po’ di stomaco perchè non ci dimentichiamo che non abbiamo a che fare con canarini ma con uccelli da preda che mangiano carne cruda….
Serve tempo perchè senza di esso non si riescono ad ottenere risultati ed è impossibile riuscire a cacciare col falco.
Per me Falconeria=Caccia col falco cioè che lo scopo puro è quello di addestrare i falchi per farli cacciare come farebbero in natura per catturare prede selvatiche.
C’è chi li tiene solo sul pugno, c’è chi li tiene solo sul blocco o in voliera (a volte sanza farli neanche riprodurre) c’è chi li tiene come animaletti da compagnia…ma loro non lo sono! Questi non sono falconieri… sono “falcofili” come direbbe Paolo Caprioglio!

2Quello che mi rammarica veramente è che ci manca la possibilità di far volare i nostri falchi tutto l’anno.
Perchè dobbiamo seguire tutte le leggi che regolamentano la caccia col fucile?
Perchè non devo aver la possibilità di far volare il mio falco quando ne ha bisogno?
In alcune regioni come l’ Emilia Romagna, si può accedere tutto l’anno alle zone addestramento falchi appositamente dedicate per allenare i rapaci in cui si possono rilasciare prede allevate a tale scopo e marchiate con anello o fascetta. I comuni, addirittura, catturano con trappole i piccioni che infestano le nostre città imbrattando gli edifici e li cedono a titolo gratuito ai falconieri iscritti nelle liste dei comuni stessi.
Spero vivamente che anche in altre regioni si potranno attuare regolamenti simili, segno di apertura mentale e rispetto per un’arte riconosciuta dall’ UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Federico Lavanche 12 anniFin da bambino rimasi affascinato dai bellissimi documentari di Rodriguez De La Fuente su questa meravigliosa arte: l’addestramento di rapaci per la caccia di selvaggina.
Ne rimasi così colpito che diventò quasi una ossessione. Ricordo ancora come un film nella mia mente la sequenza delle immagini, la musica di sottofondo, le scene a rallenty che testimoniavano il volo di una coppia di falchi pellegrini su una cornacchia nera.
Da bambino,non vi era uccello che non identificassi in volo o posato, non vi era palo, roccia o casolare abbandonato che non venisse controllato per constatare la presenza di un rapace. Ogni volta che ne vedevo uno, fantasticavo per ore sognandolo sul mio pugno. Da allora iniziai a leggere tutto quello che riguardava i rapaci e la Falconeria anche se all’epoca c’era veramente poco e non esistevano ancora siti internet! Ero alla continua ricerca nelle biblioteche antiquarie di testi, immagini e ritagli di giornale sulla falconeria, anche in inglese. Ero affascinato dalla pelle, quando la trovavo la intagliavo per farne cappucci molto rudimentali…, geti, e mi autocostruivo tutta la attrezzatura per la falconeria.

Federico Lavanche 18 anniAmo tutti i rapaci ma la mia passione più grande è per gli astori.
Leggendo il Pestellini pendevo letteralmente dalle sue labbra quando si riferiva alla sua Liù!

Dopo aver letto di tutto, aver costruito ogni tipo di pertica e blocco per falchi, aver intagliato innumerevoli geti (strisce di pelle che vengono poste ai tarsi dei rapaci),avevo una voglia matta di mettere in pratica la teoria però non esistevano circoli di Falconeria in Italia , tantomeno Falconieri.

Venni a conoscenza, che in passato esisteva un famoso circolo e che esisteva proprio nelle mia città, Torino.

Era il famoso Circolo Falconieri d’Italia ma non vi era più traccia dei componenti, tranne di uno: una “vecchia guardia”, meglio conosciuto come Jumpy, Gianpiero del Masto Calvetti  e quando lo chiamai telefonicamente all’età di 13 anni, non mostrò nessun interesse verso un bambino che aveva la sua stessa enorme passione … Mi disse: “i falchi ai giorni nostri sono protetti: ” quando avrai il falco vedremo…, forse….”

(Lo rividi molti anni dopo ad un raduno; assisteva come spettatore data l’età e passai una buona mezzoretta a chiacchierare di Pestellini (autore del libro “falconeria moderna”, di come si volavano i 3falchi nell’immediato dopo guerra e di altri grandi falconieri scomparsi come Ernesto Coppaloni suo grande amico.
Fu un incontro squisito, interessantissimo e penso irripetibile….anzi, lo fu…) Passarono ancora degli anni durante i quali corrispondevo con il segretario del prestigioso “Welsh Hawking Club” il quale mi consigliava libri in inglese sulla Falconeria in Gran Bretagna.
Un giorno, fui invitato da un amico ad andare a vedere un mercato degli uccelli ad “Annone Veneto”.Lì, con mia grande sorpresa, trovai un volantino pubblicitario di una manifestazione a cui avrebbero partecipato dei Falconieri che si sarebbe tenuta la settimana dopo nello stesso fedeaquiladellesteppe3paese. Pieno di emozione la settimana dopo ero di nuovo in Veneto in “prima fila” ad assistere alla manifestazione. Mi trovai finalmente a non più di due metri da un falco pellegrino……, ero in estasi. Lì riuscii finalmente a conoscere uno dei principali falconieri italiani: Roberto Mazzetti. il quale, vedendomi appassionato mi invitò finalmente ad una cacciata con i falchi nelle campagne milanesi. Mi disse solamente: “alle 6,30 io parto con i falchi da
casa, se tardi non ti aspetto” con tono brusco…

Decisi saggiamente di partire da Torino per Milano la sera prima e dormire in una pensione lì vicino. L’indomani, il mio destino fu segnato, fui stregato dallo spettacolo che mai prima di allora avevo visto. In quella memorabile giornata conobbi 

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anche Antonio Leone che con il suo maschio di astore mi sbalordì. Fu proprio lui a darmi il numero di telefono di un esperto Falconiere che, destino, abitava nella mia stessa città a non più di 15 Km.

