VARESE C’erano falchi incappucciati, falconi, barbagianni e persino un giovane di aquila. Quindici, forse venti, i rapaci che hanno partecipato alla messa della vita celebrata per il quinto anno consecutivo a Santa Maria del Monte, sempre nella prima domenica di febbraio.
EVENTO SPECIALE
Si tratta di una celebrazione liturgica speciale in cui vengono benedetti i rapaci, un antico rito collegato alla tradizione della falconeria. Un evento che in Italia si svolge solo in due santuari. Ieri, per parteciparvi, sono arrivate persino persone dalla Toscana e da Lecco. Tutti desiderosi di ricordare quanto fossero importanti i rapaci nel passato. «La benedizione dei falchi era un rito diffuso nel medioevo» spiega don Angelo Corno, l’arciprete del Sacro Monte.
«Anche il clero, all’epoca, aveva i falchi che, una volta all’anno, venivano benedetti insieme a quelli dei fedeli». Durante la messa, ieri come un tempo, i falconieri si sono seduti intorno all’altare e i rapaci sono stati benedetti ad uno ad uno. Poi sono stati distribuiti gli attestati ai falconieri che hanno appena terminato il corso presso la scuola di Luino e una pergamena speciale al maestro Fabrizio. Cinque anni fa la messa era stata seguita da uno spettacolo di falconeria, un evento che potrebbe ripetersi in primavera o in estate, quando la bella stagione renderà più piacevole trascorrere giornate all’aria aperta. Sta di fatto che, il solo vedere tanti esemplari riuniti in un unico luogo di devozione, è stato un momento di grande emozione per i presenti.
APPASSIONATI
Oltre agli appassionati di falconeria, in chiesa c’erano anche tanti curiosi rapiti dalla spettacolarità degli uccelli. «Ho acconsentito alla devozione dei rapaci, ma questo non deve diventare un evento folcloristico» ha aggiunto don Corno. Sopra la chiesa, nel frattempo, sarà volato qualche falchetto selvatico. Sul Sacro Monte e al Campo dei Fiori, infatti, ne vivono ancora alcuni esemplari. Anche se il loro numero è inferiore rispetto al passato. Comunque la scelta del luogo, di per sé simbolico e immerso nella natura, è stato come di consueto importante per ricordare la provenienza degli animali benedetti al Sacro Monte.
Adriana Morlacchi
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