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Centro infestato dai piccioni Scatta l’emergenza Falconieri

piccioni-come-rattiAumenta a dismisura la presenza dei volatili: guano e sporcizia nelle vie e nei palazzi storici. Anche l’ingresso di palazzo Roverella deturpato. Nonostante la sterilizzazione la città è invasa,
Sono migliaia. Hanno invaso i palazzi del centro, le vie , i giardini, i portici di piazza Vittorio e persino l’ingresso dell’Accademia dei Concordi. E se pochi esemplari rendono più poetici gli angoli delle città, troppi diventano un vero e proprio incubo.

“I piccioni sono troppi, stanno invadendo il centro. Fino a pochi anni fa sul mio terrazzo si posavano di tanto in tanto. Ora lo hanno invaso. Sporcano dappertutto e anche la via è diventata un rifugio per centinaia di questi volatili”. Questo l’appello di una lettrice che abita nella zona di via Badaloni. Ma numerose sono state le segnalazioni dei nostri lettori che abitano in altre strade del centro, non solo in case più vecchie ma anche in palazzi di recente costruzione che si affacciano su Corso del Popolo.

Basta passeggiare per le vie del centro per capire che la situazione segnalata dai lettori sta arrivando, in certi punti della città, a livello di guardia.
Il problema non è la presenza dei piccioni quanto il loro numero. Infatti la sovrappopolazione di questi animali, che in certe zone di Rovigo è palese, porta a un particolare tipo di inquinamento biologico. Il guano dei piccioni può causare, oltre alla sporcizia, veri e propri danni, intasando le grondaie e deturpando le vie. Danni a palazzi e monumenti perché la componente acida degli escrementi erode le pietre e ne altera la struttura. Sotto i portici, a pochi passi dall’ingresso di Palazzo Nodari, il selciato è sporco di guano e i pennuti si affollano sotto le volte. La cartolina del nuovo ufficio del turismo non è delle migliori: la vecchia farmacia le Tre Colombine che da poco ospita lo Iat dovrebbe essere ribattezzata, almeno quanto a numeri .

Ma è nel cortile di palazzo Palazzo Roverella che si vede quanto danno possa fare all’immagine di una città non arginare la presenza piccoli animaletti. Il tappeto verde che dovrebbe guidare il visitatore alla mostra sull’Art Decò e le doghe di legno del pavimento hanno cambiato colore: tutte d’un grigio venato di bianco. Sono gli escrementi dei piccioni.
Questi animali possono essere un pericolo per le persone perché, nidificando sui terrazzi o vicino alle abitazioni, possono causare reazioni allergiche, che possono derivare dalla puntura delle zecche dell’animale o altri tipi di malattie come la salmonellosi o la toxoplasmosi.

I privati cittadini hanno ingaggiato la loro battaglia contro i pennuti in molti palazzi rodigini. Si sono attrezzati con i cosiddetti respingitori metallici, oggetti che, fra l’altro, in molti comuni sono stati messi al bando a favore di quelli sintetici. infatti gli spuntoni d’acciaio causano il ferimento dei piccioni e di altri volatili e per questo banditi perché lesivi.
In molti comuni d’Italia sono stati i comuni a prendere provvedimenti severi. A Venezia per esempio il Comune ha vietato di buttare il riso alle coppie che si sono appena sposate. A Boston hanno messo persino del filo spinato sui balconi. Più incruenta la scelta di molti piccoli borghi della toscana: si sono rivolti a falconieri professionisti che solo in determinate ore del giorno lasciano volteggiare i falchi attorno alle cinte murarie per dissuadere le colonie di piccioni.

A New York si è preferita la tecnologia: è stato organizzato un piccolo esercito di falchi-robot per spaventare i piccioni e convincerli a trasferirsi in campagna. I robot, dicono i fautori nel sistema futuristico, sono perfette imitazioni di un vero falco: girano la testa, scuotono le ali, e lanciano suoni identici a quelli dei veri falchi in piume e ossa.

A Rovigo il Comune ha scelto per abbattere il numero degli animali la sterilizzazione chimica che secondo alcuni esperti può risultare inutile o addirittura dannosa per altre specie di volatili se non unita a provvedimenti complementari fra questi la creazione di piccionaie per attirarli e somministrare loro i mangimi per sterilizzarli e soprattutto interventi di recupero del patrimonio urbanistico per ridurre i siti di nidificazione.

di Tiziana Piscopello

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com


Postato 2009-02-25, 21:07:24 da admin


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Federico Lavanche
Federico Lavanchehttps://www.falconeria.org
Sono il fondatore di questo sito, pratico la falconeria dal 1992 e mi diletto a scrivere articoli sulla falconeria. Cerco di proporre l'immagine della falconeria per quello che è cioè una Passione Sana, a contatto con la Natura, un mezzo di caccia assolutamente non pericoloso ne invasivo, a zero impatto ambientale. Faccio del mio meglio per far capire, a chi la contrasta, che prima di scrivere sulla falconeria, bisogna conoscerla profondamente ;) Mi considero un po' il "custode" di questo sito che, dal 1997 "racconta"attraverso eventi, informazioni e personaggi, la falconeria in Italia.

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