Da allora è stato Paolo Caprioglio a insegnarmi cose che sui libri non ci sono, con lui sono andato ai raduni dei vari circoli, finalmente mi iscrissi anche in un circolo di Falconeria che in quegli anni era nato, lo Yarak Club. Tramite questo, ottenni il mio primo falco e con Paolo lo andammo a prendere a Genova proveniente da un allevatore in Germania, completo di anello e documento CITES.

Il 1992 fu per me un anno memorabile perchè da quell’anno finalmente iniziai a praticare questo magnifico ed emozionante sport in compagnia del mio astore e del mio amico Paolo.

federico lavanche sparvieroNel 2000 mi sono trasferito a Roma e ho conosciuto molti falconieri , il primo, Fabio Ferri che mi ha presentato Giancarlo Pirrotta con il quale è nata una amicizia fraterna e sincera. Ho avuto modo di vedere con i miei occhi con quanta cura provvede alla costruzione dei suoi articoli di falconeria e ho testato personalmente ogni sua prodotto.

Da lui ho appreso alcune tecniche di volo e di addestramento con l’astore che mi serviranno per sempre oltre a capire ed apprezzare ulteriormente le qualità di questi animali. Mi ha insegnato che nella vita non bisogna mollare mai e che se si cade, ci si deve scrollare tutto di dosso e ricominciare da capo!

Ho conosciuto la splendida famiglia Arcioni anche se ho il rimpianto di non averla frequentata abbastanza, poi Roberto De Santis, ottimo cacciatore che mi è stato vicino come un fratello in un momento difficile. Con lui ho trascorso momenti di pura caccia col mia moglie e mia figlia con sparvierafalco, pesca al luccio e cene stupende e il ricordo lo porterò nel cuore fino alla fine dei miei giorni. Da lui ho capito che per avere risultati di caccia devi sempre provarci con impegno e sacrificio a costo di fare molte centinaia di km.

Che dire della scatenata banda viterbese??? Favolosi!! Persone sincere e candide come quelle di una volta con le quali ho trascorso giornate bellissime dotati di un senso di ospitalità sopraffino. Conoscere Andrea Ambrosini è stato per me un privilegio e spero di continuare a sentirlo! Da lui ho visto la perfetta integrazione tra tempo dedicato alla famiglia-tempo dedicato al lavoro-tempo dedicato alla falconeria. Un connubio perfetto.

Poi ho conosciuto alcuni del famosissimo circolo falconieri di Roma, la loro mentalità è rimasta quella di allora, assolutamente individualista e chiusa, un vero peccato perchè persone dotate di quarantennale… esperienza e soprannominati affettuosamente da me Kiki su quaglia selvatica“Cocoon” (dal famoso film)per la loro inossidabile energia (Riccardo Vella e Renato Vitelli)

Ora sono tornato a vivere a Torino, vicino ai miei affetti familiari e nella casa che mi ha visto crescere e l’abbiamo ripopolata di bambini e di animali. Spero anche in questa città di conoscere i neonati falconieri e condividere con loro esperienze. Paolo Caprioglio è tornato ad essere il mio punto di riferimento, ormai ci conosciamo da 20 anni!

Al giorno d’oggi non è più così difficile entrare a far parte del mondo della falconeria: molti circoli si sono organizzati istituendo una scuola per poter dare al principiante veramente interessato e motivato un valido aiuto dal punto di vista teorico e pratico. Sono stati pubblicati numerosi libri sulla questo argomento sia in inglese che in italiano grazie alla traduzione effettuata privatamente dalle associazioni. I soci più esperti si stanno anche organizzando privatamente per riprodurre i rapaci in cattività .

La mia paura è che questo magnifico sport attiri numerose persone mosse da curiosità, esibizioniste, o poco Mina, femmina di astore su cornacchiamotivate. Sarebbe un vero peccato assistere ad uno spettacolo da circo. Anche la Falconeria ha la sua etica e la sua filosofia, sta però all’intelligenza e alla sensibilità della persona metterla in pratica .

Vorrei sottolineare che Tutti i falchi usati in Italia e in gran parte del mondo sono nati in cattività da almeno 2 generazioni (F2) e sono provenienti da allevatori autorizzati i quali rilasciano insieme agli animali il documento CITES riferito al numero di anello stampato su quello del rapace.Questo fa sì che non ci siano prelievi dalla popolazione selvatica .

Ci sono soci che praticano la Falconeria di professione negli aeroporti rendendosi utili alla nostra moderna società allontanando gli stormi di uccelli che spesso sostano o sorvolano le piste di atterraggio.Molto spesso vengono risucchiati nelle turbine degli aerei mettendo in pericolo le persone a bordo e… quelle a terra!

Erick, falco di harris e minilepreLa mi Passione continua ad accompagnarmi regalandomi ancor oggi enormi soddisfazioni dalla pratica alla conoscenza di nuovi veri appassionati di falconeria conosciuti grazie a questo sito.

Grazie e a presto,

Federico Lavanche

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