Dove portare il proprio cane a caccia? Conoscere i luoghi e sapere se essi ospitino selvaggina è il presupposto per l’esito del lavoro del cane.
Interrogarsi sulla presenza di selvaggina in un determinato luogo porta inevitabilmente a affrontare complessi problemi di biologia e di ecologia. Le specie di fauna selvatica dipendono direttamente dai biotopi, cioè gli ambienti naturali che abitano. Purtroppo la selvaggina che interessa il cane da ferma ha sempre più difficoltà a sopravvivere allo stato selvatico. Fagiano, starna, quaglia e pernici risentono dell’agricoltura intensiva, mentre la beccaccia è vittima della riduzione dei boschi e, siamo onesti, della caccia, soprattutto quella praticata all’estero durante il periodo riproduttivo. La diminuzione delle zone umide colpisce duramente il beccaccino e il frullino. Le nostre campagne sono al giorno d’oggi seriamente minacciate dall’agricoltura intensiva. Moderni metodi agricoli causano la disgregazione e il degrado dei paesaggi tradizionali. L’eccessiva specializzazione delle colture, l’abuso di antiparassitari e fertilizzanti, la meccanizzazione del lavoro e soprattutto la rottura dell’equilibrio naturale tra fertilità e produttività del suolo hanno reso impossibile alla fauna di continuare a popolare le campagne come una volta. |
Il conduttore del cane da ferma non dovrebbe accontentarsi di addestrare il proprio ausiliare su selvaggina di allevamento. Così facendo si alimenta un circolo vizioso che tende a privilegiare le strutture private a discapito dell’ambiente naturale, infinitamente più bello ma soprattutto la reale palestra per la quale il cane da ferma è stato selezionato nei secoli. Un cane addestrato su selvaggina artificiale è come un agonista che non si cimenta mai nella gara per la quale si allena. Quanta soddisfazione dà una beccaccia di passo guidata e fermata con sicurezza istintiva dal cane, che una povera quaglietta che non ha mai visto la luce del sole. |
La siepe è una soluzione semplice e pratica per realizzare, almeno per quello che riguarda i margini dei campi, questo recupero ambientale. Molti studi dimostrano che molte specie di uccelli, mammiferi, insetti possono beneficiare di questi provvedimenti. Ecco una lista di piante particolarmente adatte a costituire una siepe: Biancospino, Ciliegio selvatico, Edera, Evonimo, Frangola, Gelso, Lantana, Ligustro, Nocciolo, Pallon di maggio, Pero selvatico, Prugnolo, Rosa selvatica, Rovo, Sambuco, Sanguinello, Spinocervino. |
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