Legge 4058 sulla Falconeria : intervista ad Andrea Brusa, Presidente dell’Unione Nazionale Cacciatori Falconieri.
Sig. Presidente, come ha reagito l’UNCF alla notizia della votazione della Camera sulla Legge 4058 riguardante la Falconeria?
L’Unione Nazionale Cacciatori Falconieri esprime soddisfazione per il parere positivo emesso lo scorso 8 marzo dalla Camera dei Deputati nei confronti della Legge 4058.
La legge modifica l’articolo 22 della Legge 157/92 inserendo due importanti innovazioni inerenti la Falconeria.
La prima e’ che le tutte le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano dovranno disciplinare le modalita’ di autorizzazione e di utilizzo della Falconeria con proprie leggi.
La seconda, assicura la presenza dei falconieri negli aeroporti giudicati idonei all’utilizzo della Falconeria per il bird-control, con l’intendimento di diminuire fortemente il numero degli incidenti aerei dovuti all’impatto con gli uccelli che occupano in modo assiduo le piste di decollo ed atterraggio.
In pratica quali potrebbero essere gli sviluppi concreti derivanti dal recepimento della Legge attuato dalle Regioni?
La possibilita’ delle Regioni di regolamentare in toto la normativa della Falconeria sul proprio territorio, svincola di fatto i falconieri a dover acquisire la licenza di caccia obbligatoriamente collegata al porto d’armi, come fin’ora e’ accaduto poiche’ previsto dalla legge 157/92. Anche se assimilare legalmente un falco ad un fucile e’ evidentemente grottesco, l’articolo 13 e l’articolo 22 della legge 157/92 parlavano chiaro ed i successivi articoli della vecchia legge non facevano particolari distinzioni fra le due armi con le quali si puo’ attuare il prelievo venatorio(arco e fucile) ed i falchi, anche loro considerati “mezzo di caccia” consentito.
In effetti, sebbene sia corretto che il Falconiere conosca le norme dell’attivita’ venatoria e che collabori alla gestione della caccia iscrivendosi agli ambiti di caccia, rispettando i calendari e le specie come tutti gli altri cacciatori, pareva quasi paradossale che dovesse sottostare formalmente anche a tutte quelle norme che derivano esclusivamente dalla pericolosita’ del maneggio di un’arma.
Aumentano quindi le possibilita’ di praticare la Falconeria anche al di fuori della pratica venatoria?
Certamente. Ricordiamo che, per esempio, gli obbiettori di coscienza non potevano acquisire il porto d’armi e quindi non potevano neppure avere la licenza di caccia e di conseguenza praticare la Falconeria.
C’e’ poi una parte di Falconieri che sono appassionati non tanto della caccia, quanto del “volo” dei falchi e con la nuova legge sara’ possibile creare abilitazioni svincolate dal prelievo venatorio un po’ come accade oggi per gli appassionati del tiro al volo.
Il volo al logoro (simulacro di cuoio di un uccello, utilizzato per il richiamo del falco verso il falconiere o per l‘allenamento) e’ usato in tutte le esibizioni pubbliche o le rievocazioni storiche in cui i falchi vengono fatti volare a scopo dimostrativo. Anche l’utilizzo dei falchi per liberare aree di interesse pubblico frequentate da uccelli opportunisti come gli storni ed i piccioni nei centri urbani, i corvidi, i laridi o gli ardeidi negli allevamenti ittici, e’ un’attivita’ che ultimante viene sempre piu’ richiesta, poiche’ efficace ed incruenta. Ed anche in questi casi il porto d’armi non si capiva bene a cosa servisse.
Anche nel campo del “sociale” ci sono sostanziali riconoscimenti da parte della 4058 …, parliamo di Aeroporti…
Il secondo comma della legge riguardante i falchi e la sicurezza aero-portuale, proviene da un discorso che parte da lontano e in cui l’UNCF ha sempre creduto.
Gia’ nella Conferenza Programmatica della FIdC nel Giugno del 2002, la neo-nata settoriale UNCF si ripropose di portare avanti un discorso di collaborazione concreta con gli organismi ministeriali e
d aero-portuali (ENAC, Bird Strike Commitee) che da subito si mostrarono sensibili ed interessati durante un incontro ufficiale con il Presidente UNCF a Roma alla fine del 2003.
In pratica come pensa di poter collaborare concretamente l’UNCF con le strutture aero-portuali che dovessero aver bisogno del servizio di Falconeria?
Con la creazione di un Albo dei Falconieri Italiani, gia’ esistente, al quale sono iscritti soltanto i Falconieri realmente attivi e riconosciuti dall’UNCF. Rendendo quindi immediatamente disponibile un serbatoio di potenziali accreditati collaboratori per le necessita’ degli aeroporti.
Le societa’ aeroportuali spesso non sono in grado di valutare le “professionalita’” in questo tipo di attivita’, nuova e poco conosciuta. Avere un riferimento accreditato a cui rivolgersi e’ importante e confortante, soprattutto se sotto l’egida di una seria e grande associazione riconosciuta a livello nazionale, come la FidC.
Ci sono gia’ alcune realta’ attive in questo senso…
Diversi aeroporti italiani utilizzano gia’ i falchi come deterrente all’ingombro della piste da parte degli uccelli, ma questa legge sancisce una definitiva e forte volonta’ di andare veramente a fondo con il problema. E viste le statistiche degli incidenti aerei dovuti all’impatto con uccelli, forse ce n’era veramente bisogno…
L’UNCF ha sempre sostenuto che i sistemi tradizionali di bird-control (cannoncini, ultrasuoni, deterrenti visivi etc) sono mezzi costosi a cui gli uccelli si abituano in tempi assolutamente brevi, opinioni anche avvallate da risultati di studi scientifici da sempre ben noti agli etologi.
Purtroppo oggi, malgrado il tanto sbandierato amore verso tutto cio’ che e’ “ecologico”, quando si giunge al concreto, viene ancora data una maggiore credibilita’ alla tecnologia piuttosto che ai sistemi naturali, ma, in verita’, nessuno strumento costruito dall’uomo e’ ancora riuscito ad eguagliare l’atavica e genetica paura che un rapace in volo di caccia incute in qualsiasi preda.
E con il mondo protezionista, quali sono i rapporti?
Con gli animalisti purtroppo il dialogo e’ inesistente, per usare un eufemismo, poiche’ le loro posizioni verso tutti gli animali che vivono in cattivita’, non permettono alcuna mediazione.
I protezionisti in senso generale, speriamo abbiano preso coscienza del fatto che, poiche’ da decenni gli uccelli rapaci sono giustamente protetti, tutti i rapaci utilizzati in falconeria provengono rigorosamente dalla riproduzione in cattivita’ e rispettano le norme della Convenzione di Washington e di tutte le successive normative in merito. Oggi acquistare un falco pellegrino nato in cattivita’ non e’ piu’ complicato o costoso rispetto al comprare un cavallo o un cane di razza.
I Falconieri hanno collaborato, e continuano a farlo, ad innumerevoli progetti di reintroduzione di rapaci in natura ed alla loro riabilitazione. Speriamo vivamente che i pregiudizi siano superati dai risultati e che si apra una nuova stagione di collaborazione fra la Falconeria e l’ambientalismo, cominciando magari dal servizio negli aeroporti…
Probabilmente, come abbiamo visto nella percentuale di voto alla Camera (415 favorevoli, 3 contrari), ci voleva una legge per convincere gli scettici: ora c’e’.
Postato 2005-05-04, 17:43:41 da admin
Scopri di più da Falconeria.org - Il Portale Italiano sulla Falconeria
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.