lunedì, Novembre 25, 2024

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Allevamento Rapaci fra Legislazione e pura Passione

La detenzione dei rapaci è regolamentata dalle norme internazionali descritte dal Cites (Convenzione internazionale delle specie flora e fauna minacciate di estinzione).
Chi si accinge a detenere e, quindi, praticare la falconeria deve conoscere alla perfezione le leggi che la regolamentano.

sparaciaSi parte dal presupposto che i Rapaci, in genere, sono specie minacciate.
Cosa che in alcuni casi è vera. Ma, vero o no, a noi interessa sempre e in ogni caso rispettare le norme, in quanto queste nascono da necessità ambientali e di conservazione del patrimonio faunistico di determinante importanza.

Diciamo che il falco da falconeria si muove, viaggia sempre in compagnia del suo “passaporto” o documento di identità chiamato appunto Cites, nel quale si rileva prima di tutto l’allevamento in cui è nato, la data di nascita, il numero dell’anello inamovibile che a suo tempo è stato messo dall’allevatore nei primi 10 giorni di vita, in quanto la nascita va denunciata al servizio Cites, e non oltre, il decimo giorno

Gli allevatori sanno tutto questo alla perfezione anche perché non rispettare tali regole significa andare incontro a elevatissime sanzioni, in qualche caso anche penali, e non essere più autorizzati a potere allevare in cattività.

L’allevamento dei rapaci è, per chi li ama, una delle cose più interessanti che li riguardano. Hanno infatti una vita di coppia abbastanza movimentata che inizia col vero e proprio corteggiamento e si conclude con la schiusa dei pulli.
Il corteggiamento inizia spesso da entrambi, maschio e femmina. Il maschio nei primi mesi invernali comincia a “schioccare”, emette cioè delle forti vocalizzazioni di richiamo dette appunto “schiocchi”, per attirare l’attenzione della femmina. Compie evoluzioni di volo in aria per dimostrare la sua abilità e offre alla sua partner del cibo.

Essa solitamente non rifiuta in quanto, per trovarsi in quella situazione, ha già praticamente scelto il suo compagno; accetta di buon grado, si mostra favorevole all’accoppiamento, emettendo vocalizzazioni e assumendo atteggiamenti del corpo che dichiarano apertamente le sue buone intenzioni. Abbassa la testa, alza la parte posteriore del suo corpo e cosi avvengono le prime copule che da lì a circa un mese daranno origine alla deposizione delle uova che possono essere da 1 a 5.

Anche durante le prime deposizioni avvengono gli accoppiamenti e il maschio continua a corteggiare, non facendo mai mancare il cibo al nido.
Nei giorni che precedono la deposizione, la femmina cade in una fase di inattività, data probabilmente da sbalzi ormonali, chiamata “letargia da deposizione”. Sembra quasi malata, si muove poco, è goffa e stanca..

Questo atteggiamento passa dopo pochi giorni, quando riacquista quindi l’attività covando e stando sempre allerta nella difesa del suo nido.
La vera incubazione inizia quasi sempre dalla deposizione dell’ultimo uovo. Le prime uova sono effettivamente incubate dopo tre, cinque o sei giorni. La durata è di circa 32 giorni. Questa è più o meno la media dei grandi falconi, in quanto a seconda delle specie e di fattori atmosferici può variare dai 31 ai 36.

La schiusa è qualcosa di veramente emozionante se si ha la fortuna di poterla seguire con una telecamera appositamente posta sul nido della voliera. In qualche caso la madre aiuta il piccolo nascituro nella rottura del guscio.
Il nuovo nato è completamente inattivo, debole e dipendente dalla madre.

sparacia2Un’altra cosa veramente bella è il modo in cui la madre imbecca i propri figli. E’ uno spettacolo di delicatezza, fatto da uccelli predatori per eccellenza. Sembra quasi impossibile.
Il maschio si occupa di spiumare il cibo e portarlo al nido. Alcune volte dopo alcuni giorni di vita, si occupa anche lui dell’imbeccata, ma il suo compito principale è quello della difesa. E’ sempre molto attento e si pone in posatoi dai quali ha un totale controllo della situazione.

La crescita dei pulli è velocissima se si pensa che da circa 30-35 grammi del primo giorno, arrivano in 60 giorni a pesare circa 1 kg. Naturalmente dipende dalle specie..
A questa età sono già completamente indipendenti, in grado di cibarsi da soli, ma non di cacciare.

In natura questa età segna l’inizio dell’addestramento che viene fatto da parte dei genitori, soprattutto dalla madre, la quale li richiama al volo facendoli assistere alla caccia, lasciando che afferrino prede tramortite, quasi vive e continuando così per circa due mesi fino a quando diventano anche loro abili cacciatori.


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Federico Lavanche
Federico Lavanchehttps://www.falconeria.org
Sono il fondatore di questo sito, pratico la falconeria dal 1992 e mi diletto a scrivere articoli sulla falconeria. Cerco di proporre l'immagine della falconeria per quello che è cioè una Passione Sana, a contatto con la Natura, un mezzo di caccia assolutamente non pericoloso ne invasivo, a zero impatto ambientale. Faccio del mio meglio per far capire, a chi la contrasta, che prima di scrivere sulla falconeria, bisogna conoscerla profondamente ;) Mi considero un po' il "custode" di questo sito che, dal 1997 "racconta"attraverso eventi, informazioni e personaggi, la falconeria in Italia.

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